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Un altra Genesi


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Sono un po' titubante lo ammetto per l'argomento in oggetto, ma al solito il mio demone spinge perché ne sia fatto verbo.

Ho letto una quantità discreta di testi che trattano di genesi, ivi incluso naturalmente il più noto vecchio testamento. Ma è leggendo e rilegendo ultimamente le righe di un @GioCo che ho iniziato un po' ad arrabbiarmi. Trattasi di Cabal, di cui troverete su gdrmag.it una approfondita recensione, un GdR che definirei adirittura "barocco" per i contenuti esotici che vi troviamo e per i densi riferimenti di tipo culturale e filosofico che secondo il negoziante dove l'ho comperato avrebbe richiesto ben 6 anni di lavorazione.

Intendiamoci, non è certo nella mia intenzione criticare la genesi scritta in un @GioCo e la mia rabbia non era affatto diretta al contenuto, ma per l'occasione perduta. Finalmente, dico, hai un mezzo eccelso per scrivere davvero in libertà una genesi che possa essere intesa non solo come qualcosa di nuovo, ma adirituttura come qualcosa di "meglio" e che fai? Ci rifili le solite manfrine trite e ritrite che abbiamo sentito fin da bambini ... la sola condizione che mi riesce di osservare in tale contesto è la NOIA e non c'è niente di peggio per descrivere un @GioCo.

Quindi passo a rimediare. >:)

Dato che quello che sto per scrivere vale più come uno scherzo di buon gusto che una genesi teologica "seria", mi appresto a dire subito che parto da alcuni principi e il primo è che ogni espressione vive di vita propria nella misura in cui riesce coerente a se stessa. La coerenza interna è il fattore di resilienza con cui un espressione resiste alle "pressioni" dell'ambiente (diremmo anche "l'aspetto per cui un ragionamento appare valido") ed agisce esattamente come in biologia l'equilibrio omeostatico, rende il concetto in un certo senso vivo e autonomo, cioè reattivo oltre che fertile. Facciamo un esempio: se dico che la natura ha una legge universale per cui i sistemi che rappresenta sono sempre organizzati per massimizzare l'efficienza (cioè per ridurre al minimo lo spreco di energia) e non l'efficiacia (la capacità di raggiungere l'obbiettivo) vuol dire che il leone non si comporta come un suv nell'esercitare forza e un aquila non si coporta come un caccia militare nell'esercitare il volo. Ciò non di meno per noi i simboli del leone e dell'aquila possono tranquillamente migrare nei contesti produttivi industriali tipicamente molto poco efficienti e "per osmosi" farci pensare che i mezzi prodotti in quel modo e con quel sistema "molto efficiente" siano "equivalenti" ai simboli, anche se di fatto sono dichiaratamente diametralmente opposti. Per evitare fraintendimenti diremmo quindi che gli animali sono coerenti ai loro ambienti di riferimento, i mezzi meccanici e industruali, per quanto "buoni", rimangono incoerenti a prescindere da come vorremo intenderli. Infatti gli animali sono comunque forme viventi destinate a durare anche milioni di anni e a buon diritto poi possono rappresentare simboli duraturi, se il suv o il caccia militare tal dei tali invece dura decenni, viene già cosiderato "un mito".

L'altro concetto che mi preme antipicare riguarda il "vuoto" che non è vuoto. Voglio dire, cos'è che possiamo definire "vuoto"? Dal mio punto di vista è l'assenza fenomenica, ma il fenomeno è un moto e cos'è che "si muove"? Fisicamente non lo sappiamo "sempre" e tanto vale ammetterlo con candida semplicità. Così come non sappiamo qual'è la natura della gravità, di cui conserviamo alcune brillanti intuizioni e tante descrizioni anche accurate ma nulla di più. In altre parole possiamo descrivere dei fenomeni che diciamo essere "energia", tanto che possiamo dire ad esempio che la natura privilegia sempre l'efficienza in quando possiamo misurare questa "energia", ma non sappiamo cos'è e non sembra per ora che ci sia modo di saperlo. Diremo che "qualcosa si muove" e per ora in via del tutto aprioristica, cioè per pura convenienza strategica, abbiamo stabilito che si tratta di materia con l'eccezione della luce che "ops" è solo la base con cui la materia stessa si manifesta. Per ciò abbiamo deciso di dividere i fenomeni in particelle di massa e particelle di energia qualsiasi cosa questo voglia dire, nel senso che nel caso della particella di energia qualcosa gira in qualche modo ed è "vuoto", nel senso che non ha massa.

Allora permettetemi di inziare a ribaltare una serie di aspetti prendendo tutti concetti di genesi universale fin'ora prodotti per provare a rigirarli come un calzino. Forse per qualche erudito non scriverò poi nulla di nuovo ma almeno lo dirò in un modo più divertente e divertito. B)

All'inizio era il Vuoto. Da questo vuoto si produsse un atto che noi oggi possiamo tradurre in "sono". Ma non era una parola era una sensazione e la sensazione era Gioia perché quel moto infinitesimo nell'infinito riconosceva se stesso diventando di fatto l'accadere. Dato che il vuoto era un oceano di quiete, quella perturbazione per quanto infinitesima, iniziò a diffondersi senza ostacoli in tutte le direzioni dell'infinito. La conseguenza fu che esplose e nell'eplodere proruppe in infiniti echi ognuno dei quali riconobbe se stesso. Dato che accadeva che il moto poteva riconoscersi, esso vide che ciò era possibile per via del Vuoto perché dov'era vuoto non vi era il manifesto e perché in quanto moto esso era "presente" solo a intervalli regolari mentre il vuoto era "immobile". Il procedere quindi della creazione generò una vibrazione originale che noi oggi chiamiamo "energia". Ma essa era "fissa" dato che attorno aveva il vuoto e quindi non poteva produrre un tempo e uno spazio ma solo espandersi senza soluzione di continuità, vibrando dentro un brodo primordiale in cui passato, presente e futuro convivevano insieme ad uno spazio non locale e in una tale condizione gli opposti convivono. Tuttavia questo era più che sufficiente e quindi proseguì a lungo, diciamo "per un tempo senza tempo" che dura tutt'ora. Ma la consapevolezza del moto della sua doppia natura oscillante, presente e assente nell'istante, fece "cadere" la Gioia Imperitura in uno stato doppio soltanto appena impercettibilmente meno intenso che fu Puro Amore e da ciò ebbe luogo il secondo atto, dato da una seconda vibrazione "autocosciente", quello fertile poiché la Gioia da esso separata potè unirsi all'Amore dando luogo al @GioCo Cosmico dell'esistenza che si manifestò in un terzo movimento dentro "il corpo" della Gioia Imperitura "fissa", un po' come un sasso piatto che schizza sulla superficie di uno specchio d'acqua quieto, attraversandolo. L'effetto, percepito come un brivido elettrizzante, scosse una terza volta il creato e da ciò nacque la curiosità di sapere quante altre "vibrazioni" avrebbero potuto farsi manifeste nel vuoto, poiché ognuna di esse era automaticamente "autocosciente" di se stessa nell'istante in cui veniva generata e quindi capacie di partecipare al @GioCo. Come di incanto in un batter d'occhio infinite manifestazioni si presentarono dal nulla, praticamente tutte insieme, dato che il loro capostipite rimaneva (e rimane tutt'ora) senza tempo.

Dato che l'elemento dello spazio-tempo rimaneva condensato in una vibrazione unica dell'infinitesimo nell'infinito, attraversarlo rese possibile separare il tempo e lo spazio in energia e materia, provocando infinite altre vibrazioni nel vuoto e quindi "movimenti". Attraversalo però creò un altro tipo di moto, un moto illusorio, un po' come il kinetoscopio che costruisce l'illusione del moto da una serie di esposizioni fisse. Ciò significa che non è "il tempo" che ci sospinge in avanti, come fossimo pietre di un fiume portate a valle fino al mare nostro malgrado, ma siamo noi a muoverci sulla sua superficie "fissa", come seduti su una barca a remare nel bel mezzo di un lago dalla superficie piatta e perfettamente liscia. Solo che tutto ciò accade a un altro livello che la materia nasconde e noi dimentichi di noi stessi, agiamo come automi in quell'altro livello, per ciò il tempo per ricaduta ci appare come un tiranno.

Due cose però sono da evidenziare. L'Osservato è l'Osservatore. Cioè l'atto di osservare che è una sensazione è il moto stesso che genera l'osservabile in una soluzione unica e inseparabile che vale un istante infinitesimo senza tempo-spazio. Solo così abbiamo autocoscienza, cioè solo quando collassa la distinzione tra "osservatore" e "osservato", altrimenti è illusione, cioè il pensiero di un moto che non c'è; da ciò, cioè "da questo moto che non c'è", ha origine il Male che è una distorsione della coscienza che separa l'osservatore dall'osservato. Ma se questo è vero allora diventare coscienti significa automaticamente diventare fertili e creativi in senso strettamente fisico, non solo spirituale.

Ok, mi sembra abbastanza ed anche coerente ... e se poi fosse pure Vero? Aah, quale @GioCo stupendo ne uscirebbe! 😉 o:)


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