Questo è un film particolare che non a molti potrebbe piacere. D'altronde io qui suggerisco film non certo di botteghino.
Per la regia di Joshua Gil, messicano, il film è a metà strada tra le condizioni dei nativi, il conflitto con i cartelli della droga, il fantastico e la fine del mondo. Insomma una mescolanza strana ma efficace nella narrazione.
È ambientato in un piccolo paesino in Messico abitato da una comunità locale di indigeni che si trovano in mezzo tra i soprusi dei cartelli della droga che li costringono a coltivare Cannabis e le incomprensioni del governo che addirittura li accusa di essere dei trafficanti di droga. Ma loro ripetono spesso nel film che loro non sono trafficanti, sono solo costretti per poter guadagnare qualche soldo e per non subire le violenze dei cartelli, a fare quello che fanno. Finché un giorno vengono uccisi alcuni di questi contadini, da parte dei trafficanti, ma il governo accusa loro di aver compiuto il crimine, e invia l'esercito. Stanchi di tutti questi soprusi da una parte o dall'altra, decidono di difendersi preparandosi a ingaggiare battaglia.
Ed è qui che parte il fantastico e il sovrannaturale (c'erano altri suggerimenti anche prima, all'inizio del film una coppia di anziani discutono sul fatto di aver udito dei strani rumori provenire dalla montagna e si chiedono che forse è un messaggio che devono capire), con la scena di un bimbo che cerca da solo la propria madre uccisa in compagnia di due cani (due strani cani a dir la verità) e avvolto in una luce sovrannaturale, mentre la madre gli parla dall'al di là. E nello stesso tempo degli strani esseri di fuoco (una specie di uomo torcia dei fantastici quattro) discutono in una grotta del futuro dell'umanità decidendo che era ora di finirla con tutte queste violenze e sopraffazioni. Che il tempo dell'uomo era finito. E intervengono nel conflitto andando contro i soldati.
Il film non è lineare, non vi sono combattimenti, uccisioni, e a volte non si capisce subito quello che sta succedendo. Tutto lasciato tra i detto e il non detto. È molto onirico nei dialoghi, nell immagini (bellissime), nelle piccole riflessioni che fanno i protagonisti (soprattutto quelle degli esseri di fuoco). Ambientato in un bosco dove la nebbia regna sovrana.
Una delle frasi più profonde è quella in cui una voce dice, probabilmente di questi esseri di fuoco: La prima cosa che se ne andò, fu la paura, e fu una sensazione bellissima (non esattamente così, ho condensato il senso).
Ma è un film decisamente bello. Una piccola produzione con attori non professionisti, presi tra i nativi del posto. È parlato principalmente nella lingua del luogo, e in spagnolo. Il film si trova con i sottotitoli italiani.
Il Messico ha una produzione cinematografica di tutto rispetto. Ho avuto occasione di vedere film di ogni genere, pure antichi (anni '50 o anche prima), e quasi sempre si distinguevano per notevoli qualità tecniche ed artistiche. Non di rado si rappresentavano con crudo realismo i problemi politici e sociali, dalla feroce oppressione dei peones/indios all'imperialismo USA. Invece in Perú, paese molto simile per storia e caratteristiche generali, non solo la cinematografia è quasi inesistente, ma è di una melensaggine sconcertante. Si capisce al volo che è un "cinema di corte", finalizzato a intrattenere quando non a idiotizzare, e quando affronta questioni politiche e sociali, lo fa per sostenere la narrativa ufficiale, banalizzando le piaghe reali e sanguinanti che lacerano questo paese.
Visto che nel film che proponi si tocca il tema della droga, accennerò al fatto interessante che il Perú è il principale produttore mondiale di cocaina, eppure all'apparenza non sono mai esistiti cartelli come quelli colombiani o messicani. Chiaramente, non mi passa neppure per la testa di supporre che il "cartello" locale abbia caratteristiche, per così dire, istituzionali... Sarebbe un'insinuazione mostruosa e di sapore complottista. Deve esserci senz'altro un'altra spiegazione.
Daccordissimo con te che la produzione di film messicana è veramente di grande livello. Ho visto dei gran bei film di vario genere. Eh si sempre molto crudi ed espliciti. Non hanno neanche problemi a mostrare non solo la violenza ma anche nudità anche forti.
Del resto forse non è un caso che il grande Eisenstein (è quello della corazzata Potemkin) andò in Messico a girare l'ultimo suo film che poi pare che Stalin ne bloccò la distribuzione.
Del Perù in effetti non mi è mai capitato di vedere qualcosa da quel che ricordo. Notevoli sono anche i film colombiani di cui un registra un tale Ciro Guerra (sarà di origini napoletane) è tra i miei registri preferiti. Altro paese narcotrafficante. Forse qui la droga ha qualche buon effetto, mentre in Perù da quel che mi dici a quanto pare no.
Il Perù mi dà l'impressione di essere fortemente corrotto.
...il Perú è il principale produttore mondiale di cocaina...
Per quel che ho letto, mai andato in Perù, da loro offrire la bevanda alla coca, ottenuta per infusione delle foglie della coca, è come da noi offrire il caffè. Per cui non credo vivano la cocaina come un dramma. Ma essendo una pratica socialmente accettata non credo che porti a sviluppare una qualche forma di dipendenza. Ni piacerebbe sapere quanti "cocainomani" ha il paese principale produttore. Ho la sensazione che ne avrà molti di meno di noi, anche proporzionando alla popolazione totale. Anche perché credo che buona parte del fascino delle "droghe" sia dovuto al fatto che infrangi il tabù del proibito. Poi, ovviamente, diventa un problema psicologico e/o fisico di dipendenza.
Coca e cocaina non sono proprio la stessa cosa. La coca è una pianta dove con determinati procedimenti (solventi) viene estratta la cocaina che è uno dei componenti della pianta.
Assumere la pianta masticandola o in un tè è molto diverso dallo sniffare o iniettarsi cocaina.
La pianta non dà dipendenza ed è un tonico soprattutto, un adattogeno.
Un po' visto che hai citato il caffè, come se invece di prenderci una tazza di caffè, ci si sparasse della caffeina pura. Sarebbe un'altra cosa. Con effetti molto amplificati.
In diversi paesi sud Americani la coca è legale e viene usata tranquillamente senza che abbia nessun effetto nocivo. La Bolivia per prima. Ma possono anche essere produttori di cocaina che poi vendono al mercato estero con guadagni da capogiro.
Avevo letto una volta una frase che veniva citata come una profezia sulla coca. Ora non la ricordo bene ma diceva che agli indigeni la coca era stato un dono degli Dei per dargli forza e per alleviare le sofferenze della vita, mentre per i conquistatori, i bianchi, sarebbe stata una dannazione che li avrebbe distrutti.