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Dedicato a totalrec


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Banco e zainetto e lo schiavo è perfetto.


E’ nato prima l’uovo o la gallina?
Il problema non me lo pongo. invece mi sta a cuore una certezza:
se io ho una persona che ha imparato a fare l’idraulico, e se questo idraulico crede fermamente in ciò che fa, nella bontà del suo lavoro, nonostante i fatti lo contraddicano, è completamente sciocco da parte mia mandare mio figlio da questo idraulico a imparare a fare un’altra cosa che non sia l’idraulica.

Risultati immagini per scuola indottrinamento
Cioè, mi pare ovvio che l’idraulico gli insegnerà a fare e ad essere quello che egli sa ed è. Ora, allo stesso modo, a me sembra completamente idiota sperare di cambiare la società mandando mio figlio a scuola, laddove mio figlio troverà adulti già ferocemente scolarizzati che gli insegneranno ad essere e a fare quello che essi hanno imparato ad essere e a fare, credendoci profondamente.

Non esiste una sola scuola al mondo dove il maestro dica al bambino di non credergli e di disobbedirgli affinché la società possa cambiare.

Per raggiungere questo obiettivo bisogna anzitutto non avere adulti catechizzati e dunque catechizzanti, professanti la fede del loro lavoro e della loro morale, bisogna non avere insegnanti scolarizzati, bisogna semmai avere insegnanti che non credano più nel supposto e sedicente ruolo emancipatore della scuola.

Come fare? Sembra una cosa assurda, vero?

Certo, ormai in questa società una vera idea di libertà sembra una cosa assurda e anche pericolosa. Per questo occorre cambiare veramente le cose.

E come? Non più creando adulti come noi.
La logica impone dunque la descolarizzazione della società, affinché i bambini crescano imparando incidentalmente quello che desiderano imparare, in quella immensa scuola che è il mondo, la vita, diventando quello che desiderano essere, e non quello che gli adulti hanno deciso per loro.

La natura stessa mette dentro ogni bambino la spontanea curiosità e una straordinaria predisposizione all’apprendimento.

Risultati immagini per scuola asiniLa scuola uccide la curiosità e questa predisposizione, uccide la gioia innata di imparare, la scuola snatura le persone, è fatta apposta per questo crimine e per addestrare all’obbedienza i futuri schiavi!

Per avere una società diversa, senza servi e di conseguenza senza padroni, bisogna che i bambini crescano secondo la loro natura, secondo i loro bisogni, e non secondo ciò che gli adulti servi pensano che occorra loro, altrimenti renderanno i bambini dei perfetti costruttori di questa stessa società.

Leggete Descolarizzare la società di Ivan Illich, e non credete a chi vuole riformare la scuola o ‘cambiarla dal di dentro’.

Il male si elimina, non si ri-forma.

ilnuovomondodanielereale.blogspot.it/2016/11/banco-e-zainetto-e-lo-schiavo-e-perfetto.html


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rossland
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finchè a scuola rompono i maroni per i capelli lunghi e portano avanti programmi vecchi di secoli e obsoleti fino al midollo non i andrà da nessuna parte.
E stendiamo un velo penoso sul fatto che ci siano scuole che parlano obbligatoriamente in inglese all'interno. Siamo italiani e parliamo italiano


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sandrez
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sull'argomento, Sorvegliare e Punire (Michel Foucault, 1975)

~certevolteilsolebatteanchesulculodiuncane~


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comedonchisciotte
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Ci sono autori che ho molto amato ed apprezzato, ma di cui non condivido alcune conclusioni. Sono autori vagamente inquadrabili nel filone anarchico, animati da un sacro furore contro alcuni errori ricorrenti della società. Sono Simone Weil (Appunti sulla soppressione dei partiti politici), Paul Feyerabend (Contro il metodo) e Ivan Illich (Descolarizzare la società).
Sono tutti e tra pensatori forti, ma fanno forse l'errore che faceva Platone nella Repubblica, il volere la perfezione sulla Terra, il che può causare più danni che vantaggi.
Nel mondo degli uomini è più utile sapere vedere le contraddizioni e le loro pieghe e saper trovare compromessi onorevoli, alti.
Sulla scuola preferisco Alessandro Banda, con il suo "Il lamento dell'insegnante".
Cito:
"Sono almeno duemila anni che ci si lagna della scuola. Con un'impressionante costanza di argomentazioni, espressioni e perfino parole singole. L'insegnante di lungo corso Alessandro Banda passa in rassegna tale esteso lamento bimillenario. A partire da testi di Orazio, Petronio, Giovenale, Sant'Agostino, Dante, attraverso le opere di Rabelais e Montaigne, per arrivare fino a Thomas Mann, ci mostra come nel corso dei secoli gli insegnanti siano sempre stati malpagati, le strutture insufficienti, gli studenti ribelli e somari e le lezioni noiose. Non c'è nulla di nuovo sotto il sole, insomma. E forse non ci sarà mai... Perché a termine della scorribanda storico-letteraria il professore trae le sue conclusioni: la scuola non cambia perché non può e non deve cambiare. È meglio tenerla così com'è. Una tesi del tutto fuori dal coro che non mancherà di trovare oppositori feroci ma di far sospirare ad altrettanti: "Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo". "


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@comedonchisciotte,
tutto può cambiare quindi anche la scuola, a parte che ce ne sono già in essere di diverse, è evidente che al potere sono invise e quindi avversate. 🙁


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fuffolo
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affinché i bambini crescano imparando incidentalmente quello che desiderano imparare... secondo la loro natura, secondo i loro bisogni, e non secondo ciò che gli adulti servi pensano che occorra loro,

I bambini della montessori non li sopportavo, per non parlare dei loro genitori.
Libertà di fare quello che volevano, cioè quasi niente (equivoco che si porteranno dietro).


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