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Artico esplosivo


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Lo dichiara l'istituto statunitense di ricerca «National snow and ice data center», di Boulder (Colorado): in questo mese di settembre il volume di ghiaccio dell'Artico avrebbe raggiunto - quanto a estensione e spessore - il livello più basso mai registrato. E potrebbe non recuperare più a causa dell'enorme quantità di calore extra che ogni estate si aggiunge alla regione, dal momento che 2,5 milioni di chilometri quadrati dell'Oceano Artico sono ormai esposti al sole. Un Oceano Artico più caldo non solo richiede molto più tempo per ghiacciarsi ma emette grandi quantità di calore in atmosfera. È probabile, sostiene il Centro succitato, che l'Artico arriverà a essere 4-6 gradi più caldo. Ma in questo caso, il permafrost fuso rilascerebbe grandi quantità del carbonio e del metano accumulatisi al di sotto in migliaia di anni, ha affermato dal canto suo Vladimir Romanovsky dell'University of Alaska e uno dei maggiori esperti di permafrost. Il potere riscaldante del metano è 25 volte quello dell'anidride carbonica (CO2).

Il rilascio dei due gas serra sarebbe una catastrofe. La regione del permafrost copre 13 milioni di chilometri quadrati fra Alaska, Canada, Siberia e parte dell'Europa e dovrebbe contenere oltre 1.670 miliardi di tonnellate di carbonio: due volte più di quello già accumulato in atmosfera (780 miliardi di tonnellate, secondo quanto indicato dalla rivista «Nature» nel 1999) e tre volte più di quello contenuto in tutte le foreste del mondo. Ogni anno le attività umane liberano in atmosfera almeno 7 miliardi di tonnellate di carbonio.

Non ci sono stime attendibili su quanta CO2 e metano effettivamente stiano emettendo il permafrost in scioglimento o il permafrost sottomarino che fa da tappo a sconosciute quantità di idrati di metano lungo l'Oceano Artico. Ma il solo l'1% del metano sottomarino, se rilasciato in atmosfera moltiplicherebbe per 4 volte la quantità di metano attualmente presente in atmosfera. Bruschi rilasci di CO2 e metano sono certamente possibili nel giro di pochi decenni, se lo scioglimento attuale relativamente lento del permafrost accelerasse. Anche esperti dell'Università della Florida sono arrivati alle stesse conclusioni.

Le emissioni di questi gas serra «liberati» non sono ancora conteggiate nei modelli climatici globali e occorreranno diversi anni prima che questo avvenga. Così, gli attuali obiettivi di mitigazione del riscaldamento del clima si riferiscono solo alle emissioni antropogeniche (umane). E comunque gli impegni attualmente presi dai governi per ridurre le emissioni porterebbero - secondo recenti analisi - a un aumento di temperatura di 3,5-3,9 gradi entro il 2010. Allora l'Artico si riscalderebbe di 10-16 gradi addirittura.

Ma allora è tutto inutile? No. Diversi scienziati climatici chiedono una rapida fuoriuscita dai combustibili fossili: il picco delle emissioni andrebbe raggiunto al più tardi nel 2015, poi si dovrebbe scendere del 3% almeno ogni anno. Ma anche così, la possibilità di superare i due gradi di aumento della temperatura, la soglia temibilissima, sarebbe pari...al 50% (come salire su una nave e sapere che uno a due farà naufragio). Se poi il picco delle emissioni sarà spostato al 2025, allora la temperatura globale salirà di tre gradi, l'Artico di dieci e addio a quasi tutto il permafrost.
Intanto alla fine di settembre si saprà se il parlamento argentino è abbastanza saggio da approvare una legge che protegge i suoi ghiacciai, minacciati dall'effetto serra e da attività minerarie e infrastrutturali.

Marinella Correggia
Fonte: www.ilmanifesto.it
21.09.2010


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Pellegrino
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"... avrebbe ... potrebbe ... è probabile ... rilascerebbe ..."

L'unica cosa che si può evincere dall'articolo è il tentativo di attribuire a cause antropiche ciò che cause antropiche non ha.

...Il Manifesto: "Scienza, non fantascienza!"


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dana74
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nutro dubbi sul riscaldamento climatico e come hai evidenziato Pellegrino l'articolo è approssimativo, ma non nascondiamo la testa sotto la sabbia, l'attività antropica influisce eccome sull'ecosistema.
Non posso attribuire il 100% della colpa all'uomo sul surriscaldamento, ma non mi sento proprio di escluderla completamente, non ne sarà responsabile al 100% ma anche fosse al 10% non è poco.

Se io butto pesticidi non me li rimangio?
Se buttiamo il petrolio nel mare non ha nessun effetto?
L'uomo di responsabilità verso l'ambiente ne ha e molta, non pensiamo che il suo passaggio non lasci tracce, fosse l'uomo delle caverne sì, sarebbe indolore la sua esistenza, ma quando per esempio uso un fiume come il Lambro o il Seveso per scaricare robaccia tossica non pensiamo sia come se niente fosse.

Sarebbe come sostenere altrimenti che le scie chimiche in realtà non causano alcuna alterazione.

Sono certa che ci tieni a nutrire come giusto che sia, i tuoi figli con cibo sano, o ti fideresti a dar loro del pecorino fatto con latte del pascolo dell'Ilva?

😉


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Pellegrino
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Dana, quello che dici è corretto, ma "pesticidi, petrolio in mare e scarichi nei fiumi" non hanno nessun legame con il "riscaldamento climatico".


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zeppelin
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Post: 224
 

sarebbe bello che il «National snow and ice data center» ci riportasse anche le stime di quanto costano, a livello ambientale, le attuali guerre in Afghanistan e Iraq...


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dana74
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Post: 14356
 

Dana, quello che dici è corretto, ma "pesticidi, petrolio in mare e scarichi nei fiumi" non hanno nessun legame con il "riscaldamento climatico".

sì certo, infatti anch'io ho espresso dei dubbi sul riscaldamento globale, era solo per precisare che se dicono balle sul surriscaldamento non significhi che l'uomo sia esente da responsabilità ambientali che non riguardano direttamente come giustamente specifichi il riscaldamento globale.
sono contenta che ne conveniamo eh eh 😉


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dana74
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sarebbe bello che il «National snow and ice data center» ci riportasse anche le stime di quanto costano, a livello ambientale, le attuali guerre in Afghanistan e Iraq...

già, piacerebbe saperlo anche a me, di solito dello scenario di guerra ci colpiscono ovviamente le vittime ma non si pensa a quanto siano devastanti anche da un punto di vista ambientale, come potranno mai crescescere le nuove generazioni in un ambiente contaminato con fosforo o radioattività?


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