Siria. In un'intervista tv il presidente si dice più preoccupato dai ribelli che da Tel Aviv. A nord lo Stato Islamico attacca le truppe governative e le unità di difesa kurde
Israele? Niente a confronto dei terroristi interni. Così il presidente siriano Bashar al-Assad risponde alle sirene di guerra che Tel Aviv fa suonare alla frontiera. In un’intervista alla tv libanese, Al-Manar, vicina ad Hezbollah, Assad ha definito «l’entità sionista molto meno pericolosa» dei gruppi di opposizione «servi di Israele».
«I veri strumenti usati da Israele, molto più importanti dei recenti attacchi, sono i terroristi in Siria. Se vogliamo affrontare Israele, prima dobbiamo affrontare i suoi proxy nel paese». Insomma, lo scontro con Israele non scoppierà certo ora: Damasco ha altri problemi a cui pensare che i tentativi di aprire fittizi fronti di guerra.
Una prospettiva che sembrava concreta la scorsa settimana quando una serie di missili partiti dal sud della Siria sono caduti in Galilea. La giustificazione per la risposta dell’aviazione e l’artiglieria israeliane che in due giorni hanno ucciso 5 siriani. Subito il governo di Tel Aviv ne ha approfittato per incolpare tutti i suoi nemici, da Assad ai gruppi armati palestinesi fino a Teheran, alla caccia di una facile propaganda al servizio della sindrome di accerchiamento israeliana.
Una sindrome a senso unico, che gioca con la minaccia iraniana e siriana, ma non con quella islamista. Come se al confine nord Israele non avesse i qaedisti di al-Nusra o gli islamisti dell’Isis. È questo quello che racconta lo scontro sul terreno: i nemici dei gruppi islamisti sono altri. Negli ultimi due giorni, lo Stato Islamico ha compiuto attacchi contro le forze effettivamente impegnate a frenarne l’avanzata: truppe governative siriane e kurdi.
Nel nord-est della Siria mille jihadisti hanno lanciato un’ampia offensiva contro le Ypg (unità di difesa popolari kurde) a Ras al-Ain, lungo il confine con la Turchia, e hanno occupato il villaggio di Tel Khanzir. Scontri sono in corso nella comunità assira di Tel Tamr, mentre – riporta l’agenzia iraniana Fars News – nel villaggio di Qolan lo Stato Islamico avrebbe rapito decine di persone, approfittando dell’assenza dei combattenti kurdi. Una chiara risposta alle loro recenti vittorie: nel fine settimana i kurdi sono avanzati a est di Hasakeh e tagliato la via di collegamento dell’Isis tra la città irachena di Mosul all’ovest della Siria.
Nelle stesse ore l’attacco islamista ad una base aerea siriana nella provincia di Aleppo uccideva 51 soldati di Damasco.
Chiara Cruciati
Fonte: www.ilmanifessto.info
25.08.2015