Notifiche
Cancella tutti

Ostaggi «collaterali»


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

La Nigeria è diversa dal Sudan o dalla Somalia. Sono evidenti tuttavia i sintomi di un processo di «mediorientalizzazione » dell'Africa che alla fine fa sparire le specificità locali facendo prevalere temi trasversali comeil petrolio, l'islam ola sicurezza di Israele. E' così che il caso dei tecnici dell'Agip tenuti prigionieri in Nigeria, due italiani e un libanese, acquista suo malgrado una valenza di carattere generale. Già sul posto le sensibilità e le finalità dei vari attori sono diverse e ciònonfacilita una soluzione. Il governonigeriano vuole salvare l'immagine della sovranità. Il governo di Bayelsa, uno degli stati in cui è suddivisa la regione del delta, gestisce i contatti con il Mend per la liberazione degli ostaggi. L'ultimo incontro, a quanto riferì un giornale nigeriano il 1°febbraio, andò a vuoto per il mancato accoglimento delle richieste dei ribelli, che pure le avrebbero ridotte al minimo. Invece di insistere per la liberazione senza condizioni dell'exgovernatore di Bayelsa, incriminato per corruzione, domanderebbero solo il permesso per cure all'estero. In proposito, le autorità nigeriane avrebbero avanzato riserve d'ordine procedurale. Per l'eventuale visto si sarebbe detta disponibile l'Italia. Difficoltà sarebbero sorte anche sul rilascio del leader di un altro movimento ribelle. Non si sa che cosa sia stato chiesto all'Italia e che cosa l'Italia abbia rifiutato o sia stata indotta a rifiutare. Di solito, il fattore cruciale è quello finanziario. E' un passaggio imbarazzante soprattutto quando l'affare diventa di pubblico dominio.

In Nigeria, dove agisce la guerriglia a bassa intensità del Mend e di altre formazioni politico-militari che si battono per una più equa distribuzione della rendita petrolifera e il controllo dell'infrastruttura per lo sviluppo da parte delle comunità, molti sequestri si sono aperti e chiusi senza pubblicità, probabilmente con consegna di denaro. Le compagnie petrolifere non hanno la stessa suscettibilità dei governi: per loro essenziale è non disturbare la produzione. Fra Nigeria e compagnie va avanti da tempo un contenzioso proprio su questo punto. E anche qui c'è una specie di braccio di ferro con poste che hanno una portata diversa per i vari interlocutori. Un'insinuazione avanzata dalla stampa nigeriana è che l'Italia non sarebbe incentivata a negoziare perché l'Eni non ha interrotto la sua operatività. E' chiaro che ci sono dei presupposti, la statualità, la protezione ambientale, il petrolio, il diritto all'autogoverno, che nonpossono essere messi in discussione ad ogni crisi.Maè altrettanto ovvio che nei piani alti della politica, anche di quella italiana, non si può perdere di vista i processi di fondo. L'attività petrolifera è una carta essenziale per lo sviluppo della Nigeria, comedi altri paesi africani,ma è causa di effetti collaterali molto negativi. Per non sottrarsi alle loro responsabilità, le compagnie petrolifere devono sapere che sono o sono percepite come parte di un sistema che evoca rappresentazioni controverse: il predominio di oligarchie, l'arricchimento di pochi, la corruzione, il degrado del mondo in cui si vive tutti i giorni.

Giampaolo Calchi Novati
Fonte: www.ilmanifesto.it
6.02.07


Citazione
Condividi: