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TI - slitta il voto sugli stipendi statali


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la vignetta di Boneff

da:
http://www.gdp.ch/ticino-e-regioni/ticino/slitta-il-voto-sulla-legge-sugli-stipendi-id149379.html

Slitta il voto sulla legge sugli stipendi
Dibattito rinviato alla prossima sessione parlamentare dopo il pareggio sul voto su un emendamento che chiedeva limiti agli stipendi nell'amministrazione statale.

di Red - 16 dicembre 2016

Il caos del post-voto in Preventivo ha pervaso anche la discussione sulla nuova legge stipendi che ha occupato buona parte del pomeriggio di ieri. Soprattutto nella sua parte conclusiva. Infatti, è poi stata rimandata alla prossima seduta parlamentare dopo un pareggio su un voto relativo a un emendamento sul blocco relativo agli stipendi massimi di funzionari pubblici.

Il tutto sembrava essere partito nel migliore dei modi con la presentazione della proposta da parte di Bixio Caprara (relatore del rapporto - PLR), il quale ha spiegato come le risorse umane all’interno dell’Amministrazione sono il maggiore fattore di successo. Inoltre ha tenuto a precisare che la normativa è datata 1954 e negli anni ha subito una novantina di revisioni. Il Governo, per elaborare il messaggio ha tenuto conto anche del voto popolare e quindi non ha introdotto il salario al merito. Inoltre - ha spiegato Caparara - nessun salario sarà abbassato, e anzi, molti, avranno un incremento.

Entrando nel merito il nuovo sistema allunga la carriera con gli scatti che passano da 14 a 24 e vengono stabiliti salari minimi più alti rispetto a quelli odierni. Inoltre sono diminuite le funzioni presenti nell’Amministrazione e si tende a una maggiore semplificazione dei ruoli. Il sostegno è arrivato dal PLR per bocca di Nicola Pini il quale ha messo in evidenza l’importante impegno per trovare una soluzione condivisa. Libertà di voto l’ha data Gianmaria Frapolli per la Lega, il quale ha criticato gli stipendi troppo elevati degli alti funzionari. Da parte sua Lorenzo Jelmini (PPD) ha definito la riforma necessaria, anche se con qualche aggiustamento. Un appoggio critico è arrivato anche da Milena Garobbio (PS) e da Gabriele Pinoja (La Destra).


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