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8 Settembre tradimento e trasformismo


PietroGE
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http://pocobello.blogspot.com/2009/09/8-settembre-liberiamoci-dal-tradimento.html

 

Sono passati moltissimi anni da quel nefasto 8 Settembre del 1943: giorno dell'accettazione ufficiale, da parte della Monarchia sabauda, della resa militare senza condizioni (1) (ingannevolmente fatta passare, agli occhi dei nostri compatrioti, per “armistizio”(2)…) della nostra Nazione, di fronte agli eserciti anglo-americani invasori. Accettazione, per altro, già segretamente avvenuta il 3 Settembre 1943, a Cassibile (Siracusa, Sicilia), sotto una tenda militare, con la firma accreditata, per l'Italia, del Generale Giuseppe Castellano, e quella del Generale americano Walter Bedell Smith, per la coalizione USA-GB; spavaldamente rivelata al mondo, in anteprima, alle 17:30 (18:30 ora italiana) dell'8 Settembre 1943, dal Generale Dwight David "Ike" Eisenhower (Comandante in capo delle Forze Alleate in Europa), dai microfoni di Radio Algeri (3); ed in fine – alle 19:42 dello stesso giorno – parimenti confermata dal Maresciallo Pietro Badoglio (Capo del Governo italiano, dopo l'arresto di Mussolini, il 25 Luglio 1943), a partire dalle antenne dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) di Roma.
Sono passati tanti anni da allora… Ma il destino dell'Italia continua ancora oggi ad essere legato e cristallizzato a quell'infausto e catastrofico avvenimento.
Inutile nascondercelo. Quella resa – nei termini e nelle condizioni in cui avvenne – non fu soltanto un'ignobile e vergognosa capitolazione militare. Fu soprattutto il peggiore dei flagelli che gli allora responsabili dello Stato e del Governo del nostro Paese potessero infliggere alla Storia della nostra Nazione ed all'avvenire del nostro Popolo.
Quel giorno, infatti, non si accettò soltanto di venir meno alla parola data e di tradire con viltà (to badogliate)(4) tutti coloro che fino a quel momento avevano caparbiamente lottato fianco a fianco, nella medesima trincea, per cercare di liberare i Popoli “numerosi di braccia” dagli “affamatori che (ieri, come oggi) continuano ferocemente a detenere il monopolio di tutte le ricchezze della Terra”. Non si accettò unicamente di deporre momentaneamente le armi, per poi immediatamente ed illogicamente riprenderle in sottordine agli ex nemici del giorno prima, nella fallace ed ipocrita illusione di potersi trasformare in co-belligeranti(5) e, quindi, “co-vincitori” di quella guerra. Non si accettò esclusivamente di cancellare, con un banale tratto di penna, l'appena ritrovata dignità di un popolo che – grazie al Governo......

Quel giorno, insomma, gli ideatori ed artefici di quella resa – ingiungendo scelleratamente alla Flotta italiana(6) di consegnarsi(7) volontariamente agli anglo-americani e lasciando proditoriamente allo sbando e senza ordini il resto delle nostre Forze armate che erano schierate, a fianco dei Tedeschi, sui diversi fronti di guerra (situazione che permise ai soldati del Reich di disarmare e catturare(8) facilmente la quasi totalità dei nostri militari) – non avevano soltanto infangato la Storia e l’Onore di tutto un Popolo. Avevano, soprattutto, intenzionalmente e perversamente accettato – senza nessun genere di mandato da parte del Popolo italiano – di rinunciare alla libertà, all’indipendenza, all’autodeterminazione ed alla sovranità politica, economica, culturale e militare della nostra Patria.
Il tutto, ovviamente, per permettere all'ultimo Re traditore e fuggiasco (e, da allora, fortunatamente, cancellato dalla Storia, con la sua dinastia!), a suo figlio il Principe ereditario (soprannominato “Stellassa” o “U' ricchione con gli stivali”), al fellone Capo del suo Governo (già “Marchese del Sabotino”: leggi, del sabotaggio), ad una banda di Ammiragli, Generali(9) e...

Insomma, è su questa “celeberrima”, “gloriosa” ed “esaltante” pagina della nostra Storia che si fonda la cosiddetta Resistenza(14) e la successiva restaurazione della democrazia parlamentare rappresentativa. Nonché l'ulteriore nascita dell'attuale Repubblica antifascista.
E, poi, ci si meraviglia che, in Italia, non ci sia più, da allora, una memoria storica condivisa; una Patria comune; un senso ordinario dello Stato; una visione generalizzata e partecipata del dovere sociale; una volontà collettiva di vivere insieme e di portare, ognuno, la sua “pietra” al cantiere della Nazione, per il bene comune!
Ci si sbalordisce, inoltre, ad esempio, che la politica – da “interesse generale di una società nei confronti, nei riguardi o nell’indifferenza di altre società” (Aristotele) – si sia trasformata, da allora, nel mio interesse di parte, contro il tuo; il tuo, contro il mio; il nostro, contro il loro; il vostro, contro il nostro o contro il loro, e così via, tutti facenti parte della stessa società. Che l'economia – da “arte di bene amministrare o di ben gestire quello che già posseggo, senza entrare in conflitto o contraddizione con l’interesse generale del popolo o della nazione di cui faccio parte” – sia diventata l’arte di arricchirsi individualmente, anche a discapito dell’interesse generale della società o, nella più parte dei casi, semplice sinonimo di fare esclusivamente i “propri affari” personali... ignorando, contrastando o sopraffacendo l’interesse economico generale del popolo e/o della nazione di cui si fa parte. Che il sociale – da “spazio di autocoscienza collettiva che, individualmente e collettivamente alimentato, permetteva ad ogni cittadino di essere, di esistere e di ricevere, senza per altro doversi mai umiliare o genuflettere nei confronti di nessuno” – si sia trasfigurato in quella giungla di egoismi reciproci, all’interno della quale, nella speranza di essere e di esistere, si cerca semplicemente di arraffare ciò che si può agguantare o abbrancare, e ci si rifiuta di dare o si fa finta di non potere accordare (o si tende a resistere con tutti i mezzi, per evitare di dover concedere) ciò che, invece, ognuno potrebbe senz’altro condividere, elargire o offrire.
Ci si stupisce, altresì, che i nostri “liberatori” del 1943-1945, abbiano, da allora, ampiamente dimostrato di essere i nostri più biechi ed invadenti colonizzatori politici, economici e “culturali”; che il nostro territorio nazionale continui, dal 1945, ad essere praticamente occupato da più di 100 basi(15) ed istallazioni militari e logistiche Usa e Nato....

soldati siano diventati dei semplici meharisti/ausiliari di Us-Israel, a completa disposizione dei loro inconfessabili interessi e “ruschi” in Palestina, nei Balcani, in Iraq e/o in Afghanistan; che i partiti politici italiani (di Destra, di Sinistra, di Centro, di Centro-Destra e di Centro-Sinistra) siano tutti indistintamente asserviti al “partito americano”; che a seguito di due G-20 (Londra e L'Aquila)(16) – espressamente convocati per far fronte alla crisi economica in corso e tentare di mettere un freno agli imbrogli ed ai “tours de passe-passe” della Finanza internazionale (per evitare – così, ogni volta, ci viene assicurato! – che possano avvenire ulteriori e più catastrofiche rapine organizzate o nuove e più assurde “socializzazioni delle perdite” alla faccia e sulla schiena del contribuente) – non sia avvenuto nulla che lasci sperare in un migliore avvenire (al contrario, in Borsa – nonostante le recenti “sparate” del pigmeo dell'Eliseo – tutto continua a svolgersi come prima della crisi, se non peggio di prima!).
Ci si sorprende ugualmente che le uniche notizie dal mondo che ci è ancora concesso di conoscere sui media, sono quelle che interessano esclusivamente Washington e Tel-Aviv; che il “Signoraggio” ed i relativi arbitrari interessi, illegalmente pretesi dalle Banche di emissione sugli ordinari tiraggi di carta-moneta, continuino a rappresentare i nove decimi del nostro debito interno; che quando l'attuale Ministro dell'Economia e delle Finanze si era permesso il lusso (vista la crisi economica in corso) di proporre di tassare straordinariamente gli enormi guadagni della Banca d'Italia che erano stati automaticamente registrati da quest'ultima attraverso la rivalutazione borsistica dell'oro/metallo delle sue riserve (da 300 dollari l'oncia agli attuali all'incirca 950 dollari!), gli sia stato semplicemente risposto “picche”, con l'istantanea ed automatica “levata di scudi” ed il qualificato ed insindacabile avallo della Caryatis quirinalensis, degli abituali leccapiedi dei poteri forti di Bruxelles e degli gnomi della BCE.
Ci si sbigottisce, in fine, che quando il Berluska si era pubblicamente cosparso la “testa di cenere” nei confronti del leader libico Gheddafi e l'aveva ricevuto in pompa magna a Roma, per cercare di assicurare un minimo di autonomia energetica all'Italia ed un po' di lavoro per le nostre imprese in fallimento o in estrema difficoltà, sia stato immediatamente convocato (il pomeriggio stesso della partenza dall'Urbe del Beduino della Sirte!) a Washington, per la rituale “tiratina d'orecchi” (ah no, caro mio, così non va! Il Vicino e Medio Oriente, come lei sa, è una nostra “riserva di caccia”…) e, da quel momento – nonostante la sua infaticabile e volenterosa fedeltà ad Us-Israel – ugualmente sottoposto al sadico e vizioso “pilotto” della stampa (di centro, di centro sinistra e di sinistra), per le sue “innocenti” scappatine pecorecce, con sfacciati ed insistenti argomenti “calvinisti”… (tanto cari ai “puritani” di Londra e d'oltre Atlantico!) e l'implicito e premeditato (e… mal calcolato!) intento di costringerlo a dimissionare, per farlo rimpiazzare, come Primo ministro, dall'attuale Governatore di Bankitalia (un fedelissimo della Goldman Sachs: un nome, una garanzia!); che il problema degli immigrati extra-comunitari provenienti dal Sud del Mediterraneo – Commissione europea dixit… – debba invariabilmente continuare ad essere risolto, solo ed esclusivamente dall'Italia (come se “l'oceano di miseria” del mondo o soltanto dell'Africa e del Vicino-Oriente, potesse essere unicamente “digerito” ed assimilato dalla limitata capienza del “bicchiere” Italia!); ecc.
Il lettore potrebbe dire: ma che c'entra tutto ciò, con la capitolazione italiana dell'8 Settembre 1943'
C'entra, c'entra… Altrochè se c'entra!


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oriundo2006
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Come diversi commentatori hanno gia' detto, l' 8 settembre e' una categoria spirituale 'eterna' dell' italico popolo, ovvero come presentare una sconfitta ed una resa come un dignitoso accordo tra 'pari' per poi ribaltare le precedenti alleanze passando allegramente dall' altra parte, con atti di vilta' e di aperta criminalita' poi giustificati da una narrazione fabulistica di comodo ( leggere 'Il sangue dei vinti' aiuta davvero a capire ). Vi e' qui un tratto fondamentale della psiche collettiva italiana che andrebbe meglio individuato ed elucidato di quanto io possa fare.

Ma in sintesi e' prodotto dalla natura bi-fronte delle parti profonde della mentalita' collettiva italiana e di qui si riverbera in quelle individuali, producendo feedback continui che anche oggi impediscono il formarsi di una coscienza ( critica o meno ) unica e condivisa. Da un lato alimenta un protesta gia' in partenza impotente, mero atto di presenza spesso velleitario, da un altro lato aderisce in modo totalitario al vangelo del piu' forte, con un dogmatico e persino ridicolo 'allineamento' alla volonta' altrui presentata pero' come libero atto proprio.

Forse qui vi e' un nucleo di questa mentalita': perche' gli italiani fanno sacrificio della loro volonta', della dignita' ... e di loro stessi ? Cosa si aspettano in cambio della loro ambiguita' ? Un popolo double face, mai deciso ( e quanti esempi chi lavora in una azienda puo' portare ), con un incomprensibile 'cupio serviendi'  e' destinato a sparire dalla faccia della Terra. Come spesso accade: ed in effetti possiamo dire che l' Italia antica e' purtroppo scomparsa e quello che oggi sussiste e' solo una sua teatrale rappresentazione senza piu' le basi spirituali, ampiamente travisate, che la soccorrevano. Un Paese ridicolo, governato da una casta di personaggi teatrali, schernito nei consessi internazionali per il suo velleitarismo sterile, per la sua piaggeria inconcludente nascosta dietro un apparato cerimoniale gigantesco da veri servi di Palazzo: un Paese inutile, tanto piu' in quanto non prova alcun vero interesse a capire le sue radici profonde. 


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PietroGE
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@oriundo2006

"Vi e' qui un tratto fondamentale della psiche collettiva italiana che andrebbe meglio individuato ed elucidato "

Forse il desiderio di vincere ad ogni costo, anche a costo di negare la realtà e di esporsi al ridicolo, unito alla mancanza di un sentimento nazionale che, nei secoli, ha portato fazioni politiche e gruppi di potere a chiedere aiuti al di fuori del Paese pur di sopraffare i propri nemici. E anche oggi si cerca la sponda nel 'compare' ideologico senza capire che negli altri Paesi il sentimento nazionale viene prima dell'ideologia. E infatti la celebrazione di Biden vincitore sull'odiato Trump sovranista è durata lo spazio di un mattino. Ancora più assurda la sponda che si cercava e si cerca con i vari presidenti francesi. Detto questo però le modalità della 'resa' e il voltafaccia nei confronti dell'alleato 'd'acciaio', rimarranno nella storia come un unicum difficilmente emulabile. Il credere che uno possa vincere una guerra già persa inventandosi una resistenza all'ultimo minuto era già priva di senso allora, il celebrare anche oggi l'ora e sempre resistenza come se a perdere la guerra fossero stati solo i fascisti, è segno di scollamento con la realtà. Quando poi qualcuno come Gianpaolo Pansa gli dimostra che in realtà era stata un regolamento di conti e una guerra civile, lo si attacca come reazionario e fascista. Il 'dulcis in fundo' di questo 'tratto fondamentale della psiche collettiva italiana' è costituito dall'ANPI che orma non ha più partigiani per ragioni anagrafiche ma che continua ad avere 'pseudo partigiani' per il mantenimento di questa farsa storica.


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BrunoWald
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Impeccabile ricostruzione di quello che fu l'evento decisivo della nostra storia moderna, e l'autentico atto fondante di tutto ciò che è venuto dopo: la falsa "liberazione", il referendum truccato, la repubblica antifascista "nata dalla resistenza", il cosiddetto trattato di pace, "l'alleato americano", tutta la torbida storia dei decenni seguenti fino a giungere alla buffonesca "seconda repubblica", il saccheggio delle privatizzazioni, l'invasione terzomondiale, il colpo di stato del 2011 e quello del 2020, che pongono fine alla finzione democratica per tornare alla dittatura conclamata: stavolta però non di settori della borghesia nazionale in alleanza con la classe media, come fu nel caso del fascismo, portatori di un progetto nazionale che solo l'odio ideologico ha potuto bocciare senza appello, ma bensí la dittatura di poteri esterni che rappresentano il peggio della mafia globalista, in alleanza coi peggiori traditori, mafiosi e parassiti dello stivale.

Molti purtroppo, anche tra i migliori elementi, non sono ancora pronti per una ricostruzione finalmente obiettiva della storia d'Italia, che sarebbe la base indispensabile da cui potrebbe ripartire un nuovo progetto nazionale, senza il quale semplicemente non avremo futuro. Molti si afferrano ancora alla loro amata Costituzione, come se non fosse anch'essa figlia dell'8 settembre, nel quale affondano le loro radici - è bene ricordarlo - sia l'antifascismo che il neofascismo. Dal tradimento e la menzogna, per quanto facciano comodo ad alcuni, non può nascere nulla di sano, come hanno dimostrato fino alla nausea gli ultimi 78 anni della nostra storia, di cui la situazione attuale è la logica conseguenza. Per lo stesso motivo, non possiamo aspettarci nulla di buono dall'avvenire.


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oriundo2006
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Me l'ero persa:

https://oltrelalinea.news/2021/09/08/e-si-celebra-perfino-l8-settembre-un-regime-allo-sbando/

AH, NOTATE IN BELLA MOSTRA LA PIRAMIDE dietro l'esimio P.d.R.


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