Ovviamente il reddito LO crea il sistema. Ma perche' allora se e' un strumento la Banca Centrale se lo deve far pagare?
Spiegami. La Banca Centrale puo' semplicemente stampare moneta quando giudica che il sistema ne abbia bisogno, senza che lo stato emetta titoli, quindi si indebiti.
A proposito quei famosi dati sull'andamento negli anni del debito e su quello del deficit non li hai trovati?
Se io metto a disposizione di qualcuno uno strumento, di solito gli faccio pagare un canone per l'uso dello strumento (casa...affitto, auto...tariffa per il noleggio, servizio di trasporto...biglietto)
Mi stupirei del contrario.
Poi c'è un'altra semplice ragione: se il costo fosse zero la domanda dello strumento sarebbe infinita. I tassi vengono alzati o diminuiti per far scendere o far salire (quando vengono diminuiti) la domanda dello strumento (la moneta)
La banca stampa moneta (che poi la stampa è solo una parte della moneta creata, anzi è la parte + piccola). E poi come la immette nel sistema economico? E inoltre come pagherebbe i costi di funzionamento della banca medesima, se non ricevesse un reddito per il fatto di creare moneta?
Se vuoi vedere le cose in modo differente, immagina che in un paese esista una sola banca (ovvero possiamo trattare il sistema della banche ordinarie come un tutt'uno). E immaginiamo che esista una data quantità di moneta. Per semplicità immaginiamo che i cittadini, con il loro lavoro, abbiano estratto una certa quantità di oro dalle miniere, e che abbiano usato l'oro come moneta. Poi per rendersi + semplice la vita hanno depositato l'oro presso un deposito, ricevendo in cambio moneta (metallica e biglietti di banca) equivalente in valore.
La banca raccoglie il risparmio e lo presta. Si fa pagare un interesse che serve a pagare chi ha versato il risparmio, a coprire i costi della banca e a versare agli azionisti della banca un utile.
Ora, se la domanda di credito supera l'offerta, cioè il risparmio, dove trovare i soldi?
Se non si potesse creare nuova moneta, l'offerta resterebbe stabile e qualcuno dovrebbe rinunciare a prendere a prestito o dovrebbe prendere a prestito moneta a tassi + alti. Questo riduce la possibilità per gli imprenditori di investire (o ai citadini di indebitarsi per comperare l'auto a rate) la quantità desiderata di capitali al tasso corrente. In altri termini consumi e investimenti sarebbero inferiori a quelli desiderati.
Una volta prestati tutti i soldi raccolti, la banca ordinaria non può prestarne altri. Deve aspettare che i debitori restituiscano i debiti per poter prestare altro denaro. Man mano che -supponiamo- i cittadini pagano la rata del mutuo i soldi rientrano nella banca che li può prestare. Ma il credito complessivo non aumenta a meno che i cittadini risparmino di +
Di qui l'esigenza di una banca che può scontare i crediti della banca ordinaria dandole subito i soldi che questa incasserà in futuro. In tal modo la banca ordinaria può espandere il credito, prestando i soldi prestatigli dalla banca centrale. Che come qualsiasi banca si fa pagare il tasso di interesse
Minore è il tasso, maggiore l'incentivo a ricorrere al credito di ultima istanza della banca centrale e viceversa. Se l'economia va troppo piano si riducono i tassi e cresce lo stimolo a indebitarsi. Il debito viene usato per investire e per acquistare beni e servizi. E questo stimola l'economia. E viceversa se l'economia corre troppo si alzano i tassi. Minore incentivo a ricorrere al credito e quindi minore domanda di beni e servizi
Quanto alle statistiche puoi cercare nel sito della banca d'Italia. Per esempio qui
http://www.bancaditalia.it/statistiche/consultazione/supplementi/pimefp/pimefp06/sb71_06/ suppl_71_06.pdf;internal&action=_framecontent.action&Target=_blank
trovi il valore del debito. Controllando indietro nel tempo puoi vedere che il valore assoluto del debito cresce nel tempo. A pag 10 trovi il valore assoluto per il 2005 e il 2004. Nelle pagine precedenti c'è il deficit. Il dato del deficit non coincide perfettamente con la variazione del debito, ma è anche spiegato il perchè.
A pag 17 trovi scritto
Il fabbisogno non coincide con la variazione del debito per effetto del diverso trattamento riservato ai depositi delle Amministrazioni
pubbliche presso la Banca d’Italia e dei diversi criteri contabili adottati nel computo delle due statistiche.
(tradotto in parole povere: vi aspettate che il fabbisogno coincida con la variazione del debito, come dovrebbe essere e come sa chi conosce la definizione di deficit e debito, ma non è proprio così e vi spieghiamo il perchè)
cui segue una spiegazione + approfondita.
Molti dati li trovi anche nel sito istat
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20060630_00/tavole.zip
Parlo di moneta perche' in quel caso un minimo di costi la Banca Centrale deve sostenerli (carta, inchisotro, filigrane, macchine per la stampa, trasporti e gestione). Ma da qui a pretendere il 103,5% per coprire i costi di funzionamento mi sembra un po' usurario. La Banca Centrale potrebbe dire: serve 1 miliardo, a prescindere che sia moneta o una cifra inserita a sistema da un computer, io, per coprire i miei costi di funzionamento, chiedo il 3,5% ed in cambio emetto 1 miliardo.
Prendendo i dati del bollettino A TITOLO DI ESEMPIO, se vado alla tavola 5 di pag 11 e prendo il dato di sett06 ovvero 61.968 milioni che, se ho capito bene, e' il debito delle Pubbliche Amministrazioni verso la Banca d'Italia in titoli (ipotizzando che sia il debito creato per l'emissione di moneta dal momento che non mi e' chiaro, si accettano spiegazioni) e facciamo un calcolo molto spartano dell'importo dell'interesse al 3,5% otteniamo:
61.968 X 3.5% = 2.168,88 milioni. Ecco coperte le spese di funzionamento della Banca Centrale. E lo Stato si risparmia due finanziarie come quella in via di approvazione.
Sicuramente come dici tu avro' mischiato prosciutto con cavoli e con banane, ma il senso spero di averlo reso.
Potresti spiegarmi anche questa frase che trovo a pagina 17 nelle indicazioni generali:
"Il debito delle Amministrazioni pubbliche consiste nell’insieme delle passività finanziarie del settore valutate al valore
facciale di emissione."
il debito è creato per coprire le spese statali non per emettere moneta
Ai tempi di Cavour banche che agivano come banca centrale scontavano cambiali già scontate presso le banche, cioè finanziavano le banche private (si trattava di aziende famigliari, proprietà di imprenditori che investivano i soldi guadagnati in altri modi)
E nulla vieterebbe alla banca centrale di comperare (sempre che non lo faccia) obbligazioni emesse da aziende private
In tal caso la banca incasserebbe gli interessi su questi titoli. Tolti i costi (che sono i costi per il mantenimento della Banca d'Italia) il resto finisce quasi tutto allo stato sotto forma di imposte (circa 1 miliardo di euro nel bilancio 2004 o 2005...che poi è circa la stessa cifra che trovi sul sito della Banca centrale canadese, convertito il dollaro canadese in euro)
ma dove l'hai letto l'enorme palla del 103.5% ?
Appunto... 61000 circa per 3.5% fa 2100 circa. E il resto come salta fuori? La finanziaria è da 33000 milioni.
Se poi la banca incassasse il 103% dovresti trovare oltre 60 miliardi tra i ricavi della banca d'Italia
Dove sono?
La frase di pag 17 vuol dire che ai fini del bilancio si inserisce il valore nominale. Cioè il titolo viene emesso, supponiamo, a 98 euro per 100 di valore nominale (chi compera paga 98 e riceve 100 alla scadenza)
Al momento in cui si fa il bilancio (di solito il 31 12) il valore di mercato può essere diverso da 100. Si sceglie di valutare 100 il titolo anzichè 99 (valore del momento, supponiamo).
Se come hai detto tu la Banca Centrale "compra" titoli per emettere moneta e la moneta la crea dal nulla, sempre come hai detto tu, i 103 sono i 100 del titolo + i 3 degli interessi.
Coll'esempio intendevo che se Banca Centrale per l'emissione di moneta si facesse pagare SOLO gli interessi del 3,5% (per coprire i costi di funzionamento) si risparmierebbero 59.000 milioni ovvero praticamente 2 finanziarie.
..poi se vogliamo continuare a fare gli gnorri possiamo continuare....
Un rendimento del 103% vuol dire che io investo 100 e ottengo 203.
(203-100)/100 = 103%
Non c'è ragione di fare lo gnorri perchè la storia del 103% che ho letto anch'io, è una panzana gigantesca, anche a orescindere dal calcolo appena fatto. Chi la scrive dovrebbe solo fornire a chi legge non un ragionamento grossolano, che dice poco o nulla (vedi il dentista che scrive libri sull'euro), ma le scritture contabili che si genererebbero in seguito all'acquisto e poi alla vendita dei titoli
Un pò come quando per dimostrare un teorema di matematica si fanno tutti i passaggi. Non basta dire: supponiamo che ... e che... e concludiamo che .... ma bisogna spiegare come dalle premesse si arriva alle conclusioni. Poi gli altri verificano se non ci sono errori e se non ci sono plaudono al brillante risultato
Chi conosce la contabilità, sa che le operazioni di acquisto e vendita dei titoli non comportno alcun ricavo oltre a quello derivante dagli interessi pagati dal debitore (lo stato) + eventuali guadagni in conto capitale (o meno eventuali perdite)
Per cui dire che si vende un titolo ottenendo un reddito di 103 significa inventarsi un ricavo inesistente (100) mentre il vero ricavo è pari solo agli interessi (3)
Il ragionamento l'ho sentito fare tante volte e ogni volta che ho detto: OK, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma mettete nero su bianco le scritture contabili, così si verifica cosa avete in mente, perchè per il resto ci sono solo idee con un contenuto qualitativo peraltro assai dubbio
Ho visto che chi fa questi ragionamenti non sa da che parte iniziare e le scritture contabili non le fa. Parla di signoraggio come un problema enorme, inventa termini che non trovi in alcun libro di economia (e che non dicono nulla di interessante), lancia allarmi e propone soluzioni fantasiose (stampare moneta per pagare i costi dello stato), ma di cifre vere, di una descrizione particolareggiata dei fatti economici, neanche l'ombra.
Un pò come dire: prendi questa pastiglia e guarirai. Di spiegare però come la sostanza contenuta (che secondo i ricercatori medici non ha alcun effetto noto) agisca su organi, cellule eccetera, non si parla proprio. E' solo un atto di fede
Se invece proponessero le scritture contabili, chi ha dubbi potrebbe usare un normale manuale di ragioneria per verificare. Qual è la scrittura quando comperi un titolo e quale quando lo vendi e incassi gli interessi? Basta un qualsiasi manuale di ragioneria usato in un istituto tecnico o meglio in una università.
Ma se anche non sai da che parte iniziare, basta ragionare un pò.
Il ricavo è (sarebbe meglio dire sarebbe, ma siamo generosi e diciamo che è) 103: la banca centrale, quando incassa il valore dei titoli, incassa 100 (il valore del titolo) + gli interessi (3)
Ora, se chi offre questo dato fa la somma (100 + 3) vuol dire che considera entrambi (valore dei titoli + interessi) ricavi. Altrimenti fai la somma di pere e mele: the game is over e possiamo riderci sopra. Ma loro fanno la somma, e quindi cosiderano entrambi come dei ricavi, perchè non v'è alcun dubbio che gli interessi sono un ricavo per l'azienda banca centrale
E già qui si si può concludere che chi sostiene che vendere un titolo comporta un ricavo dimostra di non conoscere l'ABC della contabilità.
Come detto, il valore di acquisto/vendita di un titolo non viene registrato tra costi o ricavi. Tant'è che non trovi i titoli nel conto economico.....
Basta prendere un manuale di ragioneria e controllare. Oppure un bilancio. I titoli non si trovano nel conto economico
Ma proseguiamo, ignorando l'osservazione. I titoli sono stati acquistati dalla banca centrale prima di essere venduti. Per cui se quando la banca li vende ottiene un ricavo (non è così, ma facciamo finta che lo sia) quando li compera sostiene dei costi. Ricavi per 103, costi per 100. La differenza, ciò che resta, è quindi 103-100=3, cioè gli interessi.
Anche a voler usare regole contabili sbagliate, fasulle, fantasiose, quindi, non posso certo dire che quando la banca vende i titoli ha un rendimento pari a 103. Questo sarebbe vero se dimenticassi i costi, pari a 100
Questo vale per il singolo cittadino che compera BOT e per qualsiasi altro soggetto economico
Se qualcuno dice che la vendita è un ricavo sbaglia. Ma se proprio ne è convinto e vogliamo dargli ragione, deve anche dire che l'acquisto è un costo. Non è così, ma se si vuole usare una regola sbagliata dobbiamo farlo fino in fondo.
Altrimenti chi dice che la vendita comporta un ricavo pari al valore del titolo + gli interessi, mentre l'acquisto non comporta alcun costo, oltre che IGNORANTE è anche molto in mala fede e classifica i titoli come costi, ricavi, crediti, debiti... in base ai suoi comodi
Conclusione: o c'è da ridere perchè non sanno quel che fanno (in fatto di contabilità) o da preoccuparsi perchè costoro prendono in giro i grulli che si bevono palesi ed enormi schiocchezze
Giusto per tagliare la testa al toro, facciamo le scritture contabili
Non le faccio nel modo tradizionale, perchè potrebbero creare problemi a chi non le conosce, ma metto voce per voce con relativo importo. Tra parentesi scrivo D quanto l'importo va in dare e A quando va in avere. SP quando il conto appartiene allo stato patrimoniale e CE quando appartiene al conto economico
1. La banca centrale stampa 1 biglietto da 100 euro. Costo: 0.50 euro
Costo stampa (D CE) 0.50
Debito verso fornitori (A SP) 0.50
2. La banca compera un titolo del valore di 100 euro
Titoli (D SP) 100
Moneta (A SP) 100
3. Vendita del titolo e incasso dell'interesse per 3 euro (3%)
Moneta (D SP) 103
Titoli (A SP) 100
Interessi (A CE) 3
4. Infine la banca paga i fornitori
Debiti verso fornitori (D SP) 0.50
Moneta (A SP) 0.50
Nel stato patrimoniale vanno i saldi dei conti destinati allo stato patrimoniale
Conto Debiti verso fornitori: c'è 0.50 in dare e 0.5 in avere. Saldo 0
Titoli: c'è 100 in dare e 100 in avere. Saldo 0
Moneta: 100 in avere, 103 in dare e poi 0.50 in avere. Totale dare: 103. Totale avere: 100.50. Differenza: 2.5 in dare
Nel conto economico invece mettiamo ricavi e costi
I ricavi sono rappresentati dagli interessi (3) mentre i costi sono quelli per la stampa del denaro (0.50)
L'utile per la banca centrale è pari alla differenza tra ricavi e costi. 3 - 0.50 = 2.5 per la gioia di chi si inventa un 103 di guadagno........ e si sono fatti i conti senza tenere conto di altri costi derivanti dall'esistenza della banca e dall'attività che svolge (per esempio la compravendita dei titoli comporta costi)
Fatte queste scritture contabili, la cui correttezza può essere verificata da chiunque, risulta chiaro che la banca centrale non guadagna 103 euro per aver creato una banconota da 100
Inoltre tieni presente che per semplicità ho scritto che la banca ha creato una banconota da 100. Nella realtà sorge un debito verso il soggetto da cui si è comperato il titolo (una banca ordinaria, di solito) e solo una piccola parte di questo debito consiste in banconote
Certo i conti tornano se una banconota che costa 0.50 (valore reale) improvvisamente solo per il fatto che l'ho stampata io, Banca Centrale, assume il valore (facciale) di 100.
Comodo pagare 100 con un "mezzo" (banconota, ma peggio ancora con una transazione contabile che praticamente non costa nulla) che a me costa 0.50.
Alla faccia della pietra filosofale!!
Un inciso sui bilanci veri fino a prova contraria. Una SpA che ha la sede legale il un paradiso fiscale dei Caraibi, di solito, il modo per "perdere" qualcosa per strada lo trova.
Certamente. Ma un conto è perdere qualcosa, anche tanto. Un altro è pensare che 50 centesimi diventano una fortuna, il tutto dentro la banca d'Italia, con gli occhi addosso di tutta la comuinità economico-finanziaria
E poi come detto, se fossero vere certe teorie le banche potrebbero creare denaro senza alcun bisogno di ricorrere alla banca centrale.
Quanto al primo punto, è vero che crei una moneta che non costa nulla (la maggior parte non viene neppure stampata). Ma quando questa moneta ritorna indietro, per così dire, diventa solo una posta in contabilità, di segno opposto (in dare anzichè in avere). Quel che conta è il saldo, che come spiegato nell'esempio sopra è 2.5 (e non 103 oppure 100)
Da quel 2.5 bisogna poi togliere le spese x il funzionamento della banca centrale.
Altro sarebbe dire che usi i 100 euro stampati con pochi centesimi a banconota per acquistare beni e servizi o dire che i 100 euro vengono trasferiti sul conto corrente di qualcuno (e in questo caso non servirebbe comperare e rivendere titoli)
E poi questi soldi devono essere reimmessi nell'economia, che altrimenti diventa deflattiva
Per cui anche immaginando che ogni 100 nuovi euro 100 siano in banconote quando la banca cede i titoli e incassa 103 (dimentichiamoci per semplicità le spese) deve ricomperare titoli per 103 e magari anche di più se l'economia cresce, altrimenti la quantità di moneta che circola nell'economia diminuisce con gravi conseguenze sulla stabilità dei prezzi
"E poi come detto, se fossero vere certe teorie le banche potrebbero creare denaro senza alcun bisogno di ricorrere alla banca centrale" ....la riserva frazionaria?
"Ma un conto è perdere qualcosa, anche tanto. Un altro è pensare che 50 centesimi diventano una fortuna, il tutto dentro la banca d'Italia, con gli occhi addosso di tutta la comuinità economico-finanziaria". Certo se compro titoli per 10 miliardi, non stiamo parlando di fortuna...no briciole. La comunita' finanziaria....i complici?
Il famoso bollettino della Banca Centrale parlava di 61.000 milioni. Briciole.
Sì, se fossero vere le frottole sulla riserva frazionaria non ci sarebbe alcun bisogno di una banca centrale. Ognuno si farebbe i suoi interessi nella sua banca senza dover far parte di un club (la banca d'Italia) i cui soci possono avere interessi divergenti (anzi li hanno proprio... Fazio e Fiorani -come raccontano due giornalisti, uno di Repubblica e uno del Sole 24 ore, che sull'argomento hanno scritto un libro- hanno finito la loro brillante carriera poco seria e magari anche poco onesta, soprattutto grazie a Geronzi -Capitalia- che ha raccontato ai giudici tutto quel che sapeva: gli interessi di Geronzi che per molti anni avevano coinciso con i piani di Fazio sono entrati in contrasto con quelli del governatore dopo che quest'ultimo aveva puntato su Fiorani e soprattutto dopo che gli interessi di Fiorani e della sua banca sono entrati in conflitto con quelli di Abn Amro che di Capitalia è uno dei principali azionisti) e che vengono a sapere quel che fai e magari ti ostacolano
Immaginare che il sistema finanziario sia pieno di gente che agisce truffaldinamente in una sola direzione è un pò da paranoici. Ce n'è un bell'esempio di paranoico nella persona di mr signoraggio nell'omonimo sito (.com)
Basta dare un'occhiata al forum in cui riporta gli attaccchi contro Grillo, Jacopo Fo, Luttazzi... solo per citare chi ricordo
L'ultima che ho letto è che gli dà fastidio anche vedere il linl di un altro sito che dice le stesse sciocchezze (quello di un fascista di nome Saba)
Ho trovato interessante la chat con Jacopo Fo che la dice lunga sul personaggio (non Fo, ma l'altro)
Il reddito x la banca è rappresentato dagli interessi su quei 61000... Dai un'occhiata al bilancio della banca d'Italia (sito della banca d'italia) e vedi costi e ricavi, comprese le imposte pagate prima delle imposte. Vedi che gran parte dell'utile viene versata sotto forma di imposte.
Ed infatti le banche ordinarie con la riserva anticipano credito che non posseggono e che poi acquisiscono dalla Banca Centrale. Peccato che gli azionisti della Banca Centrale siano le banche ordinarie stesse. E come se io chiedessi a me stesso se posso anticipare un prestito a un mio amico.
Il sistema finanziario non e' pieno di truffaldini e' un sistema truffaldino che vive di speculazioni e di differenza tra tasso di credito e tasso di debito. E' usura legalizzata. Ma questa e' una mia opinione.
Poiche' ci stiamo arrovelando in un circolo vizioso ti proporrei questo articolo:
http://www.disinformazione.it/questione_monetaria.htm
Un favore, evita la solita manfrina del non titolato a parlare anche perche' finche' tu non ci spiegherai le TUE di competenze siamo autorizzati a credere le stesse cose di te.
Ed infatti le banche ordinarie con la riserva anticipano credito che non posseggono
dimostralo...prendi i bilanci delle banche e mostra i dati.
Non bisogna essere competenti, anzi sì...ma non importa. Tanto uno perchè mai deve studiare ingegneria se poi arriva chi non ha studiato nulla di tutto questo e spiega come progettare un circuito elettronico con 4 informazioni errate prese su internet?
Il testo di disinformazione è davvero penoso. Oltre a dire un sacco di cretinate, costui pensa che alla banca d'italia siano così fessi da conoscere bene la contabilità (quella citata nel libro di economia aziendale) e da scrivere l'esatto contrario, nonostante abbiano molto da nscondere (non secondo me).
Mentre il reddito da signoraggio sarebbe quello suggeritoci da un avvocato e da un dentista.
Ma per cortesia... capisco credere nelle favole, ma credere che gli altri siano tanto fessi da fare scritture contabili errate per nascondere il malloppo e scrivere cose in contraddizione con quello che hanno dichiarato.
L'ingegnere Lino Rossi offre un'ottima prova di come io abbia sbagliato a studiare economia. Avrei fatto meglio a occuparmi di ingegneria meccanica anche se non so neppure com'è fatto un ammortizzatore. Poi cito qualche frase presa qui e là per dimostrare che se ci sono tanti incidenti è per colpa degli ammortizzatori che non funzionano e se qualcuno sostiene il contrario dico che le industrie automobilistiche complottano per risparmiare 2 euro a ammortizzatore e per nasconderci la verità.
Suvvia...va bene che qualcuno crede ancora a Babbo Natale, ma non esageriamo
Lui riesce a dire sciocchezze gigantesche
Inizia dicendo che le banconote sono reddito. E infatti... ne trova traccia nel passivo che, come sa chi ha perso tempo a studiare come sono fatti i bilanci, non contiene alcun reddito.
E siccome nei libri di economia aziendale non trova conferma della enorme sciocchezza che ha scritto, ha bisogno della nota 1. Vi si legge: La quota di banconote attribuita a ciascuna BCN è rappresentata nella voce di stato patrimoniale Banconote in circolazione: e questo conferma che la moneta non è reddito!
Ma siccome qui e là si usa il termine reddituale il credulone pensa che la moneta sia reddito. Meno male che non si parlava di pizzaioli: avrebbe creduto che la moneta è una pizza.
Ti ripropongo le frasi incriminate. Dedurre da esse che emettere moneta vuol dire creare reddito è un buon modo di dimostrare di essere ignoranti come delle zappe.
Dal 2002 e sino al 2007 i saldi intra Eurosistema derivanti dalla allocazione delle banconote sono rettificati al fine di evitare un impatto eccessivo sulle situazioni reddituali delle BCN rispetto agli anni precedenti.
Gli aggiustamenti verranno ridotti anno per anno fino alla fine del 2007, dopodiché il reddito relativo alle banconote verrà integralmente redistribuito in proporzione alle quote, versate, di partecipazione delle BCN al capitale della BCE (Decisione BCE 6 dicembre 2001, n. 16, sulla distribuzione del reddito monetario delle BCN degli Stati membri partecipanti a partire dall’esercizio 2002, in Gazzetta ufficiale delle Comunità europee L 337 del 20.12.2001, pp.55-61, e successive modifiche).
Il Consiglio direttivo della BCE ha stabilito che il reddito da signoraggio della BCE, derivante dalla quota dell’8 per cento delle banconote a essa attribuite, venga riconosciuto separatamente alle BCN il secondo giorno lavorativo dell’anno successivo a quello di riferimento sotto forma di distribuzione provvisoria di utili
Se le parole hanno un senso il reddito da signoraggio derivante dalla quota... è frase diversa da: il reddito da signoraggio consistente nella ... allora sì che si potrebbe identificare reddito da signoraggio e moneta o meglio banconote
Reddito relativo alle banconote verrà integralmente distribuito non vuol dire: le banconote verranno distribuite
Tale distribuzione avverrà per l’intero ammontare del reddito da signoraggio, a meno che quest’ultimo non risulti superiore al profitto netto della BCE relativo all’anno considerato o che il Consiglio direttivo della BCE decida di ridurre il reddito da signoraggio a fronte di costi sostenuti per l’emissione e la detenzione di banconote. Il Consiglio direttivo della BCE può altresì decidere di accantonare l’intero reddito in discorso o parte di esso a un fondo destinato a fronteggiare i rischi di cambio, di tasso di interesse e di prezzo dell’oro. La distribuzione dell’acconto sugli utili da parte della BCE, corrispondente alla quota di reddito da signoraggio della BCE stessa riconosciuta all’Istituto, è registrata per competenza nell’esercizio cui tale reddito si riferisce, in deroga al criterio di cassa previsto in generale per i dividendi e gli utili da partecipazione.
Anche qui se le parole hanno un senso, si capisce che se la moneta fosse un reddito bastava scrivere: Tale distribuzione avverrà per l’intero ammontare della moneta o delle banconote
E poi interessante notare che si fa riferimento a un accantonamento per rischio sugli interessi. L'accantonamento in questione, se fossero vere le sciocchezze dell'ing.Rossi, sarebbe sproporzionato rispetto al rischio per interessi
Per l’esercizio 2005 il Consiglio direttivo della BCE ha deciso che l’intero ammontare del reddito da signoraggio resti attribuito alla BCE stessa.
Come si legge non si dice che le banconote siano reddito e neppure si dà una definizione di signoraggio
Solo un'analisi assai grossolana e la volontà di credre in qualsiasi cosa possono indurre a leggere nel testo ciò che non c'è scritto.
Restano aperte un paio di questioni: se emettere moneta vuol dire creare reddito, perchè la contropartita sono i titoli di stato? E gli interessi sui titoli come li contabilizziamo?
Se poi hai l’accortezza di cercare nel sito della banca d’Italia puoi tranquillamente trovare la definizione di reddito da signoraggio.
Va bene, va bene. Qui ognuno rimane sulle sue posizioni.
Io sono convinto che se uso per pagare uno strumento che non mi costa"nulla" ci guadagno tutto il valore facciale. Tu dici che il bilancio della Banca d'Italia parla solo del guadagno sugli interessi.
Prendiamo dal famoso articolo dell'incompetente la tabella della moneta emessa dal 1996 (pagata con titoli).
Banconote in circolazione [€]
1996
54.799.175.735
1997
58.914.304.307
1998
63.220.005.474
1999
70.614.050.000
2000
75.063.752.000
2001
64.675.772.000
2002
62.835.488.000
2003
73.807.446.000
2004
84.191.125.720
2005
94.933.679.360
2006*
100.000.000.000*
Se si sommmano gli importi facciamo circa 800 miliardi di euro, la meta' del debito pubblico. E parliamo solo di banconote.
Vedremo, anche alla luce del nuovo statuto appena approvato e di quella "piccola" modifica all'art.3, quanto ci costera' questo scherzo.
Ancora una volta l'incompetenza la fa da padrona
Se sul tuo conto corrente c'è oggi un saldo di 10000 euro, tra un mese di 15000, tra due mesi di 8500 e tra tre mesi di 15000 vuol forse dire che hai 10000 + 15000 + 8500 +15000 euro?
L'incompetenza la fa da padrona perchè se conoscessi l'economia o meglio se l'avessi studiata sapresti distinguere un flusso da un fondo (detto anche stock) ed eviteresti di fare somme che non hanno nessun significato, come non ha nessun senso fare la somma dei saldi di un conto corrente rilevati in epoche diverse... anche questo è l'ABC dell'economia, ignoto a chi non conosce la materia e la scambia con la politica o la filosofia dove le opinioni sono tutto o quasi
Tu puoi rimanere sulle tue posizioni, ma nel testo di quell'ingegnere non esiste alcuna frase che dica che emettere moneta sia creare reddito. Oltre naturalmente alle opinioni dell'ingegnere stesso.
Nè troverai mai nulla in un testo di economia, perchè solo chi proprio non conosce la contabilità (che non è piena di opinioni) può pensare una cretinata del genere.