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I nuovi malesseri di uomini e donne


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
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Sul tavolo dei nuovi governanti europei c’è, in testa alle priorità, il crescente malessere dei loro cittadini, uomini e donne. Alcuni hanno già messo a tema la questione, come il nuovo sindaco di Londra Boris Johnson, affermando che il soggetto maggiormente a rischio è oggi il maschio bianco (già dirlo è politicamente scorretto). In effetti trova più difficilmente lavoro, ha la più elevata propensione al suicidio, muore prima. Anche le donne però se la passano tutt’altro che bene.

Già da molti mesi si sapeva che l’aumento delle donne tra i consumatori di droghe e sostanze eccitanti era molto più forte di quello dei maschi, anche se rimangono loro i maggiori consumatori. Inoltre, una volta instaurata la dipendenza, è più difficile che ne escano, droghe e alcool riattivano forme di anoressia e disagi prima latenti, e rendono molto difficile alla giovane donna la ricostruzione di un’esistenza normale.
Ora però emerge con sempre crescente chiarezza l’intero quadro delle patologie della giovane donna postmoderna. Al centro delle quali c’è la stessa immagine della donna oggi.

Chi è, cosa deve fare, una donna? Questo interrogativo, che rimane senza risposte e indicazioni «ufficiali» e precipita le donne nella confusione, fa capolino dietro ai dati delle patologie, o dei fatti di cronaca più desolanti. Come quello della tredicenne Lorena, di Niscemi, utilizzata e poi massacrata da tre ragazzi, anch’essi privi di qualsiasi direzione e orientamento. Doveva diventare una brava parrucchiera, e trovarsi un buon ragazzo che la sposasse? O doveva diventare una star televisiva, lanciandosi in programmi-vetrina, come «Amici», o il «Grande Fratello»? In quest’incertezza tra obbligatoria affermazione sociale e cura dell’intimità e dei valori personali, tra notorietà pubblica e vita privata, Lorena si è smarrita.

Altrettanto succede a tante altre ragazze e giovani donne, prima e dopo di lei. Per fortuna non tutte perdono la vita in modo drammatico. Quasi tutte, però, soffrono. In particolare a far ammalare le donne è l’incertezza su cosa fare del proprio corpo di femmina e della sua specifica competenza, che l’uomo non possiede: la maternità. Fare finta di nulla e vivere come un uomo, badando a guadagni e carriera, senza risparmiarsi? Utilizzarlo come strumento di affermazione sul modello, appunto, delle «veline» più famose e fortunate? Oppure prenderlo sul serio nella sua specificità femminile, dedicarsi agli affetti familiari e accogliere i bambini, per poi magari impegnarsi nel lavoro più tardi, a figli ormai cresciuti?

Queste diverse alternative, che il sistema delle comunicazioni di volta in volta presenta come le migliori, in modo contraddittorio, disorientano la psiche della donna, bersagliandone il corpo con un’infinità di sintomi, malattie e dolori. Incerte tra nutrirlo anche troppo o fargli fare la fame; accettarne la sessualità e la ciclicità, o chiudersi all’altro attraverso le ricche patologie dell’apparato genitale e riproduttivo; godersi appieno la femminilità o rifiutarla pagando il prezzo della depressione o della sua controfigura, l’euforia maniacale; le donne sono le grandi malate del terzo millennio. Conquistano il mondo, temendo però di perdere se stesse.
I governi dovranno occuparsene, di queste donne (e uomini in crisi). Come? Restituendo a ognuno dei due sessi la propria dignità e funzione con politiche familiari che consentano loro di incontrarsi e di riprodursi, anziché incentivarne l’isolamento e la conflittualità.
Per stare bene, maschi e femmine hanno bisogno di amarsi. Non di competere e farsi la guerra.

Claudio Risè
“Il Mattino di Napoli”
19.05.08


Citazione
Drachen
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 40
 

bell'articolo. Risè a volte è troppo cattolicista su alcune posizioni (vedi aborto) ma in generale nel ruolo dei sessi sa cogliere degli aspetti interessanti.


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