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Italia: Razzismo quotidiano


marzian
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Topic starter  

da repubblica:
http://www.repubblica.it/2005/b/rubriche/glialtrinoi/rzbs/rzbs.html

Mc Talibe 2, la vendetta
Contro i razzisti sul bus

Sì, è proprio un titolo logoro, una delle tante frasi fatte della routine
giornalistica. Ma "Mc Talibe 2, la vendetta" in questo caso specifico è la
pura descrizione del fatto. Anzi, del fatterello, perché si è trattato di
una vicenda piccola, anzi piccina, e un po' penosa.
D'altra parte, aveva le stesse caratteristiche anche la precedente. In poche
parole, accadde questo.

Serigne Sira Seck (è questo il vero nome di Mc Talibe), senegalese di 27
anni che dal 2001 risiede in Italia, affermato disk jockey, cantante,
produttore musicale, all'inizio dell'estate, per fare uno scherzo
radiofonico, rispose ad un annuncio e chiese di prendere in affitto una casa
al mare in Sardegna. Gli rispose una signora che, non appena seppe la sua
nazionalità, gli disse che la casa non era più disponibile. Ma, pochi minuti
dopo, un amico italiano di Mc compose lo stesso numero, si presentò come un
"dottore di Brescia" e, come per incanto, la casa tornò ad essere
disponibile. Radio Sintony mandò in onda, una dopo l'altra, le due
telefonate e così impartì ai suoi ascoltatori una piccola lezione di
razzismo quotidiano che suscitò una certa indignazione.

Bene, la scorsa settimana a Mc ne è capitata un'altra, dello stesso genere
della precedente. Protagonista, tra l'altro, sempre una signora, una donna
sui cinquant'anni, vestita con sobria eleganza, il viso seminascosto da un
paio d'occhiali da sole di marca. Era seduta sul bus che fa la spola tra
l'aeroporto di Malpensa e la stazione centrale di Milano. Il bus era pieno,
ma accanto alla signora c'era un sedile vuoto.

"E' libero?", ha domandato Mc che era appena sceso dall'aereo proveniente da
Cagliari.

"No", ha risposto la donna senza neanche guardarlo in faccia, depositandovi
sopra la sua borsa, per ribadire quando aveva appena detto.

"Allora - racconta Mc Talibe - sono rimasto in piedi, accanto a quel sedile.
Non era passato nemmeno un minuto quando un'altra donna è salita sul bus e
ha rivolto a quella signora la stessa domanda che le avevo appena fatto io.
Ha risposto che il posto era libero, ha spostato la borsa e ha fatto
accomodare la donna".

Ora bisogna sapere che Mc Talibe è un ragazzo dai modi gentili, un ragazzo
molto educato. Ma è anche uno che le cose non le manda a dire. E' un tipo
diretto. E subito ha chiesto alla signora perché mai gli aveva detto che la
sedia era occupata quando invece non lo era. Non è arrivata una risposta, ma
solo un mugugno incomprensibile. Mc ha insistito. E altre persone, che
avevano assistito alla scena, l'hanno fatto con lui. "Dicevano a quella
signora che aveva sbagliato, che così non ci si comporta".

Poi, a quanto pare, la signora ha detto quella frase. Sì, roba da non
credere. Una di quelle cose che sono tanto perfette da rischiare di apparire
inventate da uno sceneggiatore pigro. Ebbene, ha detto proprio 'Lei non sa
chi sono io". "Neanche lei lo sa", ha replicato Mc. E, visto che l'aveva con
sé, ha aperto un giornale che parlava di lui, dove c'era anche una sua
fotografia. La signora non ne è rimasta molto colpita, tanto che ha detto:
"Non me ne importa un c.". Ma altri passeggeri sì, in particolare alcuni
ragazzi neri. Erano molto arrabbiati. Mc li ha invitati a stare calmi. E'
andato dall'autista, che in parte aveva seguito la scena. Ha chiamato la
polizia, ha raccontato quel che era accaduto. E poi lo stesso autista ha
fatto altrettanto.

Devono essere stati convincenti visto che, all'arrivo alla stazione, la
polizia li attendeva. Tutti i passeggeri sono scesi, la signora no. I
poliziotti l'hanno identificata, le hanno chiesto spiegazioni sul suo
comportamento. Ne è venuta fuori una risposta farfugliante: "Tenevo il posto
per una mia amica... poi non è arrivata... allora quando me ne sono resa
conto ho detto a quella donna che il posto era libero... non è stato un atto
di razzismo". Ma come? Tutto questo in meno di un minuto, e subito dopo che
un ragazzo nero le aveva detto che intendeva sedersi accanto a lei? "Pensavo
ad altro", è stata la risposta. "Dice Mc: "Si vergognava moltissimo. La
polizia mi ha detto che se volevo potevo denunciarla. Ho deciso di non
farlo, è sempre una cosa brutta. Preferisco far sapere a tutti questa
storia, spero che serva a qualcosa".

Ci sarà qualche diffidente che si domanderà come mai a Mc Talibe capitino
tante disavventure di questo genere. Forse va a cercarsele? E' un modo per
farsi pubblicità? Improbabile. Sia la prima, sia la seconda storia sono
capitate. Decine di persone lo possono testimoniare. Mc Talibe non se le è
cercate. Noi abbiamo un'altra ipotesi. Il problema non è che capitano tutte
a Mc. Il problema è che lui ha gli strumenti culturali, le relazioni
sociali, diciamo pure lo status, è un artista, che gli permettono di
reagire. Al contrario della maggior parte dei ragazzi come lui. E' un po'
come certe malattie che sembrano in aumento solo perché più di prima vengono
diagnosticate. Dovremmo distribuire un po' di Mc Talibe in tutt'Italia per
realizzare uno screening di massa sull'intolleranza e la stupidità.

(7 settembre 2005)


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