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La paura di Grillo incrina il patto sulle riforme


Anonymous
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ugo magri

roma

Da venerdì scorso è proibito pubblicare i sondaggi. Ma la legge permette di farli. E i primi a passarseli sottobanco non sono i personaggi politici, come verrebbe da immaginare, bensì gli istituti finanziari più importanti. Guarda caso, sulla piazza milanese ieri c’era grande fibrillazione: importanti operatori di Borsa davano per certa una vittoria grillina alle Europee. Da Milano le voci sono rimbalzate immediatamente a Roma, nei palazzi che contano. Dove in molti già si chiedono quale potrebbe essere (a parte tutti gli altri eventuali contraccolpi) l’impatto di un trionfo a Cinque stelle sulle riforme. La risposta che nelle sedi altolocate si raccoglie è netta: se Grillo andrà forte, a maggior ragione le riforme dovranno essere portate a compimento. Perché rinunziarvi sarebbe come alzare bandiera bianca. Né il Pd, né il vecchio e nuovo centrodestra sembrano ancora pronti alla resa...

Se invece la domanda si riferisce al patto tra Berlusconi e Renzi, beh, in questo caso nessuno mette la mano sul fuoco.

Le riforme andranno fatte, d’accordo; ma il premier non dovrà contare sull’ormai ex-Cavaliere. Per due ragioni. La prima è che Berlusconi si sta vistosamente sfilando. Tra le sue ultime esternazioni ne spicca una molto simile a un «de profundis»: «Stiamo ritenendo di non poter seguire la strada proposta da Renzi», contro il quale Berlusconi aggrava il tono della sua critica. Indigesta per Forza Italia è la bozza di Senato delle autonomie presentata dalla ministra Boschi. Ancor meno accettabile è la legge elettorale in gestazione, che prevede un ballottaggio tra i due schieramenti più grossi. A Berlusconi l’«Italicum» non conviene più, perché ha rotto con gli alleati. Salvini, segretario della Lega, fa finta di non conoscerlo. E con Alfano si è creato un solco incolmabile sul piano umano, oltre che politico. Da sola, Forza Italia avrebbe zero chance di arrivare e vincere al ballottaggio. Insomma, il leader forzista pare deciso a stracciare le intese del Nazareno.

Casini invita a non prenderlo troppo alla lettera, «in campagna elettorale Berlusconi dice cose che non pensa nemmeno...». Ed effettivamente può essere che dopo il 25 maggio l’uomo torni sui suoi passi, specie se verrà bastonato dagli elettori. Ma perfino in quel caso non è detto che un ripensamento berlusconiano sia sufficiente a tenere in vita il patto del 10 gennaio. Ed ecco il secondo motivo di scetticismo: a fronte di una travolgente avanzata grillina, l’intesa col Condannato rappresenterebbe per il premier un motivo di debolezza e di grave imbarazzo. Sarebbe numericamente vantaggiosa ma politicamente molto difficile da gestire: anche questa è una valutazione molto diffusa specie in Senato, dove di riforme si sta discutendo. Figurarsi la reazione grillina davanti a un patto costituzionale che tagliasse fuori un terzo del Paese...

Guarda caso, con molta tempestività Alfano si è fatto avanti: «Se Forza Italia partecipa alle riforme, bene. Altrimenti le approviamo a maggioranza, andiamo al referendum e lo vinciamo», ha twittato. Quagliariello, che del Ncd è coordinatore nazionale, conferma precisando: l’«Italicum» andrà cambiato, ma sulle altre riforme noi ci saremo... Se l’onda grillina diventerà tsunami, gli alfaniani si propongono come salvagente del governo e delle riforme.

http://www.lastampa.it/2014/05/13/italia/politica/la-paura-di-grillo-incrina-il-patto-sulle-riforme-ojRvqEcM6eqcImL1ImGe9J/pagina.html

Ma foss'à marònn'!!!!! 😛


Citazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
 

....tra le sue ultime esternazioni ne spicca una molto simile a un «de profundis»: «Stiamo ritenendo di non poter seguire la strada proposta da Renzi», contro il quale Berlusconi aggrava il tono della sua critica.

la stessa cosa l'ha detta Berlusconi il 24 aprile e lo ha detto a Porta a Porta

http://www.lastampa.it/2014/04/24/italia/politica/berlusconi-renzi-simpatico-tassatore-degli-elettori-del-ms-disgustato-2zyv8gEbovXtlsQ4yWCErN/pagina.html

Berlusconi congela il patto con Renzi:
“La riforma del Senato non è votabile”

La bordata più clamorosa arriva quando si parla di riforme. Lui, l’autore del patto con Renzi, ora quasi lo affonda, o almeno esprime dubbi pericolosissimi. «L’Italicum potrebbe essere costituzionale. Sul Senato non c’è nessun impegno da parte nostra». E ancora: «La riforma non sarà votata entro il 25 maggio». Dopo 14 mesi Silvio Berlusconi torna in tv e sceglie il salotto di “Porta a Porta” per aprire di fatto la campagna elettorale per le europee.


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Pennino
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Registrato: 2 anni fa
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L'articolo è un controsenso, se Grillo vince, il Governo cade tutta la vita quindi si ricomincia da capo e addio riforme.


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