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L’AGENZIA DELLE ENTRATE IPOTECA LE CASE CHE HANNO APPROFITTATO DEL SUPERBONUS


dana74
Illustrious Member
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Si chiamano in gergo “procedure cautelari”, prevedono l’ ipoteca preventiva sugli immobili che hanno beneficiato dei bonus 110% e 90%. L’ipoteca serve a garantire banche, Agenzia delle Entrate e creditori vari: rimarrà iscritta fino all’appurata congruità della spesa e, soprattutto, servirà a chiarire se condominio o singolo proprietario ne potevano effettivamente beneficiare. A sindacare su tutta la procedura, come da sentenza della Cassazione, tocca all’Agenzia delle Entrate; che dovrà appurare i bonus abbiano raggiunto immobili privi di abusi, soprattutto persone fisiche in regola col fisco, non segnalate alle centrali rischi bancarie e che non abbiano riportato condanne penali, soprattutto per evasione fiscale. In pratica la Cassazione ha ribadito sui vari bonus i principi che si applicano sul “reddito di cittadinanza” che, ovviamente, non viene elargito a pregiudicati o a soggetti che lavorano a nero. Parimenti, l’Agenzia delle Entrate chiede la restituzione dell’importo del bonus ai proprietari di immobili non meritevoli, come già fa l’Inps per le procedure di restituzione dei soldi a chi ha indebitamente percepito il “reddito di cittazinanza”. 
La Cassazione ha anche definito “Suscettibili di sequestro preventivo i crediti dei terzi cessionari oggetto del ‘superbonus’110%”.
La Suprema Corte ha così sentenziato, pronunciandosi su un ricorso proposto avverso l’ordinanza con cui il tribunale del riesame aveva confermato il provvedimento del GIP: quest’ultimo aveva disposto il “sequestro preventivo impeditivo” (ex art. 321, comma 1, c.p.p.) nei confronti di alcuni soggetti (poi indagati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa, evasione fiscale e falso) che avevano beneficiato indebitamente del cosiddetto superbonus. Così la Corte di Cassazione penale Sez. III, con la sentenza del 28 ottobre 2022 numero 40867, ha rigettato ogni tesi difensiva, secondo cui “detti crediti non erano sequestrabili in quanto non derivanti dall’originario diritto alla detrazione ma autonomamente costituiti a seguito dell’esercizio del diritto di opzione previsto dal decreto Rilancio del 2020”. La Cassazione ha invece ritenuto i crediti suscettibili sempre di “sequestro preventivo impeditivo”, e siccome la sentenza fa legge, l’alea della “truffa aggravata ai danni dello Stato” ora pende su tutti i crediti dei terzi cessionari: quindi l’Agenzia delle Entrate dovrà operare in tutela ipotecando preventivamente ogni bene immobile su cui verrà accolta la procedura di riqualificazione tramite bonus.
Una sentenza che i Caf (centri assistenza fiscale) s’aspettavano, in considerazione che trovare un edificio con proprietari immacolati e senza alcun peccatuccio catastale, fiscale, giudiziario e bancario è davvero difficile. Gli unici condomini dove questo forse è possibile sono i palazzi dove risiedono funzionari dell’Agenzia delle Entrate, magistrati, funzionari delle forze dell’ordine e del catasto (oggi Agenzia del Territorio). Ma basta che tra i proprietari s’intrufoli un commerciante o un libero professionista, che già è certezza possano pendere cartelle esattoriali sul soggetto, come sospesi col fisco ed anche problemi più grossi. Ma gli alti dirigenti di stato ben si guardano dal criticare la sentenza della Cassazione, evitano anche di parlare male del superbonus, casomai sopportano in silenzio l’ipoteca da parte di uno Stato che ha regalato loro stipendi e rango: il rapporto che hanno col potere è omertoso e da sudditi, anzi mafioso. Così la Cassazione ha messo i paletti con una bella ipoteca fino al giorno in cui sarà stata dimostrata la piena liceità di tutto il procedimento.
Di fatto con i “superbonus” i condomini hanno ipotecato le loro case. Il “Centro Studi ICAF” aveva già individuato, e ben prima della sentenza della Suprema Corte, oltre ottanta elementi di criticità: prevalentemente ignorati dagli amministratori condominiali nell’ambito della deliberazione delle opere di “riqualificazione del fabbricato attraverso ricorso a bonus fiscali”. Il dottor Ivan Giordano (direttore scientifico della rete “ICAF”) aveva rilevato queste criticità molti mesi prima della sentenza della Suprema Corte.
“Spiace vedere che all’interno di un decreto che si chiama `sostegni` è stato inserito un provvedimento che di sostegno non ha proprio nulla, sia per le imprese che per i cittadini”, aveva fatto notare Gabriele Buia (presidente dell`Associazione nazionale costruttori) già in epoca Draghi.
“Nonostante le proteste di gran parte del mondo economico e le proposte sul tavolo di soluzioni alternative che noi per primi abbiamo suggerito, il Governo ha deciso di non ascoltare nessuno, mettendo così di fatto un’ipoteca sui cantieri del Superbonus 110% – aggiunge oggi Buia -. I nuovi vincoli alla cessione dei crediti per gli interventi derivanti dai bonus edilizi, infatti, come segnalato da tutti gli operatori economici compresa l’Abi, avranno un impatto pesantissimo sui lavori in corso con il rischio di creare migliaia di contenzioni e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche per famiglie e imprese. Una norma incomprensibile contro la quale si sono espressi anche molti esponenti della maggioranza. Facciamo appello al Parlamento perché corregga al più presto questa stortura che rischia di mettere a repentaglio la ripresa economica – ha concluso Buia -. Non è così che si combattono le frodi. Serve una qualificazione delle imprese e la tracciabilità delle operazioni altrimenti finiamo solo con il penalizzare le imprese e i cittadini onesti”.
“Indubbiamente il Superbonus ha attratto la maggior parte delle attenzioni mettendo nell’ombra i bonus minori – spiega Ivan Giordano – ma ogni volta che si decide di ristrutturare il patrimonio immobiliare privato attraverso l’utilizzo di denaro pubblico l’attenzione dei proprietari immobiliari e di chi ha il mandato a gestirli deve inevitabilmente essere prioritaria, a prescindere dalla tipologia di bonus dal 50% al 110%, nessuno escluso. La storia degli ultimi anni è già scritta: sull’onda del ‘tutto gratis’, – chiosa Giordano – attraverso contratti capestro e delibere assunte nella quasi totale inconsapevolezza, i condomini hanno deliberato l’ipoteca a favore dell’Agenzia delle Entrate gravante sul patrimonio dei singoli proprietari”.
Di fatto la Cassazione ha sentenziato abbracciando una sfera che va del diritto tributario al diritto civile, dall’amministrativo al penale.
Nei casi più sciagurati, già è possibile prevedere il pignoramento dell’immobile, e poi la messa all’asta. Ma cosa succederà quando i sindaci che giocano a fare i più bravi della classe (Gualtieri e Sala) faranno partire accertamenti sugli immobili non conformi alle regole europee? C’è già chi prevede l’ecatombe sanzionatoria, per importi che andranno da 10mila a 50mila euro per unità immobiliare, a cui s’andrà comunque ad aggiungere l’obbligo entro un certa data di messa a norma nella classe energetica e nelle norme Ue.
E’ decollato l’esproprio immobiliare europeo, a beneficiarne potrebbero essere le multinazionali finanziarie, le stesse che negli Usa posseggono il 90% del patrimonio abitativo delle grandi città: e, quando decidono di rinnovare un quartiere o di costruirci un centro commerciale, mettono per strada tutti i condomini (ormai affittuari) con la forza pubblica. Finisce così il mondo dei piccoli proprietari, e c’è pure chi a Bruxelles ipotizza la creazione in ogni stato dell’Ue dell’agenzia pubblica per il mercato immobiliare, per porre fine ad eventuali evasioni fiscali favorite dalle agenzie immobiliari private. E’ evidente che il grande capitalismo stia vestendosi di ambientalismo per costringerci a fare lavori inutili sugli immobili (utili solo a favorire la politica consumistica dei colossi industriali) e, soprattutto, abbia armato una leva fiscale e politica su stampo vetero comunista per abolire la diffusa proprietà privata.

 

https://www.lapekoranera.it/2023/01/28/lagenzia-delle-entrate-ipoteca-le-case-che-hanno-approfittato-del-superbonus/

 


Citazione
oriundo2006
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Occorrerebbe farne oggetto di un dibattito in 'prima'.

Brava Dana, sentivamo la tua mancanza qui su CDC !

Dall' articolo si evince come il sistema bancario oggi non conceda più crediti 110% ma prudenzialmente stia fermo: qui se ne capisce la ragione.

E' inutile, se vogliono colpire lo fanno. Ma è un colpire a doppio taglio.

Innanzitutto i cantieri si fermano e la ripresa cade completamente. E' l' immobiliare che muove il resto del sistema...dunque caduta del gettito IVA, dell' occupazione e di tutto il resto.

Secondariamente, colpiscono chi ha avuto fiducia nello stato: dunque nel futuro qualsiasi cosa lo stato faccia sarà accolta con sospetto...a partire dalla emissione dei titoli del debito pubblico od ad altre 'provvidenze' trappola nell' immobiliare. Gli italiani sono sospettosi per natura: e hanno RAGIONE. Questa caduta di fiducia sarà esiziale per il sistema politico italiano nel suo complesso.

Terzo, i nostri centri storici, privati del 110% resteranno come per la più parte sono, vecchi, spesso fatiscenti, comunque bisognosi di ampi interventi che nessuno farà, preferendo farli cadere a pezzi piuttosto che affrontare l'alea di un intervento sanzionatorio a posteriori.

Questa caduta di valore si rifletterà sul sistema economico generale che sarà privo della 'spinta' delle ristrutturazioni private...e voglio vedere i grandi speculatori immobiliari stranieri acquistare anche a prezzo di saldo ampie porzioni di centri storici di cittadine di provincia che oggi paiono avviate ad un lungo tramonto economico. Chi comprerà gli stabili, spesso vincolati, anche se ristrutturati modernamente, a prezzi di fantasia quali oggi vediamo negli annunci ? Se pensate che gli 'stranieri' siano ansiosi di farlo vi sbagliate. Se investono in Italy è per prendere possesso di case tipiche locali 'cheap' e non palazzoni moderni come hanno già a casa loro. Cercano a prezzi bassi per ristrutturare loro stessi senza troppe regole burocratiche che non capiscono. E hanno RAGIONE. Vengono per sfuggire alla 'modernità' anonima che hanno a casa loro: qui in Liguria del Ponente è così.

Morale. Questo stato di cose farà cadere a pezzi l' architrave del nostro sistema economico, ingenerando un caos incredibile nei valori rendendolo medievale. L' unica soluzione è un ital-exit, oppure come milioni di cittadini hanno già fatto, un rapido esodo personale verso altri lidi.


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Detrollatore II
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 459
 

Sia l'articolo che il commento di Oriundo rappresentano, in buona sostanza, una difesa di Conte e un attacco a chi lo ha seguito dopo di lui al governo (senza nominare nessuno, mi puzza di furbizia). Cosa che già pare 'sospetta' e prevenuta...Ok poi io dal canto mio sono prevenutissimo contro Conte e le 'meraviglie' con cui ci ha deliziato. Questo sempre per mantenere un certo aplomb...
In secondo luogo, noto come secondo l'articolo sarebbe così difficile trovare utenti che hanno fruito del superbonus in regola, come fosse una cosa onestissima, normale e passabile.
Infine vorrei ricordare che se non erro i costi del superbonus per l'Italia sono stati di una 60 ina di miliardi, che, spesi in modo più mirato, avrebbero dato un ritorno in termini di occupazione, gettito fiscale e PIL di molto superiori, come un minimo di logica ci potrebbe fare immaginare.


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oriundo2006
Famed Member
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In una situazione bloccata politicamente come quella italiana qualsiasi provvedimento che abbia finalità di intervento attivo in economia è benvenuta. Il superbonus come è stato congegnato aveva anche ( e forse sopratutto ) un' altra finalità: concedere alle banche piccole e medie un adeguato flusso ( statale ) di cassa con cui compensare i prestiti ammalorati, rendendo i loro bilanci coerenti con le direttive europee.

Era questa la sua vera finalità ? Con le decisioni giurisprudenziali citate questa finalità salta ed il superbonus si avvia ad essere la solita 'occasione mancata'.

Perchè ? A parte la questione dell'anticipo bancario, in ogni caso poteva e doveva essere rimodulato in relazione più stretta col nostro patrimonio immobiliare 'storico', dunque con i grandi centri delle città del Sud ma non solo: anche Torino ad esempio ne aveva bisogno. Come 'costringere' i proprietari di case ad accedervi ? E' semplice: levando un pò di IMU o azzerandola per le case rimesse in ordine. In realtà una parte cospicua dei centri storici italiani non è proprio per nulla a norma stante le vigenti regole assai restrittive, pensate per costruzioni recenti, post-II GM ( ad essere benevoli ), mentre più della metà sono costruzioni ottocentesche ed una parte rilevante ancora prima, senza considerare le dimore gentilizie di cui l' Italia è piena. 

Naturalmente non parlo di città come Catania, dove quartieri interi sono abusivi...

Complessivamente quello che ne risulta è che non puoi fare 'riforme' nell' edilizia abitativa e commerciale in Italia con una scarpa con regole europee e con un'altra con quelle italiane. O obbedisci a quelle europee ad esempio quelle recentissime, e allora radi al suolo metà del nostro patrimonio abitativo o lo rendi indisponibile alla compravendita, o fai delle regole 'tagliate' sulla nostra realtà ed anche delle mentalità dei cittadini italiani e non su quella di Bruxelles o di Amburgo in Germania. 

Anche sotto questo aspetto conviene accorgersi finalmente che dobbiamo procedere per nostro conto. Pensare che obbedendo ciecamente a Bruxelles facciamo direttamente i nostri interessi è da privilegiati percettori di rendite pubbliche che lasciano sul groppone altrui il peso delle conseguenze dei provvedimenti cui danno allegro corso.


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