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Che succede in Russia?


PietroGE
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La guerra verbale tra Prigozhin e Schoigu ha raggiunto ormai dimensioni da guerra civile. I militari a Mosca sono in allerta per difendere la città da un probabile assalto delle truppe Wagner!! Il capo della Wagner ha accusato il ministro delle difesa russo di aver lanciato missili contro una base Wagner facendo dozzine di morti. Il ministero della difesa smentisce. Putin tace e non si capisce se Prigozhin è d'accordo con Putin o si è messo in proprio.  È una mossa di Putin per liberarsi del ministro della difesa e per dare la colpa a qualcun altro del disastro ucraino? 

https://www.youtube.com/watch?v=tktoPchQf6Q

Russian coup fears: Wagner Group creates unrest in Moscow 

Yevgeny Prigozhin , il capo dell'appaltatore militare russo Wagner Group , ha scatenato un'escalation di guerra verbale con i leader militari del suo paese, indicando che era pronto ad andare "fino in fondo" per affrontarli.

Sabato, Prigozhin ha pubblicato un messaggio audio sull'app di social media Telegram, affermando che i suoi combattenti erano passati dall'Ucraina alla città di confine russa di Rostov-sul-Don e che avrebbero combattuto chiunque avesse cercato di fermarli.

"Abbiamo attraversato i confini di stato in Russia", ha detto Prigozhin, descrivendo un ingresso pacifico nel paese. "Le guardie di frontiera sono venute incontro a noi e hanno abbracciato i nostri combattenti".

È stata l'ultima provocazione di Prigozhin da quando le autorità russe hanno annunciato che avrebbero avviato un procedimento penale contro il capo mercenario, per le minacce che avrebbe fatto per rimuovere il ministro della Difesa del paese Sergei Shoigu.
Venerdì Prigozhin ha accusato Shoigu di aver ordinato un attacco missilistico contro i campi di Wagner in Ucraina, dove i suoi soldati stanno combattendo per conto della Russia. In un audio pubblicato su Telegram, Prigozhin si è scagliato contro le esplosioni di razzi e il prezzo che ha avuto sulle forze di Wagner.

"Un numero enorme di nostri combattenti, dei nostri compagni di combattimento, è stato ucciso", ha detto. “Il male che sopporta la leadership militare del Paese deve essere fermato. Trascurano la vita dei soldati. Dimenticano la parola giustizia.

Prigozhin ha stimato che 2.000 dei suoi combattenti fossero stati uccisi nelle esplosioni, sebbene non sia riuscito a fornire prove per quel bilancio delle vittime. Il suo messaggio includeva un invito all'azione che da allora il governo russo ha interpretato come un appello all'ammutinamento.

"Siamo in 25.000 e capiremo perché questo caos sta accadendo nel paese", ha detto Prigozhin, indicando che aveva più forze in riserva e il sostegno dei membri militari. "Tutti sono invitati a partecipare. Dobbiamo porre fine a questa disgrazia.

Le parole di Prigozhin sono state un'escalation significativa nella sua lunga situazione di stallo con il ministero della difesa russo. In risposta, il ministero ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che le accuse di Prigozhin "non erano vere e sono una provocazione informativa".

Prigozhin ha affermato che le sue azioni non sono state un colpo di stato militare, ma piuttosto "una marcia della giustizia".


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sarah
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Sul terreno ucraino ormai, per loro stessa ammissione, le cose non stanno andando bene per zelenski e la nato. Credo che sia la prima volta dall'inizio della vicenda che i media ammettono le difficoltà reali perché finora si erano limitati a trasmettere banali messaggi patriottici filo ucraini senza dar conto minimamente delle dinamiche reali. Se questo non ci stupisce però, con curioso tempismo, poche ore dopo ecco che viene di fatto annunciato l'ammutinamento dei militari russi. In un tempo brevissimo ( poche ore ) tutto assume già dei connotati precisi: defezione dei vertici delle forze armate con conseguente mobilitazione generale e colpo di stato. Sembra solo questione di ore o al massimo di giorni. Dunque il famoso epilogo di tutta la questione, per la cui previsione si sono percorse tutte le vie possibili dalle improbabili mediazioni vaticane fino alla catastrofe nucleare, era già delineato ed ora è pronto. La Russia farà la fine dell'Ucraina con il regime spazzato via da una rivolta guidata da militari evidentemente "addestrati" al di fuori della propria patria. Dopo è un gioco da ragazzi, si tratterà solo di spartirsi il grasso bottino. Ma c'è una ma. Anche più di un ma. Finora queste strategie hanno funzionato ( e neanche troppo bene ) in paesi piccoli e piuttosto marginali, già con la Turchia e l'Iran il gioco forse è sembrato troppo pericoloso. Una Russia in preda al caos significa un territorio sconfinato e soprattutto dotato di armamenti di prim'ordine. Chi gli metterà prontamente le mani sopra? I fidati mercenari russi agli ordini di Biden? Anche così sembra poco realistico perché i mercenari sono mercenari e potrebbero essere tentati di "alzare il prezzo" con ricatti poco educati, specie se la posta in gioco è così alta. Sembra poco realistico anche lo scenario di un Putin "arrestato e fatto a pezzi" come Gheddafi, Saddam Hussein o Bin Laden. Qui non siamo tra le grotte dell'Afghanistan e nemmeno tra i narcos del centro America. Non si può certo escludere nulla anche se l'unica certezza sembra essere l'enorme pericolo che potrebbe derivare da una situazione simile. Di mezzo ( non politicamente ma proprio geograficamente ) c'è poi l'Europa. Mala ( malissima ) tempora currunt.


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oriundo2006
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Sarah, mi pare che tu corra troppo. Dal nostro limitatissimo osservatorio difficile per ora trarre conclusioni ultimative.

Forse solo alcune però: chi è al comando DEVE star a sentire chi è in prima linea. DEVE dar seguito fattivo alle richieste. DEVE corrispondere al loro stato d’animo attraverso un orientamento ‘patriottico’ dell’ opinione pubblica, anche ‘forzandolo’, ed eliminando i culi di pietra del quartier generale.

Ed in secondo luogo, non si possono fare guerre nel 2023 come nel 1900. Le opinioni pubbliche ‘moderne’ non vogliono essere troppo distratte dal calcio, i gossip, le mangiate fra amici ed il sesso: zero stress e basta. Questi sono gli obiettivi moderni della ‘ggente’ e non altro.

Dunque uno strike poderoso, fortissimo, ultimativo, e non uno stillicidio di operazioni ‘a fisarmonica’. Oggi nessuna opinione pubblica ti può seguire nè tantomeno lo possono fare i militari in prima linea, che assistono a decisioni strategiche incomprensibili e crepano senza un vero perchè.

Oggi ufficialmente la Russia ha perso…possiamo dirlo ?

 


sarah hanno apprezzato
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PietroGE
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. Una Russia in preda al caos significa un territorio sconfinato e soprattutto dotato di armamenti di prim'ordine. Chi gli metterà prontamente le mani sopra?

Khodorkowsky, cioè il prestanome dei Rothschild si è già fatto avanti . A lui non interessa Prigozhin, vuole mettere le mani (per conto dei suoi padroni) sul petrolio e sulle risorse energetiche russe. Il resto è secondario. Il mio sospetto è che Prigozhin abbia appoggi e sostegno nel Deep State russo, tra gli apparatchick che si aspettavano una vittoria su l'Ucraina in dieci giorni e non sono disposti a andare avanti per altri anni in una situazione dove nessuno degli obiettivi della azione militare è stato fino ad ora raggiunto e una grande parte dell'esercito russo rischia di essere costretta a restare in Ucraina a difendere i territori conquistati e di fare da bersaglio per le azioni di guerriglia ucraine. Io ho sempre avuto il sospetto che i servizi segreti fossero contrari all'intervento militare in Ucraina. Rimane da capire il perché dei numerosi errori di calcolo commessi : 1) Si credeva che l'esercito ucraino non avrebbe combattuto o si sarebbe arreso subito 2) Pensavano che Ze sarebbe fuggito in elicottero 3) Credevano che i Paesi europei condizionati dal gas russo non avrebbero sostenuto l'Ucraina e soprattutto 4) Pensavano che gli USA non sarebbero intervenuti direttamente come hanno poi fatto con armi e intelligence. Una serie di errori talmente gravi che uno stenta a credere siano stati possibili. Se c'è una cosa che i servizi segreti russi conoscevano come le loro tasche era quello che succedeva in Ucraina. Hanno veramente descritto la situazione per come era o hanno detto a chi di dovere quello che questi ultimi volevano sentirsi dire?  E chi ha preso poi la decisione di intervenire, Putin da solo o una cerchia ristretta di gente più o meno fidata?


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sarah
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@oriundo2006 e PietroGE. Sì, sì, senza dubbio ho corso troppo e mi dispiace di essere intervenuta così a caldo senza poter riflettere a fondo sulla situazione ma la cosa mi è sembrata così importante che valesse la pena parlarne. E' ancora presto per considerazioni plausibili anche se i media mainstream stanno imprimendo una velocità impressionante al tutto che mi dà la sensazione di trovarmi di fronte all'ennesimo fatto compiuto. Tra le varie ipotesi che ho letto, la più significativa e che impone cautela è quella secondo cui Prigozhin non sarebbe affatto un filo-occidentale e che quindi ci troveremmo di fronte ad una resa dei conti interna con una parte delle forze armate a rivendicare maggiore libertà di azione onde ottenere uno sbocco più chiaro e più rapido in Ucraina. Non so, di sicuro e vista così, se questo generale ha voluto in qualche modo forzare la situazione ucraina a favore della Russia, allora lo ha fatto nel peggiore dei modi e non poteva non essere in grado di prevederlo. Quanto alle considerazioni di @PietroGE, che condivido, soprattutto riguardo agli appetiti di altre nazioni per gli armamenti russi, aggiungerei anche un'altra osservazione: da tempo mi chiedo come possa definirsi realmente lo scontro in Ucraina e perché la stessa Russia abbia compiuto mosse che a volte sono sembrate al limite dell'autolesionismo. Per come provo a vederla io, mi pare che Putin abbia deciso di usare questa operazione militare come un estremo tentativo negoziale, senza di fatto chiudere la porta in faccia all'Occidente ma aumentando la propria dimostrazione di deterrenza militare. Ne è derivata una "mezza guerra" che si sta protraendo senza grossi scossoni e che è apparsa programmata in diversi suoi aspetti,  dalla pianificazione dell'invio di armi all'esodo dei profughi che ha avuto inizio ancor prima di una effettiva valutazione del rischio. Inoltre credo, ma è un'opinione personale, che lo stesso Putin abbia inizialmente abbracciato a modo suo i precetti della scuola politica globalista che si è prefissata il "modesto" obiettivo di comandare l'intero mondo. Ricordo bene la sua vicinanza alla Nato ai tempi degli accordi di Pratica di Mare ed anche i silenzi-assensi all'inizio della vicenda pandemica. Mi sembra un quadro ancora a tinte grigie. E non nascondo di aver sempre faticato a credere che egli possa costituire l'unico argine all'avanzata del pensiero unico e del mondo unipolare-usa.

Questo mi sembra interessante:

Russia. Il colpo di stato della Wagner parte da lontano - Crisi in Ucraina - L'Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)


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