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E.Forenza,PRC, al presidio di Roma: "Il genocidio del popolo ebraico lo abbiamo fatto noi e non lo devono pagare i palestinesi "


marcopa
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https://www.localteam.it/video/roma-manifestanti-pro-palestina-nessuna-legittimita-nei-divieti

 

Nel video le parole di Maurizio Acerbo ed Eleonora Forenza al presidio di Roma in piazza Vittorio in solidarietà con il popolo palestinese.

 

bellissime quelle della ex europarlamentare Eleonora Forenza, Rifondazione Comunista, 

 

" Il genocidio del popolo ebraico lo abbiamo fatto noi e non lo devono pagare i palestinesi "

 

Questa argomento è stata modificata 8 mesi fa 2 volte da marcopa

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oriundo2006
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Veramente quel 'noi' non esiste.

Lo hanno fatto LORO, la 'cupola' sionista, da sempre presente in TUTTI GLI SCHIERAMENTI con uomini spietati che portano avanti la LORO AGENDA. LA PROVA è DAVANTI AI VOSTRI OCCHI:  il potere centuplicato che ne è derivato agli ebrei e sopratutto al sionismo organizzato mondialmente. E' servito loro egregiamente allo scopo di realizzare le 'profezie' bibliche sul dominio della Terra e sulla correlativa servitù degli 'altri': con qualunque mezzo e sempre senza alcuno scrupolo.

Come oggi, come il 7 ottobre del '23, pianificato e deciso da più mani assassine anche all' interno dello stato giudaico ( e sopratutto lì ). 

 

Questo post è stato modificato 8 mesi fa da oriundo2006

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PietroGE
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" Il genocidio del popolo ebraico lo abbiamo fatto noi e non lo devono pagare i palestinesi "

 

Noi chi?


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sarah
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Post: 585
 

"Bellissime parole"? Io non direi. "Il genocidio del popolo eb.raico lo abbiamo fatto noi..." E chi esattamente? La signora Forenza, il signor Acerbo, lo hanno fatto loro? Oppure lo hanno fatto tutti gli italiani, magari con la collaborazione di chi è nato nel nuovo millennio? Non voglio banalizzare ma mi sembrano affermazioni irricevibili anche se purtroppo facilmente inquadrabili nel perimetro dell'ideologia ingessata che ancora tiene in scacco questo paese. Queste parole sono inutili e rinnovano i deleteri sentimenti di contrapposizione e revanscismo basati sul concetto di colpa collettiva. Partendo da questo assunto dunque ha senso quanto sta accadendo: si celebra annualmente una giornata ( in realtà molto più di una ) nella quale lo scopo principale sembra essere quello di rammentare ad un intero popolo colpevole ( o per lo meno sempre potenzialmente colpevole ) il peso dei propri peccati e l'ammonimento a seguire docilmente ogni indicazione ricevuta onde evitare che "l'orrore si ripeta". Come se fossimo "noi" ( il famoso imprecisato noi ) la fonte di ogni potenziale nefandezza da tenere a bada. Se ci si pensa, il cerchio si chiude facilmente perché tra le indicazioni da seguire c'è anche la giustificazione morale e il silenzio nei confronti delle violenze contro i civili palestinesi. C'è il doppiopesismo morale. Ma di che ci lamentiamo se poi siamo noi stessi a rinnovare nei nostri stessi confronti le medesime accuse di colpe storiche destinate letteralmente a perseguitare intere generazioni con immutata intensità? Ammettendo l'idea della colpa collettiva, si spalanca la porta a posizioni che hanno più il senso della vendetta che della commemorazione. La stessa vendetta "sacrosanta" ora compiuta in palestina e che noi siamo chiamati ad appoggiare e a benedire. Le sembra che possa ancora avere senso?


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marcopa
Illustrious Member
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Le leggi razziali furono fatte anche dal regime fascista italiano,

 

questo è un dato di fatto, ieri affermato anche da Giorgia Meloni,

 

Forenza è una comunista, l' unica tra le altre cose che ricorda spesso Berlinguer e nello stesso momento è sempre vicina ai movimenti, quando era europarlamentare l' ho vista più volte  in piazza anche sotto l' acqua o sotto il sole di fine giugno.

 

Il fatto che abbia detto noi è un grosso segno di umiltà e rispetto per i palestinesi,

 

lei, che è nata nel 1976, non è responsabile delle deportazioni né per età né per appartenenza politica, ma si assume la responsabilità come italiana


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PietroGE
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Post: 4122
 

Forenza è una comunista,

Forenza dovrebbe anche ricordare i 20 milioni di morti che il comunismo ha causato solo nell'URSS, molti di più del cosiddetto olocausto.  In questo caso il 'noi' ci starebbe  bene.


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BrunoWald
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Che vuoi farci, Pietro, i compagni hanno la memoria selettiva. I loro non sono stermini ma "lotta di classe", e i gulag, al contrario dei lager, andavano nel senso giusto della Storia.

In quanto alle leggi razziali, Mussolini resistette fino al 1938 prima di introdurle, allorché si rese conto con sua gran costernazione che la mafia apolide voleva la pelle dell'Italia, non meno che della Germania. Per molti anni aveva cercato di barcamenarsi, mantenendo nella sua cerchia intima personaggi piuttosto dubbi, nella speranza di conservare buone relazioni con gli ambienti massonici internazionali e con la finanza ebraica. L'ebreo Guido Jung fu suo ministro delle finanze dal 1932 al 1935; circa in quegli stessi anni l'ebreo polacco Giuseppe Toeplitz fu alla testa della Banca Commerciale, che era parte dell'IRI e controllava un quarto del capitale azionario italiano; stiamo dunque parlando di personaggi che, come anche i massoni e antifascisti Beneduce e Mattioli (fra gli altri) controllavano settori strategici dell'economia dell'Italia fascista. Con simili premesse, mi pare che gli sviluppi successivi, che costituirono un'inversione di tendenza talmente drastica, andrebbero investigati e compresi, piuttosto che demonizzati.


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BrunoWald
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Va aggiunto per amor di verità che Guido Jung, benché di origini ebraiche, aderì al PNF fin dal 1922 e partecipò da volontario alla Grande Guerra e alla Guerra d'Etiopia, venendo decorato in entrambi i conflitti con la Medaglia d'Argento al V.M., dunque le sue credenziali erano impeccabili, e la sua presenza ai vertici del fascismo pienamente giustificata. Del resto, se Mussolini lo inviò nel 1933 a incontrare Roosevelt, era chiaramente una persona inserita in circoli di alto livello con cui il duce non intendeva rompere le relazioni. Due anni più tardi dovette lasciare l'incarico perché in contrasto con la nuova direzione antiliberale e "dirigista" (keynesiana) del regime. Non può essere stato un caso che tale svolta coincise con la crescente ostilità delle sedicenti democrazie occidentali nei confronti dell'Italia fascista, e del nostro progressivo avvicinamento alla Germania.

Malgrado la sua adesione al governo di Badoglio, nel 1943, fino a un certo punto comprensibile, Jung fu una personalità che merita rispetto, e che sarebbe ingiusto inserire arbitrariamente nello stesso mazzo di traditori che appartenevano, ad esempio, alla banda della Comit. Noi italiani ignoriamo ampiamente la nostra storia, in particolare il periodo decisivo tra il 1929 e il 1943, i cui retroscena immagino ci riserverebbero notevoli sorprese qualora si potessero conoscere integralmente.


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