Il commento che segue è di Vittorio Agnoletto, medico e attivista di Medicina democratica. Condivido questa sua frase
"L’impressione è che su questa tragedia e le responsabilità che si porta dietro ci sia una grande attenzione a non lasciare troppo accesi i riflettori.."
Molti elementi di questa tragedia avrebbero dovuto spingere ad una attenzione maggiore: molte delle questioni che segnalerò sono già nei miei numerosi post sulla vicenda.
1) Nella prima ondata Covid nella Casa dei Coniugi al 10 aprile erano già deceduti 55 pazienti su 200. Se non ci fossero state le denunce dei parenti, e l' eco mediatico soprattutto delle denunce deli decessi al Pio Albergo Trivulzio i decessi sarebbero stati ancora di più.
2) l' assenza dell' allarme anti incendio è grave e il fatto che i vetri delle camere fossero anche impossibili da aprire avrebbe dovuto amplificare le precauzioni, 5 decessi su 6 sono dovuti al fumo e non alle fiamme,
3) la cooperativa Proges di Parma è grande e ben inserita nell' orbita del Partito Democratico, alla sua assemblea del 30 giugno è intervenuto in video conferenza Stefano Bonacini, governatore dell' Emilia Romagna, a Milano è stata inserita da Majolino, all' epoca assessore ai servizi sociali, poi candidato a governatore della Lombardia e attualmente nella segreteria di Elly Schlein. la presidente della coop è vice presidente della lega coop Emilia Romagna.
4) la Cooperativa Proges e il Comune di Milano hanno collaborato nel progetto dell' Adriano Community Center, un investimento di 15 milioni da parte della coop, agevolata dal Comune di Milano che probabilmente le ha concesso favori che non avrebbe concesso ad altri privati.
Un investimento miliardario comunque dei due soggetti che invece nella collaborazione della RSA Casa dei Coniugi hanno messo anni per sostituire un allarme antincendio.
5) C' erano già state denunce delle mancanze della coop Proges nella gestione della RSA Casa dei Coniugi. Le denunce sono registrate nelle trasmissioni di radio Popolare condotte da Vittorio Agnoletto.
Vedrà che le polemiche non mancheranno, a iniziare da lunedì quando il sindaco Sala riferirà in Consiglio Comunale.
Marcopa
Ho partecipato stamattina ai funerali delle vittime del rogo nella Casa per Coniugi di Milano. Il Duomo era in gran parte vuoto, oltre ai parenti erano pochi i presenti, anche tra le autorità i numeri erano scarsi, se si considera che in Lombardia vi sono ottanta consiglieri regionali e a Milano cinquanta consiglieri comunali che si sono fronteggiati ferocemente in Consiglio polemizzando su quanto accaduto , ma molti dei quali non hanno sentito il bisogno di rendere l’ultimo saluto alle vittime.
Personalmente sono rimasto deluso dalle parole dell’arcivescovo Delpini, è vero che rivolgendosi a chi ci ha lasciato ha voluto ricordare che “Tu non sei una solitudine desolata che è destinata a svanire senza che alcuno ne senta la mancanza ….” ma non una parola sul fatto che hanno trovato la morte proprio lì dove erano andati per essere assistiti, non un accenno e un incoraggiamento perché la giustizia umana faccia fino in fondo il suo corso.
In città non tutti gli edifici pubblici avevano la bandiera a mezz’asta come prevede la dichiarazione di lutto cittadino e come avvenuto in un’altra recente occasione.
L’impressione è che su questa tragedia e le responsabilità che si porta dietro ci sia una grande attenzione a non lasciare troppo accesi i riflettori. Come spesso accade, nei prossimi mesi e nelle prossime settimane toccherà ai cittadini e alle associazioni, che difendono il diritto universale alla cura, il compito di tenere vivo il ricordo e di chiedere, ancora una volta, verità e giustizia.