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Alberto Bagnai - Manovre e regole


Tao
 Tao
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Back to basics...

Lo squadrone a cui apparteneva Rostov, avuto appena tempo di montare a cavallo, fu disposto con la faccia al nemico. Di nuovo, come là sul ponte di Enns, tra lo squadrone e il nemico non c’era più anima viva, e tra l’uno e l’altro, separandoli, giaceva quel tremendo limite dell’ignoto e del terrore, simile al limite che separa i vivi dai morti. Tutti avevano la sensazione di quel limite, e la questione se avrebbero o non avrebbero varcato, e in che modo varcato, quel limite, li agitava nell’intimo.

Lungo lo schieramento sopravvenne il comandante, rispose stizzito alle domande degli ufficiali, e, col tono di uno che disperatamente resta sempre del suo parere, impartì degli ordini. Nessuno diceva nulla di preciso, ma si diffuse nello squadrone la voce che si stava per andare all’attacco. Risonò il comando di disporsi a plotoni, poi sibilarono le sciabole, sguainate dai foderi. Ma ancora nessuno, tuttavia, si moveva. Le truppe del fianco sinistro, fanteria e ed ussari del pari, sentivano che i comandanti per primi non sapevano cosa fare; e l’irresolutezza dei comandanti veniva a comunicarsi alle truppe.

“Presto, presto...” pensava Rostov, sentendo che finalmente era arrivata l’ora di provare quella voluttà della carica, di cui aveva tanto sentito parlare dagli ussari suoi colleghi.

– Con Dio, ragazzi! – s’alzò squillante la voce di Denisov. – Al trotto, marsc!

Nella fila di testa incominciò un movimento di groppe di cavalli. Corvetto tirò le redini e, per proprio conto, partì.
Sulla sua destra Rostov vedeva le prime file degli ussari del Pavlogradskij, mentre più lontano, in avanti, scorgeva una scia scura, che non poteva distinguere bene, ma che considerava fosse il nemico. Qualche sparo giungeva all’orecchio ma di lontano.

– Accelerare il trotto! – risonò il comando: e Rostov sentì come alzava di posteriore, passando al galoppo, il suo Corvetto.

Quest’ultimo indovinava in anticipo ogni suo movimento, e lui si sentiva crescere dentro un senso d’allegria. Aveva notato, innanzi, un albero isolato. Era un albero che, da principio, stava là innanzi, al centro di quel limite che si presentava tanto tremendo. Ma ecco che ormai l’avevano varcato, quel limite, e non solo non c’era nulla di tremendo, ma il senso d’allegria e d’animazione cresceva sempre. “Oh, che fendenti gli menerò!”, pensava Rostov, stringendo in pugno l’elsa della sciabola.

– Urraaaaà! – rimbombarono delle voci.

“Via, mi capiti innanzi, adesso, chi vuole...” si disse Rostov, premendo gli sproni nei fianchi a Corvetto; e , sorpassando altri compagni, lo lanciò a tutta carriera. Innanzi, era già visibile il nemico. A un tratto, come un ampio ventaglio di verghe di betulla, qualche cosa diede una frustrata allo squadrone. Rostov alzò la sciabola preparandosi a menar fendenti, ma, in quel momento, quello che gli galoppava innanzi, il soldato Nikitenko, lo distaccò, e Rostov ebbe la sensazione, come in sogno, di continuare a esser portato innanzi con innaturale rapidità, e nello stesso tempo di restare sempre a un punto. Di dietro a lui, il ben conosciuto ussaro Bondarčuk venne a galoppargli addosso, e rabbiosamente gli diede un’occhiata. Il cavallo di Bondarčuk fece uno scarto, e quello, evitandolo, gli passò accanto al galoppo.

“Ma com’è che io non mi muovo? Io sono caduto, sono morto...” in un lampo si domandò e si rispose Rostov. Egli era solo, ormai, in mezzo alla campagna. Invece di cavalli in corsa e schiene di ussari, si vedeva tutt’intorno, immobile, terra e stoppie. Caldo, del sangue gli stava sotto. “No, io sono ferito, e il cavallo è morto”. Corvetto cercò di sollevarsi sulle zampe anteriori, ma ricadde, schiacciando la gamba al cavaliere. Dalla testa del cavallo il sangue colava a fiotti. Il cavallo si dibatteva e non riusciva ad alzarsi. Rostov fece per sollevarsi, e ricadde anche lui: la taschetta del cinturone gli s’era impigliata alla sella. Dove fossero i nostri, dove fossero i francesi, non sapeva più. Non c’era nessuno tutt’intorno.

Liberatosi il piede, si tirò su. “Dove, da quale parte è adesso quel limite, che con tanta nettezza separava i due eserciti? – domandava a se stesso, e non trovava risposta. – Non sarò stato colto da qualche malore? Si possono dare dei casi simili; e che bisogna fare, in casi simili?” si domandò, rizzandosi in piedi: e, in quel momento stesso, sentì come un di più che gli pendesse dal braccio sinistro, intorpidito. Quella mano gli era come estranea. Si guardò attentamente la mano, invano cercandovi del sangue... “Bah, ecco gente – pensò con sollievo, avvistando un certo numero di uomini che correvano verso di lui. – Costoro mi soccorreranno”. In testa a quegli uomini ne veniva uno con un casco strano e col cappotto turchino; nero, abbronzato, di naso gobbo. Altri due, e poi ancora molti altri, venivano dietro di corsa. Uno disse qualche strana parola, che non era russa. Tra quelli che venivano dietro, con quegli stessi caschi in testa, c’era, isolato, un ussaro russo. Lo tenevano per le braccia; alle sue spalle, portavano a cavezza il suo cavallo.

“Dev’essere uno dei nostri prigioniero... Senza dubbio. Ma dunque anche me prenderanno? Che gente sono? – continuava a pensare Rostov, non credendo ai suoi occhi. – Possibile che siano i francesi?”. Guardava avvicinarglisi i francesi e, sebbene un momento prima non stesse galoppando per altro che per raggiungere i francesi, e massacrarli di fendenti, la loro vicinanza gli appariva ora così spaventosa, che non poteva credere ai suoi occhi. “Chi sono? Perché vengono di corsa? Da me, forse? Possibile che da me vengano così di corsa? E a che fare? A uccidere me? Me, che tutti amano tanto?”. Gli sovvenne quanto amore per lui avevano sua madre, i suoi di casa, gli amici: e l’intenzione dei nemici di ucciderlo gli apparve impossibile. “Eppure, chissà... proprio ad uccidermi!”.

Dedicato all’hidalgo de la Sierra, don Mariano Montov. E così Moody’s ti ha degradato ( http://www.moodys.com/research/Moodys-downgrades-Italys-government-bond-rating-to-Baa2-from-A3--PR_250567 ) ! E certo tu non te lo aspettavi. Ma come: degradare te, proprio te, che a Goldman Sachs tutti amano tanto! Eri partito a passo di carica, col tuo squadrone di governo, per sciabolare diritti e redditi delle classi subalterne... Ma poi è arrivata questa fucilata <http> ...  E tu non capisci, proprio non capisci... “Che bisogna fare in casi simili?”. Fatuo ussaro di primo pelo! Ma forse sei più Vronskij che Rostov, a ben vedere. Perché il cavallo sul quale dovresti cavalcare, più che una fucilata esogena, sei stato tu a ucciderlo, con una manovra sbagliata... Anzi, era una cavalla... Ricordi? « Froufrou franchit, ou plutôt survola le fossé sans y prendre garde; mais au même moment Vronski sentit avec horreur qu’au lieu de suivre l’allure du cheval, le poids de son corps avait, par suite d’un mouvement aussi incompréhensible qu’impardonnable, porté à faux en retombant en selle. Il comprit que sa position avait changé et qu’une chose terrible lui arrivait : quoi au juste ? il ne s’en rendait pas encore bien compte quand il vit passer devant lui comme un éclair l’alezan de Makhotine. »

Povera Froufrou, povera Italia ! Tu non te ne rendi proprio conto, eh, di quello che stai facendo? Eh, no, certo che no. Perché alla fin fine anche tu, come Vronski, sbagli manovra perché sei innamorato della donna sbagliata. Eh sì, lo hai detto tu (certo non io, che però lo sapevo): il tuo scopo è rassicurare quella donna perduta (alle prossime elezioni non ci arriva, sai?), quella che sta segando il ramo sul quale è seduta, e sotto al quale stiamo noi. E certo non ha il fisico di tua sorella, se sei Rostov, ma forse in effetti sei più Vronski, e sei colpito dall’”ampleur assez marquée de
ses formes”... Sì, quel concetto che B. aveva espresso con una certa icasticità (il famoso C.I.), e la cui prima implicazione è che a star sotto al ramo si rischia di grosso, e tu per primo. Ma tu, per rassicurarla, metti il peso dalla parte sbagliata: siamo in recessione, e tu tagli. Sì, lo so, dai, diciamocelo: non sei così tanto ingenuo! Tu tagli perché sai che solo indebolendo il tuo paese riuscirai a svenderlo al miglior prezzo agli acquirenti esteri. I tanti ultimi arrivati che impreziosiscono questo blog dei loro intelligenti commenti ignorano che questa cosa l’abbiamo capita un po’prima e un po’ meglio degli altri. ( http://goofynomics.blogspot.it/2012/01/la-crisi-la-svendita-e-mi-cuggino.html ) E a fare il lavoro sporco ci hai messo un altro ortottero ( http://video.sky.it/news/politica/grilli_vendita_beni_pubblici_per_abbattere_debito/v127904.vid ) (certo, il DDT inquina, però...). Se ne sentiva la mancanza. Perfino la vocedel padrone ( http://stefanonatoli.blog.ilsole24ore.com/il-dato-e-tratto/2012/07/vendita-dei-beni-pubblici-per-fermare-la-speculazione-e-il-debito-ci-vuole-ben-altro.html ) non è d’accordo, ma a te che importa?  Certo, dai suoi illustri commentatori non ci possiamo aspettare che capiscano esattamente cosa sta succedendo. Capiscono anche loro che è sbagliato quello che fai, perché sai, dalla tribuna tutti sono in grado di vedere che il cavallo ti sta rotolando sotto, e che stai finendo con la faccia nel fango (se è fango). Ma naturalmente sono dei luogocomunisti, e il loro luogomuro di Luogoberlino non è ancora crollato: e così vanno avanti a debitopubblicoimproduttivobrutto. Schiavi (del luogo comune, si può dire, no?)! Ma io che i tuoi salvataggi non ci avrebbero salvato ( http://goofynomics.blogspot.it/2011/11/i-salvataggi-che-non-ci-salveranno.html ) te l’ho detto subito, e ti ho anche detto perché: perché stai dando la rispostagiusta alla domanda sbagliata <http> , come spesso fanno i miei studenti di Pescara, i quali però in media saprebbero meglio dei tuoi ministri cosa fare, e non perché siano dei geni (sono tutti intelligenti e simpatici, però), ma perché cosa fare sta scritto nei libri del primo anno, libri che tutti hanno letto.

Tutti tranne te, naturalmente, che, apparentemente algido, sei preso nella foga dell’azione. E i risultati si vedono, e come ( http://www.corriere.it/economia/12_luglio_16/spread-vola-mercati_82266fc0-cf47-11e1-8c66-2d335d06386b.shtml ) ! Perché certo, molto non capirai, ma che bisogna fare in fretta sì, perché che gli altri stanno capendo, questo sì, lo capisci. Con che orrore guardi ai mercati! Ma sai, i mercati sono come i francesi: giocano il gioco che anche tu stai giocando. Tu volevi sciabolare, e loro sciabolano. Eh già! I mercati, amico caro, ussarino di primo pelo, non sono la mamma, non sono Natascia e non sono Sonia. I mercati rivogliono i soldi che hanno incautamente prestato. Non hanno tutti i diritti di rivolerli indietro, secondo me, come forse nessuno ha il diritto di prendere a sciabolate il prossimo. Però li rivogliono, e hanno capito che tu, con la tua austerità, sei pericoloso, perché stai uccidendo i loro debitori. Salvo versare lacrime di circostanza.
E allora?

E allora ti faranno vivacchiare fino alle elezioni di Obama, se ce la fai, e poi dovrai correre, come il povero Rostov. Sperando che dietro i cespugli ci siano i fucilieri russi. Cosa che io ti auguro di tutto cuore. Perché se invece ci sono i mercati, ecco, lì sì che son dolori...

Alberto Bagnai
Fonte: http://goofynomics.blogspot.it/
Link: http://goofynomics.blogspot.it/2012/07/manovre-e-regole.html
17.07.2012


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ws
 ws
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grande !


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Anonymous
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Tutto esatto... ma troppo fine, troppo elegante... il 90% dei farabutti che siedono in Parlamento non sono in grado nemmeno di leggerlo fino in fondo, figuriamoci capirlo. Il termine di riferimento è Cetto Laqualunque, caro Bagnai se vuoi arrivare devi usare quel linguaggio... "u' pilu", altro che Rostov. 😯


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oldhunter
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"Tu tagli perché sai che solo indebolendo il tuo paese riuscirai a svenderlo al miglior prezzo agli acquirenti esteri."

Caro Professore, non credo che lo scopo delle manovre montiane sia la svendita del Paese, o almeno non è questo l'ultimo e il vero fine.
La dimostrazione è nelle parole di alcuni padri talvolta oscuri di questa sciagurata Europa: Perroux, Monnet, Schumann, Attali, Postel-Vinay.

• POSTEL-VINAY
Al suo collega prof. Alain Parguez, "...il direttore generale del ministero delle finanze francese, che appartiene all’ordine monastico dei Benedettini ed è anche il capo dell’Opus Dei francese (fra l’altro, anche la Commissione Europea è ampiamente controllata dall’Opus Dei)... ha detto: «Sì, l’economia francese è morta, ma non abbastanza». E ha aggiunto: «Professore, lei deve capire perché esiste il sistema europeo. Che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere, per sempre, la gente. Vogliamo creare una nuova tipologia di europeo: una nuova popolazione europea, disponibile ad accettare la sofferenza, la povertà. Una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a quelli cinesi. E questo rappresenterà il fulcro del mio impegno».
Il Fiscal Compact viene dalla Francia, è un’idea sempre di Postel-Vinay, monaco benedettino e direttore della Prospettive presso il Governo francese, il quale in un'intervista contenuta nella rivista degli ex studenti dell’Ecole polytechni-que ha scritto: “L'obiettivo è quello di ridurre almeno di metà il potere d'acquisto delle popolazioni europee”.

• SCHUMANN
Già nel 1927 Schumann scrisse che c’era bisogno di creare l’Europa come nuovo ordine, radicato nella tradizione. “Salvare l’Europa dalla decadenza”, per i pro-europeisti significava salvarla da socialismo, rivoluzione, proteste, ebrei, marxisti, libero accesso alla sanità e all’istruzione, aborto, omosessualità. Cosa si doveva fare per costruire l’Europa? Abolire gli Stati; forzare uno stato di deflazione permanente; ridurre progressivamente la spesa pubblica; e trasferire il potere a una classe super-partes di tecnocrati, operante a livello sovranazionale. Significava creare un condominio, composto da Francia e Germania, e un impero coloniale che includesse anche il sud dell’Europa e l’Europa orientale; questo obiettivo era stato chiaramente esplicitato. E come si poteva sopprimere lo Stato? Bisognava privarlo di qualunque potere, relativamente alla moneta. L’Europa avrebbe quindi dovuto basarsi su una valuta sovranazionale, interamente controllata da una banca centrale sovrana che godesse di poteri assoluti per sovrastare gli Stati. In ultima analisi, il loro obiettivo era di imporre la futura valuta europea come un super-standard aureo: il primo abbozzo, per così dire, del Trattato di Maastricht.

• JACQUES ATTALI: «Io ho l’impegno del nostro caro, futuro presidente (Mitterrand): appena possibile noi distruggeremo lo Stato, creeremo una deflazione dell’economia, i salari reali crolleranno; quel che abbiamo in mente è il collasso totale del reddito dei lavoratori e della società francese». Come riuscire a fare tutto questo? Con il Trattato di Maastricht e con la creazione dell’euro.
La folla ignorante assetata di consumi deve imparare la virtù della redenzione e della sofferenza; il popolo deve imparare ad avviarsi sulla via del sacrificio senza consumare”.
Attali aveva sostenuto che l'aumento della disoccupazione verso un tasso fisiologico fosse indispensabile ad una società più razionale, diretta da coloro che “meritano di dirigerla”. Attali diceva che Keynes era un economista britannico mondano e gay, e che il futuro “non sarebbe più appartenuto al popolo”.
Jacques Rueff, consigliere di Pétain e maestro di Attali: “Lo scopo della politica è quello di sottrarre ogni potere alla plebe, ovvero a tutta questa gentaglia che non ha diritto ad averlo, perché non sa assolutamente niente”.

• FRANÇOIS PERROUX
C'è un importante articolo, pubblicato nel dicembre 1943, nella rivista che era appoggiata all'epoca dal regime del maresciallo Pétain, la Rivista dell'Ordine Economico. In questo articolo, intitolato “La moneta nell'economia europea organizzata” vediamo degli elementi fondamentali che servono da prima versione, da “bozza” per il Trattato di Maastricht e del Patto di crescita e di stabilità. Cito testualmente:
Dato che, il nostro obiettivo è quello di ridurre il ruolo dello Stato a quello di strumento che imponga le leggi di mercato, occorre togliergli anche ogni tipo di controllo sulla moneta”.
Il cattolico della teoria liberista François Perroux, autore del suddetto articolo (e fautore dell'Ancien Regime) aggiungerà: “Grazie a questo progetto che realizzerà il futuro, il potere sarà esclusivamente nelle mani di un direttorato fatto di saggi e di tecnocrati e la democrazia verrà abolita per sempre”.
Perroux lasciò scritto che «il futuro garantirà la supremazia alla nazione o alle nazioni che imporranno la povertà che genera super-profitti e quindi accumulo».


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Arazzi
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Ecco, basterebbe tirar fuori sti quote ogni volta che si dibatte sull'euro, molto più efficaci di qualsiasi masturbazione tecnico-teorica macroeconomica.


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"Tu tagli perché sai che solo indebolendo il tuo paese riuscirai a svenderlo al miglior prezzo agli acquirenti esteri."

Caro Professore, non credo che lo scopo delle manovre montiane sia la svendita del Paese, o almeno non è questo l'ultimo e il vero fine.
La dimostrazione è nelle parole di alcuni padri talvolta oscuri di questa sciagurata Europa: Perroux, Monnet, Schumann, Attali, Postel-Vinay.

• POSTEL-VINAY
Al suo collega prof. Alain Parguez, "...il direttore generale del ministero delle finanze francese, che appartiene all’ordine monastico dei Benedettini ed è anche il capo dell’Opus Dei francese (fra l’altro, anche la Commissione Europea è ampiamente controllata dall’Opus Dei)... ha detto: «Sì, l’economia francese è morta, ma non abbastanza». E ha aggiunto: «Professore, lei deve capire perché esiste il sistema europeo. Che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere, per sempre, la gente. Vogliamo creare una nuova tipologia di europeo: una nuova popolazione europea, disponibile ad accettare la sofferenza, la povertà. Una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a quelli cinesi. E questo rappresenterà il fulcro del mio impegno».
Il Fiscal Compact viene dalla Francia, è un’idea sempre di Postel-Vinay, monaco benedettino e direttore della Prospettive presso il Governo francese, il quale in un'intervista contenuta nella rivista degli ex studenti dell’Ecole polytechni-que ha scritto: “L'obiettivo è quello di ridurre almeno di metà il potere d'acquisto delle popolazioni europee”.

• SCHUMANN
Già nel 1927 Schumann scrisse che c’era bisogno di creare l’Europa come nuovo ordine, radicato nella tradizione. “Salvare l’Europa dalla decadenza”, per i pro-europeisti significava salvarla da socialismo, rivoluzione, proteste, ebrei, marxisti, libero accesso alla sanità e all’istruzione, aborto, omosessualità. Cosa si doveva fare per costruire l’Europa? Abolire gli Stati; forzare uno stato di deflazione permanente; ridurre progressivamente la spesa pubblica; e trasferire il potere a una classe super-partes di tecnocrati, operante a livello sovranazionale. Significava creare un condominio, composto da Francia e Germania, e un impero coloniale che includesse anche il sud dell’Europa e l’Europa orientale; questo obiettivo era stato chiaramente esplicitato. E come si poteva sopprimere lo Stato? Bisognava privarlo di qualunque potere, relativamente alla moneta. L’Europa avrebbe quindi dovuto basarsi su una valuta sovranazionale, interamente controllata da una banca centrale sovrana che godesse di poteri assoluti per sovrastare gli Stati. In ultima analisi, il loro obiettivo era di imporre la futura valuta europea come un super-standard aureo: il primo abbozzo, per così dire, del Trattato di Maastricht.

• JACQUES ATTALI: «Io ho l’impegno del nostro caro, futuro presidente (Mitterrand): appena possibile noi distruggeremo lo Stato, creeremo una deflazione dell’economia, i salari reali crolleranno; quel che abbiamo in mente è il collasso totale del reddito dei lavoratori e della società francese». Come riuscire a fare tutto questo? Con il Trattato di Maastricht e con la creazione dell’euro.
La folla ignorante assetata di consumi deve imparare la virtù della redenzione e della sofferenza; il popolo deve imparare ad avviarsi sulla via del sacrificio senza consumare”.
Attali aveva sostenuto che l'aumento della disoccupazione verso un tasso fisiologico fosse indispensabile ad una società più razionale, diretta da coloro che “meritano di dirigerla”. Attali diceva che Keynes era un economista britannico mondano e gay, e che il futuro “non sarebbe più appartenuto al popolo”.
Jacques Rueff, consigliere di Pétain e maestro di Attali: “Lo scopo della politica è quello di sottrarre ogni potere alla plebe, ovvero a tutta questa gentaglia che non ha diritto ad averlo, perché non sa assolutamente niente”.

• FRANÇOIS PERROUX
C'è un importante articolo, pubblicato nel dicembre 1943, nella rivista che era appoggiata all'epoca dal regime del maresciallo Pétain, la Rivista dell'Ordine Economico. In questo articolo, intitolato “La moneta nell'economia europea organizzata” vediamo degli elementi fondamentali che servono da prima versione, da “bozza” per il Trattato di Maastricht e del Patto di crescita e di stabilità. Cito testualmente:
Dato che, il nostro obiettivo è quello di ridurre il ruolo dello Stato a quello di strumento che imponga le leggi di mercato, occorre togliergli anche ogni tipo di controllo sulla moneta”.
Il cattolico della teoria liberista François Perroux, autore del suddetto articolo (e fautore dell'Ancien Regime) aggiungerà: “Grazie a questo progetto che realizzerà il futuro, il potere sarà esclusivamente nelle mani di un direttorato fatto di saggi e di tecnocrati e la democrazia verrà abolita per sempre”.
Perroux lasciò scritto che «il futuro garantirà la supremazia alla nazione o alle nazioni che imporranno la povertà che genera super-profitti e quindi accumulo».

Terrificante, in Europa c'è gente che definisce queste persone come dei geni e dei padri d'insegnamento, ma non è possibile.... per il resto grande ancora una volta Bagnai.


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"Tu tagli perché sai che solo indebolendo il tuo paese riuscirai a svenderlo al miglior prezzo agli acquirenti esteri."

Caro Professore, non credo che lo scopo delle manovre montiane sia la svendita del Paese, o almeno non è questo l'ultimo e il vero fine.
La dimostrazione è nelle parole di alcuni padri talvolta oscuri di questa sciagurata Europa: Perroux, Monnet, Schumann, Attali, Postel-Vinay.

• POSTEL-VINAY
Al suo collega prof. Alain Parguez, "...il direttore generale del ministero delle finanze francese, che appartiene all’ordine monastico dei Benedettini ed è anche il capo dell’Opus Dei francese (fra l’altro, anche la Commissione Europea è ampiamente controllata dall’Opus Dei)... ha detto: «Sì, l’economia francese è morta, ma non abbastanza». E ha aggiunto: «Professore, lei deve capire perché esiste il sistema europeo. Che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere, per sempre, la gente. Vogliamo creare una nuova tipologia di europeo: una nuova popolazione europea, disponibile ad accettare la sofferenza, la povertà. Una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a quelli cinesi. E questo rappresenterà il fulcro del mio impegno».
Il Fiscal Compact viene dalla Francia, è un’idea sempre di Postel-Vinay, monaco benedettino e direttore della Prospettive presso il Governo francese, il quale in un'intervista contenuta nella rivista degli ex studenti dell’Ecole polytechni-que ha scritto: “L'obiettivo è quello di ridurre almeno di metà il potere d'acquisto delle popolazioni europee”.

• SCHUMANN
Già nel 1927 Schumann scrisse che c’era bisogno di creare l’Europa come nuovo ordine, radicato nella tradizione. “Salvare l’Europa dalla decadenza”, per i pro-europeisti significava salvarla da socialismo, rivoluzione, proteste, ebrei, marxisti, libero accesso alla sanità e all’istruzione, aborto, omosessualità. Cosa si doveva fare per costruire l’Europa? Abolire gli Stati; forzare uno stato di deflazione permanente; ridurre progressivamente la spesa pubblica; e trasferire il potere a una classe super-partes di tecnocrati, operante a livello sovranazionale. Significava creare un condominio, composto da Francia e Germania, e un impero coloniale che includesse anche il sud dell’Europa e l’Europa orientale; questo obiettivo era stato chiaramente esplicitato. E come si poteva sopprimere lo Stato? Bisognava privarlo di qualunque potere, relativamente alla moneta. L’Europa avrebbe quindi dovuto basarsi su una valuta sovranazionale, interamente controllata da una banca centrale sovrana che godesse di poteri assoluti per sovrastare gli Stati. In ultima analisi, il loro obiettivo era di imporre la futura valuta europea come un super-standard aureo: il primo abbozzo, per così dire, del Trattato di Maastricht.

• JACQUES ATTALI: «Io ho l’impegno del nostro caro, futuro presidente (Mitterrand): appena possibile noi distruggeremo lo Stato, creeremo una deflazione dell’economia, i salari reali crolleranno; quel che abbiamo in mente è il collasso totale del reddito dei lavoratori e della società francese». Come riuscire a fare tutto questo? Con il Trattato di Maastricht e con la creazione dell’euro.
La folla ignorante assetata di consumi deve imparare la virtù della redenzione e della sofferenza; il popolo deve imparare ad avviarsi sulla via del sacrificio senza consumare”.
Attali aveva sostenuto che l'aumento della disoccupazione verso un tasso fisiologico fosse indispensabile ad una società più razionale, diretta da coloro che “meritano di dirigerla”. Attali diceva che Keynes era un economista britannico mondano e gay, e che il futuro “non sarebbe più appartenuto al popolo”.
Jacques Rueff, consigliere di Pétain e maestro di Attali: “Lo scopo della politica è quello di sottrarre ogni potere alla plebe, ovvero a tutta questa gentaglia che non ha diritto ad averlo, perché non sa assolutamente niente”.

• FRANÇOIS PERROUX
C'è un importante articolo, pubblicato nel dicembre 1943, nella rivista che era appoggiata all'epoca dal regime del maresciallo Pétain, la Rivista dell'Ordine Economico. In questo articolo, intitolato “La moneta nell'economia europea organizzata” vediamo degli elementi fondamentali che servono da prima versione, da “bozza” per il Trattato di Maastricht e del Patto di crescita e di stabilità. Cito testualmente:
Dato che, il nostro obiettivo è quello di ridurre il ruolo dello Stato a quello di strumento che imponga le leggi di mercato, occorre togliergli anche ogni tipo di controllo sulla moneta”.
Il cattolico della teoria liberista François Perroux, autore del suddetto articolo (e fautore dell'Ancien Regime) aggiungerà: “Grazie a questo progetto che realizzerà il futuro, il potere sarà esclusivamente nelle mani di un direttorato fatto di saggi e di tecnocrati e la democrazia verrà abolita per sempre”.
Perroux lasciò scritto che «il futuro garantirà la supremazia alla nazione o alle nazioni che imporranno la povertà che genera super-profitti e quindi accumulo».

Terrificante, in Europa c'è gente che definisce queste persone come dei geni e dei padri d'insegnamento, ma non è possibile.... per il resto grande ancora una volta Bagnai.


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oldhunter
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Invito tutti ad approfondire l'argomento cui ho brevemente accennato rileggendo i vari commenti di gattocottero - di cui ho potuto riportare il frutto di una paziente ricerca - all'articolo "Parguez:con l’euro si avvera oggi il sogno dei fan di Hitler":

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=119920#119920


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