Amore... Bene ma no...
 
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Amore... Bene ma non benissimo...


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Topic starter  

Scardovelli, Scardovelli... Biricchino... Ho appena interrotto a circa metà un intervista (QUI) che (devo dire la verità) mi ha un po' gelato.
 
L'Amore... Questo sconosciuto. Anche perché non proviene da questo mondo... Letteralmente. Ci passa attraverso e poi se ne va... Come la luce del Sole. Questo è terribile per chi ne dipende, fisicamente intendo. L'Amore nutre più del cibo, più del sesso, più della giustizia, della meditazione... Di qualunque altra fonte.
 
Qui però non sperimenti la pienezza della sua essenza, ma la decadenza, la caducità, la deprimenza... Cioè il suo scivolare via. Tutto fiorisce per poi appassire e non è certo la fioritura che preoccupa !!!
 
Qualsiasi "cosa" elogia il corpo come fonte d'Amore... Beh, non è difficile immaginare cosa succede: ravani nel marcio dopo poco. Il corpo è poco meno di un "costume di scena". Conserva la grazia di un cencio e non va molto oltre. Non per giudizio o colpa, perché è solo un mezzo. Non il fine.
Tuttavia è per tramite di questo mezzo che veniamo al mondo e ne facciamo esperienza per ciò non è difficile confonderlo con ciò che lo anima. La mente forma le sue competenze per tramite della forma e il viso di una madre è certamente tra le prime che impara a gestire, insieme ai concetti di "amico" o "nemico", fondamentali per la sopravvivenza (del costume di scena). Fa parte della recita e non potrebbe essere altrimenti. Ma tutto questo con l'Amore e la sua fonte cosa diamine centra ? Nulla... Proprio nulla.
 
Il Bambino che è in noi poi è tutto tranne che un ragnetto schiacciato in un angolo a cui poter "parlare". Quello è il residuato (bellico) delle Ombre che ci seguono e della loro coscienza proiettata che non manca mai di farci compagnia come le donnine allegre i lampioni. A noi piace avere quella compagnia... No ?! Se non riesci a vedere (=immaginare) nella luce quel Bambino, fonte primaria d'Amore, cos'altro dovrebbe starci ? Lo ripeto, l'Amore non è di questo mondo !!!
 
Come l'acqua, scorre o marcisce quando trattenuto e non c'è modo di cambiare questa evidenza, puoi lagnarti o frignare quanto vuoi, cosmologicamente non c'è modo.
 
Ma puoi piegarti all'evidenza evidente che rifiuti in via ossesiva e constatare che puoi sempre averne di nuovo. Quindi il problema non è che non puoi trattenerlo, ma che per te la fonte non c'è... In te. Trattieni perché te ne rimane poco fra le dita e quindi "stai sempre a secco". Inizia a considerare l'esistenza di quella fonte allora. Così forse ti verrà in mente di averne anche cura, come fin'ora non t'è passato nemmeno per l'anticamera. Perché fin'ora a quella fonte s'è abbeverato di tutto, tranne te che sei suo legittimo proprietario ancestrale, unico che può rivendicare quel diritto (se lo fa). Tutto si raduna attorno quella luce, creando spesse coltri di polvere scura... Non lo vedi intorno a te quanti se ne profittano e ti tengono lontano ? Sono ciechi almeno quanto te e fanno quello che fai tu: rubare al prossimo qualche goccia (=momento) in più per sedare i morsi della sete e di ciò che ti è dato in abbondanza (infinita) in te. Il Basso Astrale fa di tutto per tenerti lontano anche solo dalla possibilità di considerare la sua esistenza. Te lo nasconde, con persistenti pensieri fastidiosi e confusi, spesso e volentieri pure brutti.
 
Allora proviamo a riformulare la politica della seppia incosciente scardovelliana: non hai bisogno di gruppi, se vuoi te li troverai dopo e saranno come te, alla ricerca di un migliore equilibrio interiore. Immagina quel bambino felice e nella luce. Poi lo abbracci e ti scusi con lui perché... Beh, la lista di solito delle nostre mancanze è lunga e non ha senso stare qui a compilarla per gli altri. Più sei onesto con te stesso e capace di guardati allo specchio, più ne trovi. Pare un Oceano di merda... Un Oceano Stigeo. Eppure nulla di tutto ciò "ci appartiene". Perché quel bambino che mai per tutto il tempo avrà fatto altro se non sorriderci, frega nulla. Gli basta voi siate adesso lì con lui per riconoscerlo come la parte originaria di tutti noi, la Fonte... Il resto non ha alcun valore.

«Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Luca 15,11-32

 

 

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