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ANTROPOCRAZIA E NO GLOBAL


marcodb
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In ogni luogo d’incontro del nostro paese, bar, circolo culturale o altro, può accadere di intrattenere le conversazioni più svariate sui temi più impensabili, ma quando si parla di Globalizzazione, sono davvero poche le persone, vecchie o giovani che siano, uomini o donne, adolescenti, ragazzine che non vengono per nulla magnetizzate da quello che sembra il tema di questo tempo, chiamando ciascuno di loro, ad avere un opinione in proposito, favorevole o sfavorevole che sia.
Dinanzi ai benefici che può portare in campo economico, ad es. la fine della povertà, altresì gli svantaggi sono altrettanto evidenti, fine dell’economia locale, trasferimento di ricchezza agli azionisti delle multinazionali che li spenderanno altrove e mai si sognerebbero di reinvestirli dove sono stati prelevati, fino al sottomettere la dignità umana al servizio del profitto.
Durante il filmato “Corporation” di Jennifer Abbott, Mark Achbar, Canada 2003, una scena mi colpì in maniera significativa: dei no global protestavano davanti alla casa dell’amministratore delegato di una multinazionale, colpevole secondo loro, di recare gravi danni all’ambiente. Intervistato, l’amministratore disse più o meno, queste parole: “Il loro problema è che non hanno potere di cambiare il mondo, che io ho più potere di tutti quelli messi insieme! Vorrebbero salvare l’ambiente ma non possono farci nulla ! ”.
L’amministratore delegato aveva ragione, il destino del mondo è nelle mani di pochi mentre tutti gli altri possono limitarsi solamente a sperare in un mondo migliore.
A chi si sente No Global, tali fatti vengono considerati totalmente abominevoli per il suo essere e in totale contrasto con i suoi aneliti più profondi. Facciamo una breve analisi identificando gli aspetti ricorrenti del no global.
Il No Global è un tipo di persona che sente profondamente il legame con l’ambiente, con la giustizia, con la libertà, non sente limiti di età, adora la collaborazione e l’amicizia e non accetta, a differenza del resto della popolazione, immotivatamente l’autorità esterna ed è per questo motivo che le aziende autogestite hanno avuto successo esclusivamente in comunità che radunavano persone di questo tipo, mentre in tutti gli altri casi, basta guardare la gestione delle cooperative, una serie di leggi e vincoli non sono solo necessarie ma assolutamente vitali. Il no global si sente altresì avulso ai valori borghesi di questa società dove si inserisce a mala pena perché non concepisce le distinzioni in classi sociali. Infine sottolineiamo che il no global si sente cittadino del mondo, estraneo all’elemento nazionale ed è per questo motivo che istintivamente odia la politica anglo-americana essenzialmente basata sul nazionalismo. Per natura è portato non tanto a aiutare gli sfortunati o i poveri ma a considerare tutti gli esseri viventi uguali, con uguali diritti e identiche possibilità, fatto che lo orienta verso dottrine marxiste o comuniste ormai superate dalla realtà dei fatti.
Questa categoria di persone porta una ricchezza interiore straordinaria che se non opportunamente indirizzata, crea quelle ribellioni che i fatti di Genova di qualche anno or sono, altro non sono che un primo disperato segnale di sofferenza insopportabile verso un sistema che asserve la dignità dell’uomo alla logica del profitto.
Il No Global è il portatore dell’antropocrazia, ossia di un modello sociale basato sulla realtà e sull’uomo e non su ideologie o denaro. Questo è un punto su cui invito a riflettere.
Ad esempio, se esistesse una democrazia informatica e i cittadini potessero votare le loro leggi, il problema dell’amministratore prepotente e altezzoso, che fa solo danno, sarebbe risolto.
Ma mentre gran parte della popolazione non si fida degli altri, di come voterebbero, e vuole che il sistema continui così, perché inconsciamente non vuole assumersi le conseguenze delle sue azioni, il no global invece sa che sceglierà bene e che si sentirà appagato per aver contribuito a aiutare il mondo e la società, società che vuole libera da dogmatismi e preconcetti.
Mi sento di consigliare a chi si sente interiormente no global e non a chi finge di esserlo e sono invero in tanti, i libri di N. Bellia La Via D’Uscita e Logica e Attuazione dell’Antropocrazia, liberamente scaricabili alla pagina www.bellia.com. Consigliamo vivamente la lettura di questi scritti anche a tutti quei no global che tentano la via sovversiva per illustrare dove andrebbero coinvogliate le forze e non in sterili e isteriche manifestazioni di massa dove si sfoga la propria frustrazione ma non si riesce a estrarre dalle tante proteste una sola proposta, perché la rivoluzione è innanzitutto una rivoluzione di pensiero, con una società concepita a misura d’uomo ossia capace di poter fargli esplicare la sua creatività e il suo talento (lavoro vocazionale), come mette più volte in risalto in modi diversi l’autore citato.


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Anonymous
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Le avevo già richiesto una spiegazione più esauriente su ciò che lei intendeva per no-global o si-global, alla luce dell'antropocrazia, ma lei ha escamotato la mia domanda.
Io, come già anticipato, sono dopo Niccolò Giuseppe Bellia il primo sostenitore del progetto in questione e le assicuro che quest'ultimo è il grimaldello per abbattere ogni barriera statale.
Per favore non propaghi errate idee!!!


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marcodb
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Carissimo sultano 96

"Barriera statale?"
nell'antropocrazia, lo Stato non regola l'economia ma ne limita il potere devastante di considerare il lavoratore come una merce...Questo obiettivo a grandi linee viene raggiunto...leggendo i libri in questione...

Mi piacerebbe sapere quali sono le idee errate che diffonderei...


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Fin dalla prima volta che lei ha citato l'antropocrazia continuo a chiederle di meglio specificare cosa intende per no-global o si-global, come risposta ho ottenuto che io devo essere più chiaro nel porre i quesiti. Mi scusi dei miei limiti, ma più semplice di così non so essere!!! Anche perchè "l'antropos" NON E' solo il lavoratore, ma ogni uomo che calpesta questo pianeta che viva in Papuasia od in Groenlandia poco importa! Bisogna uscire dagli schemi marxisti e dalla conseguente suddivisione in classi sociali, l'uomo nasce uguale!!!!Lavoratore lo diventa in questo tipo di organizzazione sociale, l'antropocrazia scardina questultima proponendone una molto più evoluta!!!!!!Se non riesce a metabolizzare questo concetto lasci perdere!!! Non solo l'antropocrazia ma anche passati studi della NASA, sostengono che nell'attuale grado di sviluppo della società non c'è più bisogno di lavorare per poter vivere, alla luce di ciò, cosa ce ne facciamo quindi della classe lavoratrice?


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marcodb
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Ho scritto nell'articolo quale sarà il prototipo di uomo che porterà l'antropocrazia...capace di dare un nuovo impulso a questa società...i filosofi parolai o gli intelettuali non fanno sicuramente parte di questa razza, una nuova razza di "eroi"...

Saluti


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Lei deve avere pazienza e bontà d'animo con un imprenditore agricolo (tale è la mia professione e cultura) intellettualmente limitato (non mi riconosco nei filosofi parolai e negli intellettuali, classi che aborro con tutto me stesso) abituato a maneggiare continuamente eiezioni animali ed uso a considerare il linguaggio come convenzione tra uomini per comunicare tra loro.
Mi perdoni, ma consultando Wikipedia alla voce no-global, ne evinco un significato antitetico a quello esposto nel suo articolo e completamente stonante con le indicazioni suggerite dall'antropocrazia!!!!!!


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marcodb
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Wikipedia è un centro per controllare e diffondere nuove idee anche se si spaccia per enciclopedia.

Provi a inserire la voce antropocrazia con particolare evidenza del sito www.bellia.com e vedrà che succede...

Saluti


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La ringrazio per la segnalazione che a mia volta ho già provveduto a rimandare a Nicolò Giuseppe Bellia. Conosco personalmente Domenico De Simone e Teodoro Bontempo e posso assicurarle che la loro fonte è il Bellia, ma questi non hanno l'onestà intellettuale di citare la loro fonte di approvvigionamento!!!


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marcodb
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De Simone è stato allievo di Bellia ma se ne è staccato. I titan ne sono l'esempio. De Simone che ha una preparazione giuridica, era avvocato, riesce a porre in luce benissimo l'impotenza del mondo giuridico rispetto a quello economico. attualmente assieme ai fondatori del sito fraternity ha applicato le sue idee a un progetto
http://www.energetica-mente.net/

Bontempo si è ispirato alle idee di Auriti che io sappia, che conosceva benissimo...almeno chi gli è vicino, così mi riferisce...


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Anonymous
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E' nell'ordine naturale delle cose che l'allievo si emancipi dal maestro, come la storia insegna, ciò non toglie che il primo non può ritenersi il padre della teoria trattata o studiata, ma deve SEMPRE citarne la fonte come il copyright detta!
Se lei avrà modo di contattare il Bellia questi le dichiarerà che il progetto "Antropocrazia" è una sua creatura, ma, contestualmente, lo parteciperà che la sua fonte ispiratrice è stata il filosofo-scienziato Rudolf Steiner fondatore dell'antroposofia.
All'antroposofia si rifa anche l'agricoltura biodinamica, quella da me praticata e non solo.
Sono certo che se compulserà Wikipedia questa volta troverà ampie trattazioni sull'argomento!
Va da sé che il signoraggio, di cui il prof. Auriti ne ha parlato così profusamente, una volta applicata l'antropocrazia si svuota di ogni significato.
Come pure obsoleta apparirà la proposta di Beppe Grillo, mi riferisco al Vaffanculo Day, ma daltronde non tutti possono assistere alla Messa in prima fila!!!!! Questultima, prima che l'officiante possa dichiararla conclusa, anche l'ultimo dei partecipanti deve aver assunto la Comunione. Spero che la metafora sia stata esaustiva.
Desidero segnalarle che il buon De Simone come Teodoro Bontempo ed altri, già appartenenti ad Alleanza Nazionale, quasi tutti laureati in giurisprudenza e gravitanti attorno al Foro Romano, conoscono molto bene l'antropocrazia ma non l'antroposofia!


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