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Berlusconi è un criminale

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Solounintervento
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Tania, secondo te, quale forma politica e' in grado di riscattare e porre in condizione di uguaglianza dei diritti tutti i debili dell'umanità? In quale modo tutti gli individui del globo possono fare fronte unico contro le prepotenze dei più forti? Se non vi è una chiara visione del " in quale modo i potenti sono neutralizzati, le tue affermazioni rimangono pura utopia, bella da leggere, ma inutile.


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tania
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Una speranza ( mia ) per de mercificare i rapporti sociali attualmente ( nel senso che qualsiasi prassi anticapitalista , essendo dialettica non può certo essere determinista ; nel pensiero dialettico non esiste per definizione il menù dell’osteria dell’avvenire , altrimenti non sarebbe un pensiero dialettico : non si può applicare al presente un testo del 1848 come se fosse un Corano o un altro Testo Rivelato ; un testo del 1848 scritto per le contingenze storiche del 1848 da un pensatore antidogmatico per definizione ) potrebbe essere ad esempio l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea : che è Norma ( non solo belle parole ) tra l’altro integrabile con la Carta della Repubblica Italiana del ’48 , con forse il più alto livello di anticapitalismo messo nero su bianco , per il suo elevato grado di demercificazione e di garanzie di libertà soggettive . Norma per adesso totalmente disattesa per colpa appunto dei Naizonalismi ( tedesco soprattutto , ma anche francese ) a cui fa comodo quest’Europa fondata sul circolo vizioso dei parametri di Maastricht che alimenta paure , divisioni , lotta di classe dall’alto , ancora paure , divisioni eccetera . Anche l’America Latina da qualche anno prova a darsi Norme fondate sui beni comuni non mercificabili e sulla garanzia di libertà civili : spero che anche l’Europa possa contribuire a questo indirizzo , visto che tra l'altro esisterebbe già una Norma da cui partire . Tra l’altro sarebbe la prima volta nella storia che l’Europa , invece di esportare schifezze come capitalismo e nazionalismo , esporterebbe prassi emancipatrici .


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tania
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“tutti coloro che sono contrari a un sistema finanziario nazionale o chiuso, sono classisti e di destra”

Di destra sono quelli che non hanno mai studiato Marx ma che non si vergognano di strumentalizzarlo goffamente ; sono quelli che “Tania , io mi alleerei anche con quei fascisti di ForzaNuova e Rinascita” ; sono quelli che “tradire la Patria è come tradire i propri genitori” ; sono quelli che “gli stati competono , è da ingenui sperare che cooperino” ; sono quelli che legittimano l’individualismo insito nello stato borghese mentre coltivano identità collettive in comunità immaginate ; sono quelli che inventano le forze del Bene da contrapporre alle forze del Male ; sono quelli che inventano un Altro minaccioso per scaricare su di esso le tensioni a cui non si dà una risposta razionale ; sono quelli che la Nazione è immanente , un dato di natura , il fine ultimo dell’agire politico . Oltre ad altro .


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Anonymous
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Tania non sentirti sola in questa discussione. Per quello che può valere, e se ti può aiutare a non sentirti l'unico Don Quixote contro le armate del nazionalismo e della visione geopolitica che è il riferimento di questo sito, concordo in quello che dici in tutto e per tutto.


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stefanodandrea
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Tania, "tradire la Patria è come tradire i propri genitori” non è né di destra né di sinistra. E' un giudizio morale e comparativo. Tu per esempio puoi sostenere che tradire l'Italia (gli italiani quasi tutti) per tutelare gli interessi del capitale tedesco o della elite politica tedesca non sia ignominioso. Non per questo diventi di destra: saresti semplicmente una persona immorale.

Che "gli stati competono , è da ingenui sperare che cooperino” è semplicemente un giudzio di fatto, quindi non è di destra o di sinistra, giudizio che magari talvolta può essere falso (ma tendo a dubitarne) ma che in generale la storia dimostra che è vero.

Strumentalizzare goffamente Marx non è di destra o di sinistra, bensì semplicemente una operazione intellettuale disonesta o maldestra, se compiuta in buona fede. A proposito, non è proprio così certo che per Marx sarebbero scomparse le nazioni. Questa strumentalizzazione goffa è tipica di un certo marxismo maldestro.

"Le divisioni e gli antagonismi nazionali fra i popoli tendono sempre più a scomparire già con lo sviluppo della borghesia, con la libertà del commercio, con il mercato mondiale, con l’uniformità della produzione industriale e delle condizioni di vita che ne derivano.
Il potere proletario li farà scomparire ancora di più" non significa che scompariranno popoli o nazioni, bensì che scompariranno "Le divisioni e gli antagonismi nazionali fra popoli".

Il primo punto del manifesto del partito comunista vuole una banca centrale pubblica. Ciò implica uno stato.

Il bene e il male in senso assoluto non esistono. Esiste chi vuol difendere il lavoro e capisce che si può fare solo con una certa disciplina nazionale. Questa per me è la sinistra. C'è chi vuol difendere il capitale e vuole abbattere i confini degli stati nazione e sottrarre ad essi potere. Questa per me è la destra. E poi c'è chi vorrebbe tutelare il lavoro abbattendo i confini delle nazioni in modo che un giorno fra secoli o millenni si verifichi la rivoluzione mondiale e questi, forse, non sono di destra, ma sono CINICI che vorrebbero sacrificare per secoli l'interesse di miliardi di persone nella speranza che si verifichi una profezia ingenua.


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Tonguessy
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Provo a citare alcuni passi del giornale di Lotta Comunista. Molto di parte, molto schierato. Forse può aiutare a comprendere tanto il contesto generale quanto i dettagli.
"Oggi le sovranità nazionali d'Europa sono travolte da una crisi storica. Possiamo intravvedere gli esiti di tale crisi solo ricostruendo la genesi della sovranità europea ed i suoi caratteri, lo studio dei quali-possiamo aggiungere- ha potentemente contribuito ad indurre la nostra scuola marxista alla sistematica considerazione di ogni stato e di ogni processo politico nazionale nei loro rapporti col sistema complessivo, europeo e mondiale....
(Cervetto): "per comprendere il senso di direzione dell'imperialismo europeo occorre..considerare l'architettura dei poteri politici che va definendo l'Unione Europea. Non si tratta, come è ovvio, di rinunciare al metodo di analisi marxista che cerca nell'economia la causa ultima del mutamento politico, ma si tratta di ricostruire tale determinazione nel suo movimento dialettico".
"lo jus publicum europaeum fa si che i nemici si riconoscano reciprocamente come soggetti di pari diritto ed evitino di "criminalizzarsi" l'un l'altro. ...(tale jus) tramonta con la prima guerra mondiale e l'istituzione della Soc ietà delle Nazioni: al principio dell'equilibrio tra Stati si sotituisce un "universalismo acritico" corrispondente all'interesse degli Stati Uniti a imporre un libero mercato mondiale in cui stabilire la propria egemonia economica. Di conseguenza...il nemico è trattato da criminale e se ne ricerca l'annientamento"

(Sull'ESM/fiscal compact) com'è evidente ad essere chiamate in causa sono le prerogative sovrane degli stati....non è una novità e dunque non può sorprendere: basti pensare all'analogo destino che ebbe vent'anni fa il Trattato di Maastricht

altro articolo: "la sovranità ha preso altre strade che non sono quelle dei palazzi romani. L'agende europea delimita il campo d'azione degli stati membri. Istituzioni svuotate, programmi che sulle questioni chiave sono costretti a coincidere."

Altro articolo: "I parlamenti non sono più i luoghi dove si decide davvero, non solo in italia. Sono in crisi irrimediabile da decenni, perchè la classe dominante ha dovuto puntare su altri poteri, governi e presidenze in grado di muoversi rapidamente...In Europa nessuno stato è più sovrano del tutto, le questioni davvero importanti si decidono tra i capi di governo del Consiglio europeo, nella BCE, nella Commissione europea."


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tania
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No , non ci siamo ( sto rispondendo a Stefanodandrea ).. Ora , escludendo la mala fede , questo tentativo di pescare chirurgicamente pezzetti di Marx ( decontestualizzati per altro .. ) e poi parlare dello Stato Nazione come un “dato di fatto” , è un’operazione un po’ fragile ( e non capisco a che pro ) . Perché come è noto ( visto che se si vuole prendere Marx ) nella “Critica della filosofia del diritto di Hegel” Marx critica il fatto che Hegel , dopo essersi costruito il concetto astratto di Spirito partendo dalla realtà , finisce per fare della realtà la manifestazione dello Spirito . Marx critica questo metodo del suo maestro , oltre che come “misticismo logico” , come “conservatore” sul piano politico , perché porta a “canonizzare e santificare la realtà esistente” , ossia a “razionalizzare i dati di fatto” . Per Marx , questo “giustificazionismo speculativo” di Hegel ( secondo il quale ciò che è reale è razionale ) rischia di trasformarsi in “giustificazionismo politico” armando ideologicamente la reazione .

***
Poi , un’altra questione … Marx usava in maniera interscambiabile i termini “società” e “nazione” , ignorandone la differenza ( e non bisogna fargliene una colpa , sarebbe come biasimare Platone di ignorare il temine “capitale”) . Ma questo non deve essere confuso con quello che nel 1848 i suoi avversari reazionari chiamavano il “principio di nazionalità” e oggi si chiama “nazionalismo” . Marx ed Engels rifiutarono il nazionalismo e l’autodeterminazione delle nazioni come fini a se stessi . Considerare l’analisi politica di Marx senza la sua dimensione internazionale equivale a mettere in scena l’Otello come se non si svolgesse a Venezia . Per Marx la rivoluzione era essenzialmente un fenomeno internazionale , non un semplice aggregato di trasformazioni nazionali , così come essenzialmente internazionale era la loro strategia . Non per niente , “L’indirizzo inaugurale” di Marx alla Prima Internazionale si conclude con un’esortazione alle classi lavoratrici affinché penetrino i “misteri della politica internazionale” e vi prendano parte attiva .
Occorre capire che quello di Marx è un pensiero dialettico e in quanto tale non si è mai posto il problema di sviluppare una teoria dello Stato ( chi tenta di attribuirgliene una pescando mezza frase del Manifesto , scritta per le contingenze storiche del 1848 , fa solo un’operazione inconsistente e non si capisce a che pro ) . Il pensiero dialettico non si dà una razionalità di governo , si dà una razionalità storica . (“I rapporti giuridici , come le forme statali , non possono essere compresi per se stessi , ma affondono le loro radici nei rapporti materiali di vita” ) PS : è vero che il piano originario del Capitale prevedeva tre volumi finali concernenti lo Stato , il commercio estero e il mercato mondiale ( R.Rosdolsky , “Genesi e struttura del Capitale” , cap. 2 ) ma quello sullo Stato avrebbe affrontato soltanto “il rapporto storico-dialettico fra le diverse forme dello Stato e le strutture economiche della società” .


Poi.. Per quanto riguarda “La Patria è come i tuoi genitori … Gli Stati competono” se non ricordo male mi sembrava di aver già spiegato a Stefano quanto questi suoi valori , dal punto di vista della teoria politica , rischiassero di sembrare molto affini a quelli di Goebbels ( “La Patria è la madre della tua vita … la Nazione ha bisogno di spazio e nutrimento” ) : non ci ritorno quindi perché non ho tempo ( anzi adesso vedo se ritrovo la mia argomentazione , così facciamo prima … Ecco , rileggitela qui : http://www.appelloalpopolo.it/?p=7229 )


Poi , un’altra questione … Il tasso più o meno elevato di dirigismo statale non è per nulla una discrimine rispetto al clivage destra/sinistra . Ora , anche qui , escludendo la malafede , forse non ci capiamo e allora mi permetto di dare qualche veloce coordinata per capire di che si parla . In breve.. La coppia oppositiva destra sinistra è l’espressione del fatto che la politica moderna è originariamente indeterminata ( in quanto essa deve rinunciare alla tradizionale idea di Giustizia medievale , fondata sull’actoritas cristianae , che fissava l’ordine dell’essere ) e quindi diciamo riassumendo che si trova davanti il disordine come dato e l’ordine come esigenza : da una parte esiste una realtà minacciosa e instabile , lo stato di natura , dall’altra è indispensabile costruire un artificio che dia forma e stabilità alla politica ; e attore , centro e protagonista di questa costruzione è il soggetto ( che nell’ordine premoderno non esisteva ) singolo , razionale , libero e uguale . Sono questi i due lati inscindibili del modo moderno di guardare alla politica e Destra e Sinistra ( inteso come pensiero di Destra e Sinistra) si distinguono appunto rispetto alla differente importanza che danno a questi due lati : il disordine minaccioso oppure il soggetto . Ora , è abbastanza semplice constatare che le sinistre , pur nella loro storica varietà , hanno tra loro in comune l’attenzione a quel lato del Moderno che ha come protagonista la natura umana nella sua forma seminale ( tradotto , secondo la semantica del discorso politico moderno , nei “diritti” , termine meno impegnativo che non “essenza” ) e che è assunta a priori come Valore da affermare , ugualmente , per tutti : quindi assicurare ( tramite la norma s’intende ) la libertà del fiorire del soggetto , come vuole lui , in uguale dignità , con la conseguente esclusione del dominio e della violenza : non solo accidentale , ma soprattutto strutturale , dal dominio di classe a quello di genere . La democrazia umanista è il denominatore comune e fine ultimo di tutte le culture di sinistra ( siano esse razionaliste , dialettiche o decostruzioniste )
La destra invece mette sullo sfondo il soggetto , ed è definita primariamente dallo sguardo che volge verso quell’altro lato del Moderno : il disordine , che è da lei accettato , considerato immanente e insuperabile ( per questo il pensiero di destra è sostanzialmente pauroso e aggressivo , nda ) . E’ questa percezione che le fa anteporre all’emancipazione del soggetto un qualche cosa , inventato e narrato da dalle culture di destra come un dato incontestabile al quale il soggetto si deve omologare ( sia esso Mercato , Dio , Natura , Storia , Nazione , Razza o Tradizione ) . Insomma , che pretendano di attingere l’Originario più arcaico oppure che si proiettino nel Futuro anche quello più visionario ; che si percepiscano come apertura ad un destino di potenza o come amministrazione dell’esistente e delle sue logiche naturali ; che si servano della tecnica per rinsaldare il mondo o che la rifiutino ; che professino i Valori più chiusi e solidi o che pratichino il nichilismo più spregiudicato ; che si manifestino nella ricerca conservatrice-borghese della sicurezza e anche nel culto fascista della morte ; che si affidino al Mercato o allo Stato , all’individuo o alla corporazione ; che contrappongano il 1789 al 1914 , e i mercanti agli eroi , o che si diano al liberismo più sfrenato… In ogni caso tutte le culture di destra sono segnate dalla convinzione che , rispetto al fiorire delle soggettività in uguale dignità , c’è sempre un compito più importante da portare a termine , un contesto più cogente da rispettare , un interesse più alto da servire e comunque sempre una contingenza che non si può superare . In sintesi , le culture di destra danno per scontato l’insuperabilità del disordine , e quindi vuole il soggetto sempre subordinato a Mercato , Dio ( in realtà molti credenti possono anche essere coerentemente di sinistra , quando non legittimano versioni obbliganti , e quindi escludenti , del fiorire dei semi dell’umanità eccetera , ma non voglio aprire un altro discorso ) , Natura , Storia , Nazione , Razza o Tradizione . Le culture di sinistra rispondono che queste descritte sono l’espressi
one di omettini minuscoli immersi nella loro chiusura paura e violenza ; e danno per scontato , al contrario , la superabilità del disordine e mettono al primo posto il soggetto , libero di fiorire , come vuole , in uguale dignità con la conseguente esclusione del dominio ( di classe , di genere eccetera ) e della violenza .

Chi come valore incontestabile e fine in se ha la Nazione e la sua potenza non può essere certo una persona di sinistra . Al massimo può essere uno statalista e si potrebbe tranquillamente alleare anche con la destra , anche estrema ( statalisti , ognuno a modo diverso , ma statalisti erano anche Maistre e Scruton , Burke e Murras , Marinetti e Lorenz , Evola e Schmitt , Stahl e Spann , Hitler , Franco , Mussolini , Mosley , Churchill , Rattazzi , Degrelle eccetera ) .

***
Poi , e concludo .. Io non sono “cinica” . Ho espresso , in risposta all’utente solounintervento , le mie “speranze” concrete e realizzabili ( basta solo che vi sia la volontà politica ) a breve termine , non fra duecento anni .


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tania
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"lo jus publicum europaeum fa si che i nemici si riconoscano reciprocamente come soggetti di pari diritto ed evitino di "criminalizzarsi" l'un l'altro. ...(tale jus) tramonta con la prima guerra mondiale e l'istituzione della Soc ietà delle Nazioni: al principio dell'equilibrio tra Stati si sotituisce un "universalismo acritico" corrispondente all'interesse degli Stati Uniti a imporre un libero mercato mondiale

Certo che se a LottaComunista vanno ad attingere , parola per parola , dal Nomos della Terra di Carl Schmitt , vuol dire che la confusione è molto alta sotto il cielo . Con tutto il rispetto per il Nomos che per molti versi è un ottimo libro , ma le intenzioni del suo autore erano altrettanto imperialiste e classiste


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tania
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Tania non sentirti sola in questa discussione. Per quello che può valere, e se ti può aiutare a non sentirti l'unico Don Quixote contro le armate del nazionalismo e della visione geopolitica che è il riferimento di questo sito, concordo in quello che dici in tutto e per tutto.

grazie , che bello , un pò d'aria buona ..


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Solounintervento
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Infatti, Tania, io non mi esprimo riguardo al futuro con i termini patria, stato, , nazione, continente. Mi esprimo con il termine collettività . Sulla carta possono essere annotate tante bellissime norme di riconoscimento di diritti; ma rimane sempre il problema del "in che modo " poi la collettività può realmente farli valere di fronte a quella parte di umanità restia alla loro reale e vera applicazione.


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Tonguessy
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"lo jus publicum europaeum fa si che i nemici si riconoscano reciprocamente come soggetti di pari diritto ed evitino di "criminalizzarsi" l'un l'altro. ...(tale jus) tramonta con la prima guerra mondiale e l'istituzione della Soc ietà delle Nazioni: al principio dell'equilibrio tra Stati si sotituisce un "universalismo acritico" corrispondente all'interesse degli Stati Uniti a imporre un libero mercato mondiale

Certo che se a LottaComunista vanno ad attingere , parola per parola , dal Nomos della Terra di Carl Schmitt , vuol dire che la confusione è molto alta sotto il cielo . Con tutto il rispetto per il Nomos che per molti versi è un ottimo libro , ma le intenzioni del suo autore erano altrettanto imperialiste e classiste

L'analisi è una cosa, la diagnosi è un'altra cosa. Ho messo questi passi per sottolineare come anche all'interno dell'analisi marxista ci siano delle attenzioni verso l'attuale situazione che richiedono elaborazioni diverse da quelle finora adottate. Tralasciando l'analisi di Schmitt (si tratta di un'analisi, non di una diagnosi) ciò che anche Lottacomunista nota è che:
1-I parlamenti non sono più i luoghi dove si decide davvero
2-le questioni davvero importanti si decidono tra i capi di governo del Consiglio europeo, nella BCE, nella Commissione europea
3-i programmi sulle questioni chiave sono costretti a coincidere (parlamenti nazionali e centri di potere europei)

La domanda secca diventa quindi: opporsi a questi centri di potere che, per ragioni di imperialismo europeo, da fiscal compact a eurogendfor, hanno di fatto svuotato tutta la partecipazione popolare (da elezioni a rivolte, Grecia docet) è una cosa così negativa? Nel nome di cosa bisogna evitare di riappropriarsi della propria identità nazionale e conseguentemente sottostare all'attuale regime transnazionale?


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tania
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La domanda secca diventa quindi: opporsi a questi centri di potere che, per ragioni di imperialismo europeo, da fiscal compact a eurogendfor, hanno di fatto svuotato tutta la partecipazione popolare (da elezioni a rivolte, Grecia docet) è una cosa così negativa?

No è ovviamente positivo opporsi , è un dovere .

Nel nome di cosa bisogna evitare di riappropriarsi della propria identità nazionale e conseguentemente sottostare all'attuale regime transnazionale?

Ecco , poi la risposta può essere ancora peggiore del male , cioè una risposta di chiusura in nome di presunte identità inventate ed escludenti .


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Tonguessy
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La domanda secca diventa quindi: opporsi a questi centri di potere che, per ragioni di imperialismo europeo, da fiscal compact a eurogendfor, hanno di fatto svuotato tutta la partecipazione popolare (da elezioni a rivolte, Grecia docet) è una cosa così negativa?

No è ovviamente positivo opporsi , è un dovere .

Quindi per quale motivo " il nazionalismo ... non è "temuto dalle elites" , è da sempre il loro miglior amico nel momento del bisogno.."?

Quale alternativa proponi alla globalizzazione che non sia il nazionalismo, ovvero la chiusura delle frontiere al flusso di capitali, merci e lavoratori (tutti equiparati a merci nel nome del dio mercato globalizzato)?


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