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Blondet -"Fra 10 anni nn resterà nulla dell&#039

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Arcadia
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“FRA 1O ANNI DELL’ITALIA NON RESTERA’ NULLA”

 Maurizio Blondet  27 febbraio 2016  0

La London School of Economics traccia un’analisi a tinte fosche della situazione italiana

Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà”.

Così Roberto Orsi, italiano emigrato a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.

UN SETTORE DISTRUTTO – Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo Orsi, è lo smantellamento del sistema manufatturiero, vera peculiarità del made in Italy a tutti i livelli: “Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce.

“Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori.

“ Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono certa la scomparsa completa della nazione “.

RESPONSABILITA’ POLITICHE – Quando si tratta di individuare le responsabilità, Orsi non ha dubbi nel puntare il dito contro la politica: “L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio dell’ex Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano.

“L’interventismo dell’ex Presidente è stato particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e dei due successivi esecutivi, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Chi lo ha sostituito ha seguito esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici; e in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia”.

http://quifinanza.it/

http://www.maurizioblondet.it/fra-10-anni-dellitalia-non-restera-nulla/


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PietroGE
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“FRA 1O ANNI DELL’ITALIA NON RESTERA’ NULLA”

 L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori.

Infatti, sono cose che dico da anni e coloro che credono che il ritorno alla lira puro e semplice farà ritornare crescita e sviluppo di per sé dovrebbero meditare bene. E questo non vale solo per l'Italia, vale per tutti i Paesi europei tranne la Germania e pochi altri.
Purtroppo queste politiche di protezione del substrato industriale ( e della proprietà intellettuale) dovrebbero essere fatte a livello europeo. Ma già, lì decide tutto il liberismo.

Anche questo però non basta. Un Paese che si permette una spesa pubblica improduttiva gigantesca, una classe politica e amministrativa corrotta e una criminalità organizzata che decide il destino di buona parte del Sud, non va, anche con una discreta politica industriale, da nessuna parte.
Le riforme avrebbero dovuto cominciare da qui. Ma già, non si può chiedere alla classe politica corrotta di suicidarsi.
A suicidarsi sono solo i disgraziati distrutti da questa crisi.


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Arcadia,
quando pensa d'inverare la sua unione civile con Blondet? Si è stancato di quella con il cri cri maggiore?


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 L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori.

Infatti, sono cose che dico da anni e coloro che credono che il ritorno alla lira puro e semplice farà ritornare crescita e sviluppo di per sé dovrebbero meditare bene. E questo non vale solo per l'Italia, vale per tutti i Paesi europei tranne la Germania e pochi altri.
Purtroppo queste politiche di protezione del substrato industriale ( e della proprietà intellettuale) dovrebbero essere fatte a livello europeo. ...........

Anche questo però non basta. Un Paese che si permette una spesa pubblica improduttiva gigantesca, una classe politica e amministrativa corrotta e una criminalità organizzata che decide il destino di buona parte del Sud, non va, anche con una discreta politica industriale, da nessuna parte.
Le riforme avrebbero dovuto cominciare da qui. Ma già, non si può chiedere alla classe politica corrotta di suicidarsi.
A suicidarsi sono solo i disgraziati distrutti da questa crisi.

Mi assommo.


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Cartesio
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Ecco che come i funghi dopo la pioggia rispuntano a ondate quelli della “spesa pubblica improduttiva”. E’ una battaglia persa ma ci provo lo stesso, in termini minimi e semplici.
La spesa pubblica è e deve concettualmente essere improduttiva . Si tratta di denaro che lo stato ottiene in gran parte attraverso le tasse, cioè dalle nostre tasche, e come tale deve essere speso per i bisogni e le necessità dei cittadini, per la sanità, per i sussidi ai più deboli, per la manutenzione della strade , la realizzazione delle opere pubbliche e per l’organizzazione stessa dello stato. Il padre di famiglia spende parte del proprio denaro per curare i propri familiari, integrare le entrate del figlio che ha perso il lavoro o sostituire la finestra che si è rotta. Spese che non sono produttive per la famiglia, ma comunque necessarie, imprescindibili. Allo stesso modo lo Stato, con la esse maiuscola, è una associazione di cittadini che traggono beneficio da questo sodalizio, e che non ha fini di lucro, ma deve spendere ciò che i cittadini mettono in comune per il beneficio degli stessi cittadini.
C’è da aggiungere comunque un fatto rilevante, che scaturisce da quanto detto in precedenza: malgrado concettualmente, moralmente ed eticamente la spesa pubblica non abbia lo scopo di essere produttiva, in realtà non può fare a meno di esserlo. Infatti ciò che lo Stato spende è un reddito per molte categorie di cittadini, i quali spendono a loro volta quello stesso denaro ricevuto per le loro esigenze personali, creando reddito per altri cittadini e attivando il processo economico.
Quello che è intollerabile è invece che ciò di cui io mi privo, attraverso il prelievo fiscale, venga usato nel circuito finanziario per essere “produttivo”, che poi significa sempre creare altro denaro, il quale serve soltanto a pagare i debiti che la gestione finanziaria e “produttiva” dello stato ha creato senza produrre alcun beneficio ai cittadini.
Il debito pubblico sarebbe ancora irrisorio, così come lo era fino alla fine degli anni settanta se l’apertura, o meglio lo scardinamento del rapporto tra Tesoro e Banca Centrale, non avesse prodotto, in nome del libero mercato, un’emorragia di denaro dal circuito Stato – cittadini, verso il mondo della finanza, per rimpinguare ulteriormente le tasche dei soliti super ricchi.
Quando si vuole tagliare la spesa pubblica non si vuole far altro che dirottare il denaro tolto ai cittadini e che a loro dovrebbe tornare,verso le tasche dei detentori del debito pubblico, ricchi e legittimati dalla parola “debito” ad incassare interessi tanto stratosferici quanto ingiustificati.
Vogliamo scagliarci contro le inefficienze, gli sprechi e la corruzione? D’accordo, facciamolo. Ma se per porre fine a queste storture, che non sono solo tipiche italiane, come spesso ci vogliono far credere, vogliamo rinunciare a ciò che legittimamente ci spetta, cioè la spesa pubblica, allora ci manca qualche rotella.
E’ il “mercato” stesso, col suo falso mito della produttività, il responsabile di questo sfacelo del quale ogni giorno di più abbiamo consapevolezza, ma non l’unico. L’euro, il sistema di governo del quale la moneta è solo una delle tante espressioni è un responsabile altrettanto determinante: da un lato ci sottomette con le sue coercizioni e i suoi diktat mirati a fiaccare ogni nostro tentativo di ribellione e dall’altro distrugge la competitività delle nostre aziende, impossibilitate a vendere nel mercato interno per la depressione causata anche dal taglio della spesa pubblica, e rese inoffensive nel mercato estero da una moneta insostenibile per le dimensioni e la struttura del nostro tessuto economico e produttivo. Ma questo è un altro discorso.
Se ancora continuiamo a disprezzare la spesa pubblica siamo già morti. O siamo neoliberisti, ma almeno vantiamocene pubblicamente.


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illupodeicieli
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Ogni volta ci sono articoli che presentano delle analisi abbastanza ben fatte, ma poi manca come sempre la parte che riguarda le proposte per avviare delle soluzioni, qualcosa che aiuti a uscire dalla crisi. Peccato.


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Cartesio, possiamo considerare lo Stato come un organismo?
Possiamo pensare che il denaro rappresenti la linfa vitale di quest'organismo come il sangue lo rappresenta per l'organismo umano?


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mincuo
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Almeno prima di provarci a "spiegare" prova a studiare qualcosa. A cominciare dal termine spesa improduttiva.
Che non è quello dei blog.


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Cartesio
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Ah si, Mincuo?! Adesso arrampicati sugli specchi e spiegaci tu che cosa rappresenta nel mondo neoliberista la spesa improduttiva. Sono proprio curioso..........
Gaia. Non è un parallelo perfetto ma credo che la tua descrizione renda bene l'idea


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Gaia. Non è un parallelo perfetto ma credo che la tua descrizione renda bene l'idea

Faccio quel che posso, secondo lei, nell'organismo umano, cosa può rappresentare la spesa improduttiva?


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Cartesio
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Tutto ciò che fai per tenerlo in forma ed in vita. Mentre il padrone di casa è l'Europa, che prima di tutto vuole che paghi l'affitto. Poi se non ti resta il necessario per sopravvivere non ha importanza, anzi è un vantaggio, perchè un po' di austerità ti tempra e ti forma il carattere


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Tutto ciò che fai per tenerlo in forma ed in vita. Mentre il padrone di casa è l'Europa, che prima di tutto vuole che paghi l'affitto. Poi se non ti resta il necessario per sopravvivere non ha importanza, anzi è un vantaggio, perchè un po' di austerità ti tempra e ti forma il carattere

Quello che lei mi indica è un suicidio, può un cadavere pagarle l'affitto?


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Cartesio
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Ma il suicidio è proprio quello che io vorrei evitare. Il suicidio del popolo italiano ed europeo in generale, se non impariamo a capire che ciò che ci viene presentato come brutto e cattivo spesso è ciò che ci tiene in vita.


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Il suicidio la tiene in vita!!?? Onestamente questa non l'ho capita.


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PietroGE
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@Cartesio
Spesa pubblica improduttiva :
-Mantenere un Senato che costa mezzo miliardo e che non serve a niente.
-Mantenere le province dopo che si
è detto che le avrebbero abolite.
-Mantenere 20 regioni e quindi 20 centri si spesa. La metà bastano e avanzano.
-Pensioni di disabilità fasulle. Il numero di queste pensioni in alcune regioni è tale che uno direbbe c'è stata di recente una guerra.
-Gestioni degli appalti corrotta e mafiosa
-Finanziamenti a pioggia al Sud per il nulla, cioè per gli amici degli amici.
-Sprechi orrendi nella sanità.
--Soldi che ormai raggiungono la cifra del miliardo e passa per mantenere i clandestini.
-Finanziamenti per missioni all'estero che non servono a niente. Tipo quella in Libano.
-ecc. ecc.

Fai tu il conto.


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