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Buttafuoco - I signori dell’élite, eredi della Rivoluzione Francese


Davide
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Sono la sovversione incarnata nella convulsione dello spirito detta fenomenologia

L’anti-sistema si fa sistema. Eppure i signori dell’establishment non dovrebbero prendersela così a male. Sono, i signori dell’élite, pur sempre gli eredi della Rivoluzione Francese. Sono la sovversione incarnata nella convulsione dello spirito detta fenomenologia o, altrimenti, i vessilliferi del progresso. Vexilla Regis prodeunt Inferni, tuona Dante Alighieri. Sono stati loro, in illo tempore, l’anti-sistema diventato sistema. E se poi il popolo si rivolta contro di loro – specie quando la terza classe, abolita nei treni, torna nelle manifeste vesti della proletarizzazione del ceto medio – non possono cavarsela dicendo “viaggiate in executive”. La Locomotiva – cari compagni, liberalisti per voga – giusto adesso vi sta venendo addosso.

Pietrangelo Buttafuoco
Fonte: www.ilfoglio.it
24.01.2017


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PietroGE
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Esatto, la locomotiva sta venendo addosso a tutta la categoria di élite globalizzate, di 'cittadini' senza identità, di liberisti produttori di miseria che ancora oggi si sentono eredi di un grande passato e non si accorgono di essere i dinosauri dopo la caduta del meteorite.


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Ormai sono diventati i vessilliferi del "pregresso" più che del "progresso".
Troppi i segnali che sono superatissimi, che nemmeno la gente comune si lascia più imbambolare, che sono alla fine della loro epoca, fra i quali segnali anche gli epitaffi compiaciuti degli intellettuali da salotto come Buttafuoco.

Quando qualcuno le diceva trenta anni o più anni fa queste cose la gente nemmeno capiva di cosa si stesse parlando.
Oggi se ne chiacchiera tranquillamente a tutti i livelli.
Meno male, tutto sommato.
E speriamo che non si tratti semplicemente dell'ennesimo cambio della guardia ma che stia nascendo un nuovo spirito.
Ne avremo la prova da quanto sarà conflittuale il passaggio.


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Georgejefferson
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Insomma, quanta retorica, gli eredi di una tradizione che porta avanti i suoi lati più oscuri (utilizzare la semantica per scopi inversi alla giustizia ecc..) e non i suoi ideali più nobili, come la tradizione del principio di "uguale dignità", e non omologazione forzata, non sono "gli eredi", se non per il retore di destra che cerca di fare confusione per indurre a credere che i sani principi "non sono possibili". Le forme di dominio e sfruttamento (antiche e moderne), anche se ammantate di belle parole, non c' entrano nulla, anzi li negano quei principi.


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Insomma, quanta retorica, gli eredi di una tradizione che porta avanti i suoi lati più oscuri (utilizzare la semantica per scopi inversi alla giustizia ecc..) e non i suoi ideali più nobili, come la tradizione del principio di "uguale dignità", e non omologazione forzata, non sono "gli eredi", se non per il retore di destra che cerca di fare confusione per indurre a credere che i sani principi "non sono possibili". Le forme di dominio e sfruttamento (antiche e moderne), anche se ammantate di belle parole, non c' entrano nulla, anzi li negano quei principi.

Coi principi ci fai la marmellata.
Le cose si valutano (e l'ho detto duemila volte) solo da cosa metti politicamente in atto.
Liberté, égalité, fraternité non significano una mazza se non in funzione di chi ne diventa il promotore e di cosa ci fa in concreto.

Basterebbe osservare che all'inizio dell'ottocento il nazionalismo era romanticismo puro e oggi il signor Buttafuoco lo definisce niente meno che "illuminismo deviato".
Inoltre il nazionalismo diventa tutt'altro nel 1870 ovvero il tentativo di affermazione del capitale in una prima fase di centralizzazioni conflittuali.
Tanto è vero che Marx l'anti capitalista è internazionalista ossia anti nazionale.
Dopodiché oggi il nazionalismo è diventato altro ancora e cioè la reazione al capitalismo nella fase delle centralizzazioni ormai avanzatissime (se non definitivamente avvenute).

Il principio (il concetto) è lo stesso ma vale per cose opposte.

PS: voi non lo sapete piccini ma è dalle antinomie che nasce il mondo.
Eppure il primo principio della logica è quello della non contraddizione.
Gli alchimisti che parlavano di coniunctio oppositorum e di rebis la sapevano decisamente molto lunga...


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Georgejefferson
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Mi spiace, ma confondi i termini del discorso, rileggi meglio. Delle parole non ci fai una cippa, non della visione del mondo che muove l'agire (politicamente in atto, come lo chiami). Poi che sia nato prima l' uovo o la gallina conta poco (se le idee muovono l'agire...o l'agire muove le idee, probabile che sia una influenza reciproca), valutare le cose in atto riferendosi al solo tempo presente significa negare il futuro e il possibile, come posizione, e l' ho detto tante volte). Le parole non significano una mazza sono d'accordo, ma la visione del mondo giusta, e' appunto quella che promuove la promozione (dei valori sopra che tu vomiti) diffusa e condivisa, in concreto, nel corso storico.

Il romanticismo puro non so, credo che ogni visione del mondo (che sia romantica, e razionalistica) viene sfruttata per dominio e sfruttamento, negandone i principi, ma sono ovvietà.
Bisognerebbe riflettere sulle ragioni del sentimento internazionale, a quali interessi può portare (e si devia in 2 parti, di destra e di sinistra), e la stessa riflessione anche su cosa si intenda per nazionale.

Non so se le pur flebili reazioni sono "nazionalismo", perchè ci sono le direzioni di destra e di sinistra (posso dettagliare, ma non ho tempo adesso).

Le centralizzazioni ormai avanzatissime non so, forse avanzate si, ma avanzatissime non lo so, e' illogico basarsi solo sulle impressioni che abbiamo del presente, fosse anche mettere in fila centinaia di aneddoti contingenti, ce ne possono essere anche migliaia che non conosciamo.

Il principio (il concetto) è lo stesso ma vale per cose opposte confermo...appunto per quello vanno sviscerati, capiti, chiariti...cosa intendi con precisione per....si scopre che la destra non e' che non li crede possibili, certi valori, nel corso storico (quella e' la retorica) ma che proprio li considera sbagliati.

Dalle antinomie che nasce il mondo, ma anche le antinomie nascono dal mondo, e' dura dimostrare che esiste una direzione unica (la ricerca ossessiva del primato).

Il principio della logica di non contraddizione, ha senso se si capisce che le contraddizioni esistono, e la sintesi risolutiva (caso per caso) la possiamo trovare noi, con il libero arbitrio in buona fede, riflessivo, includente e costruttore del futuro. E il futuro visto come solo oggi o domani non ha tanto senso, se non per gli interessi contincenti (anche legittimi, pensiamo a chi sta male e soffre)


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George fai un casino ma l'ho fatto pure io.
Buttafuoco non dice niente sul nazionalismo se non in maniera molto indiretta, il riferimento a "nazionalismo-illuminismo" me lo sono sognato per troppa fretta nello scrivere.
Rimane il fatto che il nazionalismo effettivamente era una cosa nel romanticismo, un'altra dal 1870 e un'altra ancora oggi.
Quindi il discorso sulle antinomie insite nel concetto di "nazionalismo" resta ma è vero che Buttafuoco non si riferiva a quello.
Buttafuoco si riferiva ai principi dell'illuminismo e anche quelli, qui sí che lo dice, in sé stessi sono aria fritta tant'è vero che prima erano "rivoluzione di popolo" o quantomeno reazione contro l'autorità, oggi al contrario, gli stessi identici principi valgono come imposizione coercitiva dello status quo difeso proprio dall'autorità (e questo lo ha scritto...).

Tu quando ragioni fai sempre avanti e indietro fra posizioni di "rottura" e "prudenti ripiegamenti sul senso comune" ossia fra desiderio di lotta e desiderio di compromesso.
Ti devi decidere.


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Georgejefferson
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Infatti per quello che bisognerebbe sforzarsi di chiarire (anche con poche parole semplici, ed io difetto) e capirsi. Se ci fai caso tantissime parole nel loro significato contengono antinomie possibili (perchè dipende da che scopi si sottende), cioè quindi:
E' vero quel significato con riferimento allo scopo x
E' falso quel significato con riferimento allo scopo y

Capisco che si inventano sempre nuove parole per distinguere, e che quello che critico io e' più scivionismo. Eppure tantissime volte viene usato "nazionalismo" in un discorso puramente sciovinistico

(Che senso ha citare che il nazionalismo "vero" che non sarebbe sciovinismo, e contemporaneamente auspicare di fare un "euro 2" cosi che noi possiamo fare la germania di turno verso i vicini più piccoli, ...e' un' esempio)

No, non i principi e loro potenziale di giustezza e diffusione sono aria fritta, le parole sono aria fritta senza un contenuto pratico, e come ho scritto sono d'accordo, ma RIsottolineo che l'opportunismo del dominio e sfruttamento che si ammanta di belle parole non e' una novità, fin dai tempi antichi con i suoi preti consolatori, oggi si devono nascondere di più certo non e' uguale, ma questo non toglie che le "prassi" li negano quei principi, cioè negano la connotazione positiva, come ho argomentato riguardo alla "uguale dignità" come esempio.

Il principio di non contraddizione, gia 100 anni fa ca, torna in crisi, e non l'anno mica risolta, ci hanno messo una toppa parlando di multi livello e altro simile (praticamente confermando la contraddizione ma fingendo di nulla e agendo come se nulla fosse successo, nella forma logica aristotelica di prima)

Vedrai che quando farà comodo alle classi dominanti, per i suoi interessi, tornerà in auge in positivo "rivoluzione di popolo". Devono solo trovare i capò giusti.


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Georgejefferson
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desiderio di lotta e desiderio di compromesso..non so, dipende dal contesto, non sono assoluti, bisognerebbe vedere caso per caso ma, aimè siamo umani (a volte per fortuna) e non abbiamo la sfera di cristallo, almeno io non c'e' l' ho.


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