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Cercasi spiegazione: così in basso così in alto

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R66
 R66
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Questo concetto, abbreviato nel titolo per ovvi limiti, credo di non averlo mai capito realmente.
In molte spiegazioni ci si gira intorno con analogie su sistemi di diversa grandezza per poi concludere tramite un semplice: "ma data la limitata percezione umana non possiamo godere di tale perla".
Ora un concetto ripetuto a pappardella funziona solo con il beota di turno e di fronte ad almeno 5 birre, per gli altri rimane un qualcosa di insignificante.

Non pago delle spiegazioni ricevute, provo a dare una mia versione, invitando ad intervenire chiunque sia in grado di fornire spunti più esaurienti.
Premetto che nell'esposizione qualche assunto c'è, siamo sullo spirituale, non può essere altrimenti.
Uno di questi è che ci sia un qualcosa dopo la morte fisica e un altro è che ci siano delle "leggi" a giostrare il tutto, non c'è bisogno in questo caso andare nei particolari di una dottrina precisa.

Per prima cosa cos'è questo basso e questo alto?
Il basso non potrebbe essere la Terra, o meglio, la vita terrena e l'alto quella ultraterrena?
Fin qui è una prospettiva che anche il più scettico, con un minimo di immaginazione, potrebbe sostenere e tener presente, almeno credo.

A seguire, perché mai l'accostamento?
Con l'altro assunto, quello delle "leggi", si potrebbe pensare che ciò che si sceglie da una parte lo si "ottenga" o comunque si verifichi anche dall'altra.
Come dire, se ci si sottrae in vita a queste leggi, si pagherà lo scotto anche in seguito e viceversa.
Credo che anche fin qui possa risultare una visuale con una sua logica funzionante.

Il problema nasce quando si cerca di determinare oggi cosa comporterà la via "piacevole" e cosa quella "spiacevole".
Una risposta semplice potrebbe essere quella di vivere una vita da cittadino rispettabile o meno.

Ma se l'individuazione non fosse così scontata?
Personalmente ho una sensazione, forse da sempre, ma in questo ultimo periodo più marcata, che il mondo si stia dividendo in due grandi blocchi.
Niente a che vedere con il concetto geopolitico, per blocchi intendo che una parte si dirige filosoficamente, psicologicamente, antropologicamente o se si preferisce spiritualmente da una parte (l'ordine delle leggi) e il resto al suo opposto ("la libertà dalle" o "la violazione delle" leggi, in base alla propria angolazione).
Nella pratica ciò potrebbe esser rappresentato dalla versione ufficiale in cui la vita viene presentata, il sistema per capirci, o l'emarginazione dallo stesso.

Come se il tutto fosse una prova e le leggi funzionino in maniera inversa alla direzione del mondo.
In soldoni, tramite il paese dei balocchi le si contraddicono, per assecondarle non bisogna seguirlo.

Scritta la boiata del giorno, lascio la parola ai sapienti.


danone hanno apprezzato
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LuxIgnis
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Basso e alto sono due apparenti opposti. In realtà ciò che indichiamo come basso o alto sono soggetti alla nostra prospettiva, al punto da dove vediamo le cose. Per fare un esempio banale io potrei definirmi alto (ca. 1,80) ma in confronto a un giocatore di basket sono un nanerottolo, o peggio ancora in confronto a una giraffa. Per cui sono concetti relativi e in realtà sono uguali.

Ma andiamo in una interpretazione scientifica, dalla fisica, tralasciando la spiritualità almeno per ora. 

Qual è la distanza tra un nucleo di un atomo e il fascio di elettroni che gli gravita intorno? Immensa. Per fare un paragone approssimativo, se ho davanti me una noce che rappresenta il nucleo, il fascio di elettroni si troverebbe pressappoco al centro di Roma e io sto in quasi periferia a ca. 7 km. dal centro.

Questo è il basso.

Ora guardiamo la nostra Terra e osserviamo la distanza che ha dal Sole. Immensa. Possiamo paragonarla a quella che c'è fra il nucleo e gli elettroni. Poi guardiamo il nostro sistema solare e la distanza che intercorre verso il centro della galassia. Immensa. O la nostra galassia con il resto della altre galassie. In sostanza questi sistemi li potremmo definire degli atomi giganteschi.

Questo è l'alto.

Le leggi che muovono il tutto sono le stesse sia nel basso o piccolo sia nell'alto o grande. Non c'è differenza.

Per me la spiritualità non si discosta dalla materialità, vi è solo una differenza di prospettiva. Noi siamo e viviamo nella materia a determinate frequenze elettromagnetiche, e crediamo che sia tutto qui. Ma fuori c'è un mondo vastissimo che viaggia a frequenze elettromagnetiche diverse, più alte o più basse che non percepiamo, ma esistono. Chi ci dice che la vita sia solo alle nostre frequenze e che non vi sia anche ad altre frequenze?

Se il principio è valido del così in basso così in alto per fare il miracolo della cosa unica, allora l'atomo è un mondo, la molecola è un mondo, il corpo è un mondo, la Terra è un mondo, il Sole è un mondo, il sistema solare, è un mondo, la Via Lattea è un mondo, e...finisce mai?

Questo era per dire che dire basso o alto in realtà non significa nulla, di per sé. Il concetto importante è che sono medesima cosa.

Quindi la tua interpretazione è valida, ma sono valide anche tante altre. E' un concetto che si presta a molte interpretazioni, ma credo che principalmente dica che c'è solo apparente differenza.

La mia boiata.


danone e Rugge hanno apprezzato
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Rugge
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Dipende se basso e alto sono considerati degli opposti. Se non lo fossero avrebbe ragione Lux. L'atomo e il sistema solare sarebbero la stessa cosa con proporzioni diverse. Così come il topo e la giraffa. Se per basso e alto si intendono due opposti, come positivo e il negativo, la luce e il buio, l'esistenza e la non esistenza, allora significa che l'uno verifica l'altro, da senso d'esistere, o di non esistere all'altro. E viceversa. In questo senso basso e alto creano la realtà, la percezione di un qualcosa, che qualcuno riesce a percepire più o meno di altri. Anzi lo percepiscono tutti, anche se sfugge alla propria coscienza. Anche a chi non ha coscienza, forse.

 

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LuxIgnis
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Quella frase può voler dire parecchie cose. Bisognerebbe poi sapere cosa intendesse veramente l'autore con alto e basso, ma bisognerebbe chiederglielo e non credo sia possibile.

Ma rimaniamo sul campo degli opposti o presunti tali. In sostanza quello che a me salta all'occhio con questa frase è che gli opposti non esistono. Non che non esistono di per sé ma sono percezioni da una particolare prospettiva ma che si basano su un principio unico. E questo vale non solo per i "falsi" opposti come alto basso o caldo freddo ma anche per quelli "veri" come femminile maschile o positivo negativo.

E' molto chiarificatore vedere la composizione degli ideogrammi cinesi per i termini Yin e Yang, gli opposti per eccellenza. Gli ideogrammi sono composti da radicali che a loro volta sono degli ideogrammi base sui cui poi si basano le parole via via più complesse.

L'ideogramma Yin è composto dai radicali "luna" e "montagna". L'ideogramma Yang è composto dai radicali "sole" e "montagna".

In poche parole lo Yin è il lato all'ombra della montagna e lo Yang è il lato al sole della montagna. 

La montagna è il principio unico. Presente in ambedue gli ideogrammi. Anche lo Yin o le Yang sono opposti solo relativamente a una specifica prospettiva. Dipende da che lato della montagna mi trovo. Ma sempre in montagna mi trovo.

La stessa cosa si può vedere negli opposti luce tenebra, in quanto la tenebra non è che sia in opposizione alla luce ma semplicemente è dove la luce non c'è.
Ma non c'è veramente? La luce è la radiazione elettromagnetica composta da particelle molto strane chiamate fotoni e prodotta principalmente dal sole, almeno da queste parti. Ma quello che molti forse non sanno è che questa radiazione è invisibile, è oscura. La luce è buia. Per questo il cosmo intorno a noi è buio, eppure è pieno zeppo di questa radiazione elettromagnetica. I fotoni sono dappertutto. E' quando questa radiazione colpisce un elemento materiale che si illumina. Quando tocca la nostra atmosfera, in determinate condizioni nasce quello che noi chiamiamo luce.

Quello che noi chiamiamo luce e tenebra sono soltanto il risultato di un'interazione fra la Luce vera e la materia, o la mancanza di questa interazione.

Anche qui il principio unico è la Luce vera cioè la radiazione elettromagnetica. Che è dappertutto. Salvo forse dove non può penetrare come nella profondità della terra.

Gli opposti sono in sostanza un'illusione ma molto importante, poiché essi danno il movimento alle cose e quindi originano la vita. Questo dal nostro punto di vista. Ma da un punto di vista altro essi sono solo la manifestazione di un principio unico.

E' straordinario vedere come gli antichi queste cose le sapessero benissimo e le hanno lasciate scritte in varie forme e culture. Cose che trovano conferme ora nella scienza moderna, specialmente nella fisica quantistica. Gli antichi sapevano molto più di quello che crediamo?

Nel Dao De Jing è scritto:

Il Tao ha generato l’Uno,

l’Uno ha generato il Due,

il Due ha generato il Tre,

il Tre ha generato i Diecimila Esseri.

            I Diecimila Esseri si affidano allo “yin” e abbracciano lo “yang",

mentre il “soffio” si libra nell’aria e realizza l’armonia.

Cap. 42

Il Tao senza forma diviene forma nell'Uno. L'Uno crea il movimento nel Due, e il Due trova armonia nel Tre (ci si scorda sempre che c'è una terza forza sempre in azione, che altro non è che lo specchio dell'Uno che ci ricorda che tutto è Uno).

 

 


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INTP
 INTP
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Ciao,
la citazione proviene dalla famosa Tavola Smaragdina o Tavola di Smeraldo, un testo che secondo la leggenda sarebbe stato scritto da Ermete Trismegisto in egitto prima del cristianesimo.

Ma il primo esemplare conosciuto risale al rinascimento, epoca in cui i cosiddetti testi ermetici erano appena stati introdotti in italia dall'impero bizantino e tradotti dal greco da Marsilio Ficino.

Ermete Trismegisto era ritenuto una figura pari o addirittura superiore a Mosè, altrettanto se non più antico.
In questi testi, che riecheggiavano quelli di Dionigi Aeropagita (VI sec), il mondo era ancora quello di Tolomeo, strutturato cosi:

la terra immobile al centro dell'universo, circondata da 8 sfere, che sarebbero più delle bolle, concentriche, in cui sono incastonati i pianeti luna, mercurio, venere, sole, marte, giove e saturno.
L'ottava "sfera" è quella delle stelle fisse.

Quindi "alto" si riferisce alle varie sfere, in senso sia fisico che spirituale, e "basso" alla terra.
E il "miracolo della cosa unica", "Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l'ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice." vale sia nelle sfere superiori che sulla terra, anche se sulla terra tutto è imperfetto ed è anche più difficile vedere il miracolo in azione.

 


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LuxIgnis
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@INTP

Concordo che l quella frase va rapportata al suo contesto, e abbia altre interpretazioni, è naturale che sia così, ma io credo che vada molto oltre a questo. 

Guarda il prosieguo della frase che hai citato e ringrazio per averla ricordata. "Il Sole è sua padre, la Luna è sua madre, il Vento l'ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice". Cosa sono queste 4 parti?

Sole e Luna sono gli opposti per eccellenza, Padre e Madre. Il vento è un'altra parola per indicare lo Spirito che etimologicamente vuol dire appunto soffio dal latino, assimilato al greco anemos (anima) che vuol dire appunto vento. E' la terza forza in gioco, la forza armonica fra le due che sono necessariamente in tensione. Rimane la Terra che non è una forza in sé ma è il contesto; è per così dire il contenitore dove le tre forze giocano fra loro e si sviluppano. Il campo di gioco.

Ci sarebbe molto altro da dire ma questa è una grande verità presente in tutte le tradizioni mondiali in varie espressioni e sfumature.


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cedric
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Le considerazioni sopra esposte sono antropocentriche: ogni affermazione presuppone una prospettiva umana e questo è un grosso limite non superabile. Una interpretazione potrebbe essere questa: è basso cio' che noi definiamo basso ed è alto tutto cio' che noi definiamo alto. Al di fuori di noi il basso e l'alto semplicemente non esistono.

Una digressione su questa affermazione.

I fotoni sono dappertutto. E' quando questa radiazione colpisce un elemento materiale che si illumina. Quando tocca la nostra atmosfera, in determinate condizioni nasce quello che noi chiamiamo luce.

I fotoni diventano visibili solo quando noi li osserviamo con i nostri occhi. Possono essere fotoni diretti, ad esempio la luce delle stelle o di una fiamma o di una lampadina, oppure fotoni indiretti o meglio riflessi (o anche diffusi come nel caso dell'atmosfera). In tal caso noi vediamo solo i fotoni la cui frequenza è riflessa dall'oggetto colpito. Ad esempio le foglie sono verdi pechè riflettono solo i fotoni verdi mentre assorbono quelli rossi e quelli blu. Per la diffusione atmosferica e per la rifrazione dell'arcobaleno le cose sono più leggermente più complicate.

Quindi riappare di nuovo il principio antropocentrico: i fotoni diventano visibili solo perchè noi umani li vediamo.  Naturalmente  possiamo usare anche occhi artificiali e vedere anche i fotoni infrarossi (con una termocamera), i fotoni delle onde radio (con una antenna)  ed i fotoni dei raggi gamma (con uno scintillatore).  Gli occhi artificiali  convertono i fotoni originali in altri fotoni che NOI umani possimo vedere o percepire. I fotoni sono luminosi solo se qualcuno li guarda e siamo noi umani a creare la sensazione di luminosità.

Per ultimo, di notte il cielo è buio solo perchè la luce di TUTTE stelle dell'universo ancora non è arrivata ai nostri occhi  (grazie Olbert!)

 


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LuxIgnis
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Cedric,

va bene che esiste l'interazione con gli occhi e va anche bene il paradosso di Olbert anche se una spiegazione definitiva allo stesso non è convincente al 100%, ma io non parlo del cielo scuro di notte, parlo proprio che la luce di per sé è invisibile per sua natura e tutte le sue frequenze.

La luce è invisibile finché non colpisce un qualcosa a quel punto i nostri occhi la rilevano. 

C'è un esperimento scientifico che prova questo. Ora non lo ricordo bene ma se si fa passare un raggio di luce, un laser per le sue caratteristiche, dentro una camera oscura e noi osserviamo l'interno di questa camera, noi non vediamo il laser a meno che questo colpisca la parete della camera. Cioè vediamo il laser partire e arrivare ma non la luce del laser dentro la camera.

Questo è un filmato you tube che ne da una approssimazione:

https://www.youtube.com/watch?v=6QSaElB1Jr4

Questo è anche perché sulla luna non c'è il cielo, perché la luna non ha atmosfera.


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cedric
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Quanto detto è corretto per la riflessione (ed anche per la diffusione)
Hai mai provato a guardare DIRETTAMENTE un piccolo laser, ovviamente con un filtro x10000?

Quella è vera luce (o meglio fotoni) DIRETTA e senza riflessioni dalla sorgente alla nostra retina, la stessa luce diretta ( o meglio fotoni) che dalle stelle (sorgente) arriva alla nostra retina senza alcuna riflessione (tralasciamo la coerenza in fase, la monofrequenza ed altre piacevolezze, è solo una analogia)

Cosa siano i fotoni non lo sa nessuno. L'umanità ne ha dato una descrizione matematica per farci i conti e la faccenda funziona molto bene. Ma è solo un buon  modello perchè cosa sia in realtà il campo elettromagnetico, una entità trasportata appunto dai fotoni, non lo sa nessuno. Noi ne abbiamo consapevolezza solo quando c'è una interazione.

 

 


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LuxIgnis
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Oh per quello basta premere leggermente i globi oculari e si creano un bel po' di fosfeni....

Dimentichi che quando guardi direttamente un laser non vedi mai la luce diretta. Non esiste solo la retina, ma la cornea il cristallino il globo vitreo ce ne sono di interferenze che rendono la luce visibile!

Di fatti la luce è un gran mistero in fin dei conti, ma ribadivo solo il fatto che è invisibile in sé. Noi non vediamo mai la luce in sé ma l'effetto di questa.

Questa è fisica non me lo sono inventato io. Ma è un concetto affascinante a mio avviso. A livello simbolico il fatto che la luce sia in realtà oscura, è interessante.


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GioCo
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Pubblicato da: @r66

Questo concetto, abbreviato nel titolo per ovvi limiti, credo di non averlo mai capito realmente.
In molte spiegazioni ci si gira intorno con analogie su sistemi di diversa grandezza per poi concludere tramite un semplice: "ma data la limitata percezione umana non possiamo godere di tale perla".
Ora un concetto ripetuto a pappardella funziona solo con il beota di turno e di fronte ad almeno 5 birre, per gli altri rimane un qualcosa di insignificante.

Nel chiedere poco @r66 in realtà chiedi forse troppo. Sia perché la risposta è di quelle che solo tu puoi dare a te stesso, perché se non riesci a rispondere vuol dire che hai qualcosa che ti riguarda da indagare, sia perché "l'indagine" non ha a che fare con il dibattito ma con ciò che riesci ad osservare. Per ciò indovinare cosa sia è un terno al lotto per chiunque altro. Però si possono dare svariate risposte che forse possono darti qualche indizio. Valuta tu. Ci sono infiniti concetti che nessuno capisce. Diciamo che siamo immersi nell'ignoranza ma facciamo finta di no. Passiamo la vita a giustificare ciò che non sappiamo, facendo cose molto buffe come dare nomi a ciò che non conosciamo per dire "ecco è questo!". L'atto di illuderci con la dottrina ci rassicura, perché emotivamente non è facile vivere con la consapevolezza piena della nostra ignoranza ABISSALE. Soprattutto nella misura in cui "credi" che il tuo destino sia nelle tue mani. Senza ovviamente sapere cosa sia il destino o chi sei tu.

Tuttavia qualcosa (ancora) si può fare; il punto è come definire il concetto "alto" e "basso" e siccome la definizione è tipica di ambienti esoterici (è una della affermazioni di Ermete il "tre volte grande") ed è una di quelle che invita a riflettere senza pretendere una risposta "giusta", perché serve ad allenare l'iniziato a permanere nell'atteggiamento dell'osservatore più che a trovare risposte, non è nulla che possa essere "ovvio". Ad esempio non puoi cercarla tra i concetti geografici o geometrici o comunque visuo-spaziali. Non è un rapporto tra il tuo corpo e il Mondo. Non direttamente fisico e sensibile almeno. Di solito il primo invito per l'iniziato è di riflettere su come "l'alto" corrisponda al rarefatto e il basso al pesante. Ad esempio le nuvole e la roccia. Da qui si inizia a riflettere su come ciò corrisponda a tutte le cose. Per esempio le vibrazioni. Un suono alto è anche acuto, basso è anche greve e oltretutto risuonano proprio nel corpo fisico in parti alte o basse. Ad esempio i suoni bassi nella pancia (tendenzialmente) e gli alti nella testa. Quindi da qui si nota come la frequenza (lo spazio "vuoto" tra una nota e l'altra) faccia la differenza. Così noti che alto corrisponde a ricco (di significato) e basso a povero.

Prima di procedere ora vediamo cosa scrivi tu...

Non pago delle spiegazioni ricevute, provo a dare una mia versione, invitando ad intervenire chiunque sia in grado di fornire spunti più esaurienti.
Premetto che nell'esposizione qualche assunto c'è, siamo sullo spirituale, non può essere altrimenti.
Uno di questi è che ci sia un qualcosa dopo la morte fisica e un altro è che ci siano delle "leggi" a giostrare il tutto, non c'è bisogno in questo caso andare nei particolari di una dottrina precisa.

Per prima cosa cos'è questo basso e questo alto?
Il basso non potrebbe essere la Terra, o meglio, la vita terrena e l'alto quella ultraterrena?
Fin qui è una prospettiva che anche il più scettico, con un minimo di immaginazione, potrebbe sostenere e tener presente, almeno credo.

A seguire, perché mai l'accostamento?
Con l'altro assunto, quello delle "leggi", si potrebbe pensare che ciò che si sceglie da una parte lo si "ottenga" o comunque si verifichi anche dall'altra.
Come dire, se ci si sottrae in vita a queste leggi, si pagherà lo scotto anche in seguito e viceversa.
Credo che anche fin qui possa risultare una visuale con una sua logica funzionante.

Sinceramente, Caro, non credo di avere capito. Forse (e dico forse) c'è una confusione di fondo tra la frase iniziale che stai indagando e il cosiddetto "principio della compensazione". Basso e alto hanno a che fare (sempre secondo me!) con la densità di significazione che siamo in grado di gestire "qui ed ora". Che corrisponde al grado ("densità") di cose che possiamo osservare. La densità di conoscenza che ci attraversa è per quanto detto sopra coerentemente inversamente proporzionale con la densità del mondo che ci circonda. Come a dire: più l'aria è tersa più vedi. Poi ovviamente può anche corrispondere a un luogo esterno. Ma è ovvio che se tu vivessi in un luogo troppo "luminoso" te ne ubriacheresti. Ne usciresti cioè Male come la carta accanto al fuoco. Non sarebbe un posto buono per te ma un sovraccarico ingestibile. Però guarda che il problema va rovesciato: cosa sai tu adesso? Nulla o quasi. Quindi, nonostante ti trovi nel "basso" e nel "denso" (cioè nella povertà di significazione potenziale) non osservi nulla o quasi lo stesso. Diciamo quindi che se ti trovi qui "a soffrire" principalmente di ignoranza è per paradosso un atto di pietà, visto dall'alto. O no?

Tutt'altra faccenda (mi raccomando, sempre secondo me!) è la compensazione che in questo contesto è più una ricaduta. Vivere nell'ignoranza quasi totale, significa che è l'ignoranza che ti guida. Secondo gli esoteristi "l'ignoranza" è un essere in "carne e ossa" (o quasi ? ) che prende vari nomi ma in genere è indicato come "il guardiano" della soglia (che in certe versioni è trino). E' la forza forte che condiziona il tuo destino e che sei destinato a "licenziare" a tempo debito, perché lui stesso ti governa per ottenere quel risultato. Un nome più adatto è anche "il tuo Maestro interiore". Quando arrivi ad affrontarlo può apparirti in infinite fogge, anche non visibili. Perché dipende da ognuno di noi. Quindi se te lo descrivono "per riconoscerlo" a tempo debito, diffida. Devi solo avere fede che lo riconoscerai quando si presenterà se si presenterà, indipendentemente dalle apparenze.

Senza scampo!

Il problema nasce quando si cerca di determinare oggi cosa comporterà la via "piacevole" e cosa quella "spiacevole".
Una risposta semplice potrebbe essere quella di vivere una vita da cittadino rispettabile o meno.

Questa è facile. Sono i tuoi attaccamenti. Che sono quelli che generano l'ambivalenza: spaccano in due la realtà e con essa si genera "in automatico" anche ciò che serve a rimetterla insieme. Facciamo un esempio (per capirci). Vuoi fare una vita da "cittadino rispettabile"? Nell'istante in cui questo diventa per te determinante (emotivamente!) e quindi ne fai un attaccamento, la realtà si spacca e tu avrai a che fare prima o poi (di solito prima piuttosto che poi, i tempi sono incredibilmente "rapidi") con ciò che metterà in crisi questo tuo valore e ti costringerà al conflitto (sia interiore che esteriore). Dovrai lottare per difendere l'attaccamento e il tuo "nemico" si concretizzerà rapidamente in qualcosa (o spesso anche qualcuno) che minaccia questo tuo valore. Farai molta fatica e dovrai sacrificarti tantissimo e alla fine realizzerai che... era tutto inutile. Hai fatto tutto questo "per niente". Come lo realizzi? Ma, che ne so, mica dipende da me! Per esempio arrivi alla fine della tua vita per constatare amaramente che era una ca%%ata, una tua vuota convinzione e non pago ne cercherai un altra per cui ha senso lottare. Che ovviamente ti costerà molto più sacrificio "per nulla", perché si va sempre verso un "miglioramento" (spiritualmente parlando) che di solito vuol dire rarefazione di attaccamenti che diventano più "intensi" (=concentrati) e quindi richiedono virtù "più forti" per essere affrontate. Ad esempio, la stessa ricerca spirituale è un attaccamento e non fa eccezione rispetto gli altri, ma tende a chiedere sacrifici che non tutti sono disposti a fare. Quindi (anticipo) il sacrificio è obbligatorio/necessario? No, è inutile. Ma per capirlo devi affrontarlo. Senza scampo! Al solito...

Ma se l'individuazione non fosse così scontata?
Personalmente ho una sensazione, forse da sempre, ma in questo ultimo periodo più marcata, che il mondo si stia dividendo in due grandi blocchi.

Appunto. Cvd.

Niente a che vedere con il concetto geopolitico, per blocchi intendo che una parte si dirige filosoficamente, psicologicamente, antropologicamente o se si preferisce spiritualmente da una parte (l'ordine delle leggi) e il resto al suo opposto ("la libertà dalle" o "la violazione delle" leggi, in base alla propria angolazione).
Nella pratica ciò potrebbe esser rappresentato dalla versione ufficiale in cui la vita viene presentata, il sistema per capirci, o l'emarginazione dallo stesso.

Come se il tutto fosse una prova e le leggi funzionino in maniera inversa alla direzione del mondo.
In soldoni, tramite il paese dei balocchi le si contraddicono, per assecondarle non bisogna seguirlo.

Scritta la boiata del giorno, lascio la parola ai sapienti.

Non è una boiata. Non se sei spinto a rifletterci. Un altra domanda però va anticipata. Se ogni attaccamento "è sbagliato" come si fa a vivere senza? Non si può. Il "guru" (di solito uno stronzo conclamato, se no è meglio evitarlo, in quanto è "obbligatorio" essere stronzi in questi casi) risponderebbe qualcosa del genere: "scegli la tua pena e vivila". Punto. Siccome lui di pene non sembra soffrire, ti viene il dubbio che ti pigli per il culo e che gli piaccia pure. Infatti potrebbe dirtelo ridendo come un matto. Avrebbe stranamente senso.

Il punto infatti non è quale attaccamento scegli, ma ricordarti che è solo quello. Non puoi farne a meno, ma non è ciò che ti occorre nella vita. Non è quello che conta. Un po' come mangiare. Non puoi farne a meno, ma non devi per forza ritenere per questo che "il cibo conti più di tutto", nonostante sia anche un piacere. Non è necessario che sia meno di un attaccamento. Ciò che conta dovrebbe essere altro. Ciò che non è attaccamento.

Coltivare la compassione è uno metodo molto efficace di ridurre gli attaccamenti. La compassione è la principale antagonista degli attaccamenti. Ma se non sei convinto, sarai chiamato a sacrificarti finché non te ne rendi conto. Vita dopo vita, non importa quanto tempo ti occorre. Tanto come tutto il resto, anche il tempo è solo illusione.

Infine concludo lasciando un argomento di riflessione: Amore e compassione tendiamo a pensarli come fossero parte di una trattativa. Crediamo che dovremmo amare (o compatire) solo chi se lo merita. Come se l'Amore fosse un credito che va speso con parsimonia e solo dove "è giusto". Crediamo... Senza conoscere compassione.

 


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GioCo
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Pubblicato da: @luxignis

Oh per quello basta premere leggermente i globi oculari e si creano un bel po' di fosfeni....

Dimentichi che quando guardi direttamente un laser non vedi mai la luce diretta. Non esiste solo la retina, ma la cornea il cristallino il globo vitreo ce ne sono di interferenze che rendono la luce visibile!

Di fatti la luce è un gran mistero in fin dei conti, ma ribadivo solo il fatto che è invisibile in sé. Noi non vediamo mai la luce in sé ma l'effetto di questa.

Questa è fisica non me lo sono inventato io. Ma è un concetto affascinante a mio avviso. A livello simbolico il fatto che la luce sia in realtà oscura, è interessante.

Avete ragione entrambi. Ho studiato un poco ottica e fisica e la spiega della invisibilità della luce è relativamene semplice.
 
Noi vediamo solo quello che arriva all'occhio ed eccita i terminali nervosi. Quindi sia direttamene che di rimbalzo, deve però essere luce che fisicamente arriva all'occhio. Di fatto morendo lì. Come una spinta data a un carrello, si muove e l'energia si trasferisce al carrello. Tuttavia non è necessario che arrivi tutta la luce, ne basta molto poca. Che provenga direttamente dalla fonte (una lampadina o un laser è identico) o che arrivi di rimbalzo su una superficie è identico. Deve raggiungere l'occhio o noi per evidentissimi motivi non la vediamo. Sul fatto poi che arrivi uno stimolo particellare (fotone) o un onda diciamo che anche qui ha poca o nessuna importanza. Entrambi sono di fatto energia che viene trasmessa alla terminazione nervosa.
 
Sul laser. Il problema dell'invisibilità è data solo dalla luce coerente. La luce che noi intendiamo di solito non è coerente, perché un sacco di cose deviano la traiettoria. La stessa fonte di luce quasi sempre sparacchia a casaccio in tutte le direzioni. Per ciò "nel caos" omogeneo in cui si distribuisce nell'ambiente un po' arriva all'occhio. Ma se "raddrizzi" tutti i raggi (o fotoni è identico) in modo che viaggino paralleli verso un unica direzione, per esempio con una lente apposita, allora non puoi vedere ovviamente niente (indipendentmente dalla quantità di luce emessa) a meno che l'angolo della tua visuale non sia compatibile con la direzione della luce. Quindi non vedi il laser se non lo guardi direttamente perché il laser per definizione "è" luce coerente.
 
Per questo quando vai negli appositi "lasergame", lo spazio viene di solito riempito di fumo "apposito". Il laser (che poi per intensità è un semplice pennello di luce) è interamente visibile, tipo "star wars" perché "il fumo" sparpaglia parte della luce coerente, rendendo così il raggio visibile (esempio QUI).

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danone
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La migliore comprensione di come in alto così in basso, frase attribuita ad Ermete Trismegisto, personalmente l'ho trovata nella conoscenza dell'idea dei Cosmi nell'insegnamento di Gurdijeff.

Ogni cosmo è un essere completo ad immagine e somiglianza del cosmo assoluto (Dio) ma esistente sulla propria scala di esistenza, quindi come ha scritto Lux, l'elettrone è un cosmo e un organismo vivente, l'atomo e la molecola sono cosmi ed esseri viventi sulla loro scala, così come l'uomo, la Terra il Sole, il sistema solare e la Galassia e chissà cos'altro, che ancora sfugge all'indagine della nostra comprensione dell'esistenza.

Ogni cosmo è un essere completo sulla sua scala perchè possiede le tre componenti base di ogni cosmo, ovvero una componente istintiva, una componente emotiva e una componente razionale, quindi ogni cosmo è un essere senziente in evoluzione cosciente.

Come in basso così in alto.

 


oriundo2006 hanno apprezzato
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LuxIgnis
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@Gioco

Si usa un laser appunto perché è coerente, luce organizzata e che quindi segue un percorso preciso. Utilizzando luce comune non coerente sarebbe impossibile riuscire a percepire che la luce è in realtà invisibile di per sé.

La luce per essere vista ha bisogno di due cose: di attraversare le particelle in modo di essere rifratta in tutte le direzioni e di un occhio e un cervello che la trasformi in segnali luminosi.

Per questo lo spazio interplanetario è buio, poiché la luce che è presente in massa non ha particelle su cui riflettersi. 

D'altronde se ci pensiamo bene questo è un altro dei tanti miracoli di equilibrio della natura o di Dio se vogliamo, che rende il mondo così come lo conosciamo e in grado di vivere.

Se la luce fosse veramente visibile sempre, avremo l'effetto di come quando si guarda gli abbaglianti di una macchina direttamente, cioè saremmo ciechi. Se tutto fosse luminoso, inondato com'è di fotoni che sono dappertutto, si avrebbe l'effetto opposto e quindi sarebbe tutto buio.

Questo era quello che volevo sottolineare, al di là delle possibili spiegazioni: la luce è luce solo se accade un'interazione, è un gioco di equilibrio fra due o più parti. E anche qui ritorniamo al così in basso così in alto.


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R66
 R66
Estimable Member
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Topic starter  

In base a ciò che avete scritto, che riassumendo direi: un "sistema" funzionante a diverse grandezze - provo a dargli un risvolto più tangibile.

Pensiamo alla proporzione aurea.
Possiamo trovarla in un guscio di conchiglia, negli stami dei fiori, nell'uomo (l'uomo vitruviano), fin negli uragani, galassie ecc...

Fatto assodato che però fine a se stesso non vale più della rubrica "lo sapevate che..." della Settimana Enigmistica.
Fortunatamente però l'oggetto dell'esempio si spinge oltre, una volta compreso il funzionamento, indipendentemente dal perché, l'uomo è in grado di utilizzarlo.
Esempi li possiamo vedere in architettura, pittura, design, musica, letteratura, psicologia ecc...
Oltre a ciò, notare che la misurazione del passo dell'uomo (l'atto del camminare) ha analogie con un fiore, con una conchiglia e con una galassia, si potrebbe pensare che ci sia un "qualcosa" di intelligente a determinarne la regola, quindi che non sia tutto frutto del caso.

Ma è tutto qui?
Facendo ricerche ho trovato questo scritto:

"Se l’uomo considera un po’ questo ordine, si rende ben presto conto che egli stesso, in quanto cellula, deve adempiere soltanto a un compito, cioè compiere il servizio che gli è stato affidato nell’universo. Deve fare il possibile per essere una cellula il più possibile utile, allo stesso modo che lui si aspetta che lo siano le cellule del suo corpo; altrimenti lui stesso diventerà una cellula tumorale di questo mondo. Se egli abbandona volontariamente l’ordine per assaporare la sua malintesa libertà, non dovrebbe meravigliarsi di venire eliminato. Perché: come in alto, così in basso.
(Thorwald Dethlefsen)"

Non conosco l'autore, ma il discorso si riallaccia a quanto ho scritto nel topic, no?
Allora si che c'è un riscontro e il tutto non diventa più una ciancia da pub davanti a 5 birre.
Lungi dal ritener chiusa la questione leggerò con entusiasmo qualsiasi altro intervento.


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