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CH: politica d'accoglienza ha toppato


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Guerra: "La politica d'accoglienza svizzera ha toppato"

di Michele Guerra (*) - 1 settembre 2015

La nuova ondata di migranti sta preoccupando molti perche' in Svizzera la barca e' piena. Domenica scorsa ho pubblicato un dato ufficiale del 2012 del Consiglio di Stato (**) e della Polizia Cantonale: asilanti e NEM (non entrata in materia) - che allora contavano meno dell'1% della popolazione - causavano l'8.3% di tutti i reati commessi in Ticino. I casi di stupro e di altri reati sono noti a tutti. Il dato pubblicato nella risposta governativa ad una mia interrogazione ha scosso diversi lettori. Di conseguenza mi pare giusto parlare di questa nuova ondata migratoria. Se vogliamo fare un'analisi, l'immigrazione in Svizzera e' dovuta a due forze: la migrazione verso un Paese ricco e neutrale, e un insieme di lunghe decadi ininterrotte d'applicazione di politiche d'apertura troppo aperte in fatto d'immigrazione. La Svizzera ha accolto molto, sicuramente troppo.

E oggi, invece che venire ringraziata internazionalmente per lo sforzo d'accoglienza profuso, viene pure insultata e la sua apertura sfruttata scaricandole migranti di altre nazioni. Nel tempo, le cose sono cambiate. Se una volta dal punto di vista dell'asilo in Svizzera si accoglievano famiglie che scappavano per la vita, ora si arriva anche a casi di vera assurdita' e di abuso palese. Oggi - come e' notizia di alcuni mesi fa - ci sono persone che giungono in Svizzera dicendo di scappare da guerre e persecuzioni inesistenti e poi una volta accolte da noi tornano in vacanza con i soldi della Confederazione in quei territori dai quali dicono di scappare (si legga a tal proposito l'articolo dell'amico L. Quadri: 'Gli svizzerotti pagano le vacanze in patria dei finti rifugiati!'). Fra questi c'e' pure il caso degli Eritrei sui cui sperperi della Confederazione lucra pure il consolato eritreo facendo pagare un 'pizzo' del 2% (e a dirlo e' la Regione che giornale di destra non e' !).

Tutto questo quando in Ticino ci sono tanti anziani che non arrivano alla fine del mese, tanti giovani privati di un futuro perche' si assumono solo frontalieri in certi settori, tanti padri di famiglia lasciati a casa per assumere frontalieri e abbandonati: categorie che dovrebbero avere la precedenza su chiunque altro e che se non hanno i mezzi e' proprio a causa di altre sbagliate politiche d'apertura (quelle che hanno permesso di raggiungere i 65mila frontalieri).

Ecco quindi che la politica d'accoglienza odierna va rasa al suolo e cambiata sapendo dire No quando e' No perche' a tutto c'e' un limite ed i soldi, prima di spenderli per le vacanze di questi signori, vanno spesi per i ticinesi bisognosi che per il Ticino si sono rotti la schiena.

Spesso anche solo a discutere di questi temi si viene accusati di essere razzisti da parte di quei signori che preferiscono aiutare i finti asilanti che sfruttano lo stato sociale svizzero anziche' i ticinesi che non arrivano alla fine del mese. In realta' il razzismo non c'entra nulla ed a vergognarsi appunto dovrebbe essere chi - fregandosene dei tanti cittadini che stanno male e fregandosene del fatto che la Svizzera ha gia' accolto fin troppo - dice che dovremmo accogliere ancora piu' profughi economici (magari pagandogli le vacanze in quei territori dai quali dicono di scappare).

Infatti diciamolo, accogliere per asilo chi scappa per avere in salvo la vita e' un conto, un altro conto e' accogliere finti asilanti che dicono di scappare da territori dove poi tornano beatamente in vacanza a spese del contribuente: dimostrazione di come le cose siano degenerate. Oggi quindi ci si guarda alle spalle e si capisce che questa apertura e' stata uno sforzo sbagliato che la Svizzera non poteva permettersi visto che si e' passati ad accogliere chi questo sistema lo sfrutta. Insomma, nello stesso modo in cui e' giusto fare carita' ma entro certi limiti, oggi, la politica d'accoglienza Svizzera va totalmente rivista e bisognerebbe forse capire che prima va aiutata la gente bisognosa che abbiamo in casa.

--
(*) deputato al Gran Consiglio (parlamento cantonale) e candidato Lega dei Ticinesi al Consiglio nazionale (parlamento) lista 5 numero 7

(**) governo cantonale


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