Chi sapeva (prima) ...
 
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Chi sapeva (prima) dell'attentato


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Circa una settimana prima della tragica giornata vissuta ieri da Bruxelles i servizi segreti del Marocco hanno avvisato gli occidentali che era in preparazione una una nuova serie di clamorosi attentati nel cuore di Europa. Non è la prima volta che Rabat offre la sua collaborazione, e non è nemmeno la prima in cui i paesi occidentali che ricevono le informazioni le sottovalutano.

Secondo le informazioni raccolte dai marocchini grazie a un informatore che vive vicino al confine fra Tunisia e Libia era in preparazione anche un' azione su obiettivi sensibili che avrebbero provocato conseguenze ancora più terribili di quelle che si sono viste (un attacco a una centrale nucleare), e non a caso ieri dopo gli attacchi all' aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles, il governo belga ha disposto a metà giornata la messa in sicurezza di tutte le centrali nucleari del paese e l' evacuazione del personale dei siti di Doel e Tihange.

Certo da sabato scorso il Marocco ha chiesto alla Royal Air Maroc e alle altre compagnie minori del paese di modificare le rotte tradizionali europee, cercando se possibile di evitare di sorvolare Belgio, Francia e Spagna. Anche i voli in partenza dagli scali italiani lunedì e ieri sono stati in genere ritardati e hanno seguito per raggiungere Casablanca o Rabat rotte non tradizionali, percorrendo il Mediterraneo, e passando su Tunisia e soprattutto sull' Algeria che solitamente veniva evitata. Anche i voli marocchini in partenza o in arrivo nell' Europa centrale, Belgio compreso, hanno preferito allargare le rotte e seguire quelle sul mare piuttosto che attraversare i vari paesi europei che secondo i loro servizi erano a rischio. Un decisione che confermerebbe dunque i timori del Marocco di un attacco a una centrale nucleare (altrimenti si sarebbero evitati gli scali interni, non il sorvolo di quelle zone).

I servizi segreti marocchini sono in questo momento i più attendibili sul terrore jihadista, e in particolare sui movimenti dell' Isis e dei gruppi che fiancheggiano il califfato.

Hanno la migliore capacità di infiltrazione in quelle cellule clandestine e spesso minuscole che sfuggono alla rete di intelligence tradizionale dei paesi europei. E soprattutto hanno bisogno di raccogliere informazioni e di combattere quel tipo di terrorismo perché rischiano di vederselo importare in casa. Il Marocco sembrava fino a qualche anno fa immune, e aveva fatto di tutto per scongiurare la nascita dell' islamismo radicale all' interno dei suoi confini. Proprio per questo Re Mohammed VI aveva dato i natali a una catena di scuole islamiche di Stato, dove si insegna come primo comandamento quello di "non uccidere il prossimo". Tutti gli Imam sono quindi controllati dal Regno del Marocco, e non viene consentito l' insegnamento dell' Islam a chi non abbia quei crismi ufficiali. Nonostante questa protezione d' origine, il radicalismo a cui si impedisce capillarmente di germogliare, riesce comunque a entrare in altro modo grazie alla rete di marocchini immigrati, spesso da più di una generazione. Sono i figli nati e cresciuti in Occidente o comunque emigrati da bambini a rappresentare la vera emergenza del Marocco. Indottrinati da Imam stranieri, hanno sposato le teorie jihaddiste, in alcuni casi sono andati ad arruolare le cellule sparse sul territorio europeo, e spesso rientrano nel paese di origine a cercare nuovi adepti. E' la vera emergenza nazionale, e l' unico modo di affrontarla è proprio il lavoro capillare dell' intelligence marocchina.

Che il Marocco sia la fonte informativa più organizzata sulla rete terroristica Isis è dimostrato anche dal fatto che ieri proprio i servizi segreti di Rabat abbiano diffuso a poche ore dall' attentato foto e identikit dei 5 sospettati degli attentati di Bruxelles, alcuni dei quali erano appunto di origine marocchina come lo è pure l' ultima primula rossa delle stragi parigine del 13 novembre: il trentunenne Mohamed Abrini, che le polizie d' Europa inseguono senza riuscire a trovarne alcuna traccia. Abrini, nato in Marocco e trasferitosi in Francia da bambino, era riparato pochi anni dopo, ancora minorenne come l' amico Salah Abdeslam a Bruxelles, nel quartiere di Molenbeek dove faceva ufficialmente il garzone di una boulangerie.

Prima della diffusione di quelle foto segnaletiche dei possibili terroristi dell' aeroporto e della metropolitana ieri a fine mattinata si è tenuto all' aeroporto di Casablanca un vertice di polizia, gendarmeria e servizi di sicurezza del paese. Dalle prime informazioni circolate sembra che stessero preparando una operazione per individuare un pericoloso capo jihaddista che con un passaporto falso era partito dalla Turchia fermandosi per qualche tempo a Sirte, in Libia, dove è entrato in contatto con miliziani del califfato, e da lì appunto avrebbe dovuto raggiungere il Marocco. Per questo negli aeroporti del Regno e in particolare a Casablanca dove era atteso, sono state approntate eccezionali misure di sicurezza.

Franco Bechis
Fonte: www.liberoquotidiano.it/
Link: http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11891355/strage-bruxelles-allarme-ignorato-marocco.html
23.03.2016


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Stodler
Famed Member
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Post: 3972
 

Questi sanno tutto prima.

Però si invocano ancora leggi draconiane per non si sa bene quali motivi, se già quando sanno non intervengono, nuove leggi cosa potrebbero cambiare?


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Rasna
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 634
 

La mia sensazione è che i paesi occidentali non vogliano mettere un freno a quanto sta accadendo. Lo scopo degli attentati è proprio quello di suscitare una reazione nei popoli europei per fargli non solo accettare ma invocare a gran voce leggi più restrittive sul piano del controllo.
Il Marocco cura i suoi interessi, o almeno ci prova. Al re l'islam estremista non serve, il suo potere si fonda su altro e idee radicali potrebbero anche mettere in discussione il suo potere.


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Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

Sono stato abbastanza in giro in Europa negli ultimi tempi.
L'informativa era circolata in tutta Europa, si vedeva dai controlli che venivano fatti.
Il problema era nell'impostazione di fondo, stanno cercando terroristi islamici invece di sorvegliare le persone giuste, quelle dei servizi di grandi paesi. Solo una grande organizzazione poteva compiere ciò che è stato fatto a Bruxelles.
Da questo punto di vista l'articolo qui sopra è fuorviante, trascura l'evidenza per parlare di mitiche informazioni da scambiare. Sembra di sentir parlare Renzi o Alfano.


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riefelis
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 679
 

. Solo una grande organizzazione poteva compiere ciò che è stato fatto a Bruxelles.
.

Assolutamente non vero. Questi attentati non richiedevano grandi organizzazioni.
Hanno impiegati ordigni semplici e adatti per un confezionamento domestico.

Il mistero comunque rimane?
Se vogliono possono colpire dove nessuno se li aspetta per spergere il terrore (centri commerciali, luoghi affollati non attenzionati strategicamente ecc.)
Perche non lo fanno?


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

subito dopo gli avvenimenti del settembre 2001 uscirono fuori centinaia di provvedimenti "antiterrore" su scala INTERNAZIONALE da approvare in fretta e furia causa "emergenza"

a pensar male si fa peccato ma...


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haward
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 695
 

Per forza che le intelligence sanno in anticipo degli attentati che verranno, li fanno loro!
A chi crede ancora alla favola degli attentatori "spontanei" facenti parte delle varie organizzazioni islamiche quali Al Qaeda, fino a 2 anni fa, ed Isis, oggi, tra le infinite incongruenze ricordo il fatto che tali individui sarebbero tutti giovani di basso o bassissimo profilo economico, abitanti in quartieri ghetto delle grandi periferie, disoccupati o semi occupati. Ebbene, nonostante ciò e secondo la versione ufficiale, si sposterebbero in continuazione da un Paese all'altro, da un continente all'altro, dotati di passaporti ed identità false, utilizzando tecnologia sempre aggiornata, godendo di appoggi e coperture in ogni luogo e maneggiando tutti i tipi di armi ed esplosivi.
Come succedeva per i brigatisti rossi in Italia, che per anni e con risorse illimitate, vivevano in latitanza comprando e affittando appartamenti nel centro di Roma o Milano, viaggiavano in Medio Oriente, a Parigi, in Spagna, in Cecoslovacchia e in tanti altri posti, compravano tutte le armi e le attrezzature che volevano.
E allora come oggi, nessuno veniva beccato (fino a quando serviva/serve/servirà).


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ws
 ws
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 551
 

Sono stato abbastanza in giro in Europa negli ultimi tempi.
L'informativa era circolata in tutta Europa, si vedeva dai controlli che venivano fatti.
Il problema era nell'impostazione di fondo, stanno cercando terroristi islamici invece di sorvegliare le persone giuste, quelle dei servizi di grandi paesi. Solo una grande organizzazione poteva compiere ciò che è stato fatto a Bruxelles.
Da questo punto di vista l'articolo qui sopra è fuorviante, trascura l'evidenza per parlare di mitiche informazioni da scambiare. Sembra di sentir parlare Renzi o Alfano.

esatto


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Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

. Solo una grande organizzazione poteva compiere ciò che è stato fatto a Bruxelles.
.

Assolutamente non vero. Questi attentati non richiedevano grandi organizzazioni.
Hanno impiegati ordigni semplici e adatti per un confezionamento domestico.

Non sono a conoscenza dell'esplosivo usato, ma dubito che si trovi al supermercato sotto casa. E in tutta Europa si cercavano disperatamente esplosivi ed armi pesanti, spesso controllando una per una le persone per trovare tracce di esplosivi.
In queste condizioni un'organizzazione spontanea viene bloccata:
a) al primo tentativo di contattare la criminalità organizzata che vende esplosivi (la criminalità organizzata sicuramente era a conoscenza di questa ricerca ed ha interesse a segnalare i terroristi)
b) al primo tentativo di entrare con esplosivi provenienti dal Medio Oriente.

Ci sarebbe molto altro, ma visto che mi dici che è semplice spiega tu dove possono aver trovato l'esplosivo e come lo hanno trasportato.

PS: a me hanno fatto aprire il cofano della macchina almeno una decina di volte.


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Arcadia
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1704
 

Per forza che le intelligence sanno in anticipo degli attentati che verranno, li fanno loro!
A chi crede ancora alla favola degli attentatori "spontanei" facenti parte delle varie organizzazioni islamiche quali Al Qaeda, fino a 2 anni fa, ed Isis, oggi, tra le infinite incongruenze ricordo il fatto che tali individui sarebbero tutti giovani di basso o bassissimo profilo economico, abitanti in quartieri ghetto delle grandi periferie, disoccupati o semi occupati. Ebbene, nonostante ciò e secondo la versione ufficiale, si sposterebbero in continuazione da un Paese all'altro, da un continente all'altro, dotati di passaporti ed identità false, utilizzando tecnologia sempre aggiornata, godendo di appoggi e coperture in ogni luogo e maneggiando tutti i tipi di armi ed esplosivi.
Come succedeva per i brigatisti rossi in Italia, che per anni e con risorse illimitate, vivevano in latitanza comprando e affittando appartamenti nel centro di Roma o Milano, viaggiavano in Medio Oriente, a Parigi, in Spagna, in Cecoslovacchia e in tanti altri posti, compravano tutte le armi e le attrezzature che volevano.
E allora come oggi, nessuno veniva beccato (fino a quando serviva/serve/servirà).

Applausi 🙂


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Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

. Solo una grande organizzazione poteva compiere ciò che è stato fatto a Bruxelles.
.

Assolutamente non vero. Questi attentati non richiedevano grandi organizzazioni.
Hanno impiegati ordigni semplici e adatti per un confezionamento domestico.

Non sono a conoscenza dell'esplosivo usato, ma dubito che si trovi al supermercato sotto casa. E in tutta Europa si cercavano disperatamente esplosivi ed armi pesanti, spesso controllando una per una le persone per trovare tracce di esplosivi.
In queste condizioni un'organizzazione spontanea viene bloccata:
a) al primo tentativo di contattare la criminalità organizzata che vende esplosivi (la criminalità organizzata sicuramente era a conoscenza di questa ricerca ed ha interesse a segnalare i terroristi)
b) al primo tentativo di entrare con esplosivi provenienti dal Medio Oriente.

Ci sarebbe molto altro, ma visto che mi dici che è semplice spiega tu dove possono aver trovato l'esplosivo e come lo hanno trasportato.

PS: a me hanno fatto aprire il cofano della macchina almeno una decina di volte.

Hai pienamente ragione.
Grazie.


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