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culle vuote? Responsabilità politiche


paolodegregorio
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- culle vuote? Responsabilità politiche
di Paolo De Gregorio, 20 febbraio 2016

Non emergono mai, con chiarezza ed onestà, tutti i fattori che determinano un fenomeno sociale, come quello della diminuzione delle nascite. Come al solito sono la politica e il Vaticano che fanno confusione, omettono ovvie verità secondo le proprie convenienze, addossano a minoranze, come quella dei gay, colpe che non hanno, se la prendono con leggi civili come divorzio, aborto, contraccezione, unioni civili, contro cui sono in lotta perpetua con tutta la forza delle proprie organizzazioni, “Comunione e liberazione” in testa.

Anzitutto la diminuzione della popolazione italiana, rispetto al suo territorio in gran parte montagnoso, non sarebbe un problema, anzi sarebbe salutare tornare ai 30 milioni di italiani di inizio novecento, ma la questione è un’altra, è il rapporto tra giovani e anziani che si è squilibrato: gli anziani sono in aumento ed i giovani diminuiscono, per ragioni che sono al mille per mille economiche e causate da scelte di politici ottusi, ignoranti, subalterni alle esigenze della Confindustria e del mercato globalizzato.

Al primo posto c’è da considerare la grande conquista spacciata per “civiltà e modernità” che ha precarizzato il mondo del lavoro, ha reso insicure e licenziabili le persone, impossibile avere dalle banche mutui edilizi, e quindi qualunque progetto di famiglia, convivenza, figli, è allegramente saltato e probabilmente i responsabili erano al “family day” a denunciare la crisi della famiglia.

Se poi il 40% dei giovani è senza lavoro, non è colpa di un destino cinico e baro, ma il risultato di provvedimenti politici che hanno elevato l’età pensionabile dai 60 ai quasi 70 anni, lasciando i vecchi al lavoro ed i giovani a spasso o sulla via della emigrazione.
Sono infatti più di duecentomila i giovani che recentemente hanno abbandonato l’Italia, in parte intellettuali di valore, in parte allo sbaraglio, desertificando di nuovo il Sud Italia.
Anche qui abbiamo responsabilità precise, inoppugnabili, in quanto le risorse da destinare alla ricerca e quindi all’occupazione di tutti questi cervelli, i nostri lungimiranti politici li hanno destinati a missioni militari all’estero, all’acquisto di bombardieri, all’8 per mille alla Chiesa, al finanziamento pubblico ai partiti e all’editoria, al salvataggio di banche in mano a ladri e piduisti.

Se veramente vogliamo ripristinare un giusto equilibrio tra giovani e anziani, il punto è quello di fare esattamente il contrario di ciò che è stato fatto in questi ultimi anni, ossia dare a tutti i disoccupati un reddito di cittadinanza in cambio di 4 ore di lavoro giornaliero, socialmente utile, portare il pensionamento a 60 anni, abolire il precariato e il Job act, finanziare massicciamente la ricerca, soprattutto nella direzione di rendere l’Italia autonoma per quanto riguarda l’energia (tutta rinnovabile) e sviluppare una agricoltura basata sulla lotta biologica, senza diavolerie chimiche o transgeniche, scelta che salverebbe la vita a migliaia di giovani che oggi si ammalano di cancro per il cibo spazzatura che circola nei supermercati e per le polveri sottili emesse dalle autovetture, dal riscaldamento con combustibili fossili.

Altro che family day o dare la colpa alla minoranza gay che chiede diritti civili, i killer della famiglia e responsabili della fuga dei giovani sono in politica e in Vaticano e solo una nuova e buona politica può cambiare le cose, e la caratteristica più importante deve essere l’onestà e il bene comune.
Paolo De Gregorio


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spadaccinonero
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anche mandare a casa un po di immigrati sarebbe un'idea non male...


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mda1
 mda1
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e con loro tutti quelli che hanno avuto incarichi poltici, in magistratura, nelle forze dell'ordine e nei media. se ne vadano tutti in africa che in italia siam troppi 60 milioni di individui


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MarioG
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A parte il richiamo al mito della decrescita felice (magari potremmo tornare alla popolazione dell'eta' romana...) non si capisce bene perche' dovrebbe essere desiderabile tornare a una popolazione di 30 milioni nel mondo contemporaneo (due Istanbul, o poco piu' di una Shangai).
Ma anche ammesso che ci piaccia il mito, ovviamente la cosa non avverra' (anzi' e' piu' probabile una ulteriore lenta crescita), qualsiasi sia il crollo della natalita' in Italia.
E il motivo lo conoscono tutti, anche se si evita accuratamente di parlarne per tutto l'articolo.
Questo a proposito di quell'onesta' che si vuol sventolare davanti ai (patetici) family day.
Io sono d'accordo sul benaltrismo. Il problema e' che bisogna applicarlo anch'esso con onesta'.
Perche' chi in partenza focalizza la discussione politica sui presunti "diritti" di quelle "minoranze" che conosciamo, sui cosiddetti "matrimoni" gay e adozioni di figli e "figliastri", e l'educazioni di genere (che senno' c'e' il bullismo nelle scuole...) e tutti gli annessi e connessi, mentre di fronte si stende il panorama sociale che lei pure si e' disturbato a descrivere... beh! Quelli NON sono quelli del family day!
Quelli vengono DOPO.

Ha citato il finanziamento delle missioni militari, il finanziamento dei partiti, dell'editoria, naturalmente l'8 mille (tutte cose peraltro, su cui, dipendesse da me, tirerei una riga sopra) pero', di nuovo, non ha citato i costi di cui ci facciamo carico inseguendo i diktat immigrazionisti (E su questo forum qualcuno, che qualche competenza ce l'ha, ha fornito alcuni dati credibili...).
Io avevo capito che era per la decrescita, quindi mi aspettavo che prima o poi arrivasse a toccare questo punto. Invece neanche una parola. Parla di demografia ma non parla di immigrazione.
Ma come fa?

Abbiamo capito che e' favorevole ai "diritti civili"!
Ma non per questo deve usare quelli del "family day" (piccola commiserazione sul nome...) come ricettacolo delle italiche contraddizioni.

Onesta', onesta', onesta'...


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MarioG
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anche mandare a casa un po di immigrati sarebbe un'idea non male...

Non avevo ancora letto il suo commento quando ho cominciato a scrivere il mio.
Ma vedo che gia' alcuni hanno notato quella "cosina" che dice lei, e che manca dall'articolo di degregorio...
Mah!
Saremo tutti fissati!


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spadaccinonero
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anche mandare a casa un po di immigrati sarebbe un'idea non male...

Non avevo ancora letto il suo commento quando ho cominciato a scrivere il mio.
Ma vedo che gia' alcuni hanno notato quella "cosina" che dice lei, e che manca dall'articolo di degregorio...
Mah!
Saremo tutti fissati!

puoi darmi del tu MarioG

era un "particolare" molto facile da notare

😉


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paolodegregorio
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è vero, non ne ho parlato volutamente, ci sono tanti post al riguardo, mi sono riferito alle "culle vuote" di cui tanto parlano i media


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paolodegregorio
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ieri, 21 febbraio, il Fatto Quotidiano ha dedicato due pagine ad una intervista al regista Giovanni Veronesi con il titolo: "Imparate l'inglese e scappate dall'Italia non è un paese per giovani" e nel corso dell'intervista dice che "in dieci anni se ne saranno andati più di un milione".
Insieme alle "culle vuote" questo aumenta lo squilibrio nella composizione demografica e ciò favorisce l'ulteriore declino dell'Italia perchè se ne vanno forze giovani, se ne vanno energie e progetti.
Purtroppo non si può dare loro torto, la realtà italiana non presenta prospettive di lavoro, corruzione e mafie sono una realtà, il merito e la capacità non sono i requisiti indispensabili per gli incarichi pubblici e i fondi per la ricerca sono stati falcidiati.
E così oggi si verifica l'assurdo che finanziamenti europei che dovrebbero essere destinati a progetti italiani vanno a finanziare progetti di ricercatori italiani che lavorano all'estero, mentre presso le nostre Università si verifica una diminuzione delle immatricolazioni.
in sostanza assistiamo a cervelli in fuga che vanno ad "aiutare" gli stati vincitori della lotta economica globalizzata, mentre agli stati deboli, come è oggi l'Italia, è assicurato un ulteriore declino, impoveriti di energie di giovani e prede delle economie più forti che possono facilmente accaparrarsi loro beni e strutture importanti. Difatti, buona parte del made in Italy è ormai di proprietà straniera.
Di questo passo sarà molto difficile che i nostri giovani emigranti possano rientrare, soprattutto perchè quello che non si vede all'orizzonte è un progetto economico, credibile, anche se minimo. Penso alla valorizzazione seria del patrimonio artistico e ambientale, alla destinazione di fondi alla ricerca per frenare la fuga dei cervelli e per studiare la migliore tecnologia per le energie rinnovabili finalizzata alla autosufficienza energetica, così come dovrebbe essere posto il massimo impegno per realizzare l'autosufficienza alimentare e, infine, il reddito di cittadinanza ai disoccupati.
Coloro, politici e giornalisti, che parlano di culle vuote conoscono benissimo le cause e sanno che il problema peggiora se i giovani se ne vanno, ma evitano di parlare delle responsabilità.


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spadaccinonero
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ieri, 21 febbraio, il Fatto Quotidiano ha dedicato due pagine ad una intervista al regista Giovanni Veronesi con il titolo: "Imparate l'inglese e scappate dall'Italia non è un paese per giovani" e nel corso dell'intervista dice che "in dieci anni se ne saranno andati più di un milione".
Insieme alle "culle vuote" questo aumenta lo squilibrio nella composizione demografica e ciò favorisce l'ulteriore declino dell'Italia perchè se ne vanno forze giovani, se ne vanno energie e progetti.
Purtroppo non si può dare loro torto, la realtà italiana non presenta prospettive di lavoro, corruzione e mafie sono una realtà, il merito e la capacità non sono i requisiti indispensabili per gli incarichi pubblici e i fondi per la ricerca sono stati falcidiati.
E così oggi si verifica l'assurdo che finanziamenti europei che dovrebbero essere destinati a progetti italiani vanno a finanziare progetti di ricercatori italiani che lavorano all'estero, mentre presso le nostre Università si verifica una diminuzione delle immatricolazioni.
in sostanza assistiamo a cervelli in fuga che vanno ad "aiutare" gli stati vincitori della lotta economica globalizzata, mentre agli stati deboli, come è oggi l'Italia, è assicurato un ulteriore declino, impoveriti di energie di giovani e prede delle economie più forti che possono facilmente accaparrarsi loro beni e strutture importanti. Difatti, buona parte del made in Italy è ormai di proprietà straniera.
Di questo passo sarà molto difficile che i nostri giovani emigranti possano rientrare, soprattutto perchè quello che non si vede all'orizzonte è un progetto economico, credibile, anche se minimo. Penso alla valorizzazione seria del patrimonio artistico e ambientale, alla destinazione di fondi alla ricerca per frenare la fuga dei cervelli e per studiare la migliore tecnologia per le energie rinnovabili finalizzata alla autosufficienza energetica, così come dovrebbe essere posto il massimo impegno per realizzare l'autosufficienza alimentare e, infine, il reddito di cittadinanza ai disoccupati.
Coloro, politici e giornalisti, che parlano di culle vuote conoscono benissimo le cause e sanno che il problema peggiora se i giovani se ne vanno, ma evitano di parlare delle responsabilità.

i giornalai dei falso quotidiano come potevano non invitare ad andar via dato che dobbiamo fare spazio agli immigrati?

per loro le opportunità chissà perché ci sono...


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Primadellesabbie
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...in cambio di 4 ore di lavoro giornaliero, socialmente utile...

questa indicazione dettata certamente da una visione lungimirante dei rapporti sociali, fa scattare un allarme automatico nei miei domini mentali: inorridisco al pensiero di quale mole di burocrazia, gli indigeni peninsulari, sarebbero capaci di accatastare su una faccenda del genere, roba da far girare la testa.

Alle cause che citi o fai intuire a proposito della diminuzione delle nascite, vorrei aggiungerne un'osservazione che non appare mai, nemmeno nelle consuete e monotone beghe tra "progressisti (sic)" e "tradizionalisti (doppio sic)", in materia di arrembaggio di gay ed assimilati, alla bagnarola sulla quale siamo precariamente e litigiosamente assiepati.

Sappiamo che per costruire un bambino nuovo bisogna far incontrare un uomo ed una donna in età fertile (salvo escamotage resi possibili dalla tecnologia e da persone disponibili ad usarla), ma da lì a dire che la famiglia tradizionale sia quella formata da una coppia ce ne passa di strada, e ce ne passa ancora di più a dire che sarebbe questa la struttura migliore per la crescita di un bimbo.

La nostra tradizione, nella sua interpretazione corretta, ci fa vedere si una coppia con figli, ma circondata e convivente con nonni, genitori, fratelli, mogli e figli dei fratelli fino ad un numero consistente di persone.

Quella é la famiglia tradizionale, quello é l'ambiente ideale per crescere i bambini.

Potrei scrivere a lungo, cercando di dire come questa sia la versione occidentale della famiglia, in armonia con la nostra tradizione, in quanto derivata dalla Tradizione Primordiale da cui originano tutte le tradizioni.

Più brevemente farò osservare che Enea é capitato da queste parti, dopo un eccidio, tenendo per mano un figlio e portando sulle spalle il padre. Volete leggervi l'amor filiale? Io leggo qualcos'altro.

C'é un problema, anzi ce ne sono molti.

Questa famiglia, che rappresenta la nostra tradizione, e che eviterebbe il manicomio della famigliola a due, rinchiusa nella cella condominiale a tirarsi i piatti un giorno si e uno no, per poi divorziare per la felicità dei pargoli, questa famiglia solida e funzionale alla salute fisica e mentale di tutti i componenti, non va bene (non é adatta) per il mondo, che di tradizionale non ha nulla, che ci siamo costruiti con tanto entusiasmo.

Così i tradizionalisti della domenica, che si sono "dimenticati" di difendere la tradizione quando avrebbero dovuto farlo, conquistati e travolti dalla modernità, tanto esecrata ora, hanno pensato di inventarsene una da luna park, di tradizione (inni, bandiere, vari ed eventuali) che, e qui bisogna dire che se é un caso c'é da restare incantati, combacia esattamente con la speculare sciatteria dei loro avversari, a garanzia di una equa parità di mezzi, come d'obbligo in ogni duello che si rispetti.


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Primadellesabbie
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Un'esemplificazione grafica di come si può svolgere uno scontro ad armi pari si può trovare su Asterix "Le grande fossé":


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Black_Jack
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@Primadellesabbie

Per cortesia potresti parlarmi della tua idea di Tradizione Primordiale?
Mi sembra di ricordare che non fossi un seguace di Evola e con meno certezza che non ti convincesse nemmeno Guénon.
Ti riferisci alla loro di Tradizione Primordiale?
Ma soprattutto, se ritieni di poterne parlare qui, chi sono i depositari di questa tradizione oggi?
Sono un gruppo unico o esistono gruppi magari rivali che la tramandano per linee iniziatiche più o meno antiche?
Mi interesserebbe sapere soprattutto se pensi che esista realmente una linea iniziatica ininterrotta fino ai nostri giorni.
Diciamo che o sono un po'cattivelli se sono stati loro a organizzare questo disastro o le cose gli stanno sfuggendo di mano...


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Primadellesabbie
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@ Black_Jack

Recentemente ho sentito un significativo seguace di Guenon (che, comunque la si pensi, é un punto di riferimento unico) usare un epiteto irripetibile nei suoi confronti per un aspetto della sua narrazione, non mi sono meravigliato, in queste cose il rapporto può essere di estrema franchezza.

Con Evola bisogna stare molto attenti, si ispira ad una casta (di guerrieri), e dal punto di vista di quella descrive e analizza, e noi non siamo guerrieri...e tu sai che purtroppo molti si esaltano facilmente.

É come se un economista, oggi, ti illustrasse il sapere che governa il mondo a partire dal punto di vista di una casta di commercianti, da cui risulterebbe che le qualità che portano al guadagno e alla ricchezza, magari anche corredate da astrazioni elevatissime, devono sovrastare tutte le altre per il bene dell'universo.

Guenon si mette e si mantiene sempre su un piano molto alto, tale che ciò che descrive, il piano in cui si muove, tiene conto dei guerrieri, dei commercianti, ecc. Non so se ho reso la cosa.

Ho cercato in rete, qui c'é un articolo di RG al proposito (il primo che si incontra, in questo sito che non conosco) che ti può essere utile per la definizione, e nelle righe finali trovi una parziale risposta alla seconda domanda. Ci proverò anch'io magari, ma ho bisogno di pensarci (é difficile essere concisi):

http://mikeplato.myblog.it/2009/02/24/la-tradizione-secondo-rene-guenon/

Ho cercato la definizione che ne dà Coomaraswamy, che avendo le radici nell'arte (e scrupolosamente ortodosso) dovrebbe esserti più prossimo. Non ho trovato e mi sono imbattuto in questo articolo, che non é fuori tema e forse ti può interessare:

http://kataragama.org/research/primordial_tradition.htm

(Anche qui sito a me sconosciuto, ma l'articolo sembra potabile.)


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Black_Jack
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@Primadellesabbie

Grazie dei link.
Di Guénon ho letto un paio di libri: lunghi suggestivi capitoli sul Prete Gianni o su Agartha ma in realtà non capisco di cosa parla.
Di Evola qualcosa di più ma ho conosciuto degli evoliani che non mi hanno fatto una bellissima impressione.
Però mi interessa molto la questione della Tradizione - specialmente l'alchimia - e credo che qualche sostanza ci debba essere.

Se vuoi dirmi qualcos'altro quando hai tempo ri ringrazio, soprattutto se pensi che esista una linea iniziatica ininterrotta.
Esiste immagino per gli ebrei, per gli indiani, per i cristiani da duemila anni anche se non credo che loro la chiamino iniziazione, ma se non ho capito male la Tradizione Primordiale preesiste alle religioni.

Non so se hai mai visto qualche quadro di Evola


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riefelis
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Concordo pienamente con paolodegregorio.
Sono constatazioni forse evidenti che il cancro del dibattito politico ha provveduto a sotterrare,


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