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Dall'idea all'interpretazione: il "caos" da dove origina ?


GioCo
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Quando seguiamo un ideale, per esempio socialista o fascista, cosa stiamo esattamente facendo ? L'idea che sta alla base è condivisibile, giusta, retta ? In sintesi cosa ci permette di condannare le idee in quanto idee ?

Nulla.

Ma presto dovremo affrontare (di nuovo) questo passaggio, storico semantico, anche se più e più volte è stato approfondito da persone ben più preparate di me. La questione sotterranea che lo riporta in auge è sempre la stessa: la predeterminazione. Che dipende dalla messa in discussione del "libero arbitrio", come passaggio obbligatorio per l'età dell'oro.

Poche e semplici righe per concetti che avrebbero bisogno ognuno di un enciclopedia storico~antropologica. Non pretendo ne di gestire, ne di affrontare una simile discussione. Non mi interessa, il fine è sempre quello di riflettere e invitare a riflettere, non altro.

Tuttavia per collegare tra loro questi passaggi (complessi) occorre certamente un approfondimento coerente ed è quello che proveremo a fare.

Iniziamo da una pagina interessante della nostra politica e della semantica dominante (QUI): l'accelerazionismo. Ne sono venuto a conoscienza da poco e secondo me un approfondimento (oltre quello che possiamo ricavare da wikicoipiedi) è abbastanza dispersivo, ma per chi fosse interessato può trovare qualcosa QUI. Nel senso che è una palese discettazione condotta da emuli di Philip Dick, non nell'arte somma del romanzo fantasy e di analisi sociale, ma di trip acidi e superca%%ole al seguito che però ha tre interessanti (per noi e qui) punti di contatto: è una ideologia di nicchia "di pochi per pochi", è di ispiriazione per la maggioranza dei nostri satrapi alla Billo Cancelli e "last but not least", fonda la sua retorica sulla capacità predittiva "eteroguidata". Per i più gnucchi (tipo me) una plastica rivendicazione del potere di trasformare in strumento utile "la profezia autoavverante".

Quello che oggi è noto come "effetto Rosenthal" e che non a caso è passato dall'essere una teoria socio-psico-pedagogica degli anni '70 a una vera a propria ideologia di matrice religioso~apocalittica. Certo, gli autori non hanno avuto la fortuna che forse si aspettavano. Erano avanguardie come ad esempio la "famigerata" Cybernetic Culture Research o anche CCRU, un collettivo di teorici sperimentali formato alla fine del 1995 presso la Warwick University. Pur tuttavia posso confermare che queste idee hanno profondamente influenzato e continuano a farlo anche se è controintuitivo, accademie di orientamento umanista di tutto il globo. Tant'è che l'ho subita nel mio corso di Scienze dell'Educazione intuendone immediatamente la portata disumana, ma non temo che sia riproposta ovunque nei consessi di maggior prestigio come il prezzemolo.

Che l'umanesimo passato abbia partorito un aborto in stile nietzschiano di questo genere non può sorprendere. Che questo sia poi evoluto nell'antiumanesimo attuale meno ancora, date le evidenti tendenze autodistruttive dei nostri satrapi. Tuttavia se fosse stato lasciato andare, sarebbe apparso e scomparso come ogni altra scempiaggine di st'orbe terraqueo. Non meno di una barzelletta della settimana enigmistica insomma. Il semplice fatto che invece sia stata adottata come una specie di "rivelazione" per poi partorire robaccia alla Davos, purtroppo ci costringe a considerarla in qualche misura "realistica".

In un certo senso l'idea di potersi impossessare del futuro fabbricandolo a piacere non è solo piaciuta ai nostri capitani d'industria (e di finanza creativa) + vertici politici globali (globalisti) ma anche ai nostri religiosi. Perché coniuga alla perfezione il pensiero catto~aschenazi, da una parte assicurando l'apologia (del tempo) escatologica apocalittica, in salsa tecno, dall'altra che "il dopo" sia transumano e aprioristicamente migliore. "Non avrai nulla e sarai felice" alla Schwab (QUI) che ci ricorda quella specie di ucrona%i suaromate che spende quantità fantastiche di denaro dei contribuenti UE via SMS, poi perde gli SMS e non ne paga le conseguenze. In compenso perseguendo i poveracci con le pezze al culo con cattiveria studiata potendo lei poggiare il suo persino su Jet privati se lo desidera (ecofrendly ovviamente) impone a tutti di svendere il proprio macinino usato (QUI) dopo essere stata diretta corresponsabile di una depressione economica europea come manco nel 1929 (tra pandemia e nord stream) in pieno conflitto di interessi (dato il lavoro del marito) e per questo e tanto altro ce la stiamo sciroppando da 4 anni (dal 1/12/2019). Ok che la lista dei simpatizzanti accelerazionisti è lunga, ma (come normale e logica conseguenza) perché non è presa a sputate in faccia in ogni angolo ove appare sta impunita ? Misteri della fede.

Forse abbiamo campioni più odiosi da odiare su cui concentrarci adesso. Che poi alla fine con tutti sti bersagli anche lo sputo viene meno e ti si secca la bocca. Quindi immagino sia una specie di necessario risparmio politico non voluto...

Torniamo a noi... La profezia autoavverante è vista come una specie di bug dagli accelerazionisti e viene apertamente detto che il suo sfruttamento, utile a promuovere il transumanesimo, è fatto apposta per ribadire come il modello umano sia buggato e vada per ciò integrato con tecnologia "adatta" al suo superamento. Che poi al suo massimo, sto transumanesimo è più una sorta di protesi che nulla a che fare con un miglioramento di qualsivoglia essere vivente. Anche perché al solito è ciò che manca che conta e in queste faccende ciò che risplende è proprio ciò che manca: quanto salutare sarà la tecnologia transumana per l'Uomo se si pone come sua antitesi e "naturale" superamento ?

Quindi si usa la profezia autoavverante per avverare la profezia e rendere "vera" con essa l'intera impalcatura ideologica (strafatta). Cosa mai potrebbe andare storto ? Se però possiamo capire qual'è il fascino che esercita (questa ideologia) su chi ha tutto da perdere in termini di potere sul globo, sorge davvero spontaneo chiedersi quale fascino potrebbe avere per chi invece ha tutto da perdere... Corpo incluso e in specie la parte in carne...

Infatti, fermo restando che dopo millenni in cui lo sviluppo psico-fisico e in specie spirituale in st'accidente di occidente è di fatto fermo all'anno 1000, dove i monaci come summa massima della loro spiritualità alla morte si facevano sciogliere le "carni corrotte" per rimanere "puri scheletri" (Terminator docet) la nuova novità di ste ordine globale delle mie palle sudate in effetti una notivà ce l'ha: cambiare lo scheletro con uno di metallo. Vuoi mettere quant'è più fico ?!

Max Headrom (QUI) approva.

Ovvio che siamo all'apoteosi dello svarionamento. Lo Svarione dei Monelli: "un monello per demenza, un monello per ignoranza e nella fattanza sprofondare".

Tuttavia noi siamo partiti chiedendoci se un idea ha senso che sia inquadrata in quanto idea come "giusta", "buona" o al contrario "ingiusta", "sbagliata". Un idea è un idea, cioè un transito di un suggerimento per la Mente che mente che procede dal Basso Astrale. Senza ombra di dubbio ed esclusivamente per coerenza (dati poi gli effetti osservabili). Il Mondo bigio non può che attrarre verso di sé fascinando l'inconsapevole, lo fa a prescindere perché è quella l'influenza che esercita sui Vivi. Non è in sé un opera negativa, tuttavia il fine e lo scopo è certamente diretto a distruggere le Vita, implicitamente e aprioristicamente per ovvi motivi, anche se lo nega ed è sincero...

Questa forza che è il massimo della debolezza, in quando esercita sui Vivi una pallida e tenue pressione, tipica delle interazioni deboli (come il neutrino) non ha però il problema del Tempo e nemmeno di quantità. Come il neutrino (appunto) ci attraversa in miliardi di miliardi di interazioni sottili molto deboli che di fatto passano in sordina nella stragrande maggioranza dei casi. Come non esistesse tale interazione. Tuttavia esiste e interagisce. Una delle sue priorità e presentarsi come forza forte e creativa. Non è ne l'una ne l'altra, tuttavia l'insistenza è certamente uno dei modi con cui può influenzare meglio la Mente che mente. L'altra "gamba" su cui si poggia è la sua ignoranza. Cioè ignorarne l'influenza, delegarla ad altro e in particolare per integrare come nostri pensieri che per loro natura non lo sono. Proprio questa specifica ignoranza permette poi di "fare confusione" e riempire la Mente con idee che tendono a farci svarionare. Come il cibo spazzatura, un effetto estroflesso dell'ingestione tossica di quantità esagerate di pensiero bigio, ci deprime la mente con una conseguenza specifica osservabile: perdere contatto con la parte critica di noi stessi e in specie con quella riflessiva (speculare) legata all'etica. Così (ad esempio) ci ripetiamo a pappagallo le cose giuste ma le traduciamo in giustificazioni per l'ingiustizia che non può che dilagare ovunque, dentro e fuori da noi.

Chi non è d'accorto sul fatto che opere cinematografiche come "Star Trek" non abbiamo di fatto anticipato tecnologie e preparato il terreno per accoglierle ? Chi non ha visto in molti film di fantascienza sociale tentativi di prevedere gli effetti sia positivi che negativi di queste tecnologie (tipo "Johnny mnemonic") ? Certamente l'accelerazionismo è uno straordinario strumento che può essere messo al servizio dell'umanità e avantaggiarne la crescita spirituale, come anche l'ecologismo e tanti altri, ma solo se intesi come etici quanto utili passaggi storici per rivalutare l'Uomo e provare a massimizzare le sue qualità in nuce, cosa che nessuno ha nemmeno mai provato a fare fin'ora perché a parte svilire l'Uomo, qual'è l'opera "totalizzante" che osserviamo ovunque ? Perché se davvero volessimo superare l'Uomo, almeno prima dovremmo raggiungere le sue massime potenzialità e collettivamente, se no cosa stiamo "superando" realmente ?!

Un idea, che promana dai morti. Quindi un idea DI morte. La nostra, evidentissimamente. Ma anche dei nostri satrapi perché sono abbagliati da un modello schizofrenico e suicida come quello che procede da ogni "buon" psicopatico d'altronde. Sono quindi psicopatici ? Non necessariamente. Deboli certamente...

La base concettuale è sempre la stessa: non è l'idea in sé a essere il problema, ogni idea ha in nuce potenzialità equivalenti positive e negative, ma poi è obbligatorio doverle interpretare ed è a quel punto si che si fa casino. Dalle sacre scritture fino alla moderna interpretazione quantistica della realtà, il problema non è mai l'idea, ma come interpreti. Che poi, se usi il dizionario sbagliato, è un attimo scambiare Roma per toma e Torino per tombino.

Tanto più se non sai cosa stai leggendo perché magari l'ha scritto qualcuno millantamila anni fa con una scrittura di cui si sono perse le tracce e di cui manca la stele di rosetta. Per ciò devi un po' andare per tentativi col miserabile lessico che ti è dato, a casaccio. Così è il pensiero: non sappiamo cosa stiamo leggendo, ma lo diamo per scontato. Non è un problema non sapere, quanto dare per scontato.

Oh no ?! Rifletteteci.


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INTP
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Non conoscevo questa, come chiamarla... corrente filosofica, ideologia, o magari solo moda ?
Tu dici che questo tipo di cose viene dai morti, può darsi. Auto distruttiva lo è senz'altro. Ma forse le cose sono più semplici.
Da sempre esiste gente che si arrabatta per il potere o la ricchezza, spesso coincidenti.
Ci sono epoche brutali, in cui prevale lo stile Attila e altre sofisticate in cui se la cavano meglio i leccaculo. Naturalmente con tutte le sfumature intermedie.

La cosa si può riassumere così: che sia mettendo su un'orda di energumeni o dicendo a tutti quello che vogliono sentirsi dire, si arriva là, il potere è finalmente raggiunto, non importa il livello. A questo punto però si pone un problema: come darsi un tono.

Gastone Paperone, che può tranquillamente ammettere che è tutta fortuna, esiste solo nei fumetti.
Nella realtà questi "vincitori" hanno il problema che basterebbe un adolescente leggermente più maturo della media per fargli fare delle figure di merda.

Ma per loro fortuna sono sempre esistiti anche i cantori, che oggigiorno chiamiamo "intellettuali". Questi riescono sempre a sfornare qualcosa, una teoria, una religione etc che i nostri possono abbracciare anima e corpo e proclamare come scopo della vita.

A volte c'è da punire gli adoratori di Inanna, altre da convertire i pagani, oppure portare coscienza alle masse, emancipare questi o annientare quegli altri. Non è mai un problema.
I cantori ci mettono le belle frasi e una trama eroica o pia o ipermoderna e gli altri le usano.
Che poi il mettere in pratica porti sempre degli sconquassi non è un problema per questa allegra compagnia.

E del resto è sempre il solito armiamoci e partite. Già che ci tengono così tanto perché non si fanno piazzare un esoscheletro, o si fanno modificare geneticamente ? Non sono più teorie, il problema è proprio solo la mancanza di volontari...


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GioCo
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Non conoscevo questa, come chiamarla... corrente filosofica, ideologia, o magari solo moda ?
Tu dici che questo tipo di cose viene dai morti, può darsi. Auto distruttiva lo è senz'altro. Ma forse le cose sono più semplici. [...]

Potentissimo... E' un piacere leggerti. 😋 

Immagino sei nuovo, nel senso che deduco da quanto scrivi che non devi aver letto molti dei miei POST. Forse questo è il primo ? Poco male. 😉 

Parlo così tanto e così a vanvera... Hehehe... Però però, ogni frase che scrivo ha dietro un Mondo ed è difficile ogni volta riprenderlo. Come è difficile decidere cosa scrivere e cosa no. Per me, nel mio piccolo, un esercizio.

Quando parlo dei morti parlo di un legame umano specifico a livello "esotico" (uso spesso questa parola al posto della più abustata "esoterico" con piglio leggermente ironico). Quindi non riguarda la faccenda in sé ma tutti, comunque e sempre. Il legame è sottile e quindi non segue i perimetri semantici usuali. C'è come un corpo nel corpo che ci abita e secondo le tradizioni esotiche è di natura emotiva. Così se sei abituale alla rabbia è come se tu selezionassi il "canale rabbia" che ti connette al Basso Astrale e i pensieri suggeriti saranno vicini a coloro che in Vita hanno coltivato in prevalenza rabbia. Diciamo "gli esperti di rabbia" che sapranno sempre suggerirti ottimi motivi per stare sempre più arrabbiato. Cioè sintonizzarti meglio sul loro canale. Per questo la rabbia alimenta rabbia. Ma vale per tutte le altre emozioni. Più sono basse, più il collegamento è forte perché la distanza è breve. Più sono elevate più è difficile mantenerle perché le connessioni sono lunghe e quindi deboli e più "disturbate".

Inoltre @intp ho scritto tante volte che non parlo mai di Verità: non la cerco, non la pretendo e non la spaccio. La Verità è sacra, ma quello che scrivo non è ricerca di "Verità". E' un esercizio che procede costruendo un quadro il più allargato possibile di coerenza semantica al suo proprio interno. Dove ogni elemento richiama gli altri e dove qualsiasi "incoerenza esterna" diventa sprone per riflettere e approfondire. La chiave sta nella sua dimensione che non può essere limitata. In altre parole, dove sussiste qualcosa che non lega al quadro, "il particolare fuori posto", ha senso fare ricerca per appianare l'incoerenza, aggiornando sia il quadro intero se necessario, sia il dato incoerente, finché anch'esso non arricchisce la semantica generale a un tempo. E' un metodo, funziona e in tanti anni direi che ha dato diverse "prove" di essere un solido strumento cognitivo alla portata dei più...

Anche se a volte è necessario attendere anni per arrivare alla completezza di informazioni che appianano l'incoerenza, la pazienza paga...

Dopodiché il quadro, ha l'onere di non essere MAI (in nessun caso) preso per Verità. Nonostante spesso ci si senta quasi obbligati a intenderla tale, invito a tenere il punto. Perché nel momento in cui diciamo che è "Verità", la Mente cessa di cercare e verificare coerenza. Dal quel momento diventiamo più facilmente "hackerabili", per usare un termine caro alle frange accelerazioniste.

Chiedi poi nello specifico cosa sia questo "pensiero" accelerazionista. Teoricamente (nell'intento dei suoi autori) dovrebbe essere una specie di manifesto rivoluzionario, stile marxismo per intenderci. Ma è difficile di questi tempi fare distinzioni su certi contorcimenti. E' un po' come chiedere dove sono i nemici nella mischia di una battaglia. Ci si azzuffa e tanto vale. Il Caos è il Caos, non cerca distinzioni, solo affermazioni generiche di non senso compiuto. Lo fa apposta. Poi tanto i cadaveri si contano solo quando il fumo è diradato e a nessuno importa chi ha ammazzato chi, ma solo quelli ancora in piedi. Con i pensieri caotici è lo stesso. Si fanno la guerra tra loro e chi rimane "vince".


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E invece ti seguo da parecchio tempo, da quando ogni tanto commentavi dei film russi. (non li segui più ?)
E ho anche risposto qualche volta a dei tuoi post.

Questa volta l'equivalente del mio demone ha sbuffato per l'ennesima *logia o *ismo, tutto qua.
Descrivo le cose in altro modo ma sotto sotto parliamo delle stesse cose.

Per me quello che tu chiami influenza dei morti è la nostra tendenza, come specie, ad avere una "scienza" e una "tecnologia" per agire sul mondo. Queste funzionano sempre, ma hanno un effetto su di noi che è sempre trascurato.

Si potrebbe dire "dimmi cosa vuoi e ti dirò chi sei", ma è solo un parte della faccenda. L'"ambiente" in cui siamo immersi non l'abbiamo creato noi, e però pochissimi si danno il lavoro di cercare a tentoni di scandagliarlo.


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GioCo
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E invece ti seguo da parecchio tempo, da quando ogni tanto commentavi dei film russi. (non li segui più ?)
E ho anche risposto qualche volta a dei tuoi post.

Questa volta l'equivalente del mio demone ha sbuffato per l'ennesima *logia o *ismo, tutto qua. [...]

Pure tu "il demone" 🤣 

I film russi sono e sono stati certamente un passaggio importante per capire come è cambiata la narrazione sottostante nel nostro cinema. Certo che li seguo, ma diventa sempre più difficile accendervi senza che siano in lingua russa. Che non conosco. Uno degli ultimi che ho potuto vedere è "I maghi del nord" (QUI). Ma prima ero riuscito con tanta fatica a vedere lo spettacolare "Coma" (QUI). Non ricordo se ne avevo parlato. Cmq la qualità di questi film è molto alta. Tuttavia strizzano l'occhio a un certo modo di fare cinema che era quello di Hollywood degli anni ruggenti. Ovviamente la Russia come federazione non segue i piani di depopolazione, quindi pur innestandosi nei processo di rinnovamento socio-psico-pedagogico dell'accelerazionismo per quanto riguarda le innovazioni tecnologiche e l'impatto che hanno sulle persone, lo fa mantenendo un approccio "soft", anche perché nei secoli scorsi non è stata interessata dai processi capitalistici che invece hanno dominato da noi e quindi si può permettere di introdurli "in stile cinese", con meno resistenza e mantenendo una sua propria peculiarità "mafiocentrica", dove i capitani di industria e i banchieri sono sostituiti da oligarchi dai metodi molto spicci. Il contrasto netto è con la politica neocon aggressiva statunitense.

Per il resto se mi segui allora sai bene anche che oltre al mio demone ci tengo anche a considerare ogni voce critica con attenzione. Accettare (anche solo come possibilità concreta) il pensiero in quanto mediatore per i morti è un passo certamente impegnativo. Nel senso che le conseguenze sono abbastanza ampie e per un sistema nervoso medio rappresentano certamente uno stress che non tutti hanno modo di gestire (se non con specifico addestramento). Inoltre come ogni novità importante apre svariati frondi di indagine/riflessione. Ad esempio il rapporto che abbiamo con questo altro Mondo "invisibile" (finché almeno non ne cerchi i "segni"). Quindi capisco che includere questa possibilità può non essere la cosa migliore per tutti.

Tuttavia come per l'inquinamento elettromagnetico, non includere possibilità "invisibili" corrisponde a "non sapere". Dove si fa volontariamente per la pace interiore, non sapere ci nega spesso soluzioni anche banali che però potrebbero fare la differenza. Ad esempio se la tua testiera del letto fosse esposta proprio su una sorgente sporca estremamente pericolosa, andando a letto tu ti becchi ogni notte la tua dose di veleno radioattivo e le conseguenze le sconterai prima o poi. Ti bastava spostare il letto magari di 50 cm, ma se non includi la possibilità, ovvio che non potrai farci nulla.

 


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Per quanto riguarda le "possibilità invisibili" ne so qualcosa.
Da giovane ero parecchio scavezzacollo anche se non sembrava, e verso i 20 anni ho cominciato ad interessarmi di "esotismo" :D.

Ma, come ho scoperto più tardi, la nostra cultura ha eretto delle formidabili barriere contro qualunque cosa invisibile, per cui tutto quello che ne avevo cavato erano chiacchere di seconda mano.

Poi però sono andato in brasile e ci sono rimasto per un po' di anni. Là queste barriere non esistono affatto. Ero dannatamente curioso e la famosa "mancanza di libero arbitrio" ha fatto si che potessi incontrare le persone giuste per esplorare un po' 'ste cose.

Oltre a essere curioso avevo una facilità pazzesca a percepire i regni strani della magia africana. Sono entrato anche in contatto con gli espirita, quelli che hanno prodotto il film "O nosso lar", che avevi linkato tempo fa. Tra tutti sono i più sobri e sono altamente rispettati.

All'epoca facevo già il programmatore ma per un po' ho valutato la possibilità di passare a fare qualcosa in quel campo visto che me la cavavo bene. Ma poi ho lasciato perdere, quel campo ha a che fare con qualcosa che è gratis per natura, camparci su non è coerente. In più la potenziale clientela, per lo più tardone incagliate, è più di quanto potrei sopportare.

A un certo punto ho percepito chiaramente l'aria che tira in quelle che tu chiami "lande" e ho capito che sarebbe stato cercare grane con il lanternino.

E così com'era cominciata di brutto ho cambiato approccio. Avevo anche imparato a fidarmi della "mancanza di libero arbitrio".

Da allora ho rifiutato in blocco l'esotismo, non posso fidarmi di mappe stilate da chissà chi e per chissà quali scopi. Procedo in un modo simile al tuo, solo con a disposizione un insieme di esperienze diverse, da cui un linguaggio diverso.

 


oriundo2006 hanno apprezzato
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GioCo
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Per quanto riguarda le "possibilità invisibili" ne so qualcosa.
Da giovane ero parecchio scavezzacollo anche se non sembrava, e verso i 20 anni ho cominciato ad interessarmi di "esotismo" :D.

[...]

Da allora ho rifiutato in blocco l'esotismo, non posso fidarmi di mappe stilate da chissà chi e per chissà quali scopi. Procedo in un modo simile al tuo, solo con a disposizione un insieme di esperienze diverse, da cui un linguaggio diverso.

Curioso, il mio "percorso" è da una parte simile e per altro differente. Inizialmente programmatore, poi mentre cercavo di sprofondare in me stesso alla ricerca di comportamenti che mi riguardavano, mi sono avvicinato al mondo dell'autismo ad alto funzionamento, quando qui in Italia non c'era praticamente nessuno che ne parlava. Erano i primi anni 2000 e google dava come risultato in italiano ZERO match e parallelamente seguivo i lavori di Malanga che mi hanno portato anche nel mio caso vicino a certi Mondi di confine. Ho potuto conoscere una pletora di gente certamente "particolare" anche per gli standar medi "esotici". Cioè (per usare un linguaggio alla Castaneda) gente decisamente "non ordinaria". Diciamo che per avvicinarmi a quel Mondo non ho dovuto mai lasciare i confini del paese.

Per la sete di "canoscienza" ho fatto di tutto, da lezioni di mesmerismo a ritiri sciamanici, dai balli popolari a "missioni" a caccia di tracce aliene con altri "guerrieri", fin dentro nella foresta nera in germania. Ma ho evitato accuratamente sempre i percorsi più lastricati e "facili" (tavole OuiJa, massonerie, religioni orientali, etc.).

E' stato un bel periodo, faticoso ma bello. Formativo soprattutto. Non ho mai toccato direttamente il tema del Mondo bigio. Poi c'è stata una pausa e mi sono allontanato per un po'. Nel frattempo ho perso il lavoro (2010 per fallimento della ditta) la ragazza (era abruzzese e non sopportava la lontananza) fatto una laurea, fondato un associazione (che promuove l'aggregazione tra persone con HFA) condotto per anni una ludoteca (formula replicata oggi grazie a un bando vinto) e fatto per anni il presidente. Insomma, non sono stato con le mani in mano come si suol dire.

Ma quel Mondo era sempre lì a un passo. In particolare perché fin dai primi contatti con l'associazionismo che si occupa di autismo, c'era tanto, troppo in "comune" con lo spettro. Così ho iniziato a studiare, partendo da un semplice spunto: la tecnologia virtuale. Con una riflessione: cosa accade se la verità non è più possibile riscontrarla, perché c'è comunione completa tra sensorialità e riproduzione tecnologica ? Un po' come nei sogni o nei trip di acido. Qualsiasi cosa e il suo contrario diventano possibili. Da allora sono passati più di vent'anni e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Tuttavia già poco dopo aver iniziato quel percorso mi sono accorto che il ruolo delle emozioni del riscontro con la realtà non era affatto secondario. Quindi l'attenzione si è spostata lentamente ma inesorabilmente verso "il valore": cosa determina in noi quello che ha valore e quello che non ce l'ha ? Me lo chiedevo per me, per i ragazzi che seguivo e per le nostre vicende quotidiane che osservavo, sia quelle abituali che eccezionali. Per esempio, cosa determina che una certa situazione scateni rabbia ?

Ho cominciato quindi a chiedermi: cos'è che determina polarità e intensità nella reazione emotiva ? Cioé cosa determina una reazione emotiva greve, piuttosto che leggera e una intensa piuttosto che lieve o assente ? In altre parole, da dove origina questa "storia di vissuti emotivi" ? Qui ho iniziato a intravvedere un origine comune a tutti, diciamo una spinta endogena neutra che poi si differenzia a seconda dell'individuo e lo fa seguendo il profilo del prisma dell'identificazione. Banalmente: se hai paura di essere giudicato in base alla tua altezza, perché sei troppo basso, tendi a diventare aggressivo per anticipare le critiche che associano all'altezza una minore "presenza". Tipo cagnetto attaccabrighe. Quindi una certa energia originaria spinge in via neutra, poi l'identificazione (=corpo) funziona da argine e quell'energia finisce che modella interpretazioni (=sistema nervoso) dando carica e intensità alle emozioni che chiudendosi a ciclo costruiscono risposte adattive di lungo corso. Le nostre "abitudini" cognitivo~comportamentali, di cui le zone di comfort fanno la parte del leone.

Ora, tutte le emozioni grevi (tipo paura, rabbia, senso di colpa, etc.) tendono a prendere in noi il sopravvento. Quindi dentro quella testa lì che abbiamo (domandona) "chi comanda" esattamente ? "Io" ?! Ma "io" chi ? Chi sta esercitando volontà e chi sta immettendo nel sistema valoriale che mi guida indicazione per gestirne l'evoluzione ? Come faccio a sapere che non sto facendo altro se non "l'utile idiota" per una volontà che non è nel mio interesse perseguire ? Come, se quella volontà l'ho fatta mia ?

La risposta è più banale di quello che l'intuito suggerisce: tutti noi viviamo per morire. Non per vivere. Tutti noi guardiamo alla fine (la nostra soprattutto). Non all'origine. Il nostro sistema educativo (e scolastico) ci induce a usare massicciamente il paraocchi per procedere in una sola direzione, quella che ci sta davanti. E il resto ? Mancia. Quindi viviamo per morire perché escludiamo il 99,9% (a essere buoni) di tutto il resto e quello che rimane è solo la strada che ci separa dalla morte. A volte ci piglia pure l'ansia e la morte finiamo per darcela da soli, perché tanta asfittica esistenza non può che soffocarci. Come intervenire ? Allargando la Visione e con essa la coscienza verso le cose (il cosidetto "panorama" che si vede salendo la montagna) che abbiamo ("volutamente") negato ai noi stessi.

Hai ragione, quel Mondo è pericoloso e in genere chi lo frequenta e ne è attratto ne fa parte, in quanto più "posseduto" rispetto la media.

Tuttavia nei luoghi che per me sono stati forieri di "canoscenza" di sicuro non ho mai trovato ne profittatori che ci speculavano alla "Osho" (anche se qualche volta per alcune pratiche era richiesto un contributo) ne "tardoni", ma gente sveglia e attenta. Sempre con percorsi di vita molto diversi tra loro e rispetto il mio, ma comunque ricchi di spunti e incredibilmente fertili oltre che umani. Ora i gruppi con cui sono in contatto fanno un lavoro che reputo davvero straordinario sotto ogni punto di vista, in particolare proprio quello della correttezza. Non c'entra un ca%%o con nulla di tutto quello che ho visto e che tu riporti (di cui so benissimo l'esistenza). Non ci sono pretese, non esistono richieste in denaro (a parte i contributi per le spese comuni) non c'è nessuna "ritualità" e c'è una certa "intesa" reciproca che non so definire altrimenti. Nel fare esperienza, si fa esattamente tutto quello che chiunque farebbe, tipo stare insieme, chiacchierare, andare al mare, ma se capita di vivere situazioni "non ordinarie" (non richieste) l'attenzione è totale e immediata.

In un certo senso è la "mia famiglia" e nonostante tutti i difetti che ha, meno comunque dei miei, è impagabile. Non l'ho "trovata". E' semplicemente il naturale procedere di un percorso che osservo già stabilito e che dipende proprio e solo dalla maturità della consapevolezza non corporea. Non è un merito o una fortuna, ma solo il punto di quel percorso. Che poi è lo stesso per ognuno quando arriva il momento.


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INTP
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Mah, il riferimento ai soldi valeva per me. Se avessi deciso di cambiare mestiere l'unica scelta in quel posto e tempo sarebbe stata fare un qualcosa tra il cartomante, astrologo e veggente.

Tra la gente che ho conosciuto qualcuno viveva di cose simili, altri facevano parte di terreiros candomblè e umbanda, per cui erano una specie di preti. Questi non chiedevano soldi, se qualcuno gliene dava, bene, se no amen.

E poi c'era gente normale, con un lavoro etc ma che si interessava di queste cose.

Il rifiuto dell'esotismo è scaturito dalla comprensione che ognuno deve aprirsi la propria strada da solo. In gruppo certe cose sono pìu facili, altre no. E in gruppo prevale la necessità di mappe, orientamenti etc.

Sulla questione delle emozioni ci ho rimuginato pure io, ma alla fine ho scoperto che è una questione di equilibrio. Reprimerle non serve.

Il fatto che quell'energia neutra possa finire ad alimentare emozioni negative dipende dai tuoi bisogni, specie il bisogno di compensare. Compensare però non serve a niente, meglio accettare le cose come sono.

Dici che la gente va verso la morte... Beh, di sicuro la stragrande maggioranza della gente passa la vita impegnata in un compito impossibile: prendersi cura di un fantasma, l'immagine di se stessi.
Che si vorrebbe accettata in toto da tutti gli altri. Il problema è che quest'immagine se la costruiscono per imitazione, manco sanno cosa e come sono davvero, e non puoi pretendere che gli altri la riconoscano solo perché tu pensi che dovrebbero.
In effetti girano a vuoto per tutta la vita, magari sbiellando spesso e volentieri.

Non sono sicuro che questo dipenda dal sistema educativo, se sono tutti così, e mi sa che lo sono da millenni, per forza di cose segui la corrente, a meno che non sei un bastian contrario per la solita mancanza di libero arbitrio.

 


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GioCo
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Pubblicato da: @intp

Mah, il riferimento ai soldi valeva per me. Se avessi deciso di cambiare mestiere l'unica scelta in quel posto e tempo sarebbe stata fare un qualcosa tra il cartomante, astrologo e veggente.

[...]

Non sono sicuro che questo dipenda dal sistema educativo, se sono tutti così, e mi sa che lo sono da millenni, per forza di cose segui la corrente, a meno che non sei un bastian contrario per la solita mancanza di libero arbitrio.

"Ognuno parla di se stesso, sempre e comunque", certamente quindi davo per scontato che ti riferivi a te stesso. In genere quando indico un valore, indico l'emozione, perché in origine sarà pure neutra, ma è come la corrente elettrica. Senza non vai da nessuna parte. L'emozione quindi in buona sintesi è un carburante anche se spesso la intendiamo (più o meno consciamente) come un problema. Quindi (per lo più incosciamente) ne riconosciamo il valore intriseco (per esempio nel legame affettivo) tuttavia "l'equilibrio" di solito è un impresa non indifferente, tanto quanto quella che citi, l'accettazione di sé e della miserabile condizione generale in cui siamo immersi di solito, indipendentemente dagli agi e dalla ricchezza o dei mezzi a disposizione. Quella delle condizioni sociali dell'America latina (ad esempio) che hai vissuto è certamente una umanità fertile, colorata, ma anche poco incline all'analisi razionale. D'altronde bastano le alture andine a capire come tra greggi, ignoranza e nebbia l'humus è quello. Molto differente da quello mediterraneo. L'ambiente conta e spesso non ce ne rendiamo conto. Questo è un aspetto che contrasta con l'ideale di una società fluida. Non esiste nessuna società "idroponica", fuori dai consessi sterilizzati (serre) dall'artificio estremamente costoso (per pochi). Ergo dovesse finire l'artificio "di vetro", si tornerebbe a ricercare un equilibrio con l'ambiente reale lì fuori. Che chiamo "radicamento" anche se l'humus è speculare ed è il corpo. Ma non cambia nulla, nel senso che il terreno in cui si costruisce il senso compiuto è il corpo, mentre la radice è l'innervazione che risponde con l'adattamento. Certo, non sei una pianta e puoi andare a vedere come vivono in America latina. Ma le tue radici contano come se tu fossi una pianta ed è questo (correttamente) che Russi e Cinesi ripetono inascoltati. Le emozioni sono la chiave per questo legame tra te e l'ambiente. Che si vuole (coerentemente) recidere con pesante uso di psicotropi (che diventano obbligatori dato i disagi che provoca "la società fluida"). Come ha fatto la Disney (in senso metaforico "narcotizzando" i suoi prodotti tipo che a paperopoli non esistono i genitori) o la NASA (fisicamente con le culture in serra) mentre cercava di portare le piante nello spazio.
 
Il sistema educativo crea "tendenze" e se ragioni per assoluti o cerchi chiarezza nel generale (confuso) non puoi trovarne, come non si può trovare uno specifico frutto nella foresta (se non sai dove cercare). Come sempre è il particolare che va osservato, ma sempre e solo entro un rapporto complesso che lo stesso ha con tutto il resto. Quindi non un particolare "qualsiasi". Un esempio che faccio spesso è quello della campanella che definisce il tempo di una lezione. La lezione nella lezione che inserisce nel profondo della spiche una specifica risposta ambientale che è vicina al concetto della cultura idroponica. Non dovrebbe quindi esistere ? No, ha senso se tu strutturi l'educazione in quel modo, tuttavia è la conseguenza indesiderabile che non è tenuta in conto. Da noi. Perché viene marginalizzata, come non ci fosse. Tra l'altro l'aggressività con cui la struttura viene difesa (vedi che fine hanno fatto le scuole alternative) è indicativa di come sia più importante la campanella della lezione.
 
Comunque una più esaustiva (e quantomai rara) disamina la puoi trovare QUI.

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