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economia reale - domande a mensa andrea

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amensa
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@ ericvonmaan
visto che ho tempo, continuo con la #4
"Dal punto di vista accademico, è corretto inserire il valore di facciata tra le passività della Banca Centrale? Ritiene che sia etica tale operazione? Contabilmente è corretto che la BCE dichiari come passività una cifra così alta per ogni banconota che emette (per altro in regime di monopolio e sulla quale non offre più garanzie reali a copertura, come oro o altro asset reale)? "
esempio:
"tu trovi una collana per strada, oppure la erediti da una lontana zia, o la vinci alla lotteria, è etico chetu la venda e ti goda il ricavato" ?
occhio che stiamo parlando di etica, non di legalità.
la banca centrale emette il denaro ( che sia in banconote o semplice annotazione, che costa ancora meno, non importa ) e dato che lo impresta alla banca commerciale tale denaro ESCE, pertanto nella contabilità a partita doppia è PERDITA. Quando e se venisse restituito ( cosa possibile anche se poco probabile) l'importo verrebbe segnato come GUADAGNO, ovvero in ENTRATA. è il principio della partita doppia, a stabilire questa regola, con la quale sono tenute praticamente tutte le contabilità.
per cosa riguarda il valore, come ho già fatto presente alla tua #3, nel caso di oggetto imprestato , dato che tale esce e tale rientra, non è tanto importante il suo valore intrinseco, quanto il valore d'uso.

ps. ora , prima di proseguire aspetto un tuo segnale.


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amensa
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Credo che la grande confusione a proposito del denaro sia dovuta al fatto che si vuole considerare, per abitudine, il denaro “fiat” con il criterio del denaro aureo, e questo chiarimento sta alla base di diverse delle risposte alle 15 domande del 2° post.
Il denaro aureo E’ un bene esso stesso, ha un SUO valore intrinseco simile al valore che rappresenta, pertanto ogni pagamento con tale tipo di denaro si configura come un baratto, ovvero bene contro bene.
Il denaro “fiat” invece è da considerare some un certificato che attesta un credito di valore.
Nessuno inorridisce se una cambiale è un pezzo di carta, come nessuno ha nulla da dire se un assegno è un pezzo di carta, perché quelli siamo abituati a considerarli come attestati di un credito.
Se si comincia a considerare una banconota in questo modo, ovvero un credito, allora apparirà evidente come sia identica a un numero su un conto corrente, anch’esso nient’altro che l’attestato di un credito, oppure la moneta elettronica, che sposta un credito da un conto a un altro.
Sotto tale aspetto non sarà assolutamente più importante con quale MEZZO si spostano i crediti, se tramite banconote, o assegni, o bonifici bancari, e soprattutto che valore materiale ha tale mezzo.
Si è già ripetuto tante volte che non è assolutamente importante il valore del mezzo, quanto il credito che rappresenta.
Ed è quanto ci sta scritto sopra che varrà quando lo darò in cambio di un bene, non il suo valore COME bene.
Quindi la differenza sostanziale tra i due sistemi monetari, consiste proprio nel fatto che in uno la moneta è un bene, mentre nell’altro rappresenta un credito.
Il continuare a confondere queste due realtà, porta in effetti a cercare un valore in un certificato, cosa che non c’è, ma soprattutto non serve a niente e a nessuno che ci sia.
Avete mai visto qualcuno darvi merce in cambio del valore intrinseco di una banconota ? avete mai incontrato qualcuno che consideri una banconota , ad esempio da 100€, come pezzo di carta ?
È questo strabismo tra l’uso comune, e il retaggio storico di quello che rappresentava il denaro aureo, che genera questa confusione.
La moneta aurea era ( ed è per quei paesi che adottano un sistema monetario aureo) una cosa, ovvero un bene, la banconota, il conto corrente o postale, sono certificati di credito, pertanto un’altra cosa, è come dire che una mela è diversa da un’anguria, e volerne fare in continuazione il paragone e domandarsi perché non sono trattate nello stesso modo. Perché semplicemente sono due cose diverse, benché si mangino entrambe, come nel caso del denaro dei diversi sistemi, entrambi rispondano alla stessa esigenza di facilitare gli scambi.
Ho pubblicato un ampio articolo su pregi e difetti dei diversi sistemi monetari, dateci uno sguardo:
http://blog.libero.it/bigblogworld/9756357.html


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rasna-zal
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Buongiorno Andrea, mi permetto un esempio:

Se io Stato, devo compiere un opera che costi 1.000, in questo regime economico, se non le ho, vado dalla BCE che mi dice devi però pagare un interesse (che è il tasso di riferimento/sconto, giusto?), ammettiamo il 2,50.
Per cui per la mia opera io prendo 1.000 e pago 25 alla BCE.
Domanda: è tutto qui il mio debito con la BCE, visto che la moneta/debito resta sempre di sua proprietà?

Dopo di che inizio la mia opera, allora ci sarà una percentuale dell'importo che servirà ad acquistare materie prime (cemento, asfalto, ma anche ammodernamento dei macchinari della ditta che prenderà l'appalto, carburanti, ecc...) e un altra percentuale che andrà per le retribuzioni spettanti ai prestatori d'opera (operai, ingegnieri,ecc..).

Tutte queste operazioni sono soggette ad imposte e accise: IVA, accise sui carburanti, tassazione sui redditi di tutti i soggetti che fanno parte "dell'impresa" (insieme dei soggetti partecipanti all'opera); azzardo una stima (solo indicativa) circa il 25% del valore complessivo del denaro speso.

Per cui lo Stato prende in prestito del denaro, cifra di 1.000, che paga 25 e se il mio discorso è corretto ricava come utile diretto nelle sue casse 250 - 25, oltre al fatto che adesso esiste un opera pubblica di valore 1.000 e una massa di moneta circolante pari a 750.

Giusto?


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Iacopo67
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Ma conviene veramente, agli USA, visto che, dopotutto, l'inflazione la subiscono anche loro ? Poi puoi dare la risposta complicata.


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amensa
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@ iacopo67
il fatto non è se conviene o no agli USA inflazionare il dollaro, ma se ne sono costretti o no. ricorda che il legame tra tesoro e FED è molto più stretto e vincolante negli USA che non ad esempio in europa.
da noi il madato alla BCE è "preservare il valore della moneta unica" punto e basta. per la FED è quello ma con molte aggiunte, tipo "favorire l'espansione economica" "combattere la disoccupazione" ecc... tanto che per la FED inflazionare il dollaro è una OPZIONE non una cosa da combattere tout court.
per la parte "complicata" la rimanderei a quando abbia dato altre risposte che sono essenziali a comprendere il tutto, per non dover scrivere qui , un trattato.
ti avvertirò comunque, quando avrò dato i prerequisiti necessari e quindi lo potrò fare senza eccedere lapaginata.


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amensa
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@ rasna-zal
Primo errore: dici
“….. se non le ho, vado dalla BCE….”
Devo già avertelo scritto, ma lo stato (cioè , per lui , il Tesoro), non va dalla BCE, ma sul mercato, e tramite un’asta di titoli (BOT, CCT, BPT,….) si fa prestare i soldi che gli servono. Ma dal mercato, ovvero popolo, finanziarie, banche (che partecipano con i mezzi propri, non con soldi “creati”), fondi, ecc…. quindi tu emetti titoli per 1025 ( se l’interesse richiesto è il 2,5%) e ottieni 1000.
Poi tutto il resto resta così modificato.
Quindi , per tutto cosa occorre verrà usato il denaro in circolazione, il cui interesse lo paga chi lo ha chiesto in prestito, non chi lo usa ( ad eccezione del primo ad usarlo che è colui che lo ha chiesto in prestito).
Poi, se come su tutto ciò che aumenta il valore lo stato riscuote una tassa del 20 % ( IVA infatti è “Imposta sul Valore Aggiunto), vorrà dire che incassa 200 di IVA.
Se da quando ha fatto l’asta per recuperare i soldi, al momento in cui paga, passa un anno, vorrà dire che paga 25 di interesse a chi gli ha comperato i titoli, per cui quell’opera gli sarà costata in tutto 1000+25-200 ovvero 825.
Ti ricordo come gira il denaro:
la BCE non impresta ne allo stato ne ai privati, ma solo alle banche ( e poche altre istituzioni).
Pertanto se tu chiedi 1000 la banca te li da. Tu ora hai 1000 e li puoi spendere.
Comperi un televisore, lo paghi 1000, ed ora i 1000 sono in mano del venditore, ma sono SUOI.
Il venditore di televisori si compera un abito e lo paga 1000, ora i 1000 sono in mano al sarto, e sono SUOI.
Tu ora dovrai rendere 1000 (gli interessi lasciali perdere, il discorso lo faremo poi), costruisci una bicicletta, la vendi al sarto e finalmente hai di nuovo 1000 in mano tua che potrai rendere alla banca.
I due intermedi (sarto e venditore di televisori) non pagano alcun interesse a nessuno, usano il denaro e basta.


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rasna-zal
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Si ok, avevi detto che lo Stato i soldi se li fa prestare e tra i prestatori io avevo erroneamente incluso la BCE.
Insomma, l'attività dello stato sembra proprio non aver possibilità di essere redditizia e tu dici che comunque, se la gestione della moneta fosse sua, potrebbe aver modo di cammuffare un po' i conti ma poi i nodi verrebbero al pettine lo stesso.
Eppure se pensi all'Italia sono tanti i settori che non sono sviluppati, vedi la ricerca a qualsiasi livello, produzioni di eccellenza, sfruttamento delle risorse ambientali, turistiche,... ma allora come puo lo stato investire cercando di dar vita ad una nuova spinta economica?
La soluzione sembra non esserci...
Grazie del tuo tempo.


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amensa
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@ rasna-zal
la mia opinione è che la situazione italiana è seriamente compromessa e critica.
dei buoni politici, e non mi risulta ce ne siano da nessuna parte, raccoglierebbero almeno un 200 miliardi di € dalle fascie più ricche o come irpef o come patrimoniale o tutte e due, e con quei soldi finanzierebbero i 3 o 4 settori buoni dell'economia ovvero pannelli solari ( di cui abbiamo gia ottime aziende con buoni brevetti) cantieristica, moda, turismo e poco altro.
concentrando le risorse e gli sforzi in quei settori.
altri settori sono già all'avanguardia in produzioni di nicchia, per il resto, suppportare decentemente la disoccupazione e lasciare fare al mercato.
la lotta all'evasione ed elusione resta primaria e l'obiettivo di ridurrre il debito pubblico estremamente importante per non veder schizzare verso l'alto gli interessi sul debito.
sarebbe necessario un approccio forte e serio, ma purtroppo da questa classe politica, non c'è sicuramente da aspettarselo.


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Iacopo67
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Immaginavo che il tema non fosse semplice, ti sono grato delle risposte che hai già dato e per la disponibilità ad aiutarci un poco a sbrogliare la matassa.
Ci sarebbe anche un'altra cosa che mi incuriosisce:
sono andato al link che mi avevi dato, tra quelli che avevano previsto la crisi c'è M. Hudson, che parla di "deflazione da indebitamento".
Se non è un tema complicato, mi piacerebbe capire un pò meglio questa cosa; se capisco bene, i problemi verrebbero principalmente dai debiti pubblici. Se dico scempiaggini, correggimi liberamente, perchè non è che ci capisca troppo... Dunque, abbiamo visto che la moneta è debito, tutta la moneta che abbiamo noi cittadini, collettivamente, è un debito nei confronti delle banche commerciali. Immagino che questo debito non sia un male, perchè è intrinseco al sistema, senza debito non ci sarebbe moneta. Per estinguere questo debito, si dovrebbe restituire tutta la moneta, il che è assurdo. Se come collettività prendiamo un pò più soldi in prestito dalle banche commerciali, il nostro debito, nel complesso, aumenta un poco, il che non è bene, ma contemporaneamente aumenta un poco anche la nostra disponibilità di denaro, il che è bene. Quindi le due cose si annullano tra loro, perciò sembra di poter dire che il nostro debito con le banche commerciali di per sè non è un male, neanche quando aumenta ( purchè chi prende i soldi in prestito li spenda, contribuendo a far girare l'economia, ma è normale che questo avvenga normalmente, nessuno prende soldi in prestito per poi metterli sotto il materasso ).
Ma se è vero ( se non ho detto una stupidata ) che il nostro debito con le banche commerciali non è un problema, perchè invece il debito dello stato con chi gli compra i titoli è un problema ?
A me viene in mente questo, ma è solo una mia deduzione:
quando noi prendiamo a prestito dalle banche commerciali, gli interessi vanno a queste banche, che trovandosi sul nostro territorio, spenderanno questi soldi ( almeno tendenzialmente ) nel nostro paese, e quindi, più o meno, la moneta non dovrebbe uscire dai nostri confini.
Invece quando è lo stato a prendere i soldi, siccome molti titoli li vende anche alle banche commerciali straniere, gli interessi finisce che si pagano a queste banche straniere, e questo rappresenta un'emorragia di moneta verso l'estero, e quindi contribuisce a una diminuzione della moneta che circola nel lostro paese, e quindi alla deflazione.
E' questo che Hudson intende per deflazione da indebitamento ?
Si potrebbe risolvere con una legge che limiti la percentuale dei titoli vendibili all'estero ?


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amensa
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@ Iacopo67
innanzitutto complimenti, perchè da cosa scrivi , deduco che sei sulla buona strada per capire il tutto correttamente, non hai scritto assolutamente stupidate, anzi, tutto corretto eccetto una cosa e te la spiego con una metafora.
un padre buono ma debole di carattere lavora, porta a casa lo stipendio e lui, la moglie e i figli, vivono senza lusso, ma dignitosamente.
i figli crescono, la moglie invecchia e tutti loro fanno i confronti tra la loro condizione e gli amici, i vicini, i conoscenti.
il figlio si lamenta perchè lui ha la bicicletta , ma Luigi ha il motorino, la figlia si lamenta perchè Emma può permettersi ciprie, liner, trucchi per gli occhi, e quelle stupende unghie lunghe applicate, e invece lei ha i denti un po storti e nessuno gli paga l'apparecchio per drizzarli. la moglie poi si guarda allo specchio e vorrebbe andare dalla pettinatrice, comprarsi qulche vestitino in più..... ecc... ecc..
lui sopporta, poi un giorno si reca in banca, mostra il suo stipendio, verificano che mai è andato in rosso e gli concedono un prestito di ben 10.000€. lui lo prende e in un sabato compera il motorino al figlio, finanzia la figlia e porta a casa una giacca di pelliccia per la moglie.
tutti fanno festa, tutti contenti, ma il mese successivo, dallo stipendio , toglie la prima rata del prestito 400€ in meno. porta il resto alla moglie la quale inorridita gli chiede come faranno mai a mangiare fino alla fine del mese. lui si sente un verme e allora va dalla finanziaria che gli ha mandato il deplian e chiede un prestito di 1200€, pensando che così ha ricoperto il primo prestito per 3 mesi.
infatti però il mese successivo arriva la rata del primo prestito ma anche 50€ di quella del secondo.
vi provvede prelevando per la seconda volta dai 1200, ma al terzo mese quelli finiscono, e lui si trova col vecchio stipendio meno 400€ per il primo prestito e meno altri 50€ per il secondo....
va dall'usuraio ( perchè più nessun altro gli fa credito) prende un prestito e così si gioca tutto ciò che aveva, auto, motorino, pelliccia ecc.... e riduce se stesso e la sua famiglia sul lastrico.
pari pari a quel padre sono stati i nostri governanti degli ultimi 30 anni.
lo stato è esattamente come quella famiglia, molto più numeroso, ma il meccanismo che porta alla rovina, esattamente uguale.


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amensa
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avendo tempo, rispondo alla domanda # 5 del secondo post.

"5. Il biglietto di banca (banconota) esce dalla stampante della BCE, nessun altro è autorizzato ad emettere cartamoneta nei Paesi Europei. Che tappe effettua la banconota prima di arrivare nei bancomat, dove solitamente la preleviamo?"

Per prima cosa, per poter capire quanto ti scrivo, devi cominciare a guardare la banconota come la ricevuta di un credito, non come una moneta aurea.
Se riuscirai a fare questo salto di qualità, capirai che, come credito di valore, la banconota è esattamente equivalente al tuo conto in banca che puoi usare mediante bonifici, assegni, giroconti, e anche, se fai lo sforzo di andare fino allo sportello o al bancomat, mediante banconote.
A stampare le banconote, direttamente o per interposta persona ( azienda o addirittura paese) è comunque la banca centrale, sovente quella del paese su delega della BCE.
Ma assumiamo che, come da teoria sia proprio la BCE a stamparle.
Ora, se tu hai fatto quel salto di qualità riferito al denaro, sappi che solo le banche commerciali ( e poche altre istituzioni) hanno un conto aperto presso la BCE, conto perennemente in rosso, e sul quale pagano un interesse dell’8%. Ma tutto ciò lo specificherò quando tratterò del sistema bancario.
Avendo un conto le banche commerciali prelevano banconote all’occorrenza, esattamente come fai tu al bancomat.
Versano tali banconote sul conto che hanno presso se stesse, e così le banconote entrano nella cassaforte della banca stessa.
Quando dico che la banca versa su un conto presso se stessa è perché ogni banca commerciale la devi immaginare costituita da due parti operativamente distinte.
Una parte è una normale società ( di regola per azioni) come quelle che producono auto o biciclette, essa gestisce denaro, pertanto ha impiegati, locali, bollette da pagare, e soprattutto ha un capitale interamente versato, parte in liquidi e parte investito in titoli, immobili ecc…, ed ha delle entrate che sono gli interessi, le commissioni, ecc… generati dall’altra sua sezione, e la seconda parte che si occupa della gestione del denaro verso la clientela. La prima sezione è a tutti gli effetti un “cliente” della sua seconda sezione, ed è tramite il suo conto che la seconda sezione gli versa quelle che costituiscono le sue entrate.
Importantissimo notare come, il denaro che appartiene alla prima sezione, conto o banconote, fa parte di M1, del mercato come quello di qualsiasi altra società, mentre le banconote che vengono versate e entrano nella seconda sezione ESCONO dal conteggio di M1, proprio perché causano un aggiornamento del conto corrente.
Come vedi, quindi, la quantità di banconote presenti nella cassaforte di questa seconda parte della banca è solo e soltanto funzione della quantità di movimentazione (deposito/prelievo) di quella banca, meglio ancora , di quell’agenzia della banca.
E parte di quelle banconote vengono caricate nello sportello automatico, cosi che quando tu fai un prelievo, il tuo conto viene aggiornato e ti vengono date le banconote.
Ed il totale M1, ovvero banconote CIRCOLANTI (ovvero quelle fuori dalle casseforti delle banche, ovvero quelle versate) più conti correnti e conti postali resta inalterato dopo ogni prelievo o versamento.
Anche perchè come altra definizione di M1 è "immediatamente spendibile", cosa che se guardi anche solo nelle tue tasche sarà costituito dalle banconte più il tuo conto corrente.
Quando avrò tempo vi descriverò come funziona l’insieme dei bancomat in cui tutte le banche sono collegate tramite la SIA ( il cui centro elettronico ho partecipato a creare) ed il perché, ovvero la truffa che venne operata e che la rese indispensabile.


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Iacopo67
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Quando le banche comprano titoli di stato, possono usare solo i propri denari; ma potrebbero, le banche, prendere soldi a prestito dalla banca centrale, e poi usare quei soldi lì per acquistare i titoli ?
Appena ho un pò di tempo, penso domani, volevo anche continuare il discorso sul debito pubblico, avrei sempre dei dubbi su come funziona il tutto.


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amensa
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in attesa che ericvonmaan si esprima circa le risposte che ho già dato ecco quella alla #6
" 6. Il meccanismo della riserva frazionaria permette a una banca commerciale di prestare n-volte quanto ha fisicamente in riserva. E’ solo una tecnica bancaria lecita e consolidata o è un male indispensabile che permette il funzionamento del Sistema stesso? Non sarebbe più corretto portare la riserva al 100%, permettendo così alla banca commerciale di prestare solo ciò di cui veramente dispone, magari coinvolgendo il correntista – vero padrone del capitale – nell’operazione di prestito/ricavi/perdite?"

Inizio dal fondo, questa volta e cioè dal discorso della riserva 100%.
Questo sistema è solo una variante del sistema aureo, che permette soltanto di andare in giro non con il peso delle monete, ma con delle banconote che lo rappresentano.
La banconota rappresentando un pezzo d’oro o d’argento o qualsivoglia bene reale, è essa stessa un bene reale si potrebbe dire “per interposta persona” o meglio “per interposto oggetto”.
Infatti, in qualsiasi momento potrei andare presso la banca , o la banca centrale, e , in cambio della banconota ottenere la corrispondente quantità d’oro o d’argento.
Quindi la banconota rappresenta il bene reale, e non come nel sistema “fiat” un credito di valore.
Come già indicato nel mio articolo sui vari sistemi monetari, quindi, l’unica differenza col sistema aureo, consiste nella fiducia che il “gestore” che sia lo stato o la banca, conservi effettivamente inattivo quel capitale di oro o preziosi che corrispondono alle banconote emesse.
Ricordo che il sistema bancario è proprio nato da questa condizione, evoluto nell’attuale per la necessità richiesta dal mercato di aumentare il circolante. Ma di questo ho appunto trattato in questo mio articolo:
http://blog.libero.it/bigblogworld/9756357.html
nel caso della riserva frazionata e metodo per “creare” denaro vorrei fosse chiara una cosa ovvero che qualsiasi entità che venisse delegata a creare denaro potrebbe benissimo sostituire il sistema bancario a patto che:
1) Impresti e non spenda il denaro creato. Questo fatto implica che il denaro creato esce dall’ente che lo crea ma deve anche rientrare alla scadenza del prestito.
2) Chi crea il denaro ne gestisca i movimenti, tenga cioè traccia di chi lo riceve e lo pretenda indietro alla scadenza
3) Si renda responsabile della sua restituzione. Ovvero nel caso che il ricevente non onori il suo debito si sostituisca ad esso nella restituzione, ovvero paghi di tasca propria.
4) Concessi i poteri di legge, paghi di tasca propria quanto denaro falsificato entri in circolazione e lui lo riceva come restituzione di quello emesso. Ovvero sostituisca le banconote falsificate ma ritirate come buone, con capitale proprio, e comunque si faccia carico della distruzione di quelle circolanti.
Per questo, mi sono già espresso ripetutamente a favore del denaro “locale”, o almeno non ho posto alcuna obiezione al fatto che venga emesso e fatto circolare se rispettate queste 4 condizioni.
Normalmente, nei “sistemi” locali, il problema “falsificazione” non viene mai preso in considerazione, anche perché falsificare denaro con limitate circolazioni non conviene ai falsari.
Il sistema bancario attuale risponde a questi requisiti.
L’interesse che riscuote su quanto impresta più che come una gabella va visto come compenso per queste attività, oltre che come compenso ai rischi.
Io credo che nessuno possa negare che tenere delle filiali aperte, con degli impiegati che fanno le operazioni da voi richieste non sia un costo, come un costo sono i locali e come un costo sia ottemperare a quelle 4 regole.
Può essere discutibile se il livello di entrata che esse ricavano da tale attività tramite interessi stabiliti arbitrariamente da loro, sia corretto, ma il fatto che debbano essere compensate per tale attività io lo credo indiscutibile. Mi pare che solo gli enti di beneficenza non operino per un guadagno.
Ricordo inoltre, se vi è sfuggito, che per svolgere l’attività bancaria è richiesto anche che la banca disponga di un “capitale di garanzia” che non è assolutamente trascurabile. Chiunque impieghi un capitale, penso, vorrebbe ricavarne qualcosa e quindi l’utile che la banca fa tramite gli interessi, rappresenta, pagate tutte le spese e le tasse il compenso per aver reso disponibile tale capitale.
Poi, ripeto, però, l’entità di tale guadagno, essendo ottenuto in clima monopolistico, andrebbe regolamentato, e non lasciato all’arbitrio del sistema stesso.


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Iacopo67
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Ah... l'avevi appena scritto...
Le banche commerciali hanno un conto presso la BCE sul quale pagano un interesse dell'8 %.
Se devono pagare così tanto d'interesse, immagino che non ci pensino neanche a usare quei soldi per comprare titoli di stato, ammesso che possano farlo.
( Pensavo che era l'1 %, con che mi sto sbagliando.. ?)


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amensa
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@ Iacopo67
"Quando le banche comprano titoli di stato, possono usare solo i propri denari; ma potrebbero, le banche, prendere soldi a prestito dalla banca centrale, e poi usare quei soldi lì per acquistare i titoli ? "
gli unici soldi che non possono usare, sono quelli creati da loro stesse, ovvero quelli creati con il sistema delle riserve frazionate.
già solo il diverso sistema per definire gli interessi su quei prestiti, dovrebbe farti capire che esiste un'incongruenza.
nel caso dei titoli vengono stabiliti tramite le aste al ribasso, nel caso dei prestiti con denaro "creato" è la banca che stabitisce tale tasso.
vedo che ti eri risposto da solo, ma attenzione.... l'8% è in condizioni normali !
in situazioni eccezionali la BCE può anche prestare a tassi inferiori, o fare operazioni simili al finanziamento con operazioni mascherate.
il rilevare al valore nominale , asset che commercialmente non varrebbero nulla, all'interesse dell'1% è a tutti gli effetti un finanziamento mascherato all'1 %, che viene fatto attualmente per banche in difficoltà di paesi in difficoltà


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