Come si vede da questo interessante articolo del direttore di Limes, anche i media mainstream si sono accorti che sta finendo un'epoca storica e che viviamo, ancora una volta come nel 1989, uno sconvolgimento di portata globale che interesserà non solo l'economia e la geopolitica, ma anche la cultura e l'identità di intere popolazioni. Caracciolo però dimentica di dire che il concetto di globalizzazione, come quello di internazionalismo era totalmente estraneo alla cultura dell'America fino agli inizi del secolo scorso ed è emerso quando ha acquistato potere nel Paese la lobby che invece ha nel DNA l'internazionalismo e che ha contribuito in modo determinante a porre le basi della globalizzazione economica e finanziaria a partire dalla creazione della Federal Reserve e dall'intervento armato nelle guerre mondiali.
Estratto dell'articolo di Lucio Caracciolo per “La Stampa”
La globalizzazione è l'ideologia dell'egemonia americana. Grandiosa utopia che promette di integrare il mondo nel mercato ed entrambi nell'America. Non negli Stati Uniti. Nell'American way of life, marchio e sostanza dell'impero a stelle e strisce. Impero non della ma per la libertà, […] annuncio della vocazione espansionista coltivata dalle élite statunitensi. Mercato, mondo e benigno impero universalista compressi in equazione semplice. Identità. Santissima Trinità oggi ridotta in formula a «ordine basato sulle regole». Globale in quanto americano e viceversa. Sistema-mondo in crisi di credibilità nel suo stesso centro, di qui per estensione nel pianeta. Crisi aggravata perché investe la più potente Chiesa moderna, la più religiosa fra le potenze.
[…] La crisi di una nazione così speciale apre una transizione egemonica. Fase storica senza ritorno, perché avvia il collasso di un sistema o la sua radicale trasformazione per successivi adattamenti. […] La transizione egemonica in corso potrebbe mutare in nuova stagione dell'impero americano, pur completamente rivisitato? Arduo ma possibile. A condizione di dotarsi di un limes. Di fare l'impero. Punto. Ma prima serve cogliere le ragioni della crisi e adattarsi alla soglia senza tentare di forzarla. Non è vincendo la terza guerra mondiale che gli Stati Uniti possono brillare di nuova luce. Perché amministrare le macerie di Cina, Russia e chissà chi altro – noi italiani inclusi - è prospettiva poco invidiabile, posto che certo l'America non ne uscirebbe intonsa. Parrebbe ovvio. Non lo è affatto per i decisori di Washington che pubblicamente calendarizzano la guerra contro Pechino verso la fine del decennio. Né per Xi Jinping, che programma il ritorno a casa di Taiwan per il 2049, se serve con la forza. E servirà, a meno di cambio di regime in una delle due Cine o rinuncia pechinese a rischiare la pelle per rimpatriare l'isola ribelle.
[…] La deflazione del potere egemone genera inflazione delle paure collettive. Espressa nella tirannia delle piccole decisioni o tragedia dei beni comuni: cumulo di scelte frenetiche di soggetti singoli, fuori contesto, volte al presunto interesse immediato, che sfocia in esiti non voluti. La geopolitica obbliga a investire nella soluzione dei conflitti, a meno di considerarne l'analisi mero gioco intellettuale. In tre punti. Primo. La cosiddetta globalizzazione ci lascia in eredità uno squilibrio senza precedenti tra finanza ed economia reale. Come stabilito da Giovanni Arrighi nei suoi studi sulle transizioni egemoniche, le espansioni finanziarie su scala sistemica scatenano la competizione interstatale per il capitale mobile.
Perciò assumono dimensioni geopolitiche. Investono tutti gli aspetti del potere, bruti e gentili. Redistribuiscono ricchezza e povertà, così stimolando la gara per il capitale liquido. Circolo vizioso. La finanziarizzazione è per l'egemone «segnale dell'autunno» (Braudel). […] Preannuncio di probabile fine regime per crollo del sistema egemonico, travolto dal caos. Tempo di gestazione del successore, se vi sarà. […]
Siamo lontani dalla transizione sistemica verso un nuovo ordine internazionale. L'autunno s'annuncia lungo, a meno di schianti nell'architettura a stelle e strisce o di suoi ingegnosi restauri.
Conclusione: troppo disordine sotto il cielo della produzione di denaro per mezzo di denaro.
Secondo. L'impero americano cogestiva al suo zenit un universo di tre miliardi di umani, divisi in tre grandi famiglie. La sua, la sovietica e la galassia dei non allineati. Quest'ultima adibita a campo di gioco dei due imperi, dove sfogare e allenare i rispettivi bracci armati. Triade relativamente ordinata.
Con i due poli a svolgere medesima funzione sistemica, usando l'altro come legittimazione di sé e partner di fatto nella manutenzione dell'equilibrio. […] Oggi che siamo oltre otto miliardi e ci avviamo ai dieci previsti per fine secolo, la riduzione della complessità, misura ultima della potenza, è sartoria improba, non ricamabile con le sottili eleganze della guerra fredda.
[…] I numeri indicano ai bianchi il destino di esigua minoranza non necessariamente protetta. I due imperi del mezzo secolo di Pax Americana, indissolubilmente apparentata alla Pax Sovietica in logica binaria, valgono in versione allargata forse un sesto dell'umanità, in decrescita. Conclusione: troppi umani e troppo diversi per un solo capo.
Terzo. La peculiarità dell'impero a stelle e strisce è (stata) l'attrazione del suo soft power. Musica, cinema, letteratura e arti americane seducevano persino gli avversari. […] Oggi l'America non si piace più. Come può affascinare gli altri? Conclusione: l'egemonia dolce non è più crisma del Numero Uno. Doloroso, ma vero: l'America globale non è possibile. Prepariamoci a convivere con una lunga stagione di caos. E a cambiare il modo in cui stiamo al mondo. L'era della beata irresponsabilità è scaduta
Come ho già scritto altrove, tutto nasce da una considerazione irreversibile: non ci possono essere DUE EGEMONI entrambi qualificatisi come ‘eccezionali’ e godenti in esclusiva il favore del loro ‘dio’: gli USA e Israele.
Uno dei due è destinato al tramonto e con esso a quello delle sue idee, della sua ideologia complessiva, infine delle sue prerogative ‘spirituali’: questo è un elemento che non viene messo nella dovuta luce ma che sintetizzando al massimo può essere defiinito come il ‘diritto’ ad indicare la strada dell’ evoluzione umana sia ‘in temporalibus’ ( scienza e tecnica ) che ‘ in spiritualibus’ ( ideologia, religione e percezione condivisa della ‘realtà’ ).
Chi esercita egemonia esercita egemonia sul FUTURO dell’ Umanità intera: questo privilegio viene ad associarsi ad un ‘rispetto’ degli ‘altri’ circa le indicazioni dell’ egemone, ovvero il fatto che costoro ‘seguono’ e non ‘precedono’. E’ un riflesso del carattere ancora ‘animale’ dell’evoluzione umana, in cui la politica funge da residuo filogenetico dialcuni ‘moduli’ che sono stati ‘riportati’ dal mondo non-umano in quello specificatamente antropico per dare ‘stabilità’ e ‘senso’ condiviso al ‘fare’, all’ ‘essere’ della Storia umana.
Perchè lo devono, potrebbe chiedersi un ‘ingenuo’ abitante di un Pianeta extrasolare ? Questa domanda e la relativa perplessità è stata fatta propria anche su questa Terra da almeno due stati e l’ origine del ‘decoupling’ è stata semplicemente indicata in un fatto che precede ogni discorso ‘economico’ o semplicemente ‘politico’.
Questo fatto ( anche qui non messo nel giusto rilievo ) è che l’egemone-USA ha progettato di STERMINARE il restante gregge umano da questo Pianeta attraverso armi biochimiche: l’ ultima ‘prova’ ( dopo quelle russe reperite in Ucraina ) è data dalle asserzioni ( sconvolgenti solo perchè ufficiali ) di WANG WENBIN, portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri cinese, secondo cui: ”..dati genomici di cinesi, ariani europei e arabi mediorientali ( che ) vengono raccolti dall'esercito americano per scopi sconosciuti..” chiaramente rivolti alla produzione di armi ‘selettive’ verso ‘razze’ umane specifiche a scopo di eliminarle dal Pianeta.
Questa asserzione, preceduta da analoghe russe dà conto dell ‘infittirsi’ rapidissimo di Paesi che rigettano l’ ‘ordo' washingtoniano e che vogliono costituirsi in una nuova ‘unità’ multivettoriale e multifattoriale semplicemente per sopravvivere.
Non è una semplice controversia ‘politica’ ma una lotta disperata per la propria vita, sapendo che l’egemone USA percorrerà senza fermarsi su questa strada distruttive della restante Umanità: ne fanno fede e prova provata da ultimo l’ installazione in Italia dei laboratori sequestrati dai russi in Ucraina e dal rifiuto americano di fornire spiegazioni e dettagli su questi esperimenti genetici in linea di massima teoricamente vietati a livello internazionale.
Conclusione. L’ egemone a stelle e strisce perde consenso per una ragione di fatto evidente e terribile. Quell’altro, il mondo sionista, simulando una sua perenne condizione di ‘vittima’, è in realtà anch’esso portatore di un esclusivismo in linea di principio ostile al restante ‘mondo’ ed anzi dimostra ogni giorno sempre di più che condivide col primo uomini, mezzi, idee e pratiche coerenti con l’ipotesi eliminazionista, nonchè una impostazione di fondo ‘esclusivista’ che rende possibile ad ogni momento la reiterazione del percorso di ‘uncle Shmuel’.
Simul stabunt simul cadent. Il caos venturo, possibile ma su cui è lecito ogni dubbio, dipende solo ed esclusivamente dalle azioni dei due criminali e da cosa potranno mettere in campo per contrastarlo i restanti Paesi.
l’egemone-USA ha progettato di STERMINARE il restante gregge umano da questo Pianeta attraverso armi biochimiche:
Non solo con armi biochimiche, prima di queste ci sono la 'armi mediatiche' la gestione del discorso e l'imposizione di ideologie suicide per i popoli. Leggo dal blog di Blondet : https://www.maurizioblondet.it/la-lotta-al-co2-come-culto/
Una climatologa tedesca si è sterilizzata per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, riporta eXXpress.
Non è un caso isolato: il rifiuto dei bambini “a favore del clima” sta prendendo piede in un movimento diretto dall’attivista Verena Brunschweiger, a cui si uniscono anche uomini che si sottopongono volontariamente alla vasectomia......
Queste sono armi di distruzione di massa per il genocidio premeditato. Inutile dire che la colpa è di chi per decenni ha promosso queste ideologie e anche di chi, nei media di regime, non ha il coraggio di denunciarle per quello che sono : armi di sterminio.
ISHMAEL è grande, Ishmael è ovunque, hainoi. IN America si è incistata una forza terribile, malvagia, ultrasatanica, che freme dalla voglia di dilagare nel mondo per infettarlo e distruggerlo, come si addice a qualsiasi tumore tentacolare. Sarà tutto in scala globale, a partire dalla follia, come nella ww2 ma su una scala più grande.