IL fondamento è...
 
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IL fondamento è...


GioCo
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A volte mi sento così inutile, così impotente, come un granello di polvere nella tempesta. Proprio oggi discutevo con una delle persone che hanno avuto il merito di riuscire a non cedere emotivamente alla situazione fuori dall'ordinario che abbiamo appena passato e a contribuire nel mantenere l'associazione per cui collaboro e che ho contribuito a fondare aperta, quando tutto il fertile Mondo dell'Associazionismo chiudeva i battenti.

Per sempre.

Sierata certamente e che a suo tempo si è dotata di pass e ha preteso che l'associazione si adeguasse ai decreti per non incorrere in guai ulteriori, tentando anche di convicere me (con metodi più che discutibili) che era necessario che provvedessi in tal senso. All'epoca, era settembre del 2021, ero ancora presidente della mia associazione. Mi dimisi volontariamente perché nel cartello che impediva alle persone senza pass di entrare non ci volevo apporre la mia firma che in quanto presidente era obbligaria per legge.

Dissi all'epoca che si stava preparando un periodo lungo e buio perché i disagi che stavamo passando poi li avremmo dovuti affrontare, dato che ci occupiamo come associazione di autismo. Già per una famiglia media è stato un incubo, figuriamoci per chi in casa faticava già a gestire la semplice convivenza.

Siamo arrivati oggi a discutere e a sfiorare questi temi. Allora come oggi sono perfettamente cosciente che avere anche solo affrontato una condizione di quel genere uscendone tutto sommato interi (come associazione) è già un bell'andare.

Eppure so anche che non basta. Nonostante tutto ci vuole di più e non posso pretenderlo. Ora sta arrivando un vero diluvio di persone con esistenze spappolate. Individui che già prima erano attaccati a niente e ora persino quel niente è stato negato loro. Individui che muoiono e al loro funerale ci trovi qualche suora (mai viste e conosciuta) e magari un volontario che aveva incrociato quell'anima dispersa per puro caso.

Abbiamo talmente tante di quelle situazioni difficili (emotivamente) e non perché non ce ne fossero anche prima, ma perché ora, dopo questi due anni, arrivano moltiplicate in numero e in gravità. Come in guerra.

E' veramente difficile parlarne, perché ogni storia è personale e intima. Ma non dovrei, dovrebbe bastare il cuore e l'umanità di ciascuno, una umanità che è stata anestetizzata e che viene mantenuta in quello stato con pesanti dosi di continui interventi di distrazione.

Alla fine conta solo il cuore e la sua ragione.

Nel 2021 lo ammtto, ho dato fuori di matto. Perché ogni stramaledetta conseguenza l'aveva lucidamente presente e non potevo condividerla con nessun'altro. Era l'evidenza evidente più stramaledettamente evidente e nessuno la stava considerando. Non dico di chi era per la strada, un ignoto qualsiasi, ma anche tra persone che collaboravano con me da anni sullo stesso identico problema e su queste stesse identiche situazioni: cosa ci voleva a fare 1+1?!?

Era impossibile. Uno strazio che mi ha lacerato dentro. Qualcosa che sto con molta fatica cercando di recuperare e che a ogni più piccolo passo mi obbliga a condannare. Ecco, dicevo, proprio oggi ero con una di queste persone con cui collaboro da tempo ormai. Ci conosciamo abbastanza bene. Due vite e due percorsi diversissimi che si incontrano e lei mi dice che prenderebbe queste persone (quelle che si presentano in associazione e che trattano male i loro figli autistici senza rendersene conto) e che "non resiste", gli viene troppa rabbia e preferisce se ne occupino altri. Dice che lei di certo fa cose terribili ma non a quel punto...

Com'è possibile, meccanicamente intendo, una dissociazione cognitiva così ENORME? Nel 2021 tenevi fuori da qui la gente "per seguire un dettato burocratico" senza considerare le conseguenze e creavi con ciò le premesse per quello che poi inevitabilmente sarebbe successo e adesso ti lamenti perché è scoppiato il bubbone prevedibilissimo?

"Ecco," gli ho detto senza mai riferirmi ai fatti direttamente, "è sempre così, ciò di cui non ci rendiamo responsabili poi alla fine inevitabilmente lo paghiamo dopo". E lei incalvava con un "si, ma non ascoltano!".

Aah, la natura umana, quanto mi fa impazzire!!! 😋 🙄 😍 😎 😊 

Il mio demone si presentò a me "la prima volta" proprio con questo aforisma: "Ognuno parla di se stesso sempre e comuque". La mia prima reazione fu esattamente quella che hanno tutti quelli che sentono per la prima volta questa frase: "Ghu?!".

Così dirompente, così POTENTE che dopo più di vent'anni che cerco ed esploro i suoi infiniti significati, mi ritrovo da capo a vedere che il percorso per arrivare a capirla è stato persino più importante della stessa comprensione.

Vedete da autistico non è banale arrivare a chiarire che l'autismo è tutto tranne che una condizione non ordinaria. Le persone sono autistiche, di base intendo. Non potrebbe essere altrimenti dato che il sistema nervoso principalmente si sviluppa per alimentare se stesso. Non "gli altri" sistemi nervosi. Gli altri si svilupperanno per i fattacci loro e in coincidenza al massimo, per un effetto di reciproca influenza. Basta.

Se metto però un individuo attaccato a un apparecchiatura che rende il contatto umano indiretto, come i social, la conseguenza è che il sistema nervoso si adatterà alla realtà dei social, "disadattandosi" a quella del rapporto off line. Questo è uno degli infiniti aspetti da cui l'aforisma procede...

Il problema dell'adattamento o radicamento all'ambiente (che è la risposta comportamentale a un carico nervoso significativo precostituito con l'esperienza) è presente sempre. Facciamo un esempio: se incrocio un leone nella foresta non sto a ragionare con lui dei massimi sistemi, mi giro e scappo. La reazione è ovviamente precaricata in me e serve ad aumentare al massimo la mia possibilità di sopravvivenza all'incontro con il pericolo.

Essa (l'ho già scritto più volte in altri miei POST) ha due caratteristiche chiave: la rimozione e l'istintività con cui agisce. Non interviene la volontà dopo che scatta il comportamento, ma prima e nella precarica. Ma noi agiamo inconsapevolmente nel periodo di addestramento e pre-carichiamo in modo del tutto incosciente e sconsiderato quei comportamenti che come mine disperse sul nostro cammino futuribile rischiano continuamente di scoppiarci da sotto il culo.

Nel momento in cui punto però il dito sul problema "direttamente" constato (=scopro) che non sono solo pre-caricate per agire e fare quel che sono state programmate a fare, ma anche sempre per conservare se stesse. Sempre! Quindi aggredirle per rimuoverle (ad esempio) in quanto pericolose oggettivamente, significa sempre ottenere una reazione scomposta di autodifesa. Sempre!

Non solo se lavoriamo su qualun'altro ma anche e persino verso noi stessi e nel nostro spazio privato e intimo. Cioè alla conclusione (ad esempio) di un nostro ragionamento logico se andiamo toccare un tema che è per noi di un qualche valore e quel procedimento logico tente a stravolgerne il significato che abbiamo incorporato in precedenza, sempre la nostra reazione sarà di auto-difesa instantanea e involontaria, rapidissima e contemporaneamente di negazione di quell'autodifesa. Sempre!

Fosse poi così "meccanicamente semplice" sarebbe bellissimo. Perché le emozioni hanno diversi aspetti che le rendono spesso difficili da gestire, come le previsioni meteo. Riserbano infinite sorprese.

Allora per esempio la rimozione lavora a molti livelli. Rimuove il senso del nostro agito ma non quello che osserviamo nel prossimo, così che possiamo facilmente ritrovarci a "condannare" il nostro prossimo degli stessi identici comportamenti che noi stessi abbiamo emesso anche a poca distanza temporale. Riducendo il nostro comportamento ad esempio a "qualcosa di diverso" (a livello significativo) in modo che possa convivere con il giudizio che lo condanna.

Così ci troviamo a condannare chi non rispetta i "diritti naturali minimi" (per esempio in Ucraina) di qualcun'altro, pur avendo emesso gli stessi identici comportamenti, avendoli persino pretesi ed imposti ad altri. Oppure ci troviamo a far convivere l'idea che "i sieri siano una scelta" mentre li stiamo imponendo con la forza e il ricatto più bieco.

Così dopo poco tempo, dimentichiamo i nostri torti e non li rimettiamo ai nostri debitori...

Ci convinciamo con ciò di fare ed essere nel bene e per fare il Male. Vorrei essere chiaro, nessuno si può esimere da tale meccanismo: NESSUNO!

Chi dice di non esserne coinvolto (=nega) si mette in una posizione più pericolosa e precaria per gli altri e se stesso. Perché significa che vi pone semplicemente meno attenzione, non argina gli effetti e con ciò libera i lati più incontrollabili e nefasti. Gli altri che invece riconoscono l'agito di tali meccanismi, possono solo allenare la propria capacità residua di gestione emotiva, riconoscendo i limiti delle proprie e agendo in via più o meno efficace ma comunque sempre per tramite di un apprendimento intuitivo, non verbale e quindi oltre personale poco o per nulla divulgabile. Non si procede quindi nel gestire le proprie emozioni senza averne piena coscienza e in particolare della centralità e dell'importanza che rivestono. Perché a parte questo scritto, nessuno insegna nemmeno le basi più semplici.

Eppure al contempo è obbligatorio anche tenere conto che non si lavora in favore di chi ci educa. I nostri padroni non amano vederci autonomi e indipendenti, emotivamente, nella misura in cui noi non ameremmo vedere in tale condizione le bestie di cui ci occupiamo.

Chiudo con un altra provocazione. La Surrealtà non è affatto destinata a terminare. I deliri di Moloch ci sconquasseranno l'esistenza e ci tormenteranno in un crescendo che parrà senza fine. Siamo chiamati per forza a renderci conto che i tempi sono cambiati. Che non possiamo continuare a dormire. Che la realtà, quella merda orrenda che ci ha accompagnato fin'ora, era un incubo e noi abbiamo invece creduto fosse solo il Mondo migliore possibile. "Whatever we take" di Draghi o "there is no alternative" della Thatcher, è quella merda lì di leviatano che si contorce e produce la "tempesta perfetta" perché si contorce. Di tanto in tanto sembrerà calmarsi ma sarà solo per rinnovare più prepotentemente di prima le pretese surreali, bizzare e folli che hanno la pretesa di sradicare ogni buon senso e ogni oggettiva analisi logica.

Tanto più se radicata nella realtà che ci circonda. Siamo sotto attacco, è una guerra e non ci possono essere esclusioni di colpi anche molto bassi. Ma la strada è segnata e Moloch non ha scelta. La sua dipartita è già cosa fatta.

Questa argomento è stata modificata 13 minuti fa da GioCo

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