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Il linguaggio nazionalista di Tsipras


vic
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http://www.liberatv.ch/articolo/30115/alexis-tsipras-e-il-nazionalismo-di-sinistra-dallamore-la-bandiera-alla-sovranita

Alexis Tsipras e il nazionalismo di sinistra: dall'amore per la bandiera alla sovranita' nazionale. Una nuova rotta anche per i progressisti ticinesi?
Le parole d'ordine che il premier greco ha utilizzato in questa fase sono un evidente richiamo al lessico dei partiti di destra ed euroscettici: dal Front National al Movimento Cinque Stelle, dalla Lega Nord all'UKIP, dall'UDC alla Lega dei ticinesi

di Andrea Leoni - 7 luglio 2015

Tra gli elementi secondari ma certamente piu' interessanti a livello politico della vittoria di Alexis Tsipras nello storico referendum dello scorso weekend, vi e' l'elemento nazionalista. Un nazionalismo di sinistra, che gia' solo a scriverlo sembra una contraddizione in termini. Eppure cosi' e'. La retorica e gli slogan di stampo chiaramente populista, come annotava anche Pierre Rusconi che ha vissuto la campagna dalla Grecia, sono stati "padroni in casa nostra, quasi da UDC di sinistra".

Detta in maniera piu' politicamente corretta, Tsipras si e' piu' volte richiamato alla "sovranita' nazionale". Un concetto, per non dire un valore, che negli ultimi anni e' stato ad esclusivo appannaggio della destra. Va bene l'Europa, ma all'interno dei miei confini faccio quel che piu' mi conviene. Che poi e' la regola seguita pedissequamente anche da quei Paesi, come la Germania, che per dimensione e forza possono permettersi esattamente questo: mettere davanti gli interessi del proprio popolo e della propria economia a quelli dell'Unione e di tutti i suoi popoli.

D'altronde il Governo Tsipras nasce gia' sotto la stella di un'alleanza pragmatica con un movimento di destra, a cui il primo ministro greco ha concesso un ministero pesantissimo come quello della difesa. Ma anche il piu' disattento degli osservatori avra' notato come nel celebrare la vittoria contro l'UE, o nelle manifestazioni precedenti, la bandiera greca sia stata largamente preferita dai sostenitori di Syriza rispetto a quella del proprio partito.

Chi scrive non ha le conoscenze storiche, ne' conosce le sfumature della politica greca o internazionale e neppure puo' vantare lauree in scienze politiche, per approfondire la questione a livello scientifico. Ci limitiamo dunque a osservare e a cogliere i segnali con curiosita' e sorpresa. Un po' come saremmo curiosi e sorpresi se la nostra sinistra scendesse in piazza con le bandiere svizzere per festeggiare la vittoria di un'iniziativa o di un referendum in gloria della patria (altra "parolaccia" di cui Tsipras si e' appropriato) e contro l'UE.

Naturalmente non intendiamo per nulla dire che Tsipras si sia spostato a destra politicamente. Al contrario: resta saldamente a sinistra di tutti i partiti socialisti europei. Ma certo le parole d'ordine, il linguaggio, che ha utilizzato in questa fase sono un evidente richiamo al lessico dei partiti di destra ed euroscettici: dal Front National al Movimento Cinque Stelle, dalla Lega Nord all'Ukip, dall'UDC alla Lega dei ticinesi. Poi, fortunatamente per la dinamica democratica, le ricette sono diverse.

In Ticino sappiamo che il dibattito e' caldissimo nell'area progressista tra euroscettici, eurodubbiosi e filoeuropeisti. La sinistra radicale, in prima battuta, e poi Sergio Savoia a spron battuto sono stati i primi a seminare in questo campo l'euroscetticismo. Ora i germogli stanno spuntando anche in casa socialista. Anche se nessuno, al contrario del leader ecologista, si e' ancora avventurato come Tsipras nella "difesa della sovranita' nazionale". Ma e' probabile che succeda.


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DeborahLevi
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gli euristi sono NAZISTI
e non è una bella cosa


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Truman
Membro Moderator
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Post: 4113
 

Ho sempre a portata di mano i due saggi di Gramsci, Le note sul Machiavelli e Il Risorgimento.
Per quanto dal punto di vista editoriale siano una pensata di Togliatti, essi mostrano un Gramsci molto interessato alla formazione del sentimento nazionale ed al popolo.

Ai piddini che considerano "popolo" e "nazione" due parolacce, mi verrebbe da domandare: Ma Gramsci era di destra? E Togliatti pure?


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PietroGE
Famed Member
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Post: 4100
 

Quella della sinistra e del sentimento nazionale è una bella riflessione.
La sinistra storicamente è internazionalista o non è sinistra, perchè l'internazionalismo, nel socialismo e nel comunismo, è un carattere distintivo fondamentale.

Un socialismo di stampo nazionalista alla Syriza si distingue dal nazional-socialismo per pochi, ma importanti tratti istituzionali e ideologici.

-Il capo carismatico è presente nei due movimenti. Nel movimento greco però rispetta la democrazia.
-L'orgoglio, da manifestare anche contro una convenienza, è anch'esso un tratto comune.
-L'opposizione ai creditori, strozzini, internazionali c'è. Manca però la componente antisemita.
-La lontananza dallo schieramento atlantico e il desiderio di fare politica estera indipendente c'è.
-La netta opposizione al liberismo in economia, anche.
-Il ritorno e la rivalutazione del concetto di popolo, nel senso tedesco di Volk c'è più o meno.
-Per il momento il movimento greco non è contrario all'immigrazione e questo è un altro tratto distintivo. Vediamo quanto durerà.

Non è uno scandalo che Syriza si sia alleata con un partito di destra. Syriza rappresenta una evoluzione interessante della sinistra, un movimento che si allontana sempre più dalla sinistra novecentesca, soprratutto da quella del tardo dopoguerra.


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Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 5039
 

Certi fenomeni hanno le proprie stagioni, il nazionalismo ha avuto la sua epopea quando é servito ad abbattere gli imperi centrali.

E, attenzione, non aveva una connotazione di rivalità con gli altri popoli, tranne in casi molto specifici e con precise radici storiche.

Quello che pretendiamo oggi per nazionalismo é un atteggiamento leggermente grottesco se confrontato, una specie di attaccamento, a volte manifestamente artificiale o forzato, ai simboli di un Paese, intercettato dai produttori di beni per loro vantaggio e dai partiti politici. Taccio pudicamente le esibizioni in occasione di incontri sportivi perché lì siamo nella lascivia.

Si scivola con facilità in un malinteso senso di popolo, e si mette artificiosamente alla prova questa realtà, se la si vuol contemplare con gli strumenti che oggi chiamiamo nazionalismo.

Affinità e discordanze tra persone e comunità sono sempre esistite e ondeggiano ampliandosi o scomparendo come ogni altra tendenza.

Questa vicenda della Grecia, considerata come sfida ad un potere detestato da quasi tutti, e lasciando da parte i numeri ed il portafoglio, almeno per un momento, mostra quanto sarebbe utile ed efficace che i popoli europei potessero sentirsi uniti nell'appoggiare i coraggiosi abitanti del Peloponneso in questo frangente drammatico.

E come invece in una presunta unione Europea in cui i contatti che contano sono esclusivamente burocratici in cui i mediocri sguazzano, in cui il paraocchi é d'ordinanza, in cui il terreno comune non coinvolge i popoli se non in quisquilie, questi ultimi, isolati ed in balia delle loro istituzioni che li tengono a bada o li usano per propri interessi inconfessabili, non contino nulla, non possano nulla.

A me sembra una manifestazione di impotenza che dovrebbe far riflettere.


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