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Incarnazione o reincarnazione

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Incarnazione è altra cosa di reincarnazione... - Il viaggio dal sonno dell'illusione alla realizzazione del Sé

Secondo un filone buddista o taoista, che prediligo, esiste solo una massa psichica che contiene tutte le tendenze mentali vissute o vivibili durante l’esistenza da tutti gli esseri senzienti. La scintilla singola si definisce incarnazione. Alla morte della persona l’energia individuale si fonde con l’universale. Ma le tendenze innate incompiute si aggregano in un grumo (programma) che attira la coscienza verso nuove incarnazioni.

Insomma non è la stessa anima che si reincarna… ma le pulsioni psichiche che cercano nuove soluzioni evolutive. Il problema è che durante la vita l’anima, intendendo la coscienza individuale, si identifica con il corpo mente e di conseguenza ritiene che il processo evolutivo vissuto le appartenga, al contrario tale processo di apparizione nel manifesto è del tutto automatico (causa effetto).

I cosiddetti “altri” sono solo sembianze di noi stessi riflesse nel nostro specchio mentale. In ogni caso tali “elucubrazioni” non hanno valore dal punto di vista della consapevolezza non duale assoluta, ma disquisendo nell’ambito relativo possono aiutarci a distaccare la nostra coscienza dal processo del divenire…

Il sé individuale (anima) è il riflesso nella mente di quella consapevolezza. E qui si chiede cosa è la mente o anima individuale? E’ quel potere di riflessione che consente al Sé di manifestarsi nelle infinite forme (Tempo spazio energia). Siccome il riflesso delle immagini manifestate ha come substrato il Sé (l'assoluta consapevolezza), si può dire che il mondo è irreale se visto come separato dal Sé, ma diviene reale se visto come il Sé.

Come un qualsiasi personaggio del sogno al momento del risveglio smette di esistere in quanto “individuo del sogno” e si risveglia come il soggetto sognatore.

Paolo D’Arpini dal blog riciclaggio della memoria


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oriundo2006
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Reincarnazione. Siamo anime individuali connesse al Tutto. Alcuni infatti ricordano le proprie vite passate ... Nulla di quello che si fa in questa vita si perde: altrimenti quale sarebbe il 'punto di imputazione' di pena, castigo o beneficio nel giudizio post-mortem ? Questa tua teoria, Gaia, assomiglia stranamente quella propagandata dalla Chiesa cattolica, non expressis verbis ( leggersi però una famosa eciclica di Benedetto sulla reincarnazione, evento riservato solo ai non cristiani ) ebbene che vuole che i ìricordi' di vite precedenti siano solo l'affiorare alla nostra coscienza delle vite dei nostri progenitori, attraverso l'informazione genetica ( probabilmente ). Assurdo: manca la connessione temporale e sopratutto personale: portiamo con noi inclinazioni e desideri prodotti nelle nostre vite passate ma 'attualizzate' e rese possibili dal nostro codice genetico: diversamente saremmo solo epitomi sovradeterminate da quest'ultimo e mancherebbe la nostra personale libertà e quindi il giudizio, sia in vita che post-mortem...
P.S.: l'eciclica papale ricorda il Buddismo della Terra Pura...identica ne è forzatamente l'origine metafisica ( negativa )
P.S.: sono disposto a risponderti in privato su altre cose se ti interessa
Saluti


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PietroGE
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Mah, la chiesa cristiana, secondo me, rifiuta la reincarnazione perché annulla l'individualità e quindi la responsabilità. Ora una legge morale ha senso se esiste una responsabilità dell'individuo che vada oltre la vita terrena, perché giudizio non avviene durante la vita, ma dopo la morte. L'immortalità dell'anima e la resurrezione alla fine dei tempi (o la pena eterna) garantiscono la validità della legge morale.

La reincarnazione ha senso poi quando il numero degli uomini e quindi delle anime rimane costante.


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oriundo2006
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La Chiesa cattolica rifiuta in generale l'incarnazione delle anime in quanto non ne parla mai: è interessata solo ai corpi...direi. Al di là di possibili polemiche, il cristianesimo rifuta, o meglio tace, sulla reincarnazione in primis perchè Gesù non ne parlò mai esplicitamente ( ma vedasi la storia del cieco con gli ebrei che gli chiedono: ma fu lui a sbagliare od i suoi genitori ? E G. tacque: il suo silenzio è veramente eloquente nel senso della persona che sa ma che non vuole o non può parlare esplicitamente, altrimenti avrebbe negato nel suo solito stile, con una certa qual come dire virulenza... ). Secondariamente, come prodromo teologico della figura di Gesù, della sua costruzione come divinità antropomorfa: ammettere che si sia incarnato e reincarnato come figura umana, come TUTTE le persone, anche nel passato ( e presumibilmente nel futuro ) avrebbe demolito il mito. Da ultimo, negare la reincarnazione ha significato di fare di questa divinità un contro-Adamo ( l'unico vero 'Figlio' di Dio, avente come paredra Eva, simbolo della natura bipolare del nostro Universo ) e dunque iniziare quel percorso antinaturale di una spiritualità malata ( perchè scissa dalla 'natura', ovvero dal 'principio Primo' che sperimentiamo su questa Terra ) che vediamo oggi dispiegarsi in tutta la sua orrenda e bestiale e disumana ferocia, massime in questo mondo occidentale, belva scatenata dall'ammissione dell'origine della spiritualità anche dal 'filioque'. Che i cattolici non lo capiscano ma che anzi tentino di salvare la figura di Gesù dalle degenerazioni della sua dottrina non leva l'importanza storica del malinteso originario su cui è fondata questa antropoformizzazione.


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Giovina
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Il tizio e' un po' confuso ( eufemismo) sul buddismo e il taoismo in merito alla incarnazione e alla reincarnazione. Questo e' il lato brutto del web, che peschi anche cose che non stanno ne' in cielo ne' in terra, sta al fruitore districarsi.

x Pietro.
La chiesa tace sulla reincarnazione per altri motivi.

Il ciclo delle vite risponde a molte domande a cui la Chiesa non sa dare risposte, quale, tra le tante, quella sulla disparita' di condizioni inspiegabili e non riconducibili ad errori e "peccati" nella sola unica vita contemplata. E' un argomento vasto e complesso.
L'individualita' e la responsabilita' non sono necessariamente impossibilitate dall'ipotesi della reincarnazione, piuttosto una sola vita si puo' ritenere insufficiente allo scopo del conseguimento della perfezione.
Di certo la fede nella reincarnazione puo' inficiare il numero delle conversioni alla quale la chiesa tiene tanto, credendo essa che la possibilita' di rimandare possa tenere lontano i fedeli e la chance di una sola vita invece costringere ad entrare in fretta nell'ovile.

E volendo rimanere sul filo di queste ipotesi, in realta' "l'ignoranza" sul karma e la reincarnazione possono impedire proprio loro la comprensione e le scelte piu' consapevoli nella vita terrena.

Sulla censura operata nei Vangeli in merito al concetto di reincarnazione si puo' trovare molto in giro. La figura piu' importante che a questo concetto faceva riferimento fu Origene. Ma furono tanti altri Padri della chiesa che vi credevano.

A quella censura forse e' sfuggito qualcosa, ad esempio questa domanda fatta a Cristo, presente nel vangelo di Giovanni:

"Mentre passava, vide un uomo che era cieco fin dalla nascita. E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?»

Senza il concetto di reincarnazione come si poteva ipotizzare che un cieco dalla nascita potesse essere causa, tramite il peccato, della sua cecita'?

Altro approfondimento, per chi fosse interessato, e' quello di non limitarsi al superficiale concetto di reincarnazione che vede l'uomo costretto a rinascere solo per scontare i suoi precedenti errori. Ogni nuova rinascita e' per risolvere il passato ma nello stesso tempo opportunita' per costruire nuovo futuro. Il karma o destino dunque non sarebbe laccio e punizione, ma "desiderio" di pareggio e insieme tracciato o trama a cui intessere un nuovo possibile libero ordito.


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Giovina
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Secondariamente, come prodromo teologico della figura di Gesù, della sua costruzione come divinità antropomorfa: ammettere che si sia incarnato e reincarnato come figura umana, come TUTTE le persone, anche nel passato ( e presumibilmente nel futuro ) avrebbe demolito il mito.

Su questo tuo parere ci andrei molto cauta.
Il Cristo si e' "incarnato". Una volta. Di altre venute non risulta dallo studio dei testi sacri che esse siano avvenute e/o avverranno nel piano fisico.
Poi ognuno puo' pensare e credere quel che desidera.


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Jor-el
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La reincarnazione ha senso poi quando il numero degli uomini e quindi delle anime rimane costante.

Be', non è detto, dipende cosa s'intende per anima. Se quella che si incarna non è "la stessa anima" ma è una somma di tendenze incompiute, se la molteplicità delle coscienze è soltanto un'apparenza, significa che esiste una sola coscienza, una sola anima che si rispecchia in se stessa in infinite dimensioni e in infiniti momenti. Una sorta di coscienza ricorsiva. E' un interessante concetto che si potrebbe applicare alla progettazione di sistemi software per tenere sotto controllo ipotetiche super Intelligenze Artificiali, in modo da poter sfruttare le loro capacità di elaborazione ma, nello stesso tempo, costringerle in loop cognitivi che le precludano la percezione della realtà, cioè noi. Molto interessante.


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Georgejefferson
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Una macchina non ha autocoscienza autonoma per percepire la realta'. Puo essere programmata per miliardi di azioni, con combinazioni infinite di causa effetto, ma la matrice non e' autocosciente, non puo avere la soggettivita del giudizio autonomo, quindi dietro ci starebbe sempre un essere senziente. L'uomo, o altra entita autocosciente, ammesso e non concesso che esista.


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Reincarnazione. Siamo anime individuali connesse al Tutto. Alcuni infatti ricordano le proprie vite passate ... Nulla di quello che si fa in questa vita si perde: altrimenti quale sarebbe il 'punto di imputazione' di pena, castigo o beneficio nel giudizio post-mortem ? Questa tua teoria, Gaia, assomiglia stranamente quella propagandata dalla Chiesa cattolica, non expressis verbis ( leggersi però una famosa eciclica di Benedetto sulla reincarnazione, evento riservato solo ai non cristiani ) ebbene che vuole che i ìricordi' di vite precedenti siano solo l'affiorare alla nostra coscienza delle vite dei nostri progenitori, attraverso l'informazione genetica ( probabilmente ). Assurdo: manca la connessione temporale e sopratutto personale: portiamo con noi inclinazioni e desideri prodotti nelle nostre vite passate ma 'attualizzate' e rese possibili dal nostro codice genetico: diversamente saremmo solo epitomi sovradeterminate da quest'ultimo e mancherebbe la nostra personale libertà e quindi il giudizio, sia in vita che post-mortem...
P.S.: l'eciclica papale ricorda il Buddismo della Terra Pura...identica ne è forzatamente l'origine metafisica ( negativa )
P.S.: sono disposto a risponderti in privato su altre cose se ti interessa
Saluti

Ciò non corrisponde al mio pensiero, ho postato l'articolo per promuovere un dibattito.
Quanto all'enciclica di Benedetto vale solo per i cattolici, i cristiani sono altra cosa.


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Mah, la chiesa cristiana, secondo me, rifiuta la reincarnazione perché annulla l'individualità e quindi la responsabilità. Ora una legge morale ha senso se esiste una responsabilità dell'individuo che vada oltre la vita terrena, perché giudizio non avviene durante la vita, ma dopo la morte. L'immortalità dell'anima e la resurrezione alla fine dei tempi (o la pena eterna) garantiscono la validità della legge morale.

La reincarnazione ha senso poi quando il numero degli uomini e quindi delle anime rimane costante.

La filosofia popolare nasce prima della chiesa cattolica e recita: "Ciò che semini raccogli".
Potrebbe parteciparmi, gentilmente, sul senso della reincarnazione a numero di anime costante? Grazie.


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Primadellesabbie
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La teoria della reincarnazione, come la conosciamo e la rimuginiamo, attribuita all'Induismo, é stata diffusa in Occidente dalla Società Teosofica.

Dissimile da quanto contemplato dalla tradizione e dalla metafisica Indù, é curiosamente adattabile al modo di ragionare, tributario della logica, dal quale dipende il nostro modo di pensare, come si evince anche dai commenti qui sopra e da tanta letteratura leggera.


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La Chiesa cattolica rifiuta in generale l'incarnazione delle anime in quanto non ne parla mai: è interessata solo ai corpi...direi. Al di là di possibili polemiche, il cristianesimo rifuta, o meglio tace, sulla reincarnazione in primis perchè Gesù non ne parlò mai esplicitamente ( ma vedasi la storia del cieco con gli ebrei che gli chiedono: ma fu lui a sbagliare od i suoi genitori ? E G. tacque: il suo silenzio è veramente eloquente nel senso della persona che sa ma che non vuole o non può parlare esplicitamente, altrimenti avrebbe negato nel suo solito stile, con una certa qual come dire virulenza... ).

Gesù ha fatto riferimento alla reincarnazione anche quando, e non solo, riferendosi a Giovanni Battista li chiese se credevano che fosse Elia.
La chiesa cattolica cassò la reincarnazione con il concilio di Nicea.


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PietroGE
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Potrebbe parteciparmi, gentilmente, sul senso della reincarnazione a numero di anime costante? Grazie.

Beh, supponiamo che ci sia una guerra nucleare tutte queste anime dove si reincarnano? Rimangono " a disposizione"?


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PietroGE
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L'incarnazione del Cristo non ha niente a che fare con la teoria della reincarnazione. Gesù non ha mai parlato di reincarnazione, ha parlato di vita eterna per ogni credente, non per tutti quelli che hanno condiviso una certa anima.


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Jor-el
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Una macchina non ha autocoscienza autonoma per percepire la realta'.

Per ora.


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