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La corsa ad ostacoli di Clementina Forleo


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Dopo una deposizione di 5 ore davanti al Procuratore Aggiunto Fabio
Salamone e al Sostituto Marco Dioni della Procura di Brescia che
indagano sulla spedizione per lettera di un proiettile al gip di
Milano e su "episodi inquietanti" di cui è stata oggetto, Clementina
Forleo è stata sentita anche dal CSM che aveva deciso di aprire un
fascicolo sulle dichiarazioni da lei rilasciate durante la
trasmissione di "Anno Zero" di Michele Santoro che la vedevano a suo
giudizio "gravemente ostacolata" nel lavoro non solo dall'isolamento
in cui doveva operare, ma anche dalle ispezioni disposte a suo carico
dal Ministro della Giustizia Mastella con interrogatori
invariabilmente disposti nel fine settimana.

Trattamento – aveva sottolineato – identico a quello ricevuto dal pm
di Catanzaro Luigi De Magistris, fino a quel momento, prima
dell'avocazione disposta dal PG Dolcino Favi, titolare dell'inchiesta
"Why Not" in cui risultano indagati per finanziamenti illeciti sia il
Presidente del Consiglio Prodi che lo stesso Guardasigilli di
Ceppaloni, e dell'invio dei fascicoli al Tribunale dei Ministri di Roma.

La pallottola cal. 7.65 arrivata a Ottobre nell'Ufficio della Forleo
l'aveva costretta dopo la denuncia ad accettare la scorta forzata
dell'Arma dei Carabinieri.

Un gesto di intimidazione ad orologeria che è stato giudicato da
osservatori esterni come finalizzato a creare ulteriori ostacoli al
gip di Milano.

Pochi giorni più tardi la Forleo si vedeva costretta a rifiutare il
servizio di protezione per il "pressing" dell'Arma dei Carabinieri che
la esponeva a evidenti limitazioni della sua libertà personale e che
finiva soprattutto per ostacolarla nel suo lavoro di magistrato
inquirente.

Insomma, "attenzioni istituzionali" verosimilmente indirizzate a
procurare limitazioni al suo pieno esercizio giurisdizionale che
Finegil e RCS hanno lasciato strumentalmente intendere come connesse e
temporalmente conseguenti all'acquisizione delle intercettazioni
telefoniche disposte dal suo ufficio in occasione della scalata
Consorte Unipol a Banca Nazionale del Lavoro "a carico" del Ministro
degli Esteri e dell'allora Segretario Nazionale del Partito
Democratico Fassino con un evidente intento di depistaggio.

Appare pertanto evidente che il mobbing mediatico-istituzio nale che ha
colpito la Forleo, uscito allo scoperto nel 2007 dopo una lunga
incubazione, non può non trovare la sua ragion d'essere nella
sentenza emessa dal Gup di Milano nel Gennaio 2005 che mandava assolti
Mohammed Daki, Maher Bouyahia e Toumy Alì Ben Sassi dall'accusa di
"terrorismo internazionale" .

Una sentenza che apriva per le motivazioni adottate, per il clamore e
le proteste suscitate, anche fuori dai confini nazionali, evidenti
falle nella legittimità di un applicazione estensiva della sindrome di
"Guantanamo Bay".

Assoluzione peraltro confermata dalla Corte di Appello di Milano nel
Novembre del 2005.

Il perché lo abbiamo già spiegato facendone risalire la responsabilità
sotterranea a strutture centrali e periferiche collegate al Partito
Amerikano che dispone di potenti apparati di disinformazione e di
pressione nei Palazzi del Potere e della Casta.

Mercoledì 7 Novembre se n'è avuta conferma al termine dell'audizione
della Forleo davanti alla 1a Commissione del CSM in cui ha escluso
categoricamente di aver parlato di "pressioni istituzionali"
provenienti, direttamente o indirettamente, da ambienti politici
coinvolti nella scalata di Unipol alla Banca Nazionale del Lavoro.

Il Procuratore Generale della Cassazione di Roma Delli Priscoli dopo
aver invitato il CSM all'acquisizione delle deposizioni rese da
Clementina Forleo a Brescia ha inteso precisare ai "giornalisti" che
gli chiedevano notizie su una eventuale messa in stato di accusa del
gip di Milano che "al momento non c'è alcun procedimento a carico del
magistrato sentito".

Da più giorni nei telegiornali e sui quotidiani nazionali, attraverso
la pubblicazione di riprese e foto intenzionalmente realizzate e
commissionate, si tenta di accreditare una presunta precarietà dello
stato psicologico della Forleo.

L'esempio più clamoroso è venuto dalla messa in onda e dalla
pubblicazione sulla carta stampata della "commozione" del magistrato
di Milano durante l'assegnazione del Premio Borsellino.

Un azione, a più mani, concertata e finalizzata ad accreditare presso
l'opinione pubblica, le Procure e il CSM, che Clementina Forleo è
soggetto "emotivamente instabile" e pertanto inadatto a svolgere al
meglio la sua funzione giurisdizionale.

Il CSM, a garanzia dei diritti della Forleo, ha fatto di più. Ha
chiesto al pm Salomone della Procura di Brescia la trasmissione delle
dichiarazioni rese dalla Forleo.

C'è da osservare a questo punto che il tentativo di "superamento
indolore" dello Stato di Diritto è costretto ad incassare, per
fortuna, ancora qualche momentanea battuta d'arresto.

L'avv. Buongiorno, difensore della Forleo, dopo essersi correttamente
spogliata dalla sua figura di parlamentare, ha dichiarato: "Quando
saranno noti i verbali sarà agevole constatare che la Dott. Forleo,
davanti all'Autorità Giudiziaria e al CSM ha elencato in modo
dettagliato i fatti e le circostanze a sua diretta conoscenza la cui
rilevanza sarà valutata dagli Organi Competenti. Non ci sono state,
dunque, ritrattazioni o lacrime, come invece sembra voler emergere dai
"media". Nel corso dell'audizione la Forleo ha avuto solo alcuni brevi
momenti di commozione nel rievocare la ricezione di proiettili e
lettere minatorie contro le persone dei genitori, tragicamente
scomparsi, quelle del marito e sua, nonché recenti messaggi allusivi a
morti sospette di soggetti indagati in processi da lei trattati".

Come si vede ce n'è abbastanza per esprimere tutta la nostra
solidarietà a un magistrato competente e coraggioso entrato nel mirino
dei Poteri Forti.

Giancarlo Chetoni
13.11.07


Citazione
bstrnt
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 59
 

Certamente da parte di tutte le persone oneste deve esserci un sostegno popolare per la dottoressa Forleo.
Bisogna inoltre far capire ai poteri forti e mafiosi, spesso coincidenti, che se qualcosa succede ai magistrati onesti e competenti che fanno correttamente il loro lavoro, dovranno risponderne ... e su questo non esiste prescrizione!


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