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La verità è che la crisi non è ancora a

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helios
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Siamo messi maluccio.
Vi ci vuole un corso accelerato di economia : http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=75330

se l'economia avesse risolto i problemi non saremmo a questo punto e quindi non è il caso di tirarla fuori ogni tanto per dire che qualcuno non capisce nulla e dargli anche dell'imbecille.

uomospeciale

il paese non avrebbe mai potuto ridursi in queste condizioni senza la fattiva ed entusiasta collaborazione di tutta, o gran parte della popolazione.

il paese si è ridotto in queste condizioni perchè non riusciva più a tenere l'apparenza senza avere la sostanza.
Quello che abbiamo fatto è di dar da bere tutti cose non vere.
Il paese diviso fra nord e sud ancora ora la dice tutta quello che siamo e non possibile immaginarsi ora un altro paese diverso da questo dopo che è stato rovinato.Di fatto il paese è senza risorse, con una popolazione che si rivela a tratti da terzo mondo.
Il punto focale del sud era l'agricoltura e non l'industria ma si è voluto rovinare letteralmente quella terra con discariche di rifiuti di ogni genere, togliendo al sud una sua risorsa naturale che aveva oltre al turismo.
Il nord non può far da traino anche al sud per sempre e il territorio ormai è cementificato oltre ogni misura. Ma qualcuno ha protestato quando hanno interrato i fiumi, quando li hanno cementificati dissennatamente o hanno lasciato fare perchè LORO sapevano, perchè loro avevano studiato, mentre loro erano solo degli ignoranti da far star zitti?
Queste sono state scelte errate al limite del contro natura se i guardava la conformazione geologica del territorio e con queste condizioni cominciamo in questi anni a farne i conti salati che si traducono in aiuti agli alluvionati ogni volta che piove,
Ma questo lo paghiamo NOI, non quelli che dissennatamente, perchè loro sapevano, loro avevano studiato, NOI no eravamo tutti ignoranti e dovevano star zitti che non eravamo nemmeno competenti, e intanto i colpevoli si defilano alla chetichella impuniti, tanto erano stati votati, hanno avuto il mandato elettorale che secondo loro si traduce in carta bianca per fare qualsiasi cosa nel paese senza render conto a nessuno e senza nemmeno avere una colpa dei disastri che fanno.

Pertanto se qualcuno se la prende con la burocrazia come fonte di tutti i mali non vede tutto l'insieme ed il tutto diventa sfogo del momento, comprensibile da un lato, ma lo sfogo non risolve nulla.
Il territorio è la sola cosa che rimane ad una popolazione e il nostro territorio è invibile perchè ci sono state specifiche persone che hanno fatto questo.

Ergo l'italia si merita pienamente la rovina e il declino prossimi venturi.

in questo caso sei arrivato tardi ad augurare la rovina e il declino dell'ItaliaMolti prima di te ci hanno pensato e non solo pensato ma proprio l'hanno rovinata con le loro mani ma con i nostri soldi.

E i poveri vadano pure a farsi fottere forse che quando 40 anni fa ero io ad essere con le toppe al culo fregava qualcosa a qualcuno?

l'dea di povero è una idea cattolica.In una società il povero è un peso per tutti, come è un peso un evasore fiscale per tutti.
Si possono pure mandare a farsi fottere ma intanto il problema sociale non cambia.

Non è compito mio fornire soluzioni ma di chi e pagato per questo:

-( intellettuali, politici, burocrati, filosofi, ecc ecc..)

Sono solo un modesto imprenditore con appena la terza media che cazzo voi che ne sappia io?

se metti in un posto qualcuno perchè figlio di, nipote di, amici di, pensi che quello abbia una soluzione perchè è pagato in un posto di cui non sa nulla?
E'evidente che in questa maniera i fili li tengono solo poche persone e quelle poche persone fanno sempre capo alla politica, per ben che vada.


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MatteoV
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se l'economia avesse risolto i problemi non saremmo a questo punto e quindi non è il caso di tirarla fuori ogni tanto per dire che qualcuno non capisce nulla e dargli anche dell'imbecille.

Che razza di ragionamento è? Se per secoli si è creduto che il Sole girasse attorno alla Terra la colpa non è certo della scienza come disciplina... semmai di certe teorie scientifiche e di certi scienziati. I CATTIVI economisti che diffondono CATTIVE teorie economiche hanno creato, o contribuito a creare, i problemi. Un minimo di raziocinio, di coerenza logica, diamine!


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helios
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se l'economia avesse risolto i problemi non saremmo a questo punto e quindi non è il caso di tirarla fuori ogni tanto per dire che qualcuno non capisce nulla e dargli anche dell'imbecille.

Che razza di ragionamento è? Se per secoli si è creduto che il Sole girasse attorno alla Terra la colpa non è certo della scienza come disciplina... semmai di certe teorie scientifiche e di certi scienziati. I CATTIVI economisti che diffondono CATTIVE teorie economiche hanno creato, o contribuito a creare, i problemi. Un minimo di raziocinio, di coerenza logica, diamine!

l'economia non ha risolto nessuno problema ma lo ha solo creato e questo non ha nulla a che fare con l'astronomia.
I cattivi economisti come causa di tutti i mali non ci sono.
E se qualcuno divulga cattive teorie economiche e altri abboccano vuole dire che di raziocinio ce n'è poco.
Forse è il caso che tu vada a vedere li come mai non esiste raziocinio e coerenza, cose che si tirano fuori quando non si sanno affrontare gli argomenti, Non è dicendo a qualcuno che è un troll o un deficiente che hai dimostrato di saper affrontare gli argomenti.Hai solo dimostrato che continui a non capire il topic, non è il caso che continui ulteriormente ad offendere.

PS-tanto per la cronaca l'economia NON E'UNA SCIENZA. E sarà raziocinante chi la consiera tale. E' coerente a dire cose non vere, questo si.

http://www.linkiesta.it/economia-scienza-filosofia

L’economia domina le nostre vite ma è una scienza?

Oggi giorno vediamo gli economisti litigare, spesso divisi in fazioni contrapposte come tifoserie calcistice, e mai come in questo tempo i mercati dominano le nostre vite. L'economia poi fa sempre maggior ricorso alla matematica e cerca di avere un valore di previsione. Ma è una scienza? «Non è che usare la matematica renda una disciplina propriamente scientifica» risponde a Linkiesta Francesco Guala, professore di filosofia della scienza alla Statale di Milano.
Alessio Mazzucco

Quasi due anni fa, il professor Roberto Perotti, università Bocconi, accusava i keynesiani sul Sole 24 Ore di non sapersi sporcare le mani con i dati. Come poter analizzare il presente economico e come poter predire il futuro basandosi su categorie filosofiche? Gli strumenti ci sono, basta saperli usare.

L’economia come scienza, gli economisti come scienziati. Dove sono quei filosofi che hanno gettato le basi del sapere e del ragionamento economico? Dove quegli studiosi di storia e società che vedevano l’uomo come animale sociale prima ancora di soggetto economico, dove la religione, l’etica e la psicologia, fattori essenziali dell’agire e delle scelte umane? Dormono sulla collina del sapere, o vivono un periodo di smarrimento? Prima ancora di capire se l’economia, questa economia, ha fallito, bisogna capire cosa sia, quali confini abbia, quali strumenti usi.

Un buon punto è cominciare dall’inizio, rivedere cos'è l'economia: da qui l'intervista al professor Francesco Guala, Università Statale di Milano, filosofo della scienza e dell’economia, e autore del libro “Filosofia dell’economia” (anno 2006).

L’economia, è una scienza?

Sulla questione più generale, se l’economia è una scienza o no, sono almeno 30 o 40 anni che i filosofi della scienza sono arrivati ad un certo accordo per cui non esistono definizioni precise se lo è o non lo è perché il concetto è troppo vago. Ma anche discipline che noi oggi consideriamo scientifiche, la biologia o la fisica, fanno uso di elementi molto diversi e questo non consente di dare una definizione precisa di scienza. È una domanda a cui non esiste una risposta sì, no.

Come definire allora l’economia?

Il caso dell’economia è complesso perché ci sono dei fattori in più che non esistono nelle scienze naturali. In particolare, l’economia è molto più vicina a questioni politiche, morali,… Il mio classico esempio è quello dell’astrofisica: il campo di studi è certamente interessante, ma non ha risvolti pratici nella vita di tutti i giorni. L’economia ci tocca molto da vicino e per questo si tende a sollevare più polemiche. Detto questo, anche nelle scienze naturali, ad esempio nella biologia, nuove scoperte o procedimenti hanno risvolti etico/morali.

L’uso della matematica, però, fa sembrare la disciplina più vicina alle scienze cosiddette “nobili”..

Non è che usare la matematica renda una disciplina propriamente scientifica. È naturale che l’economia debba usare la matematica, non tanto per imitare i fisici, ma perché la maggior parte delle questioni di cui tratta ha a che fare con i numeri; ogni tanto ci si dimentica. Pensi al Pil, la disoccupazione,… sono tutte questioni di numeri. E non solo si possono misurare, ma devono essere misurate proprio per poterne discutere, per capire se un intervento è efficace oppure no. Oggi Draghi ha parlato degli interventi della Bce. Ma di quanto un intervento riesce a spostare le variabili macro? Quanto un intervento può essere efficace oppure no? I numeri sono necessari a quantificarlo.

A seconda, però, della teoria o del modello in cui i numeri sono inseriti cambiano completamente i risultati. Gli economisti e i modelli: come possono rappresentare la realtà?

L’uso dei modelli non è una particolarità dell’economia, ma è comune a tutte le discipline scientifiche: i modelli non rappresentano ovviamente la realtà, anzi, a volte la distorcono dando rappresentazioni parziali. Del resto, se si fa un modello che rappresenta la realtà, questo sarà anche complicato come la realtà e di certo non sarà d’aiuto. Ci sono, questo sì, visioni diverse su quali sono i modelli migliori:, quando degli economisti dicono che alcuni modelli sono irrealistici, di solito non dicono che è sbagliato usare modelli, ma che esistono modelli migliori che rendono conto di fattori che sono ignorati dalle teorie “rivali”. E’ sempre una scelta tra diversi modelli. E la stessa cosa avviene anche tra le altre scienze, come in biologia o in fisica: da qui la “lotta accademica” tra le diverse teorie.

Lei nel libro [Filosofia dell’economia, ndr] parla di “imperialismo” dell’economia sulle altre discipline

L’imperialismo è un termine che viene usato in senso negativo: gli economisti vengono accusati di questo quando cercano di applicare l’approccio a situazioni che, in linea di principio, non potrebbero essere spiegate attraverso i loro modelli. Io non sono contro l’interdisciplinarietà, questo è importante specificarlo. L’interdisciplinarietà, cioè l’applicazione di modelli in ambiti diversi della ricerca potrebbe portare a scoperte o progressi notevoli. Ma la stessa economia viene, in realtà, colonizzata da altre scienze: si pensi alla penetrazione della psicologia per rendere più realistici i modelli. Il discorso del libro era dire: bisogna stare attenti perché questo si può fare in alcune situazioni, altrimenti si rischia una rappresentazione ridicola della realtà.

L’economia ha tentato, però, di separarsi il più possibile dalle altre discipline come la sociologia, la storia... Un impoverimento della disciplina?

Sì, è effettivamente un impoverimento, però ora non è questo che sta avvenendo. Partiamo da una prospettiva storica. Le discipline classiche del mondo occidentale hanno assunto la loro identità soltanto di recente, diciamo tra gli ottanta e i cento anni fa: alla fine dell’Ottocento, per dire, non esisteva una distinzione netta tra sociologia, psicologia, economia, ma erano riunite sotto la filosofia morale. Questa distinzione si è creata lentamente a partire dalla prima metà del Novecento. Non è stata solo una separazione dell’economia dalle discipline: ogni disciplina ha cercato di crearsi la sua identità. L’economia, grazie al maggior successo ottenuto, si è accreditata di più, diventando un po’ “la regina” delle scienze sociali, soprattutto tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo passato.

Pensa che questa separazione si invertirà?

In realtà, secondo me, è un po’ presto da dire; ma secondo me e molti altri, questo movimento di separazione si è in parte interrotto e si sta creando un’inversione di tendenza. Negli ultimi quindici, venti anni, sono nati moltissimi campi di ricerca interdisciplinare, e si sta verificando di nuovo un processo d’integrazione delle parti migliori delle disc
ipline. Prima ho citato, ad esempio, l’ingresso della psicologia nell’economia, o anche delle neuroscienze; d’altra parte l’economia è entrata di più nelle scienze sociali e politiche. Si sta verificando un processo di reciproca fertilizzazione delle varie discipline. Naturalmente, dal punto di vista funzionale ci sono grossi ostacoli: tra dipartimenti separati, è difficile parlare con colleghi che usano teorie e linguaggi diversi. Non dico che si ritornerà a una situazione di fine Ottocento, però il trend è questo e io sono moderatamente ottimista riguardo al futuro. Oggi, secondo me, le scienze sociali sono molto più interessanti di quanto lo fossero venti o trent’anni fa.

cco perchè l'economia non è una scienza esatta
http://www.panorama.it/economia/opinioni/perche-economia-non-scienza-esatta/


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vic
 vic
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Si puo' parlare di sceinze esatte?

Se si delimita l'ambito di applicazione forse si'.
Altrimenti in generale tutte le scienze hanno elementi di grande inesattezza.
Perfino la matematica, contiene in se' ambiti in cui si cerca di dare un ordine all'inesattezza. La statistica fa questo, e' la scienza dell'inesatto. E' proprio perche' viene usata la statistica che in altre discipline si parla di studio "scientifico". In realta' e' uno studio basato su numeri inesatti.

Altro ambito matematico dove l'inesattezza viene rigorosamente inquadrata e' la cosiddetta logica matematica. Non quella tradizionale ma quella dove impera il cosiddetto "terzo escluso", cio' che e' sia vero che falso, un po' vero ed un po' falso. In altri ambiti della logica matematica si studia il ragionamento logico che dipende dal contesto, quindi puo' portare ad una conclusione ma pure ad un'altra.

Veniamo all'inesattezza della fisica detta di punta. Ci sono delle costanti dell'universo che i modelli fisici attuali non sanno spiegare, anzi quando stimano queste grandezze sbagliano in modo colossale, di un fattore 10^120 (10 elevato 120) che e' un numero inimmaginabilmente enorme.
Questo succede applicando teorie che in altre circostanze predicono i risultati sperimentali con precisione sconosciuta in altre scienze.

Come si puo' definire esatta la fisica se non sa spiegare fenomeni come la fusione fredda? Il fenomeno esiste ed e' ormai confermato un po' ovunque, ma la disciplina 'esatta' che dovrebbe spiegarlo brancola letteralmente nel buio.

Inoltre come si possono definire esatte discipline che a bella posta ignorano fenomeni che non sanno spiegare e vengono relegati con la puzza sotto al naso in una branca laterale della psicologia detta parapsicologia.

Tutte le scienze sono dunque inesatte, in un modo o nell'altro. Hanno in se' nicchie o veri oceani di inesattezza.

Ma alla fine e' proprio sempre necessaria l'esattezza assoluta?
No, assolutamente no. Una sinfonia eseguita da una banda di computer e' noiosa all'orecchio, sebbene le note vengano interpretate senza alcun errore.

Anche quelli dei sondaggi lo sanno bene che non si puo' essere esatti.
Ottengono risultati inesatti pur applicando la matematica che e' coinsiderata scienza esatta. Eppero' applicano la statistica che si occupa proprio di cose inesatte. La statistica e' inesatta? Affatto, anzi spiega per filo e per segno in che modo una massa di numeri sono inesatti.

In fisica delle particelle l'inesattezza e' regina, benche' usino una quantita' mostruosamente mostruosa di dati e di computer. Si danno delle regole statistiche per affermare che una scoperta sia una scoperta: 5 sigma. Hanno riconosciuto l'esistenza del bosone di Higgs proprio perche' le misure soddisfacevano il criterio dei 5 sigma.
In biologia ed in medicina si accontentano spesso e volentieri di un paio di sigma. Malgrado la richiesta di 5 sigma, anche la fisica, ritenuta scienza esatta, ma che alla fin dei conti ha teorie che si basano sull'indeterminazione assiomatica, sbaglia clamorosamente.
Il famoso esperimento Opera con cui si voleva dimostrare di aver scoperto che i neutrini viaggiano a velocita' tachioniche era ad un livello statistico di ben 5 sigma. Apparentemente affidabilissimo. Eppure venne riconosciuto come un colossale fiasco. L'errore non era di tipo statistico ma sistematico, un errore sperimentale clamoroso.

Concludo mettendo un puntino sulla i dell'astrofisica che non ha risvolti pratici. Lasciamo perdere la solita ricaduta tecnologica, che a dir poco e' notevole. Proprio l'astrofisica ha confermato la validita' della teoria della relativita' generale. Non ha applicazioni pratiche dite? Allora sappiate che il sistema di localizzazione satellitare GPS mostra la precisione che mostra proprio perche' nei calcoli di triangolazione viene usata la correzione temporale prevista dalla relativita' generale. Ce l'avete ormai dentro il telefonino un sistema del genere.

In conclusione nessuna scienza e' esatta in generale. Lo e' semmai nel particolare. Ad essere pignoli c'e' tutta una serie di fenomeni che dovrebbero essere studiati dalle scienze "esatte" ma che finiscono inspiegabilmente in ambiti stranissimi, come le religioni, quando si parla di miracoli per esempio.

Esattamente esistono anche i pignoli fuori posto, che sono poi quelli che vogliono far diventare esatto l'inesatto, meglio, che offrono spiegazioni esatte quando e' lampante che non ci sia spiegazione esatta. Solitamente e' compito di certi comitati difendere tali assurde posizioni di retroguardia. In questi comitati la parola scienza equivale a omniscienza e l'ego equivale al superego.

Fenomeno questo molto diffuso anche in medicina, per esempio fra i primari.
Ma e' difficle quantificarlo esattamente, per cui non se ne parla mai.

Esatto?


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