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L'amore omosessuale non è amore, ma odio

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TonyConcilianti
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Sono dello stesso parere di Schopenhauer dal punto di vista del quale...

“L’amore autentico è sempre compassione; e ogni amore che non sia compassione è egoismo”

grande Sciop 8)

diceva anche

"senza Dio, tutto è permesso"

in cinque parole dice tutto...

la nostra società senza Dio (quello Universale, non mammona - il denaro) alimenta l'anarco -capitalismo e la società liquida senza freni che ci sta portano inesorabilmente all'autodistruzione...

Grazie per avere apprezzato spada 🙂


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A. Schopenhauer osserva che l’amore è legato alla sessualità, la quale a sua volta esprime la volontà della specie di proseguire la sua esistenza.

A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, II, 44

Ogni innamoramento, infatti, per quanto voglia mostrarsi etereo, ha la sua radice solo nell’istinto sessuale, anzi è in tutto e per tutto soltanto un impulso sessuale determinato, specializzato in modo prossimo e rigorosamente individualizzato.

[...] L’estasi incantevole, che coglie l’uomo alla vista di una donna di bellezza a lui conveniente e che gli fa immaginare l’unione con lei come il sommo bene, è proprio il senso della specie, che, riconoscendo chiaramente impresso in essa il suo stampo, vorrebbe con essa perpetuarlo. Da questa decisa inclinazione verso la bellezza dipende la conservazione del tipo della specie: perciò esso agisce con cosí gran forza. Noi considereremo piú oltre singolarmente gli accorgimenti, che esso adopera. L’uomo è dunque in ciò guidato realmente da un istinto, che tende al miglioramento della specie anche se si illude di cercare soltanto un accrescimento del proprio godimento. In effetti noi abbiamo qui un istruttivo chiarimento sull’intima essenza di ogni istinto, il quale quasi sempre, come qui, mette in moto l’individuo per il bene della specie.

[...] Conformemente all’esposto carattere della cosa, ogni innamorato, dopo il godimento finalmente raggiunto, prova una strana delusione e si meraviglia, che ciò che ha cosí ardentemente desiderato non dia nulla di piú di ogni altro appagamento sessuale; tanto che egli ormai non si vede piú spinto verso di esso. Quel desiderio dunque stava a tutti i rimanenti suoi desideri nello stesso rapporto con cui la specie sta all’individuo, ossia come una cosa infinita e una finita. L’appagamento al contrario avviene propriamente solo per il bene della specie e non cade perciò nella coscienza dell’individuo, il quale qui, animato dalla volontà della specie, serviva con ogni sacrificio ad un fine, che non era il suo proprio.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, pagg. 653-656


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TonyConcilianti
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https://www.youtube.com/watch?v=rHeqhHkcPeg

Bellissimo sto film 😆


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spadaccinonero
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A. Schopenhauer osserva che l’amore è legato alla sessualità, la quale a sua volta esprime la volontà della specie di proseguire la sua esistenza.

A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, II, 44

Ogni innamoramento, infatti, per quanto voglia mostrarsi etereo, ha la sua radice solo nell’istinto sessuale, anzi è in tutto e per tutto soltanto un impulso sessuale determinato, specializzato in modo prossimo e rigorosamente individualizzato.

[...] L’estasi incantevole, che coglie l’uomo alla vista di una donna di bellezza a lui conveniente e che gli fa immaginare l’unione con lei come il sommo bene, è proprio il senso della specie, che, riconoscendo chiaramente impresso in essa il suo stampo, vorrebbe con essa perpetuarlo. Da questa decisa inclinazione verso la bellezza dipende la conservazione del tipo della specie: perciò esso agisce con cosí gran forza. Noi considereremo piú oltre singolarmente gli accorgimenti, che esso adopera. L’uomo è dunque in ciò guidato realmente da un istinto, che tende al miglioramento della specie anche se si illude di cercare soltanto un accrescimento del proprio godimento. In effetti noi abbiamo qui un istruttivo chiarimento sull’intima essenza di ogni istinto, il quale quasi sempre, come qui, mette in moto l’individuo per il bene della specie.

[...] Conformemente all’esposto carattere della cosa, ogni innamorato, dopo il godimento finalmente raggiunto, prova una strana delusione e si meraviglia, che ciò che ha cosí ardentemente desiderato non dia nulla di piú di ogni altro appagamento sessuale; tanto che egli ormai non si vede piú spinto verso di esso. Quel desiderio dunque stava a tutti i rimanenti suoi desideri nello stesso rapporto con cui la specie sta all’individuo, ossia come una cosa infinita e una finita. L’appagamento al contrario avviene propriamente solo per il bene della specie e non cade perciò nella coscienza dell’individuo, il quale qui, animato dalla volontà della specie, serviva con ogni sacrificio ad un fine, che non era il suo proprio.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, pagg. 653-656

in questo ambito invece non la vedo come lui...

la mette sul sesso, l'Amore è un'altra cosa


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Rasna
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intendo sentirsi in pace con se stessi e con quello che ci sta intorno
a questa condizione però non ci si arriva mentalmente, come molti pensano o credono serve una collaborazione tra corpo e mente e solo con il rapporto sessuale (penetrazione) tra maschio e femmina è possibile arrivarci

Molto tantrico ciò che dici ma per quanto io apprezzi le filosofie orientali, almeno nel profondo dei loro contenuti, non sono daccordo.
Secondo me il sesso è solo un modo e neanche il più diretto. Certo il rapporto uomo/donna è fondamentale perché è solo la fusione di due diversi che porta all'Uno ma questa fusione non ha necessariamente accezione sessuale.
La fusione la si realizza con l'amore che è cosa diversa dal sesso. Il sesso è accessorio, la penetrazione è di spirito, non di corpo e la chiamerei compenetrazione. Il sesso esemplifica questa compenetrazione, rende la sua comprensione più semplice perchè nella "piccola morte" come è anche chiamato l'orgasmo le menti lasciano il corpo e ottengono una parvenza dello spirito. Ma spirito non è, è solo un riflesso che tuttavia mostra un indirizzo, una via. Per questo il tantra, secondo certe filosofie, può portare all'illuminazione ma è solo una strada, come quella del fachiro o quella dello yogi, una via breve se praticato con competenza ma anche difficile e facile a sviare.
E' l'amore la chiave di volta ma necessita di comprensione, di dialogo, di accettazione reciproca, di mancanza di orgoglio e molto altro.
Non per niente il sesso ci viene dato liberamente e gratuitamente perché certo può aiutare ma più spesso svia. E l'amore invece viene sempre più "semplificato", privato di importanza profonda e relegato alle manifestazioni esteriori... ed è lì che il sesso fa da collante e sempre lì il sesso, quando ormai è diventato routine, diventa separazione, cancellazione anche di quella parvenza d'amore che univa le coppie.


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Rosanna
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intendo sentirsi in pace con se stessi e con quello che ci sta intorno
a questa condizione però non ci si arriva mentalmente, come molti pensano o credono serve una collaborazione tra corpo e mente e solo con il rapporto sessuale (penetrazione) tra maschio e femmina è possibile arrivarci

Molto tantrico ciò che dici ma per quanto io apprezzi le filosofie orientali, almeno nel profondo dei loro contenuti, non sono daccordo.
Secondo me il sesso è solo un modo e neanche il più diretto. Certo il rapporto uomo/donna è fondamentale perché è solo la fusione di due diversi che porta all'Uno ma questa fusione non ha necessariamente accezione sessuale.
La fusione la si realizza con l'amore che è cosa diversa dal sesso. Il sesso è accessorio, la penetrazione è di spirito, non di corpo e la chiamerei compenetrazione. Il sesso esemplifica questa compenetrazione, rende la sua comprensione più semplice perchè nella "piccola morte" come è anche chiamato l'orgasmo le menti lasciano il corpo e ottengono una parvenza dello spirito. Ma spirito non è, è solo un riflesso che tuttavia mostra un indirizzo, una via. Per questo il tantra, secondo certe filosofie, può portare all'illuminazione ma è solo una strada, come quella del fachiro o quella dello yogi, una via breve se praticato con competenza ma anche difficile e facile a sviare.
E' l'amore la chiave di volta ma necessita di comprensione, di dialogo, di accettazione reciproca, di mancanza di orgoglio e molto altro.
Non per niente il sesso ci viene dato liberamente e gratuitamente perché certo può aiutare ma più spesso svia. E l'amore invece viene sempre più "semplificato", privato di importanza profonda e relegato alle manifestazioni esteriori... ed è lì che il sesso fa da collante e sempre lì il sesso, quando ormai è diventato routine, diventa separazione, cancellazione anche di quella parvenza d'amore che univa le coppie.

Quello che dice Rasna,
mi ricorda uno studio che avevo fatto qualche anno fa sul Parmigianino, pittore manierista dei primi del 500, che operò a Parma e si dedicò anche allo studio dell'alchimia, tanto che poi morì di quella pratica, piuttosto giovane, dato che respirare i fumi del mercurio fu per lui fatale.

M. Fagiolo dell’Arco, scrive un bel saggio "il Parmigianino. Un saggio sull’ermetismo del 500"

Anche Parmigianino, che si chiamava Francesco Mazzola era gay, ed ebbe una vita breve ma anche espressione di opere d'arte struggenti.

Il processo alchemico passa attraverso diversi stadi: la riunione tra gli elementi (coniunctio), a cui segue la morte della materia iniziale (putrefactio) e infine l’anima si libera per risalire alla divinità (sublimatio). Così nasce la pietra filosofale, che è la perfetta unità, e in termini fisici l’oro… l’agente che opera la coniunctio e la trasmutazione è il fuoco, l’operazione si svolge nell’Athanor, il fornello alchemico che corrisponde al vas hermeticum. Il vas, come osserva Jung, è una specie di matrix, oppure di uterus, dal quale nascerà il filius philosophorum, la pietra miracolosa. E l’acqua di diana ne è il perfetto corrispondente. Liquido amniotico.

Il Parmigianino era bellissimo, aveva lineamenti quasi femminei, un aspetto fisico infantile anche a 20 anni, come ci si presenta del formidabile Autoritratto allo specchio di Vienna, museum Kunsthistoriches, una bellezza che vince le deformazioni, che non si piega alle leggi fisiche, quasi per una sfida intellettualistica, che la pittura consente di vincere. Parmigianino amava gli inganni ottici, gli illusionismi visivi, ed eccolo ritrarsi di fronte a uno specchio.

Vasari, prima edizione delle vite del 1550: “Fu costui dotato dalla natura di sì graziato et leggiadro spirito, che se egli di continuo non avesse voluto operare più di quello che ei sapeva, avrebbe nel continuo far suo tanto avanzato se stesso: che sì come di bella maniera, d’arie, di leggiadria, e di grazia passò a niuno; così avrebbe ancora di perfezione, di fondamento e di bontà superato ciascuno. Ma il cervello che aveva a continovi ghiribizzi, di strane fantasie, lo tirava fuor de l’arte: potendo egli guadagnare quello oro che egli stesso avrebbe voluto; con quello che la natura nel dipingere e il suo genio gli avevano insegnato… E questo fu che egli stillando cercava l’alchimia dell’oro, e non si accorgeva lo stolto, che aveva l’alchimia del far le figure; le quali con pochi imbratamenti di colori, senza spesa, traggono delle borse altrui le centinaia di scudi. Il Vasari apre la strada all’interpretazione romantica, maledetta del Parmigianino.

Una delle immagini del cosmo alchemico è il serpente che si morde la coda, ouroboros, il segno del fluire eterno, dei corsi e dei ricorsi. L’alchimia è la via nuova che aprirà all’uomo i segreti della natura, Rimbaud scrive una Alchimie du verbe, è la storia della ricerca di animus ed anima, per fondersi nell’androgino, il tutto in un’enorme cattedrale incompiuta, nel frammento di mille pagine, di un opus destinato a restare insoluto. L’alchimista cerca di trovare in laboratorio l’oro attraverso la congiunzione dei diversi metalli, paragona la pietra filosofale alla luce, al sole, quindi si sente un dio creatore. Sa che la sua natura aspira alla perfezione, e tutti i metalli sono in realtà aborti, sulla via che porta all’oro. Sa che la diversità dei metalli è data dalla proporzione variabile della materia, sa che ogni materia è dotata di vita, che è determinante l’azione degli astri, strettissimo il rapporto tra alchimia e astrologia, due sono i principi opposti alla materia, il processo è sempre dialettico, l’attivo e il passivo, il fisso e il volatile, il caldo e il freddo, il fuoco e l’acqua, il secco e l’umido, maschio e femmina, re e regina, zolfo e mercurio, sole e luna, ecc. c’è un terzo elemento il sale, legame tra zolfo e mercurio, queste tre forze sono la prima materia, la forza creatrice, la quinta essenza che ha dato origine a tutti gli elementi, che l’alchimista si sforza di riconquistare in laboratorio.

Il processo alchemico passa attraverso diversi stadi: la riunione tra gli elementi (coniunctio), cui segue la morte della materia iniziale (putrefactio), infine l’anima si libera per risalire alla divinità (sublimatio), così nasce la pietra filosofale, che è la perfetta unità in termini chimici l’oro. La natura ha 4 principi, terra acqua aria fuoco, che corrispondono ad altri fattori, le fasi della ricerca alchemica, le ore del giorno, le stagioni, i temperamenti. È il ciclo della morte e della vita, la quinta essenza è poi l’anima spirituale del mondo, onnipresente, la terra corrisponde alla melanosi, ( nigredo, lo stadio del caos), ma anche alla notte, all’inverno, al temperamento malinconico, l’acqua corrisponde alla leucosi (albedo, lo stato argenteo), ma anche all’alba, alla primavera, al temperamento flemmatico, l’aria corrisponde alla xantosi (citrinitas, la fase della luce), ma anche al giorno, all’estate, al temperamento sanguigno, il fuoco corrisponde alla iosi (la rubedo), ma anche al tramonto, all’autunno, al temperamento collerico.

La coniunctio è l’unione tra maschio e femmina, attivo e passivi, secco umido, zolfo mercurio, oro argento, sole luna, il prodotto sarà la pietra filosofale. L’immaginazione parallela è sempre sensuale, l’opus viene indicato nei testi come matrimonio, coitus, nozze… il fuoco favorisce la coniunctio.
L’androgino attraverso la coniunctio l’alchimista deve superare l’antinomia del due, tornare all’uno, non è detto che ci riesca, la sua pietra filosofale sarà sempre ambivalente, il punto d’arrivo è il rebis, (doppio, specchio), il suo homunculus è sempre un ermafrodito. È la nemesi dello sperimentalismo, la ricerca che si morde la coda, che torna su se stessa in un doppio giro a vuoto, il P. dipinge continuamente individui di sesso ambiguo, donne che sono idoli efebici, fanciulli che hanno un corpo femminile, la sua visione del mondo è ricerca necessaria e incessante, attraverso l’opus, la pietra filosofale, che è ambigua, doppia, ermafrodita.

Il vas hermetis l’interesse per il tema del vaso è ossessivo, il vaso prende una forma umana come uomini, e donne diventano simili ad anfore. Il vaso appare nella steccata, il vaso viene anche definito matrix, uterus, cosmo, uovo, è l’athanor, il forno, il corpo umano, il cosmo, è l’alambicco, il recipiente dove le sostanze debbono dar vita all’opus. Il fatto che il recipiente ermetico o l’uovo siano stati di vetro di cristallo, sta a indicare la sua natura psichica, è la coscienza distolta dal mondo esteriore, interiorizzata sfera isolata, è la sede di un ritorno al caos primordiale, una ripetizione cosmogonia, le sostanze vi muoiono e vi resuscitano per essere finalmente trasmutate in oro.


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A. Schopenhauer osserva che l’amore è legato alla sessualità, la quale a sua volta esprime la volontà della specie di proseguire la sua esistenza.

A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, II, 44

Ogni innamoramento, infatti, per quanto voglia mostrarsi etereo, ha la sua radice solo nell’istinto sessuale, anzi è in tutto e per tutto soltanto un impulso sessuale determinato, specializzato in modo prossimo e rigorosamente individualizzato.

[...] L’estasi incantevole, che coglie l’uomo alla vista di una donna di bellezza a lui conveniente e che gli fa immaginare l’unione con lei come il sommo bene, è proprio il senso della specie, che, riconoscendo chiaramente impresso in essa il suo stampo, vorrebbe con essa perpetuarlo. Da questa decisa inclinazione verso la bellezza dipende la conservazione del tipo della specie: perciò esso agisce con cosí gran forza. Noi considereremo piú oltre singolarmente gli accorgimenti, che esso adopera. L’uomo è dunque in ciò guidato realmente da un istinto, che tende al miglioramento della specie anche se si illude di cercare soltanto un accrescimento del proprio godimento. In effetti noi abbiamo qui un istruttivo chiarimento sull’intima essenza di ogni istinto, il quale quasi sempre, come qui, mette in moto l’individuo per il bene della specie.

[...] Conformemente all’esposto carattere della cosa, ogni innamorato, dopo il godimento finalmente raggiunto, prova una strana delusione e si meraviglia, che ciò che ha cosí ardentemente desiderato non dia nulla di piú di ogni altro appagamento sessuale; tanto che egli ormai non si vede piú spinto verso di esso. Quel desiderio dunque stava a tutti i rimanenti suoi desideri nello stesso rapporto con cui la specie sta all’individuo, ossia come una cosa infinita e una finita. L’appagamento al contrario avviene propriamente solo per il bene della specie e non cade perciò nella coscienza dell’individuo, il quale qui, animato dalla volontà della specie, serviva con ogni sacrificio ad un fine, che non era il suo proprio.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, pagg. 653-656

in questo ambito invece non la vedo come lui...

la mette sul sesso, l'Amore è un'altra cosa

In queste righe si condensa un pensiero ben più profondo..motivo per il quale questa volta l'ho citato sospendendo il giudizio che potrò formulare solo dopo la lettura di metafisica della sessualità...appena sarà disponibile in biblio... 🙂


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spadaccinonero
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A. Schopenhauer osserva che l’amore è legato alla sessualità, la quale a sua volta esprime la volontà della specie di proseguire la sua esistenza.

A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, II, 44

Ogni innamoramento, infatti, per quanto voglia mostrarsi etereo, ha la sua radice solo nell’istinto sessuale, anzi è in tutto e per tutto soltanto un impulso sessuale determinato, specializzato in modo prossimo e rigorosamente individualizzato.

[...] L’estasi incantevole, che coglie l’uomo alla vista di una donna di bellezza a lui conveniente e che gli fa immaginare l’unione con lei come il sommo bene, è proprio il senso della specie, che, riconoscendo chiaramente impresso in essa il suo stampo, vorrebbe con essa perpetuarlo. Da questa decisa inclinazione verso la bellezza dipende la conservazione del tipo della specie: perciò esso agisce con cosí gran forza. Noi considereremo piú oltre singolarmente gli accorgimenti, che esso adopera. L’uomo è dunque in ciò guidato realmente da un istinto, che tende al miglioramento della specie anche se si illude di cercare soltanto un accrescimento del proprio godimento. In effetti noi abbiamo qui un istruttivo chiarimento sull’intima essenza di ogni istinto, il quale quasi sempre, come qui, mette in moto l’individuo per il bene della specie.

[...] Conformemente all’esposto carattere della cosa, ogni innamorato, dopo il godimento finalmente raggiunto, prova una strana delusione e si meraviglia, che ciò che ha cosí ardentemente desiderato non dia nulla di piú di ogni altro appagamento sessuale; tanto che egli ormai non si vede piú spinto verso di esso. Quel desiderio dunque stava a tutti i rimanenti suoi desideri nello stesso rapporto con cui la specie sta all’individuo, ossia come una cosa infinita e una finita. L’appagamento al contrario avviene propriamente solo per il bene della specie e non cade perciò nella coscienza dell’individuo, il quale qui, animato dalla volontà della specie, serviva con ogni sacrificio ad un fine, che non era il suo proprio.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, pagg. 653-656

in questo ambito invece non la vedo come lui...

la mette sul sesso, l'Amore è un'altra cosa

In queste righe si condensa un pensiero ben più profondo..motivo per il quale questa volta l'ho citato sospendendo il giudizio che potrò formulare solo dopo la lettura di metafisica della sessualità...appena sarà disponibile in biblio... 🙂

non leggere troppo, trovati una ragazza e vedi se aveva ragione o no

😉


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brumbrum
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i commenti confermano quanto detto da me prima
l'impotenza orgastica regna sovrana nel nostro mondo


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non leggere troppo, trovati una ragazza e vedi se aveva ragione o no

😉

fosse facile... 🙄


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Anonymous
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i commenti confermano quanto detto da me prima
l'impotenza orgastica regna sovrana nel nostro mondo

E qui devo dire che regna sovrano il tuo dono della sintesi 8)

Letto anche Reich? in passato ho letto diversi suoi libri. Letture interessanti anche se nell'esposizione lo trovo, come tanti altri peraltro, inutilmente ostico.


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Stodler
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Leggendo qua e la in questa, diciamo, conversazione, sono veramente contento che il mondo dei vari oggettivista, brumbrum, spadaccinonero, MarioG ecc. stia sprofondando in un lugubre fosso da cui sarà molto difficile se non definitivamente impossibile che riemerga.

Il che mi fa assolvere, per la quota parte di responsabilità nella distruzione del vecchio mondo, la grande finanza internazionale.


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Anonymous
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Stod, fuor di polemica, quale ritieni sia il "nostro mondo" e come rappresenti il "tuo mondo" ?


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