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L'imbroglio ecologico.

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Anonymous
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@Stodler sono concorde sul fatto "di una nuova era" ma il mondo che conosciamo è dominato fino alla più piccola particella dal profitto e dietro al profitto c'è una forza immensa a difenderlo, come si fa a liberare la scienza dalla tenaglia del profitto? ( non ha molta importanza che sia lo Stato o un privato, anche lo Stato persegue la sua parte di ritorno sotto forma di tasse).

Detto per inciso lo Stato non è un'opera di carità...


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Potrei rispondere: non sono il vostro prof, anche perché a diversi non interessa affatto capire e cambiare opinioni. Ma solo polemizzare, cavillare, e competere...
Potrei dirvi che c'è una sterminata letteratura e biblioteche.

Come potrei rispondervi Tempo al tempo.
A voi la scelta.

E vabbè, sterminata letteratura… Ma io ti ho fatto solo due domandine… Mica ti ho chiesto il significato della vita… Non mi sembra di essere stato impertinente o polemico. Se veramente il tuo scopo è quello di diffondere il verbo, perché non puoi esprimerti liberamente? Mi basta la versione “ufficiale”, mica ti chiedo di abiurare. Di solito le domande aiutano ad approfondire ed a creare un legame con l’interlocutore o no? Se no ognuno continua per i cazzi suoi e addio lavoratori unitevi…

Comunque vada per la seconda, tempo al tempo. Quando hai tempo... mi trovi qua.. Intanto ci mettiamo un bel "continua", eh?


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Anonymous
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I soliti guastatori non perdono mai l'occasione di andare fuori tema. E' si il capitalismo ogni giorno crea sempre più avariati. Se non ci fossero quei pochi buoni, si dovrebbe fare le valigie e andare tutti all'inferno.

Torniamo al tema.

"La produzione capitalistica sviluppa quindi la tecnica e la combinazione del processo di produzione sociale solo minando al contempo le fonti da cui sgorga ogni ricchezza: la terra e l'operaio, dice Marx nel Capitale.
Questa è la natura del capitalismo, nessuna illusione riformista può modificarla, solo il comunismo rivoluzionario la combatte.

Barry Commoner scrive: Il cerchio da chiudere, un libro pubblicato in Italia da Garzanti nel 1972; un testo che è divenuto un punto di riferimento obbligato per comprendere la nuova moda ecologica e gli allarmismi al seguito. La sua tesi è che l'inquinamento dipende dallo sviluppo economico o meglio dal modo in cui tale sviluppo si è prodotto in quest'ultimo dopoguerra. La tecnologia avrebbe fatto l'errore di aver impostato i problemi dello sviluppo in modo settoriale; ogni branca della produzione ha guardato e risolto i compiti legati ai propri interessi, senza aver presente che la natura è un insieme complesso e interdipendente. Ad esempio il forte sviluppo dell'industria chimica non avrebbe tenuto conto dei guasti dovuti alla crescita della produzione di manufatti non degradabili.

L'idea di usare competenze e ricchezze per raggiungere il massimo beneficio per gli esseri umani, filosofia che per il Commoner sta alla base dello sviluppo del capitalismo americano, si è rivelato un colossale errore. Dice l'autore statunitense: "La crisi ambientale è un esempio macroscopico di questo fallimento ... Il sistema attuale di conduzione è autodistruttivo; l'andamento attuale della società umana sembra avere come fine il suicidio".

La soluzione che viene prospettata è la "riforma della produzione" con l'obiettivo di una migliore qualità della vita. Ciò si ottiene riducendo l'attuale livello dei beni di consumo, eliminando i prodotti inquinanti, "ecologicamente costosi", ewd utilizzando di più beni derivati dai prodotti naturali.

La casa editrice Feltrinelli ha pubblicato nel 1975 alcuni saggi di scrittori inglesi curati da Ken Coates sul tema "Il socialismo e l'ambiente".
La tesi è che ormai la causa del crollo del capitalismo sta nella limitatezza delle risorse e nel disastro ecologico e ciò può essere impedito solo controllando lo sviluppo. Per questo sarebbe necessario recuperare il ritardo di analisi dimostrato dal "socialismo tradizionale" sul problema ecologico. Nel testo citato si legge: "Si può ben comprendere che Marx si preoccupasse meno dei rapporti tra uomo e natura che di quelli tra gli uomini".
Questa tesi dimostra come questi cosiddetti "riformisti verdi" nella migliore delle ipotesi non hanno capito quando hanno letto di Marx.

In Italia un saggio su questo tema è stato scritto da Laura Conti col titolo: Che cos'è l'ecologia. Qui la soluzione trovata sarebbe quella di investire nei settori meno "aggressivi per l'ambiente" Questa esponente del fu PCI lombardo collega le teorie ecologiche anglosassoni alla stantia demagogia italiana sul controllo degli investimenti. Ne esce fuori una miscela generatrice di un modello di sviluppo centrato sull'edilizia, il settore tessile e l'agroalimentare, in modo da avere poco inquinamento e tanti occupati.

La borghesia prosegue secondo le sue leggi ferree e le sue acute contraddizioni, noncurante delle ricette ecologiche ed usando le loro formulazioni come armi ideologiche per utilizzare il proletariato. La fine di questa classe dominante, della barbarie da essa prodotta nei confronti della natura e dell'uomo, che della natura è il prodotto più perfetto, sta nella capacità di lotta rivoluzionaria che la classe sfruttata saprà esprimere nei futuri cicli degli scontri tra le classi.

La società comunista saprà certamente risolvere il problema del ricambio organico dell'uomo con la natura, utilizzando i risultati finora raggiunti e quelli che la scienza raggiungerà quando sarà liberata dalla camicia di forza degli interessi del capitale. Discutere de modo in cui questo avverà sarebbe ricadere nell'idealismo e nell'utopismo prescientifico.

Conviene seguire anche in questo caso il consiglio di Engels espresso nel 1881 sul possibile problema del controllo delle nascite nella società comunista: "Ad ogni modo spetterà ai membri della società comunista decidere se, quando e come fare questo e quali mezzi intendano impiegare a tal fine. Io non mi sento chiamato ad avanzare proposte o dar loro consigli già che essi non saranno certamente meno intelligenti di noi".

PS: a voi guastatori!


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Jor-el
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@Stodler, la risposta la trovi se rispondi a questa domanda: chi può permettersi di finanziare i centri di ricerca? ( che come si sa costano, e va da se che le scoperte sono al servizio di chi le finanzia).

Ogni giorni ci sono grandi scoperte che siano immediatamente sfruttabili o meno, es nel campo automobilistico, nelle medicine ecc

Solo lo stato può permettersi di investire sapendo che gran parte dei soldi non avranno ritorno.

Oggi i laboratori scentifici in mano alle grandi aziende al massimo affinano l'esistente.

Siamo di fronte da quando non c'è più la concorrenza tra USA e URSS ad una grande stasi delle grandi scoperte scientifiche.

Il breve periodo ha un effetto miope sull'indirizzo della scienza, è questo tutt'ora un grande limite.

No, Stodler, è un cliché propagandistico-ideologico che oggi la ricerca sia in mano alla grandi aziende ecc. Magari fosse così!
I soldi arrivano sempre dalla stessa parte. Nei settori considerati strategici (Internet, aerospaziale, intrattenimento) il Governo USA ha sempre profuso miliardi di dollari. La differenza è che un tempo mettevano in piedi agenzie governative, oggi preferiscono aziende paravento, tipo Facebook, Twitter, Google, Yahoo, ecc.
Il mercato, a quei livelli, non esiste.


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