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Piante e sensiocentrismo: verso una nuova prospettiva ecolog


ioparlo
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Piante e sensiocentrismo: verso una nuova prospettiva ecologica.

Una delle critiche che più spesso vengono fatte ai difensori del sensiocentrismo, e più in generale a tutti coloro che difendono la scelta vegetariana e vegana, è quella inerente al rapporto che intercorre tra le piante e il dolore: “possono i vegetali avere delle percezioni sensoriali?”; “e se le piante soffrissero?”.

Esiste un fatto a sostegno di questi interrogativi: negli anni ‘60 Cleve Backster, uno scienziato della CIA esperto nell’uso del poligrafo, cioè della “macchina della verità” (Lie detector), decise di applicare l’arnese su una pianta, una dracena.

“Il Lie detector registra i cambiamenti della conduttività elettrica della pelle: un basso livello di conduttività elettrica indica uno stato di calma, un’attività più intensa indica stress, segnale che il sistema nervoso simpatico è in allerta e aumenta l’attività delle ghiandole del sudore.” 1
Inizialmente Backster pensò di monitorare l’attività della pianta mentre procedeva ad innaffiarla, ma non successe nulla.

Ad un certo punto decise di bruciare una foglia della dracena ed il pennino del segnalatore schizzò verso l’alto, indicando uno stato di agitazione del vegetale. Era come se la pianta avesse percepito l’intenzione di Backster, il quale riprovò fingendo di voler bruciare una foglia e il pennino rimase indirizzato verso il basso.

A conferma di questo fatto lo scienziato americano preparò un’altra esperienza: pose una pentola che bolliva automaticamente dei gamberetti a frequenza intermittente davanti alla dracena. Anche in questo caso il pennino del poligrafo schizzò verso l’alto.

La teoria sensiocentrica non tiene conto di questo fatto perché considera aventi di diritti tutti quegli esseri in possesso di un sistema nervoso centrale, cioè quelle creature che possono provare piacere e dolore nel senso cui noi attribuiamo a questi termini. Vengono quindi esclusi dall’umana compassione molti animali invertebrati, come ad esempio le cozze e le vongole, e i vegetali.

Non sono neanche presi in considerazione quei “non viventi” indispensabili per il mantenimento e la proliferazione della vita: i fiumi, i monti, gli oceani, e gli ecosistemi in generale.

Anche la teoria etica dell’utilitarismo delle preferenze di Singer, dato che è strettamente collegata al sensiocentrismo, non prende in considerazione tutta quella gamma di viventi che non possiedono il sistema nervoso centrale.

Se l’esperimento di Backster è un fatto, per coloro ai quali sta a cuore la questione animalista e ambientalista la teoria sensiocentrica di Singer non può che risultare stretta.

Urge quindi una visione ecologica più profonda, che tenga conto di una radicale critica sociale e che abbracci vedute ecologiche più ampie, prendendo in considerazione anche il mondo vegetale e quei “non viventi” che permettono la vita. Questa nuova visione non rinnega la scelta vegetariana, anzi la incoraggia; e propone un più ampio sistema di valori all’insegna della parola chiave di “Rispetto”, accogliendo anche nuove concezioni spirituali che ridimensionino il posto dell’uomo nel mondo, dandogli tutto un altro significato. Questa visione non può avvalersi di una teoria etica come l’utilitarismo delle preferenze, ancora troppo attaccato al metodo scientifico e troppo vicino a un freddo sistema calcolatore, ma deve partire da ciò che nell’uomo è presente in modo irrazionale ed emotivo, e che fin ad’ora è stato tenuto nascosto, soprattutto nella civiltà occidentale.


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OlausWormius
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Un giorno prima o poi per fare contenti tutti i vegetariani e ambientalisti ci toccherà mangiare carne artificiale (esiste già volendo) e verdura artificiale o peggio ancora le tavolette di Soylent Green come nell'omonimo film (in Italia conosciuto con il titolo 2022 I Sopravvissuti).
Tutto questo mentre naturalmente le elites continueranno a mangiare succulenti primizie e carni pregiate.
E se un giorno qualche scienziato scoprisse che anche i sassi provano dolore che si fa? Non camminiamo più per i sensi di colpa?


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ioparlo
Eminent Member
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Un giorno prima o poi per fare contenti tutti i vegetariani e ambientalisti ci toccherà mangiare carne artificiale (esiste già volendo) e verdura artificiale o peggio ancora le tavolette di Soylent Green come nell'omonimo film (in Italia conosciuto con il titolo 2022 I Sopravvissuti).
Tutto questo mentre naturalmente le elites continueranno a mangiare succulenti primizie e carni pregiate.
E se un giorno qualche scienziato scoprisse che anche i sassi provano dolore che si fa? Non camminiamo più per i sensi di colpa?

Totalmente fuori luogo questo commento.
Gli scienziati possono scoprire quello che vogliono, ma certe verità sono sotto gli occhi di tutti. Se anche le pietre dovessero soffrire, non cambierebbe di una virgola la necessità, qui ed ora, di una nuova prospettiva ecologica, la quale non può che essere radicalmente in antitesi con il modello capitalista e quindi con l'ideologia dei dominatori che lei sta qui spacciando.


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brumbrum
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Già che ci siamo allarghiamo la visuale .

Anche i peli del culo soffrono ?


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Anonymous
Illustrious Member
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Totalmente fuori luogo questo commento.
Gli scienziati possono scoprire quello che vogliono, ma certe verità sono sotto gli occhi di tutti.

Ah mbeh.... abbiamo capito


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OlausWormius
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 487
 

Urge quindi una visione ecologica più profonda, che tenga conto di una radicale critica sociale e che abbracci vedute ecologiche più ampie, prendendo in considerazione anche il mondo vegetale e quei “non viventi” che permettono la vita. Questa nuova visione non rinnega la scelta vegetariana, anzi la incoraggia; e propone un più ampio sistema di valori all’insegna della parola chiave di “Rispetto”, accogliendo anche nuove concezioni spirituali che ridimensionino il posto dell’uomo nel mondo, dandogli tutto un altro significato.

Le elites ci stanno pensando da tempo a tutto ciò attraverso le loro agende ambientaliste estremiste come l'Agenda 21 dell'ONU.
E attraverso i loro ingegneri sociali queste ideologie antiumane si espandono sempre di più tra la gente comune.
Per le elites (e non mi riferisco solo ai brutti e sporchi capitalisti che sono ad uno o più gradini inferiori) in effetti l'uomo deve ridimensionarsi, deve decrescere anche numericamente, deve ridursi a vivere schiavo delle tecnologie in città alveare.
E la natura deve essere appannaggio di pochi eletti e per il resto rimanere incontaminata.
Se poi a causa di tutto ciò l'uomo e il suo spirito a cui si fa impropriamente riferimento dovesse soffrire, chi ci pensa.
Che poi per l'appunto a quale spiritualità si fa riferimento? Chi è il Dio di queste elites?
Che sia Lucy? Si è lei. 😆


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