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Previsioni per il prossimo inverno


GioCo
Noble Member
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Eccoci qua, per l'ennesimo tentativo di dare uno sguardo al futuro, anche quest'anno come gli anni scorsi sulla soglia dell'autunno nonché fine dell'estante.

A mio avviso tutto il gran carrozzone mediatico che fin'ora si è sgolato le fauci per farci intendere quanto fosse terribile questa guerra al virus e quanto era necessaria la nostra collaborazione di cittadini al fine di seguire le direttive del mafiostan che ci voleva "tanto bbene", dato che ha il culo come la faccia e di fatto volta le frittate manco fosse un eterna festa di paese, passerà ad altro.

Quest'inverno ci sarà come tema centrale (secondo me) il carovita. Tutto converge verso una tempesta perfetta, dalle condizioni lavorative a quelle dei costi medi della vita.

Lo hanno fatto apposta? Si e ce lo hanno pure detto. Per convicerci a passare a una dipendenza tecnocratica dove "non avremo nulla ma saremo felici" ed è evidente che ci vogliono una serie di "spinte" socio-economiche che ci indirizzino a credere che quella sia una soluzione possibile: per vivere, come in tempo di sieri magici, in tanti si piegheranno. Però meno, sempre meno ad ogni giro. Per ciò la recrudescenza delle azioni salirà insieme la temperatura generale della frizione socio-politica.

Siccome fin'ora non c'era il problema, era necessario crearne uno ad hoc, comprimendo il mondo dei lavoro e dei diritti e contemporaneamente facendo salire il costo della vita artificiosamente. Funzionerà?

No. Come non ha funzionato la pendemia... O meglio, ha dato dei risultati ma generando al contempo tutta una serie di conseguenze indesiderate che renderanno sempre più incerto e precario il risutlato di tutte le altre azioni già pianificate per ottenere la tecnocrazia digitale prossima ventura.

Individuo due piani di questioni che secondo me per chiarezza è bene tenere distinti: la dimensione globale e quella locale. Non sono identiche e non possono essere esaminate come sovrapposte anche se evidentemente l'una influenza l'altra. Nella dimensione globale gli attori principali che si sono avvicendanti dal crollo del muro di Berlino avevano in mente che la politica, per quanto differente in ogni paese e adattata alla realtà locale, avrebbe alla fine aderito al progetto di un governo globale.

Ma a fare questi piani sono state mentalità estremamente oscure che hanno coinvolto altre mentalità altrettanto oscure, semplicemente per esigenze di similitudine: non sarebbe stato possibile altrimenti immaginare un tale piano. Il vantaggio di esistere come eletti in un Mondo digitale e come parte di una corte dove le masse erano relegate al rango di bestia, nonché la sua effettiva pratica applicabilità grazie alle nuove tecnologie, sembrava essere sufficiente a garantire l'aderenza incondizionata. Ma la mente criminale non funziona così: collabora finché il colpo è in corso ed è obbligatorio perché vada a segno, già però immaginando di "fare di testa propria" sulla spartizione del bottino non appena se ne presenta l'occasione. Da quando esiste la coscienza sporca, quindi presumibilmente da sempre, è così.

In altre parole, se pensiamo a Davos, perché dovrebbero essere loro a costituire la corte futura dell'unico potere globale che decide per tutti gli altri? Non si sta parlando di coordinare cretini, ma furbetti della stessa risma e con idee molto simili.

Negli anni '90 la risposta era facile: per timore. L'America faceva paura, aveva vinto tutte le sue battaglie ideologiche e le élite di tutti i paesi di fatto guardavano a questa cricca anglofona come un picciotto di quartiere potrebbe guardare al boss dei boss: erano un mito! Di fatto rappresentavano un punto imprescindibile di riferimento per chiunque si affacciasse alla politica internazionale e quindi erano "la bibbia" del crimine globale. D'altronde, gente che riesce a far passare come "normale" un concentrato di depravazione e amoralità come il mercato, legalizzando ogni porcheria gli sia passata per la testa, rendendolo addirittura il centro regolatore dell'economia globale e senza che nessuno batta ciglio, nemmeno accademicamente, per forza diventa poi un Dio indiscusso del crimine globalizzato.

Quel che sta gente ha combinato denota una intelligenza amorale epica che certamente ha fatto storia. Ma è arrivata al capolinea perché come ogni intelligenza del genere è priva di intuzione e creatività. Per cui quando esaurisce le cartucce del prevedibile che l'hanno generata inizia a vacillare. Non è in grado di rinnovarsi.

Quel che è successo in pratica è che una serie di attori internazionali ha iniziato lentamente ma inesorabilmente a non temere più questa cricca, osservando come non è più al centro della storia e quindi un numero crescente di "plutocrati di periferia" (pensiamo a Erdogan per esempio) si sono uniti tra loro con l'intento di strappare a proprio vantaggio fette di potere locale sulla costruzione del futuro tecnocratico: così la visione unipolare è entrata in crisi, a favore di una multipolare dove ogni centro direttivo (minore) mantiene una forte autonomia nel governo del suo territorio.

In altre parole, bande internazionali di plutocrati si contendono fette di potere criminale a suon di embarghi, accordi, atti criminali di vario genere e guerre locali. Il fatto che per ora il peggio ce lo abbiamo in casa non ci dice nulla sulle evoluzioni future. Facciamo un esempio: la tratta degli schiavi. Come tante altre forme di lucro criminale è un florido affare per chi intende il prossimo alla stregua di un oggetto, una semplice mercanzia. Oltre alle parole di proforma si intende. Lucro imprescindibile per ogni mercato "sano". Ma ben diverso è gestire questo "bene" in autonomia piuttosto che dipendere da un "governo centrale". Le capacità di manovra sono straordinariamente migliori. Tant'è che in passato i vari dittatorucoli locali, messi in piedi dai soliti noti, tipo CIA e tipo Saddam, poi quando manifestavano volontà di maggiore autonomia, perché non avevano nessuna voglia di fare da eterno bersaglio per le invettive della massa che governavano ad unico vantaggio dei loro padroni all'estero, venivano fatti secchi.

Oggi questa politica opportunista non funziona più come un tempo ed è questa la novità che sta sconvolgendo gli equilibri del WEF. Dall'Afganistan al Pakistan, dalla Russia alla Cina, dai paesi del golfo alla Turchia, dal Brasile al Sud Africa, sono ormai tante le plutocrazie locali che assaporano la possibilità di concepire una autonomia politica insperata e ben maggiore di quella che "gli amici atlantisti" e i loro piani promettono, anche considerando che non fanno più paura come prima.

C'era un altro fattore frenante: la conoscenza tecnologica. Ma per pura avidità e grazie al dark web (vero veicolo di scambio globale, noché spina dorsale del nuovo crimine internazionale digitale) di fatto tale conoscenza ormai circola, non è più esclusivo appannaggio di un solo attore internazionale. Oggi persino un personaggio improbabile come il leader della Corea del Nord può ottenere l'atomica con cui minacciare i suoi vicini, con la stessa facilità con cui noi possiamo comperare una moglie o un figlio nei paesi dell'est europeo.

Il futuro a questo livello quindi sarà dominato dai grandi muri (già in corso di veloce implementazione un po' ovunque) e dal gelo, dalle ideologie bislacche ma seducenti di questo o di quello e dall'assenza di coerenza data dall'esasperazione perché prevarrà lo sfacelo e il disaccordo, dagli scambi preferenziali tra gli amici degli amici e dai miti. In particolare dal mito di una terra promessa dove fuggire, quella dove non vieni sfruttato o vieni sfruttato almeno in modo un poco più umano. A seconda. Insomma si litigherà per trovare il boss che ci protegge meglio e forse qualcuno lo troverà.

Ne vedremo ancora delle belle e in particolare tutte le fandonie che ci hanno offuscato il cervello circa la nostra effettiva autonomia critica e di pensiero, l'esercizio di una politica popolare e del diritto. Verrà fuori in via sempre più evidente come sono sempre stati paraventi concessi dall'alto e dai soliti noti per nascondere ciò che non poteva essere reso da loro pubblico: il cuore del potere è strutturalmente criminale e le dimensioni di tali crimini rimangono globali. La nuova realtà tecnocratica avrebbe dovuto servire da rinnovato paravento per coprire in modo diverso gli stessi crimini di sempre.

Notizia flash: non sta funzionando. Però non si può tornare indietro e non c'è un piano B per un cambiamento di questa portata, motivo per cui si procede a vista e si cerca di portare a casa il risultato migliore. Che sarà comunque un disastro.

Sul piano locale le cose si declinano a seconda della regione considerata e da zona a zona cambia radicalmente tutto. Dalle prospettive del potere fino alla capacità di resilienza della popolazione, dalle possibilità di azione politica degli attori in @GioCo a quella di autonomia economica di ogni singola realtà considerata, dalle interdipendenze date dalle catene degli amici degli amici fino ai voltafaccia anche dell'ultimo minuto che renderà sospetto e tradimento il centro del contendere prossimo venturo.

Le attuali poltiche italiane sono l'evidenza plastica di quello che sto dicendo. Una cloaca senza fondo e in apparente perpetuo ribollire. Non terminerà con le elezioni, ma proprio al loro termine avrà inizio il secondo e più lungo round. Il problema principale a livello mediatico sarà ovunque trovare il capro espiatorio "per tutto", sia per ciò che è stato sia per quello che ancora dovrà essere. Come ho già avuto modo di dire in altri post, non ce ne sono così tanti di fessi in giro, è un materiale raro che si consuma in fretta, soprattutto se si considera la portata della fesseria in corso d'opera.

Infatti ci sarà il problema di far digerire che mentre di qua dalla frontiera della nuova guerra fredda ormai anche troppo bollente, si sta effettivamente molto ma molto peggio, di là fanno pernacchie e non ci si può nascondere dietro un dito per questa evidenza, ogni azione che viene compiuta pare essere eminentemente suicida.

Perché questo era il piano originale, ma non prevedeva che il nostro suicidio andasse a ingrassare una controparte ormai emergente di dissidenti interessati ad acquisire potere a scapito atlantista, doveva essere un collasso generalizzato in cui solo certe élite ci guadagnavano sopra tutte le altre.

Quindi vedremo quest'anno i sorci verdi peggio che gli anni scorsi, ma allo stesso tempo vedremo anche più chiaramente le crepe di questo sistema e ciò che si può intravedere attraverso di esse. In specie noi qui in Italia che rimaniamo con una mentalità fortemente provinciale ma in una terra che di fatto è il centro spirituale del contendere tra il vecchio e il nuovo potere emergente.


Arian Van Heisen hanno apprezzato
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