Renzi in Cile ricor...
 
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Renzi in Cile ricordando Allende si commuove...

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Georgejefferson
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Va bene l'aforisma, ma un' aforisma senza approfondimento puo stimolare un mio giudizio positivo (per esempio) perche lo interpreto associandolo al mio pensiero, ma magari l'altro lo associa al suo giudizio negativo.

E magari il giudizio positivo mio puo essere condiviso dall'altro perche capisce cosa intendo e lo stesso io posso condividere il suo (negativo) per lo stesso motivo.

Ma se non so bene cosa intende l'altro magari lo fraintendo pensando che nell'aforisma:

"Le cose in comune sono una ricchezza" (per stare nell'esempio)

lui intende quello detto sopra (cioe che e' legittimo l'opportunismo egoista).

O al contrario. Insomma il dialogo (la comunicazione rispettosa) va puo andare a farsi fottere.

E' come dire "grande Shopenhauer, mitico Nietzsche, forza Hegel, eterno Marx" ecc.. Va bene il giudizio sintetico nel complesso ma bisognerebbe discernere caso per caso, frase per frase.

Per dire dal mio punto di vista:

La diversita e' una ricchezza e
La similitudine e' una ricchezza

Hanno la stessa validita, se si intende quello che intendo io.
Al contrario ne hanno entrambe nulla se si intende altro (come l'esempio sopra sull'opportunismo).
Che ne dici?

Adesso devo scappare ciao.


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Capablanca
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Mincuo, il problema vero é che viene fatta, soprattutto negli ultimi anni, ed a mio avviso volutamente, una gran confusione da parte dei media sui termini "terrorismo", "guerriglia" e anche "guerra". Così ad esempio i bombardamenti USA sull'Iraq, per fare solo un esempio, venivano definite operazioni di guerra, e non di terrorismo come invece, sempre a mio avviso, dovevano essere definite.
Così le operazioni di guerriglia compiute dai Tupamaros durante una feroce dittatura, oltretutto coadiuvata da soggetti "esterni" (sempre i soliti...) secondo me non é corretto definirle atti di terrorismo, laddove peraltro questi ultimi prendono di mira direttamente i civili, anche se il vero obiettivo é naturalmente un altro.
So che a volte le linee di confine possono essere sottili, ma credo sia corretto fare dei distinguo, anche perché il termine terrorismo ha sempre una connotazione negativa.
Io mi permetto di segnalare, ad esempio, quest'interessante articolo di qualche anno fa scritto da Antonio Cassese, ex magistrato e giurista, il quale indica, pur nelle obiettive difficoltà che possono sorgere, degli elementi di distinzione che sono stati individuati negli ultimi anni dalle istituzioni internazionali:

La "feroce dittatura" o "la buona democrazia" sono dei giudizi.
Non c'entrano col diritto. Sono due cose diverse. Gli occupanti Alleati "buoni" dell'Italia o gli occupanti Tedeschi "cattivi" della Francia sono un giudizio morale, storico, quel che ti pare....

-La Forleo può aver "moralmente" tutte le ragioni ma i combattenti hanno un'insegna, una divisa, un esercito, un comando ecc...Quindi lei si inventa una definizione di combattente che non è quella data al combattente dal diritto internazionale, che si basa sulle Convenzioni dell'Aia. E poi sui protocolli aggiuntivi di Ginevra. Per quel che ne so io.

-I Bombardamenti dell'Iraq sono legali, fatti da uOn esercito che ha dichiarato guerra. La confusione mi sembra che la fai tu.
Cioè "per te" il terrorismo si misura in quanto è deprecabile e orrendo un atto. O anche se la "causa" è moralmente o no giusta. Ma non è così.
La stessa guerra in Iraq è una vergogna, come quella in Libia, e i metodi sono stati orribili.
L' unico punto, e l'unica innovazione, riguarda l'applicazione dei protocolli aggiuntivi di Ginevra.
In particolare la IV Convenzione di Ginevra e il primo Protocollo Aggiuntivo che si occupano della protezione delle vittime civili durante i conflitti armati internazionali e hanno introdotto dei principi tra cui:
- l’obbligo di garantire alla popolazione civile la massima protezione contro i rischi derivanti dalle operazioni belliche;
- l’obbligo di distinzione tra obiettivi militari e civili, con conseguente vincolo di attacchi limitati ai primi;
- l’obbligo di rispettare il principio di «proporzionalità» che vieta gli attacchi indiscriminati, cioè interventi che provochino perdite di popolazione e beni civili che risultino eccessive rispetto al vantaggio militare concreto e previsto.

Evidentemente le atrocità USA non sono state abbastanza. O erano "attacchi limitati agli obiettivi militari" o c'era "proporzionalità" e non erano abbastanza "indiscriminati". Visto che non li hanno chiamati alla sbarra in un Tribunale.
Io parlo di diritto internazionale, non di quello che penso io.

Ma peggio ancora gli Alleati fecero bombardamenti sui civili in Germania, Giappone e Italia, e poi in Corea, Vietnam, Cambogia.... a scopo esclusivamente terroristico (dichiarato anche esplicitamente).
Eppure non sono stati mai processati, (anzi nemmeno molto criticati). Eppure la Convenzione dell'Aia prevedeva già che la guerra anche di un esercito regolare (altrimenti è già terrorismo) avesse come obiettivo "principale" l'esercito nemico e non la popolazione.
Ma cos'è "principale".....quando non lo è distruggere 109 città in Germania solo a scopo terroristico o bombardare ripetutamente i civili a Tokio e in altre 50 città, e sempre con bombe al napalm, incendiarie, e non di profondità?

Vae victis mi pare l'unica reale legge tuttora in vigore.

Mincuo, intanto mi rendo conto che avrei dovuto dire semplicemente "dittatura", evitando di aggiungere "feroce", che chiaramente sottintende un giudizio.
Peraltro questo non sottintendeva affatto nessun giudizio positivo sulla "buona democrazia", per mia fortuna sono molto distante da questo modo di ragionare, credimi.
Sul termine "terrorismo" ho detto che assume, agli occhi delle persone, una connotazione negativa, certamente anche per colpa dei media ufficiali che, da grancasse dei vari governi quali sono, svolgono anche su questo un indubbia attività di disinformazione, favorita qui anche dalla mancanza di una definizione assolutamente chiara ed univoca del termine.
In pratica per i media occidentali, qualsiasi iracheno attaccasse le truppe militari americane o alleate era un terrorista: in questo modo loro erano terroristi mentre ad esempio i nostri partigiani non lo erano, e su questo sapessi quante discussioni ho avuto con un sacco di gente!
É proprio questa solita solfa dei "nemici cattivi" e di "noi buoni" che mi manda in bestia, per cui condivido assolutamente le tue considerazioni.
Volevo poi dire che non mi risulta, ma ovviamente potrei sbagliarmi, alcuna dichiarazione ufficiale di guerra da parte degli USA all'Iraq, né all'Afghanistan, anche perché nella "nuova dottrina" il nemico principale non era più uno stato, ma un'organizzazione terroristica (Al Qaeda), e si parlava addirittura di "guerra preventiva".
Con riferimento ai Tupamaros, mi premeva sottolineare che non mi risulta abbiano compiuto atti di violenza indiscriminati, ossia verso civili, a differenza di altre organizzazioni come ad esempio Sendero Luminoso.
Se poi riusciamo tutti quanti ad intenderci su una definizione precisa di "terrorismo" e di "guerriglia", allora ovviamente molto meglio. A questo proposito grazie, come sempre, per le tue considerazioni e per i riferimenti che hai messo.


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mincuo
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Bisogna distinguere tra i primi Tupamoros e Mujica e quelli più recenti
Mujica poi è unico.
La stessa stampa Internazionale li chiamava la guerriglia di Robin Hood.
http://nationalinterest.org/commentary/jos%C3%A9-mujica-uruguays-robin-hood-guerrillas-9066


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Georgejefferson
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Premetto che ragionare in termini quali buoni / cattivi e' alquanto bambinesco, e concordo perche equivale a classificare la realta in 2 compartimenti stagni senza sfumature. E' una barzelletta infantile e non vale la pena nemmeno parlarne.

Non e' chiaro perche il giudizio non c'entra col diritto.

Il diritto non e' una "cosa" a se indipendente dal giudizio di chi lo reclama, o istituzionalizza con delle leggi.

Quindi il diritto non e' unico universale e accettato da tutti condividendo il giudizio che lo stabilisce. Che poi sarebbe quella cosa (condivisione a maggioranza su dei punti specifici) l'unica che ne legittimerebbe il valore piu alto rispetto ad altri diritti.

Quindi non si capisce perche il diritto non c'entra col giudizio. Se mai, l'opinione di un singolo individuo puo giudicare una legge, diversamente dal giudizio di chi la formulata, se "non centra" in quel senso li si capisce, altrimenti e' fuorviante.

Ogni definizione e' un'invenzione, e le invenzioni delle parole possono cristallizzarsi, oppure mutare. Non e' che la definizione originaria di una parola sia "la piu giusta" in se, se mai, e' la piu riconosciuta giusta da piu o meno persone in quel dato momento storico (e magari personalmente posso valutarla e condividerla) e presumo che nella storia sia avvenuto innumerevoli volte di superare il significato di una parola con altri significati. Giusto o sbagliato al massimo si valuta caso per caso, credere che "il significato originario" sia PIU giusto in quanto "e' il significato originario" non e' un'argomento, se mai svicola dalla riflessione sul contenuto per portare a ragione su di una non meglio precisata nobilta di intenti originaria che andrebbe dimostrata e ragionata nel caso specifico.

Specie in quanto nella realtà, la parola ha anche e sopratutto un significato simbolico, lo vedi espresso bene quando Capablanca parla di:

Il termine terrorismo che ha sempre una connotazione negativa.

Allora caso per caso ognuno esprime liberamente il suo giudizio, altrimenti saremmo automi a comando, ed io non condivido il credo in quel senso. Caso per caso per esempio le stragi sui civili innocenti per conto mio meritano di essere definiti "terrorismo", anche se ufficialmente l'egemonia culturale del clero giornalistico lo fa con doppia morale (sai che scoperta), quindi 2ww, Dresda ecc.. sono state azioni terroristiche, senza dubbio.

E' molto probabile che le convenzioni internazionali, siano sorte in seno a buona fede da parte di alcuni riguardo al tentativo di regolamentazione delle controversie. Ma le stesse sono anche spesso disattese quando regolamentano formalmente un principio di giustizia, disattese da sempre nel "gioco delle parti" del mondo economico, e non solo penso, vedi monopoli, cartelli,concorrenza regolata sulle briciole ecc.. senza mai aver veramente messo in dubbio il principio di competizione estrema tra genti che, dal mio punto di vista, e' un fondamento di base errato nella sua esasperatezza.

Certo anche i tentativi di pianificazione sono spesso stati disastri e nascondenti malcelata volonta di sopraffazione della maggioranza dei popoli verso minoranze parassitarie e privilegiate, senza dubbio.

Ma il discorso "morale" delle "regole del gioco" e i guerriglieri che giocano sporco non sempre sta in piedi. (e qui non mi riferisco a Mincuo, e' una considerazione generale)
Sta in piedi (dal mio punto di vista) riguardo ai crimini commessi verso innocenti ecc.. non riguardo al "moto di ribellione" alla autorita costituita in se,che formalmente sembra spesso ideale e giusto, ma nella applicazione pratica e' in larga parte gioco truccato dall'origine.

Il terrorismo viene misurato in quanto è deprecabile e orrendo un atto per la maggior parte delle persone nel mondo, nonostante le classificazioni storiche dei decisori al potere, ne dichiarano un giudizio diverso a volte, o a doppia morale.

Quando si cita i protocolli aggiuntivi e convenzioni rinnovate nel diritto internazionale, spesso anche si dimostra che nelle applicazioni pratiche di questo dato momento storico e alcuni passati, la realta delle regole viene disattesa, e quindi si dimostra proprio appunto come alcuni se ne fanno un baffo di quelle regole.

Che e' proprio la dimostrazione che "regolamenti internazionali" e "diritto" sono sempre prodotto di giudizio di uomini e vanno presi con le pinze al pari di un qualsiasi altro giudizio.


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mincuo
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Nessuno impedisce a qualcuno di avere un giudizio.
Si tratta solo che i termini hanno diverso significato. In ambito giuridico hanno un significato preciso, non quello che vuole uno o l'altro.
Io posso giudicare uno un deliquente, ma giuridicamente deve avere commesso un qualche delitto, e deve essere stato giudicato e riconosciuto colpevole del medesimo.
Le leggi poi sono create su precedenti giudizi, quello sì, ma proprio per quello, e fintantochè non vengono mutate, devono avere una definizione.
Altrimenti uno dice "per me chi ruba non è un delinquente, solo chi ammazza, e l'altro invece no anche chi ruba, e un altro: dipende da cosa ruba, e un altro ancora dipende da come ruba, e l'altro da quanto ruba....."
Ognuno può pensarla come gli pare, ma giuridicamente è tenuto a una versione, non la sua personale.
Altrimenti uno dice: io rubo perchè per me rubare non è un reato.
Che è un'opinione come un'altra.
Ma la civiltà si fonda proprio sulle leggi, che peraltro non sono immutabili, e variano infatti nel tempo.


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Georgejefferson
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Ma io concordo se intendi che ai termini e' dato diverso significato, ma e' stato dato e' diverso da "hanno" tout court, altrimenti e' fuorviante e inducente a pensare che esista un ente al di sopra delle decisioni umane e loro giudizio, io posso capire intuendo quello che intendi magari, ma se sei piu preciso si fa meno confusione. In ambito giuridico e' stato dato un significato preciso riguardo ai termini, esattamente quello che ha voluto uno, o l'altro, o in condivisione con la maggioranza di una comunità. Uomini, sempre decisioni umane. Se lo ritieni sottointeso io non concordo col metodo, perchè e' la prassi di linguaggio consuetudinaria ad imprimere autorità tout court fuorviando dal ragionamento critico.

Possiamo ragionare sul caso specifico, ed ognuno esprime il suo parere, concordi o meno. Quello sicuramente e magari concordiamo in alcune cose, ma il mio discorso e' un'altro.

Riguardo al malfattore che giuridicamente deve avere commesso un qualche delitto, formalmente e idealmente approvo, nelle applicazioni pratiche della realtà e' un gioco spesso truccato, ed anche se non e' giusto fare di ogni erba un fascio, e in linea di massima la legalita in quel senso e' approvabile per buon senso ed etica personale, spesso sono specchietti per le allodole che puniscono i piccoli, e chiudono 5 occhi al grosso, dimostrando quanto la retorica della legalità sia un'arma a doppio taglio non coerente col principio di giustizia (non mi riferisco a te, non e' un'accusa).

Quindi si tratta di giudicare caso per caso eventualmente.

Un legge come tante che viene eseguita alla lettera verso i piccoli, e disattesa verso i grossi, legittima la volonta a cambiarla, ma spesso e' impossibile perche chi la dovrebbe applicare, segue gli interessi di chi a vantaggio nella "chiusura dei 5 occhi", per capirci, quindi l'azione per la modifica e miglioramento delle leggi e' difficilissimo per le classi meno agiate, e piu facile per le altre,per via del potere di pressione lobbistica ecc..

Sul fatto che devono avere una definizione sono d'accordo, certo non e' un buon metodo, dal mio punto di vista, attenersi alle definizioni ufficiali senza specificare che sono leggi create su precedenti giudizi, quindi azioni umane, non che il diritto non c'entra col giudizio in se.

Giuridicamente il giudice, dovrebbe essere tenuto a valutare bene caso per caso, non mi sembra di dire chissa quale eresia, non sto per nulla difendento la qualunque.

Io rubo perchè per me rubare non è un reato non e' un argomento, e' una assolutizzazione un po infantile come gli slogan, o aforismi, possono voler dire tutto o nulla, condivido, ma non e' quello che intendevo e penso di averlo esplicitato abbastanza.

Per la civiltà condivido l'assunto di fondo, ma andrebbe specificato quale civiltà, quale oppressione dei pochi sui tanti ecc...

La civiltà si fonda sulle leggi e' un'altro slogan, scusa, con tutto il rispetto (e magari condivido anche certe cose sui fondamentali), ma non e' un argomento in sè, se non si approfondsce la questione.

Spesso quella frase (la civilta si fonda sulle leggi) e' usata strumentalmente (non dico sia il tuo caso) per dare parvenza di giustizia spesso disattesa nella realta, e serve come retorica di controllo, dispositivi linguistico per ingannare l'opinione pubblica (non sempre e', dico solo che e' bene stare attenti e scettici).


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