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Rivoluzione in Italia?

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Georgejefferson
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Non ho dubbi sulle tue posizioni Radisol.Hai espresso la tua interpretazione del "terrore",ottimo.Dopo ognuno trarra da se le sue "ovvieta che estimatore di babuskin intendeva",alla luce della apologia del tanto peggio tanto meglio da lui espresse copia incollando "vangeli",e le tragedie sono ancora troppo poche.


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Sbagliato,mi piace il socialismo liberale e democratico.Ma sei libero di ritenere che io sia altro.Non e' un problema.La domanda era chiaramente provocatoria,ma e' una ovvieta.Si puo legittimamente contestare una provocazione ritenuta inaproppriata,ci mancherebbe.E' infatti anche logico che non risponda l' "estimatore di Babuskin".

Perché avrei sbagliato nel definirti un "anticomunista convinto (e orgoglioso)"? Non è forse anticomunista il "socialismo liberale e democratico"? Anche a giudicare da certi tuoi toni e termini accalorati e iperbolici, direi proprio di si.
A proposito, il "socialismo" che si imbelletta di svariati attributi ("liberale", "democratico", "comunitario", "di mercato" ... e qualche volta ha indossato anche le vesti "nazionalistiche" chiamandosi "nazional-socialismo") prevede la distruzione del capitalismo e la sostituzione della proprietà privata dei mezzi di produzione (e dello stato) con la proprietà comune di tutti i lavoratori? (e non parlo solo dei proletari in senso stretto). In altri termini condivide l'idea che nel sistema capitalistico ci sono delle classi contrapposte in lotta e che una di esse (quella "proletaria" ... uso questo termine per capirsi) o distrugge quella dominante oppure è destinata a essere distrutta ... almeno come classe oggettivamente rivoluzionaria? Prevede la costituzione di organismi popolari di potere e di controllo? condivide l'idea che la ristretta cerchia di capitalisti e dei suoi complici (politici, intellettuali, propagandisti vari) debba sottostare alla dittatura del popolo? Considera opportuna la lotta di classe anche dopo l'eventuale presa del potere da parte proletaria e dei suoi alleati (ceti medi o piccolo borghesi) ? In caso affermativo divento anch'io "socialista liberale e democratico".
Ti assicuro che le mie domande sono sincere, anche se temo di conoscere le risposte e, quindi, credo che difficilmente mi iscriverò mai a qualsiasi "partito socialista liberale".


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Georgejefferson
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Non sono iscritto a partiti gm.Dipende da come uno interpreta le cose.Per te certi valori e principi socialisti,democratici e liberali sono "anticomunisti" magari,per un anarco capitalista apologeta della scuola austriaca di economia sono Ultra comunisti,per un rivoluzionario fanatizzato dalla rivoluzione permanente sono "piccolo borghesi".Per un moderato ultra conformista sono sovietici,ecc ecc.

Vedi come e' relativo?

Non ho voglia di aprire un dibattito,se pur rispettoso.Al piu posso copia incollarti una sintesi da me abbozzata tempo fa,che so che non approverai,ma che ti puo dare un'idea.Comunque ognuno rimane nelle proprie opinioni,liberamente


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Non sono iscritto a partiti gm.Dipende da come uno interpreta le cose.Per te certi valori e principi socialisti,democratici e liberali sono "anticomunisti" magari,per un anarco capitalista apologeta della scuola austriaca di economia sono Ultra comunisti,per un rivoluzionario fanatizzato dalla rivoluzione permanente sono "piccolo borghesi".Per un moderato ultra conformista sono sovietici,ecc ecc.

Vedi come e' relativo?

Non ho voglia di aprire un dibattito,se pur rispettoso.Al piu posso copia incollarti una sintesi da me abbozzata tempo fa,che so che non approverai,ma che ti puo dare un'idea.Comunque ognuno rimane nelle proprie opinioni,liberamente

Neanch'io sono iscritto a qualche partito, neppure "comunista".
Non considero da piccolo borghesi i principi di democrazia o liberali (ma bisognerebbe intendersi su cosa significhi "liberale") ma, proprio perché è tutto relativo, penso però che questi principi vadano applicati a favore di chi li merita ...per così dire.
Non credo che siano applicabili alla classe capitalistica nè ai suoi complici e sicofanti. A tutti gli altri Si. E' il concetto di "dittatura del proletariato" la quale è stata strumentamente intesa come pura e semplice "dittatura" nei riguardi di tutti...peraltro non esiste dittatura al mondo che effettivamente sia applicata nei confronti di tutti in quanto ci sono sempre almeno alcuni ceti o classi, sostenitrici della dittatura stessa, che godono di quei principi negati invece ad altri.
Non credo neppure che debba essere un qualche partito a poter giudicare chi sia buono o cattivo ma che questo spetti a organismi popolari. Certo, se per avventura oggi ci fossero il socialismo e questi organismi di potere popolare, almeno nelle fasi iniziali della rivoluzione socialista non credo che potrebbero accettare che tu o altri possiate definirli dei "sanguinari assassini" ... magari una volta stabilizzatasi la nuova organizzazione sociale si potrebbe (anzi si dovrebbe) riconoscere a chiunque anche il diritto di pensarla come meglio crede.
Ttuttavia ogni rivoluzione e ogni organizzazione sociale ha tutto il diritto di difendere la propria esistenza. Perciò se un george, non solo con le parole, ma anche con fatti, diventasse una minaccia per quella società, allora sarebbe stupido e suicida tollerare certe minacce in nome di astratti "principi democratici".
Come dici anche tu , tutto è relativo e, quindi, il riconoscimento di quei principi democratici può essere giusto modularli anzitutto, come già detto, a seconda dei soggetti sociali , in secondo luogo anche a seconda del particolare momento e contesto storico... cosa che , in nome di una presunta assolutezza dei principi democratici, nè tu nè altri in passato avete mostrato o mostrate di accettare .
Detto questo, mi farebbe piacere leggere quella sintesi del tuo modo di vedere le cose a cui ti sei riferito.


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Georgejefferson
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Lo Stato democratico,socialista e liberale.

Per senso dello Stato democratico,socialista e liberale,idealmente,e quindi di conseguenza da raggiungere concretamente con volontà politica,lo intendo come una istituzione costituita su principi democratici,volta a porre in essere le iniziative e gli indirizzi che concorrono,insieme ai cittadini della comunità,al raggiungimento del vivere in pace,benessere sostenibile e dignitoso,economico,sociale e spirituale dei cittadini stessi.Idealmente inteso,e quindi di conseguenza da raggiungere concretamente,come ricerca di rappresentanza,e possibilità di partecipazione conseguente per tutti.

Date le premesse sopra,lo Stato predatore e dispotico semplicemente non e' uno Stato democratico,socialista e liberale,ma una associazione a delinquere.

Nella prima lezione di Macroeconomia all'universita,si dice che l'economia e' una soft science,o scienza sociale, perche' la piu importante tra le sue variabili e' l'essere umano il cui comportamento spesso non e' razionale o meccanico e non puo' essere predetto con precisione se non a incerte probabilità.

L'economia.
Cosa significa questa parola?tante cose oggi,ma forse si puo voler dare un nome ad una convenzione,quella degli scambi.Dal momento che delle persone cominciano ad instaurare un rapporto di scambio di beni e servizi,bisogna necessariamente cercare un modello di regole,sia che sia il capo villaggio ad deciderle autoritariamente,sia che si applichino in accordo.Allora se vediamo in questo senso il suo significato profondo,al di la delle mille teorizzazioni giuste o sbagliate,a meno che l'uomo non diventi asociale,un modello economico IN SENSO DESCRITTIVO DI RAPPORTO,dovra sempre esistere.
E questo anche se tra 1000 anni una societa piu evoluta abolira il denaro,o la grande proprieta; le regole di scambio esisteranno e sara il modello economico scelto in quell'epoca.Se poi pensiamo,sognamo,speriamo in una societa futura veramente migliore per il bene di tutti,allora va da se che le energie di ognuno,dovrebbero andare indirizzate alla ricerca continua,infinita,di un accrescimento culturale e civile per la pace.
Questo e' il senso piu importante dell'economia politica.

In economia politica,L'utile come guadagno netto,oltre al poter essere composto dal chiaro merito individuale,deriva anche e imprescindibilmente dalla collaborazione degli attori sociali,persone umane, identificabili in senso lato dal termine comunita',o "tutti" se vogliamo.

Senza la comunita';

l'esperienza aquisita,presente e passata,
le strade,gli ospedali,i ponti,
la protezione giuridica,la protezione militare,
la pace sociale,il coordinamento lavorativo degli altri,
l'istruzione collettiva,la cura e mutuo aiuto ai bisognosi e a noi stessi tramite noi stessi divenuti anziani ecc...

l'arricchimento personale privato in misura spropositata diventa illegittimo se non calmierato dalle tasse a redistribuire,per questi motivi di giustizia sociale,alla comunita stessa parte degli utili per un buon funzionamento della societa'in generale, insieme alla tutela dei piu sfortunati cosi che possano vivere dignitosamente.

Questo non significa legittimare una realta' di tutti uguali senza differenze in forma massimizzante e alienatoria.E' giusto riconoscere il merito opportunamente stimolato dal compenso maggiorato,proprio in virtu dello stimolo al miglioramento remunerato adeguatamente,che puo migliorare e accrescere tutta la societa nel suo complesso,e del fatto che il talento individuale non e' estraibile con la coercizione,oltre alla all'etica qui sostenuta che vede nella coercizione coatta un orrendo male della società.

Ma il concetto di tasse e la sua applicazione non e'solo quello del prelevamento di potere d'aquisto accumulato,spesso anche di difficile applicazione.E' anche quello di Proprieta parziale collettiva di attivita strategiche e socializzazione degli investimenti che possano porre freni ai monopoli privati e macini utili netti da redistribuire in progresso umano e sociale,insieme alla manutenzione del territorio,ricerca.Oppure coprire eventuali attivita sensibili utili a tutti,come scuole o ospedali.Quindi l'utile netto,parzialmente come bene comune.E spiego il perche.

Questo a livello ideale,quindi di conseguenza da raggiungere concretamente con volontà politica...lontano da parassitismi,clientelismi,aziende pubbliche in perdita.E torniamo a capo.Il controllo e'un problema da sempre,piu esattamente,chi controlla i controllori.Strumenti ci sarebbero per migliorare tali controlli da parte della societa nel suo complesso,e forse il migliore dal punto di vista empirico(seppur poco attuato)e' la Pressione popolare dell'opinione pubblica,questo per far fronte all'insormontabile difficolta' derivante dalla manipolazione inconscia delle masse da parte delle elite arricchite in consolidamenti storici,e mancato accrescimento culturale indotto volutamente.E'bene,a mia opinione,che l'economia sia mista e parte delle proprieta dei mezzi di produzione,o aziende strategiche siano in mano allo stato inteso come "beni comuni pubblici"..perche meno difficile (che non vuol dire facile) fare pressione popolare e sensibilizzare le masse stesse.Questo in virtu della maggiore sensibilita al "sentimento" di proprieta' pubblica rispetto a quella privata(istintivamente la sua depredazione crea piu disagio come la percezione verso un bene comune usurpato).Poi non si puo prescindere anche (e sottolineo ANCHE) dalla speranza o ricerca di classe dirigente (tutta,pubblica e privata)con la testa sulle spalle con talento ma anche spirito umanista di concezione del mondo.

Storicamente.Concetti ideologici risalenti al passato ce ne sono tanti,come l'estremizzazione teorica di un certo darwinismo sociale,che pur partendo a volte in buona fede da parte di alcuni,volta a descrivere l'utilità di incentivo ai migliori,o sana premiazione dell'impegno e del talento..degenera spesso negli inconsci collettivi come pseudo giustizia naturalistica e fatalista ad estrema legittimizzazione dei piu forti/scaltri/approfittatori e sleali a dominare su tutti gli altri(cosa che succede attualmente...e sempre e' stata,fondamentalmente,a mia opinione)...
oppure teorizzazioni di giudizio sul carattere e istinti criminali delle persone col fondamento causale pseudo scientifico cercato nei tratti fisici o ereditari...

Esistono pero concetti idealistici e non ideologici di stampo passato anche in esempi virtuosi di volontà riassumibile nella frase
"non fare ad altri quello che non vorresti sia fatto a te"..da parte di religiosi,atei,agnostici o altre estradizioni culturali,insomma il presupposto "concetto del passato"non vuol dire nulla in se fuori dal suo contesto storico,se non col presupposto pregiudiziale che associa il passato al negativo,senza distinguere.

L'ideale di costruzione dell'ente pubblico rappresentante degli interessi di tutti e' una idea antica come il mondo,se poi non piace la parola Stato,perche la si abbina a clientelismo,parassitismo,ingiustizia sociale,estremo sentimento nazionalista escludente,struttura al servizio del grande capitale...si puo anche cambiare nome,ma l'idea di fondo,cioe'ente pubblico rappresentante degli interessi di tutti resta,si puo essere anche contrari legittimamente all'utilita di intenti a creare tale istituzione,ed eventuale sfiducia "a prescindere"in esso,ma non deve essere un problema,si va ai "voti",nel senso che se una minoranza vorrebbe imporre la sua visione mondo,deve responsabilmente prima affrontare le ragioni della maggioranza senza per questo escludere la minoranza nella rappresentanza generale.Cosi dovrebbe essere in linea di principio,al di la del fatto che nella situazione attuale ci siamo ben lontani...

Che certi stati odierni e tanti di quelli passati,siano stati tutto,fuorche enti rappresentanti degli interessi di tutti e
' fuori dubbio,ma questo non inficia il ragionamento alla base,Se una macchina e' guidata male,la colpa non e' delle intenzioni di miglioramento della macchina perseguibili concretamente,ma di chi la guida,nome e cognome in sua responsabilità.

Sono esistite innumerevoli teorizzazioni dell'idea di Stato,c'e' chi teorizza anche l'idea del pubblico convivente col privato in circa pari misura al fine di creare presupposti a bilanciare i poteri ed evitare derive troppo monopolistiche sia del pubblico che del privato.Io ho la mia idea di Stato,o ente di servizio pubblico,un'altro ha la sua,innumerevoli altri hanno la loro cosi come tanti hanno quella di eliminare l'idea stessa teorizzando un mondo di privati...che ha mio avviso e' un ideale irrealizzabile(nel contesto umano odierno col nostro basso livello culturale in generale)che porta inevitabilmente a derive oligharchiche cosi come l'eccesso di statalismo.Se io parto da una idea,essa puo anche benissimo non essere mai stata realizzata,quindi non trovo sempre il senso opportuno di far paragoni col passato.

Un FINTO STATO non siamo noi,saremmo noi..insieme al settore privato,se fosse piu equo e giusto,quindi se ci fossero possibilita di controllo ed attuazione di leggi a maggioranza concordate di class action forti a bilanciare lo strapotere delle oligarchie,e li veniamo al scarso livello culturale delle masse(io compreso)che dimostra come sia illusorio pensare di migliorare la societa e individui oggi,domani o dopodomani.Si tratta di un cammino lungo mattone dopo mattone,cosi come lungo lo e' stato fino ad ora,e di passi avanti nel senso di giustizia e libertà ne sono stati fatti pochi,fatto sta che comunque alcuni sono stati fatti,anche se non per tutti nel mondo.Il problema maggiore e' non incentivare e stimolare(anche inconsciamente)negli altri l'accrescimento del nichilismo fine a se stesso e senso di destino distopico.

Allora,gia e' stata una fatica abnorme andare avanti a piccoli passi negli ultimi secoli,se poi si torna indietro sarà molto peggio.Le oligarchie odierne di maggioranza si stanno coalizzando e letteralmente comprando tutti,anche spodestando quella minuscola parvenza di Stato o settore pubblico che rimane.Io riassumo tutto quello da me enunciato con l'ideale DEMOCRATICO,SOCIALISTA e LIBERALE.Ma e' la mia idea di Socialismo Liberale,simile a quella di altri,ma non tutti.Molti politici odierni si definiscono socialisti liberali,ma in realta sono camerieri di altri piu potenti nella grande industria multinazionale,del sistema bancario usuraio e di alcune istituzioni sovranazionali,al pari di tanti delinquenti al potere,vestiti di parole a belle intenzioni,ma distruttori di fatto del progresso umano,sociale e sostenibile.

Ora,la mia opinione un po filosofica,dice che gli estremismi opposti sono UN PROBLEMA..perennemente alimentati per dividerci tutti,divide et impera,dove le ingiustizie dovrebbero unirci di piu invece ci dividono,perche l'antico saggio del giusto sta nel mezzo(che non vuol dire in mezzo a prescindere) e'dimenticato e fatto dimenticare.La forza e tutela del settore privato e'importante,perche meglio puo controllare le ingiustizie dei dirigenti pubblici.Allo stesso modo,la forza e tutela del settore pubblico e'importante,perche meglio puo controllare le ingiustizie del settore privato.Ci fan credere che il giusto compromesso di poteri non esista mentre esso e'un ideale in divenire,non statico o pienamente gia realizzato nel passato.Molte tesi austriache di gente in buona fede sono simili ed in comune a molti,cosi come quelle keynesiane.

la MANCATA comprensione dei fondamentali dell'economia e'il massimo apice della sottomissione delle masse verso alcune Elite.Diffondere maggiore comprensione dovrebbe essere il preludio al ritorno dell'etica in predominio sul mero strumento dell'economia.Ma e'un cammino lungo di cui il problema non sta nel sperare al mondo migliore o ad una presunta rivoluzione resettatrice domani,o nell'arco della nostra vita,ma ostacolare le intenzioni della retrocessione in atto,pianificata per il lungo termine.
Il progresso civile e umano vero e'cosa lunga,ma come vederlo nei pur minimi piccoli passi realizzati se,per profitto/egemonia,si attua retrocessione nella consapevolezza?

Una riflessione personale mi induce a convincermi che l'uomo in se avrebbe tutte le potenziabilita di creare un mondo migliore,non perfetto,ma piu equo e di vita dignitosa,se solo ci fosse piu cooperazione internazionale,ma anche sana concorrenza nel piccolo come spinta al miglioramento ,senso di responsabilità,ma prima di questo dovremmo migliorare noi uomini ponendone le basi,accrescere culturalmente ed eticamente ed allontanare le abitudini genetiche deviate e costruite,volontariamente o no,dal susseguirsi delle abitudini,spesso voluti,negli eventi storici del passato.

Prima di sperare in una cooperazione ottimale e umana negli scambi,va combattuta la propaganda che induce e stimola nell'inconscio collettivo la visone ideologica della legittimazione costruita/modellata sulla legge del piu forte,quella pseudo legge di natura che parte nell'inganno gia dal termine..
La parola"forza" sottointende istintivamente ad una connotazione positiva..niente di piu falso nella realtà perchè mistifica i termini,perche non e'altro che l'imposizione degli ideali dell'istinto predatorio antico ed ancestrale,del piu scaltro/furbo/sleale chiamato furbamente"forza".E'quell'impulso che portiamo tutti dentro in eredita dall'antica e millenaria lotta per la soppravvivenza,un tempo necessaria,ma che spesso tanti uomini col loro sentimento e ragione insieme hanno cercato di ridimensionare per meglio crescere culturalmente insieme.

l'evoluzione spacciata come naturale e progressista(di cui la globalizzazione attuale ne e'un chiaro aspetto)non ha in realtà niente di evolutivo o progressista sotto tanti aspetti allo stato attuale,umanamente parlando(nel senso alto del termine). E'spesso invece un chiaro tentativo di ripristinare gli antichi ordini.L'indietro in senso di ingiustizia spacciato per avanti in senso di progresso umano....con l'inganno.


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Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
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L'utente che si firma "Babuskin" ha cambiato il post Che citava il termine "terrore".
Ora a preso una veste piu moderata.(leggere sopra).
L'originale era diverso.


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Raziel79
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 293
 

...che dire.... buona fortuna
Personalmente sono molto scettico. Ho questa stupida voce nella testa che continua martellarmi: senza una forte idea comune (forse ideologia), senza una proposta chiara di cambiamento che possa "addensare" le masse, non ci potrà essere nessuna alternativa "politica"(nel senso nobile del termine) men che meno una rivoluzione.
Essendo io massa ed in quanto tale stupido, spesso sbaglio, spero sia questo il caso.
Vorrei offrire (in quanto massa) una visione diversa da quelle che spesso si sentono in giro a proposito di rivoluzione (ad esempio " la massa è ignorante e stupida e non capisce quali battaglie le conviene combattere" ecc..) e che sicuramente fotografano una parte della realtà.
Ho la strana sensazione che nella nostra stupidità, si sia formata l'idea (INCONSCIA) che senza "ideologie" ad ogni epoca dei comuni seguirà una signoria, ad ogni rivoluzione democratica seguirà una restaurazione.
E visto che all'orizzonte non si vede nulla del genere...tanto vale che mi compri l'ultimo i-phone. (per la cronaca ho un nokia con la sola funzione sveglia da almeno 4 anni)


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