semplice semplice (...
 
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semplice semplice (2)


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2211
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Prendiamo un esempio antico e nuovo, quello del primate che agita il bastone, in quell'immagine che ci ricorda tanto Kubrick, facciamo una riflessione: gli altri primati, presero quindi in mano i bastoni e iniziarono le guerre?

Per agire contro qualcuno con un bastone, occorrono diverse "interpretazioni", o per dirla con termini più filosofici, più "qualia", gli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti. Ma sopra tutto, ci vuole l'intuizione per capire la differenza tra l'agire con un bastone e senza bastone. Cioè bisogna "vedere" che il bastone fornisce a chi lo brandisce un vantaggio competitivo intriseco, dovuto proprio al bastone e non "a magia". Se quanto detto appare scontato, si rifletta sul fatto che la mente è pre-selettiva, non "vede" ciò che non riconosce, che non possiede come "categora di senso compiuto". Quindi non può "vedere" il bastone come determinante per la qualità "vantaggio competitivo sociale", ci vuole una serie complessa di correlazioni per arrivarci.
A me piace ricordare che "l'oggetto dato", il bastone in questo caso, non è un "oggetto preso", cioè catturato in noi nella sua qualità di arma che brandita diventa protesi che rende un individuo più debole, capace di battere il più forte. Questo principio "capace di battere il più forte" è da prima spendibile nella società interna dei primati e poi all'esterno.

Anche se c'è un problema, i primati non usano protesi per ottenere vantaggi competitivi sociali. Quindi l'uso prima sociale e poi ambientale del vantaggio delle protesi sembra essere una caratteristica esclusiva umana.
Se a qualcuno viene in mente il bastone del Re o il bastone come simbolo di potere, abbiamo capito nel simbolo qual'è il carico intriseco di significato.

Ora cambiamo un attimo immagine e ricominciamo da capo. Proviamo a immaginare un ladro che entra in casa di notte. Un immagine inquietante, ma facciamo un attimo finta che, la casa sia una casa molto ricca e il ladro sia un ladro molto povero. Il ladro è entrato con questo pensiero "lui è ricco, io sono povero, se anche gli rubo un po' di argenteria, non cambierà niente per lui ma farà la differenza per me".
Ora, immaginiamo che il ricco veda il ladro ma non faccia nulla più che osservarlo. Non lo denuncia, non lo ferma, non gli impedisce di prendere quello che vuole, pare del tutto distaccato dalla possibilità di perdere qualsivoglia "cosa" di cui il ladro può appropiarsi, ma non vuole perdersi nemmeno il suo più piccolo movimento. Lo so, è un ricco un po' stravagante ma ci occorre per comprendere altro.
Il ricco qui è interessato a capire. Non capire cosa accadrà, lo sa già. Non capire cosa alla fine ruberà il ladro. Ha già messo in conto che non gli importa niente. E' interessato al ladro, al suo essere interiore, a capire cosa lo spinge attimo per attimo, sapendo che qualsiasi cosa ruberà, non gli sarà di alcun vantaggio.
Perchè? Il ladro è (nel nostro esempio) molto più abile del ricco, è molto più furbo del ricco, è molto più intelligente del ricco. Quindi, cosa gli manca?
Il ladro è in cerca di estensioni, di orpelli, di oggetti, insomma di bastoni. Imparato da bambino che il bastone fa la differenza per il più debole, come le coppe, i denari e le spade, gioca le sue carte affinché sia per lui possible brandire un potere, anche minimo, che pensa di non possedere.
Il ricco un po' anomalo di questo esempio è di tutt'altra pasta. Non è interessato a brandire vantaggi competitivi sociali, ma ad intuire e per intuire è necessario osservare a lungo ciò che per noi è scontato, normale, già "dato", ma non "preso". Per ciò il ladro è per lui una occasione impagabile, per giocare con la mente, la sua mente, e prendere in castagna non il ladro, ma l'atto che rende ai suoi occhi qualcosa di invisibile, visibile.
Ciò che gli antichi chiamavano "saggezza" o agire con ragione, non la semplice ragione del bastone, ma ciò che porta ad esso.

Ed ora la domanda che vuole essere di rito. Se è così importante, ed è evidente quanto è importante, coltivare l'intuito, cosa ci spinge a ignorarlo per usare i suoi frutti, abbandonando il suo esercizio?


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venezia63jr
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1229
 

Il ricco osserva il ladro, perche' il ladro lo riporta agli albori della creazione
della sua ricchezza, il ricco si e' ritrovato ricco grazie ai suoi avi predoni, quindi non ha vissuto la genesi della nascita del suo stato.
Quindi il ladro furbo e il ricco acuto osservatore sono la stessa cosa, stadio uno e stadio due del percorso per arricchirsi.
Alla fine come fanno vederenei film americani i mafiosi o gli speculatori
sognano sempre una vita onorevole per la loro prole.
Non dicono che i Bush sono gli eredi del pirata Drake che la regina
d'inghilterra premio' con un titolo nobiliare?
oppure tutti i nostri banchieri che ammantano la loro prole con
stili di vita principesca, come il ballo dell'entrata nella societa', e
tutti a dimenticarsi i trascorsi poco onorevoli dei loro padri.


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Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 5039
 

La risposta secondo la mia interpretazione del quesito: una scelta esiziale, ma non obbligata, tra due posizioni incompatibili, la rinuncia ad "essere" per "potere".

La scelta tra uno dei due Dioscuri, tra Caino ed Abele.

Tanto per dire quanto il problema, posto qui con questa chiara immagine, sempre secondo la mia lettura, sia stato perennemente sentito, criptato ed esibito nei simboli.


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[Utente Cancellato]
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3719
 

GioCo, ha presente il pastorale con cui si accompagnano gli alti prelati? Od il bastone di Mosè che è stato ammaestrato dagli egizi?
E' la stessa cosa dei finimenti dei cavalli.


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