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Sulle ideologie e sulla pratica.

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Georgejefferson
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Le capirebbero meglio in tanti, se le esprimessi nei termini loro propri.

Solo che non puoi farlo, e mica lo decido io e'.

Secoli fa si sarebbe potuto, oggi non piu.La fede oggi si alimenta con i messaggi subliminali, ed anche quello mica lo ho deciso io, e lo stesso mica lo approvo in assoluto come consuetudine.


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mincuo
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@Istwine
Mi fa piacere se tu scriverai un libro o un saggio su Del Mar.
Mi permetto di insistere su un punto. Mentre sono sicuramente interessanti, originali e notevoli TUTTI i suoi scritti riguardanti moneta e sistemi monetari, così come quelli riguardanti i crimini monetari o quelli sui metalli preziosi che sono di grandissima levatura, tuttavia di moneta, monete e sistemi monetari (di crimini un po' meno) si è parlato anche dopo. E tanto. La manchevolezza (e la vergogna) è quindi di non averlo fatto sedere dove gli spettava di sedere nella storia dell'economia, e magari di non averlo neanche citato, ma se ne è parlato e scritto, e tanto, di quegli argomenti.
Invece per ciò che riguarda i temi trattati in The worship of Augustus Caesar non se ne è più parlato dopo e non se ne era mai parlato, o perlomeno mai in modo men che frammentario, prima, e mai tentando uno studio sistematico da cui ricavare successivamente delle analisi.
Costituisce perciò un unicum della cultura mondiale di tutti i tempi, e di grandissimo livello. E però è molto scomodo. Per tutte le religioni e per tutti i potenti.
Io credo che sia stato il libro che lui abbia amato di più (ma è più un mio sentimento basato su poco...) e che più l'avesse appassionato.
E credo anche che sia la cifra della sua grande onestà intellettuale. Perchè quest'uomo geniale, ebreo sefardita osservante, non è tenero nemmeno con quella religione. E deve essergli costato un po' di fatica.

Se scrivi un libro, Del Mar anche senza The worship of Augustus Caesar resta un grande, ma senza quel libro non sarà Alexander Del Mar.
Che è molto più di un grande. E' UNICO.


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Primadellesabbie
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@ mincuo

A proposito dei rilievi sul calendario avanzati in "The worship of Augustus Caesar", ti sei imbattuto in (o sei a conoscenza di) qualche autore che ne abbia seguito le tracce o ne abbia scritto (specificamente su quei rilievi)?

Grazie.


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Georgejefferson
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Si trova facilmente il Pdf, in inglese:

The worship of Augustus Caesar: derived from a study of coins, monuments, calendars, aeras, and astronomical and astrological cycles, the whole ... chronology and survey of history and religion

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=5&cad=rja&uact=8&ved=0CEIQFjAE&url=http%3A%2F%2Fwww.forgottenbooks.com%2Fdownload_pdf%2FThe_Worship_of_Augustus_Caesar_1900_1000173144.pdf&ei=JEcBVZuWE-bjywPx2ILACg&usg=AFQjCNEnQcBI8ZjGkKuRKNKnvbjabTN0iQ&sig2=4w5MQ9LmCapLM51X4n9cjA&bvm=bv.87920726,d.bGQ


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Primadellesabbie
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I testi di Del Mar si trovano.

Sul problema dei calendari del passato e del presente ci hanno ragionato e lavorato in molti, il Nostro parte da un rilievo preciso, unitamente ad una concezione dei rapporti tra astrologia e astronomia che rispecchia il modo in cui erano concepite nell'antichità.

Ho posto la domanda a mincuo perché chi ha in mente una cosa fa attenzione, quando e se incontra qualche nota al proposito, e ne ricorda.


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istwine
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@Istwine
Mi fa piacere se tu scriverai un libro o un saggio su Del Mar.
Mi permetto di insistere su un punto. Mentre sono sicuramente interessanti, originali e notevoli TUTTI i suoi scritti riguardanti moneta e sistemi monetari, così come quelli riguardanti i crimini monetari o quelli sui metalli preziosi che sono di grandissima levatura, tuttavia di moneta, monete e sistemi monetari (di crimini un po' meno) si è parlato anche dopo. E tanto. La manchevolezza (e la vergogna) è quindi di non averlo fatto sedere dove gli spettava di sedere nella storia dell'economia, e magari di non averlo neanche citato, ma se ne è parlato e scritto, e tanto, di quegli argomenti.
Invece per ciò che riguarda i temi trattati in The worship of Augustus Caesar non se ne è più parlato dopo e non se ne era mai parlato, o perlomeno mai in modo men che frammentario, prima, e mai tentando uno studio sistematico da cui ricavare successivamente delle analisi.
Costituisce perciò un unicum della cultura mondiale di tutti i tempi, e di grandissimo livello. E però è molto scomodo. Per tutte le religioni e per tutti i potenti.
Io credo che sia stato il libro che lui abbia amato di più (ma è più un mio sentimento basato su poco...) e che più l'avesse appassionato.
E credo anche che sia la cifra della sua grande onestà intellettuale. Perchè quest'uomo geniale, ebreo sefardita osservante, non è tenero nemmeno con quella religione. E deve essergli costato un po' di fatica.

Se scrivi un libro, Del Mar anche senza The worship of Augustus Caesar resta un grande, ma senza quel libro non sarà Alexander Del Mar.
Che è molto più di un grande. E' UNICO.

Se mi dici così gli do precedenza su altri scritti, senza dubbio. Incredibile comunque, incredibile ogni volta che lo si legge, ha anticipato troppe cose, e ora che ci penso ho fatto male a esprimermi così, soprattutto perché con un bibliografia del genere degli errori ci stanno, non è improbabile come dice Ben, che abbia rivisto la sua posizione, sebbene credo sia rimasto sempre aderente al libero mercato.

Questo scritto, The Worship of Augustus Caesar, è però fuori dalla mia portata, leggendone le prime pagine. Nel senso che meriterebbe poi uno studio a sé di tantissime altre cose, già nelle prime pagine accenna però a quel fatto delle Olimpiadi ho visto. Aveva una biblioteca immensa Del Mar comunque, la cedette all'American Banker Association, 15.000 volumi, stando a wikipedia.

Mundell in Academic Exclusion: The Case of Alex Del Mar, scrive:

The Worship of Augustus Caesar combines evidence from metrology, archaeology, astronomy, astrology and history. In the preface, he points to his ‘‘disclosure that Roman chronology had been altered, first to the extent of 78 years (sunk) by Augustus, and afterwards to the extent of 15 years
(restored) by the Latin Sacred College. It was also perceived that Augustus had changed the Olympiads from five-year to four-year intervals and had thus altered many Greek and other dates to the extent of 108 years.’’
As a result of these discoveries, Del Mar embarks on a long journey of correcting past chronology. The result of his labors was ‘‘the conviction that the basis of all ancient dates is to be found in the religions of the Orient; and that these religions lie at the foundation of all the religions of the Occident. In a word, that religion was never a special creation, but on the contrary, has been the product of EVOLUTION; an evolution which, beginning in India, still goes on and will go on forever.’’
There, in a single sentence, Del Mar wraps up Judaism, Christianity and Islam as derivative of the religions of the East. He makes himself the Charles Darwin of Religion. No wonder he was too hot to handle!

O bé, questi sono cento studi a parte!

Mundell sottolinea diversi aspetti comunque del genio di Del Mar, lui, Tavlas e Aschheim sono stati molto bravi a ritirarlo fuori. Non hanno avuto molto seguito, a parte Zarlenga credo.

PS: giusto per: http://www.gilad.co.uk/writings/2015/3/11/all-the-truth-about-azz-in-a-single-snapshot


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mincuo
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@ mincuo

A proposito dei rilievi sul calendario avanzati in "The worship of Augustus Caesar", ti sei imbattuto in (o sei a conoscenza di) qualche autore che ne abbia seguito le tracce o ne abbia scritto (specificamente su quei rilievi)?

Grazie.

No sinceramente, ma può essere una mancanza mia. O meglio frammentariamente tu trovi se studi storia Romana (ad esempio Carcopino ne accenna, analogamente Gibbon o Goldsworthy o adesso non ricordo chi altro) ma così come incisi, note a margine.

Ma ripeto può essere una mia ignoranza. Per quel che conosco un libro incentrato su quel tema ed eventualmente le sue implicazioni non c'era prima e che io sappia non c'è stato dopo. Nè (fatta salva sempre la mia ignoranza) mi pare di avere visto successivamente un qualche "dibattito sociale" anche sul libro di Del Mar. Io però lo lessi 25 anni fa e anche presi qualcosa che c'era in bibliografia. Nel 900 erano meno bigotti di adesso...cioè la stessa ricerca, a parte molto più erudita, era molto ma molto meno irregimentata.
Inoltre penso che si sarebbero vergognati come dei ladri a essere definiti degli storici "di destra" o "di sinistra" a quell'epoca. Ancora, almeno a livello alto, metodo, etica, erudizione, cultura, ricerca della verità per quanto possibile facevano generalmente premio sulle necessità propagandistiche-ideologiche. Il disastro è venuto dopo.....


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Ben
 Ben
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Se mi dici così gli do precedenza su altri scritti, senza dubbio. Incredibile comunque, incredibile ogni volta che lo si legge, ha anticipato troppe cose, e ora che ci penso ho fatto male a esprimermi così, soprattutto perché con un bibliografia del genere degli errori ci stanno, non è improbabile come dice Ben, che abbia rivisto la sua posizione, sebbene credo sia rimasto sempre aderente al libero mercato.

Sulla questione del libero mercato in Del Mar. Basandosi su "The science of money", una sua opera piu' matura, l'argomento sviluppato non e' interamente favorevole al libero mercato. Del Mar propone la regolamentazione dell'emissione monetaria. Ma, per quanto la proposta concerne gli Stati Uniti, Del Mar inizia il libro con la descrizione di come "The Unit of Money is All Money". La regolamentazione dell'emissione monetaria passa quindi necessariamente per una regolamentazione dei flussi di capitali. Comunque e' vero che il punto non e' esplicitato, ma bisogna anche tenere in considerazione l'intenzione dell'autore in questo scritto di essere il piu' conciso possibile.


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mincuo
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@Istwine
Io scrissi un piccolo saggio, che non trovo, e riguardava un parallelo tra Alexander Del Mar (in relazione all' worship of Augustus Caesar) e Lorenzo Valla riguardo alla Donazione di Costantino (De falso credita et ementita Constantini Donatione declamatio) che forse è l'unico precedente in quel senso. E che a mio avviso Alexander Del Mar conosceva bene.
Curiosamente Valla, che forse fu il più grande tra gli umanisti, ebbe lo stesso ostracismo nei secoli seguenti, e già una delle sue prime opere, il De Voluptate, era in qualche modo too hot to handle per l'epoca. (Anche se all'epoca, contrariamente a quel che poi è stato spacciato o capovolto, erano certamente più "aperti" di oggi, tant'è che Valla fu Segretario Apostolico nonostante la sua critica feroce e soprattutto il suo minare le fondamenta stesse del potere temporale della Chiesa, che non era politicamente una cosetta....
Vorrei vedere oggi, anzi lo vedo bene,......per USA o Israele ad esempio. E vorrei vedere, anzi lo vedo bene, se qualcuno discutesse scientificamente qualche dogma della IIa guerra mondiale...chi al potere glielo pubblicherebbe e quanta carriera poi lui farebbe....).
Valla poi, analogamente a Del Mar, usa una metodologia tipicamente revisionista nella sua confutazione. E in questa ha un posto di rilievo, come in Del Mar, (che era anche uno specialista, cioè un numismatico), la coniazione dell'epoca e infatti dimostra come monete con effigie Imperiale circolassero in secoli successivi alla pretesa donazione, il che è palesemente inconciliabile con la medesima.
Analogamente usa la linguistica. Del Mar dimostra come furono imposti 12 mesi aggiungendone due a un sistema millenario di dieci mesi cancellando ogni possibile riferimento al precedente sistema. Tuttavia, nonostante le cancellazioni, rimane dicembre, novembre, ottobre, settembre in tutte le lingue e cioè 10 9 8 7 in cui 10 è sempre l'ultimo mese...e tuttora lo è e cioè è "il dodicesimo che si chiama però decimo"
Analogamente per le Olimpiadi che in Greco si chiamavano all'epoca pentaeteris e in latino quinquennales.


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Georgejefferson
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...La regolamentazione dell'emissione monetaria passa quindi necessariamente per una regolamentazione dei flussi di capitali...

Buona questa Ben. Verosimilmente Del Mar aveva ben chiaro il discorso su chi e quali interessi, piuttosto che ragionare sullo strumento in se'.

Un po come i derivati, o la scala mobile, o investimenti pubblici ecc..


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Survival
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Aveva una biblioteca immensa Del Mar comunque, la cedette all'American Banker Association, 15.000 volumi, stando a wikipedia.

@istwine
Ciò viene confermato della Fed of St.Louis, in questa ristampa del Journal of American Bankers Association del 1917

https://fraser.stlouisfed.org/docs/historical/brookings/16806_12.pdf

Considerando che Del Mar è morto nel 1926, sembrerebbe che sia stata donata da Del Mar almeno 8/9 anni prima della sua morte stando a questa fonte. Di più non sono riuscito a trovare.

Invece, andando totalmente off topic (spero che mi perdonerete), mi sono imbattuto un paio di giorni fa in questo articolo di Del Mar: "The name of America".

https://archive.org/stream/watsonsjefferson135atla#page/406/mode/2up


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MarioG
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Analogamente per le Olimpiadi che in Greco si chiamavano all'epoca pentaeteris e in latino quinquennales.

Non potrebbe essere che la terminologia si riferisca alla numerazione ordinale, cioe' cinque sta per quinto? Come Cristo che e' resuscitato il terzo giorno, cioe' rimase senza vita 2 giorni?


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pidiemme
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Tornando in topic.
Riassumendo, così vedo se ho capito.
Da una parte abbiamo il mito della storia fatta dai popoli, e quindi l'interpretazione della Rivoluzione Francese come rivoluzione del popolo, a là Marx (lotta di classe) o a là Braudel/Annales (la storia è storia sociale, quindi dei popoli e delle masse, non tanto politica degli individui e degli stati); con tutto l'armamentario ideologico che ci è stato costruito sopra (il progresso, i diritti dell'uomo, la libertà, la democrazia parlamentare ecc.).
Dall'altra abbiamo un'interpretazione "elitaria", per cui la Rivoluzione sarebbe frutto di scelte e azioni, interessate, di un elite ristretta. La "storia quantitativa", basata sulla lettura e l'interpretazione dei dati, dimostra che non c'è stato il progresso sociale tanto sbandierato, e tantomeno quello politico.

Per quanto riguarda il caso specifico, la Rivoluzione Francese, c'è qualcosa da leggere al riguardo, su una spiegazione "elitaria"? magari mi sono perso qualche fonte o bibliografia… cioè di chi erano gli interessi in gioco (mi pare che Oriundo2006, per esempio, faceva notare come l'arresto economico della Francia favorì enormemente l'Inghilterra) e come vennero perseguiti concretamente?

Più in generale, sempre se ho ben capito, si potrebbe fare una distinzione tra
A - una teoria delle elites come spiegazione universale dei fenomeni storici, cercando delle invarianti che si ripetono nel corso dei secoli - per esempio: la propaganda come controllo della plebe, la riscrittura del passato per adattarlo alla "narrazione" più utile all'etile al potere, la gestione dei mezzi di comunicazione e dei simboli, la gestione dello spazio e del tempo (la riforma del calendario, tanto per dirne una) - e questo avviene, magari, perché è inevitabile che una comunità di persone si disponga secondo una piramide gerarchica (e più è numerosa la comunità più è probabile che succeda).

B - una spiegazione storica particolare della storia degli ultimi secoli, che è ben diversa da quella propagandata o insegnata, e che implicherebbe una sorta di filogenesi delle elite, per cui ci sarebbe un legame di filiazione tra l'elite odierna e quella del passato. Se sì, fino a quando si risalirebbe? fino al 1700? fino al 1600?

La bibliografia sulla teoria delle elite, soprattutto in commercio in Italia, è a dir
poco scarna. A parte Michels, Mosca e Pareto, c'è qualcosa da consigliare, anche in inglese?


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Georgejefferson
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Io ti consiglio Marx ed Hegel.

Ma non perche siano meglio di altri, ma secondo il principio, leggo anche e sopratutto quello che si dissocia dalle mie convinzioni (ti ricordi Nat quando ne parlava?)

Poi fai quello che vuoi, ci mancherebbe.

Dal lato di visione del mondo delle elite, altri avranno.consigli utili.


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pidiemme
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Io ti consiglio Marx ed Hegel.

Ma non perche siano meglio di altri, ma secondo il principio, leggo anche e sopratutto quello che si dissocia dalle mie convinzioni (ti ricordi Nat quando ne parlava?)

Poi fai quello che vuoi, ci mancherebbe.

Dal lato di visione del mondo delle elite, altri avranno.consigli utili.

Grazie, ma… la vulgata storica è proprio marxista, magari annacquata, ma è quella. A modo suo, è anche ironico. Ma mica poi tanto.


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