Sulle ideologie e s...
 
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Sulle ideologie e sulla pratica.

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...Matteo passami la Treccani per cortesia.. disse il presidente... dunque, guardiamo insieme le figure ragioniere, questo è il gatto, vede? le quattro zampe sono una, due, tre e quattro... tra l'altro se posso consigliare una lettura sui randagi le consiglio Tolkien, lo trova nella nostra biblioteca laggiù in fondo a destra, prima delle sabbie, dove i gatti fanno i loro... beh ci siamo capiti... per i soci abbiamo delle offerte vantaggiose basta che mostra la tesserina... ma veniamo alla gallina, eccola...come vede qui nella figura a destra le zampe sono.. una qui e una qui per un totale di..


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mincuo
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@Whistblower
Penso che tu sia fuori strada. Colpa mia certamente.
Forse avrei dovuto precisare meglio o tu chiedermi della storia del gatto, che non è una sciocchezza. Lasciamola comunque da parte.
Andiamo al mio post. Che dice cose semplici, ma ha implicazioni notevoli, pur se anche quelle sono semplici. Perdonami o non farmi le pulci se riassumendo semplifico all'eccesso. Ma faccio già tanto così..
Il post è su una monarchia assoluta del 700 che produce una società diseguale. Continua mostrando che due secoli dopo idee diverse producono la stessa cosa, e afferma che questo è indipendente dalle idee e inoltre non è relativo a Francia e basta. (Aggiungo ora che le diseguaglianze sono solo uno dei dati, anche altri naturalmente possono essere inclusi: sociali, economici ecc...La diseguaglianza funziona bene perchè raggruppa bene già da sè...).
Dunque da un punto di vista logico tu hai questa possibile soluzione:
Che le altre idee (ideologie e ideali) in realtà fossero tutte uguali tra loro e inoltre uguali anche a una monarchia assoluta cioè a quello che è sotteso in una monarchia assoluta (una corte ristretta, una più allargata, una burocrazia con dei benefici e poi il popolo) e perciò logicamente abbiano prodotto risultati uguali.
Questa è una soluzione logica ma “icto oculi” (diresti tu :))sembrerebbe invece che le idee siano state alquanto diverse tra di loro. Allora se sono state diverse ma hanno prodotto risultati analoghi significa che c'era da 200 anni almeno un gruppo di potere (chiamalo come ti pare) in grado di diffondere e promuovere delle idee e poi di utilizzarle ma con fini opposti.
Ma allora Whistblower non torna più una cosa. E cosa?

“Il dibattito sociale, tanto per dire Foucault, Bourdieu, Derrida “ citandoti o le questioni sociali genericamente. E perchè? perchè della mole enorme di produzione che le riguardano tu capisci che all'identificazione e conoscenza di questo gruppo di potere si sarebbe dovuto dedicare il 90% della saggistica visto che sempre a logica sarebbe stata LA QUESTIONE DELLE QUESTIONI, tutte le altre cioè in subordine. Una questione sociale che ha comportato decine di milioni di poveri o di morti ecc...
Invece non è così.
Ora perchè non è stata LA QUESTIONE DELLE QUESTIONI?
Qui entra la storia del gatto domestico e del gatto randagio. Ma la ometto.
Provo così (anche se....è impreciso):
Una parte sono semplicemente ignoranti e non hanno nemmeno consultato delle fonti socio-economiche che peraltro non sono immediate e soprattutto non fanno parte dei corsi di studi, neanche specialistici.
Un'altra parte in ambito accademico fa pressapoco dei copia incolla (questo lo saprai) aggiungendo qualche noticina personale “colta” per fare bella figura. E quindi è roba scarsa ma che per la media è di gran valore.
Una parte piccolina infine sa, ma lavora per le elites, e quindi di dare strumenti differenti non si sogna.
Qui rientra il gatto. Ma lo lascio stare.
E metto molto alla grezza due argomenti differenti (ma ne potrei fare 100).
Qui su CdC ma anche nel 90% di giornali ecc... se parli di derivati sono pressapoco dei “cosi” cattivi, anzi tossici che servono a delle persone cattive per fare cattiverie. Ho un po' semplificato. Ma TV giornali ecc.. quello dicono in sostanza. Se parli con uno competente negli stessi termini fai non solo la figura dell'analfabeta ma anche del semi-deficiente.
Analogamente (brrrr...) se parli di speculazione è peggio ancora. Lo speculatore che specula (e guadagna sempre) contro la povera gente. Ma se vai da un docente che insegna mercati finanziari con questo oltre che analfabeta ti considera parimenti un semi-deficiente.
Questi 2 esempi mi servono per dire che nemmeno cose sofisticate ma anche quelle relativamente semplici in realtà possono essere state insegnate e fanno parte di una cultura che è esattamente il rovescio o la distorsione della realtà.
Ora io non voglio insistere ma supponi che la storia intera (che è gran parte poi della formazione) sia capovolta o cancellata. Così la letteratura, così l'economia ecc...Allora si forma (ti viene formato) un mondo di riferimento, di valori, di parametri ecc... su cui fonderai analogie, sillogismi, deduzioni ecc...più o meno sofisticate ma che semplicemente è zoppo e/o distorto. E non ha gli strumenti. Questo è, e questo è perchè meglio avresti fatto a chiedermi del gatto che avrei illustrato e poi se volevi che corredassi con esempi reali l'avrei fatto. Qualcuno solo tanto per sostenere (sostenere come randagio, non voglio dire che è così, qui) che non ci sono proprio gli strumenti e quelli che ci sono, sono sbagliati in buona parte.
Perciò io non posso parlare in marziano a degli umani. O in randagio a dei domestici. Posso parlare in domestico a domestici e in randagio a randagi. Capisci? Non credo...., ma io più di questo.....e inoltre molto più di questo so che sarebbe sbagliato per altri motivi, e non ci tengo. per adesso è rimasta una discussione magari un po' confusa (da parte mia nel tuo giudizio), ma senza eccessi di emotività. E va bene così.


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MarioG
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A questo punto, confesso, la favola dei due gatti mi incuriosisce molto.
Una favola alla Fedro vale piu' di mille saggi.


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Raziel79
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@ Whist citi film meravigliosi (ne aggiungerei almeno altri 2 sull'argomento)... quello che ho citato io è effettivamente una ciofeca. Pensa che non son riuscito a finire di vederlo.
Cerco di chiarire il senso del link. Mentre del post di mincuo mi pare molto chiaro il senso, non mi è per nulla chiaro il fine (non dico che ne abbia uno ma se lo avesse...), perchè l'impostazione (come in molti altri suoi post) sembra essere " la classe dominante è troppo superiore ed avvantaggiata quindi (voi popolo) non avete nessuna speranza e nulla può cambiare" e non "svegliatevi e cercate di colmare il divario culturale".
Anche se nella conclusione il post dice esplicitamente il contrario, tu stesso notavi la contraddizione con il corpo principale dell'intervento.
Mi verebbe da farti notare un'altra cosa cioè come gli esseri umani tendano a comportarsi secondo schemi piuttosto che secondo la loro "presunta volontà". Mi pare infatti che sempre tu facessi una osservazione simile alla mia proprio a mincuo su un suo precedente post, e (ironia della sorte) mi pare che io abbia fatto la stessa osservazione ad un tuo post "di sfogo" di qualche tempo fa..... ma sono OT e qui c'è già parecchia carne al fuoco


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Deheb
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“Poco inizia con l'informarsi sulla realtà, col non “credere ciecamente”, col non leggere solo il proprio ideologo “simpatico”.”

Non è un presupposto inconciliabile con questo?

“….anche quelle relativamente semplici in realtà possono essere state insegnate e fanno parte di una cultura che è esattamente il rovescio o la distorsione della realtà. “

La gente normale pensa e reagisce per schemi e questi, a dx, sx, sopra o sotto, le vengono forniti e pronti all’uso. Come pensi sia possibile nelle condizioni da te descritte (una realtà verosimile del mondo confermata da tutti i media e da quelli considerati “saggi”, apparentemente logica), che le persone possano cominciare ad essere indipendenti e a distaccarsi da una forma mentis plasmata nei decenni passati?

Quale potrebbe essere il punto di unione, se esiste, tra il “domestico” e il “randagio”? (o compromesso, o reciproca comprensione, chiamalo come vuoi).

Sono domande pratiche e forse banali, ma credo sia anche questo lo scopo…(CIT: sulle ideologie e sulla pratica).


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meerkat
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Mi scuso in anticipo per la lunghezza. Sottolineo che non voglio fare l'espertone, non lo sono. Infine: su una cosa concordo con Georgejefferson: c'è la rotellina del mouse.

Sui dati:
i dati sulla Francia pre-rivoluzionaria sono tratti dal Mitchell o da dove? (Prima o poi me lo procurerò...) E gli altri dati dove si possono trovare e quali sono le principali distorsioni di cui possono soffrire?
Poi io chiederei informazioni riguardo a tutti i Paesi, fosse solo per me, almeno per averli a disposizione quando mi troverò a informarmi su un caso specifico. Ma ora come ora mi interesserebbero quelli sull'Italia, ovviamente, ma anche su: USA, Regno Unito, Israele, Australia, Germania, Grecia, Giappone, Cina, India, Brasile, Sud Africa, Libia, Nigeria (non ho badato tanto alla forma di governo quanto al ruolo "geopolitico" degli Stati, citando quelli che mi sembravano più rappresentativi, diciamo).

Poi mi interesserebbero le eccezioni (qualche esempio?): ovvero quando ci siano stati miglioramenti nelle condizioni del popolo. A questo riguardo mi sorge anche un dubbio: supponendo che l'élite sia internazionale, come può un singolo Stato (o popolo se si preferisce) andarvi contro? Cioè: io penso che l'accentrarsi dei poteri istituzionali su scala ormai continentale sia un modo per allontanare ulteriormente la massa dal controllo delle èlite. Ma d'altro canto: un singolo popolo, o Stato, come potrebbe opporsi con la sua scala e mezzi ridotti se l'élite è internazionale (anche come mezzi: finanziari, mediatici, militari)? Come dici tu, non sono puntualmente state spazzate via e poi demonizzate le eccezioni? Non penso si possa ridurre la questione alle caricature di Bagnai ("Oggi c'è la Ciiiiiiina").

Sull' élite:
dico qualcosa che mi renderà automaticamente un darwinista sociale o pure razzista, pazienza.
La sociologia studia le società umane: Homo Sapiens, non altre specie. Forse dovremmo ricordarcelo (*). A mio avviso l'elitismo ha un senso anche a livello biologico: non nasciamo tutti uguali. Quelli che dispongono di maggiori "risorse" per nascita hanno più mezzi per imporsi sugli altri. Non parlo solo di risorse intellettuali: l'elitismo mi sembra avere il vantaggio di essere pure flessibile. Cioè in determinati contesti (poniamo: le società primitive) oltre all'intelletto (che pure assume varie forme, alcune più adatte a seconda della situazione storica) contavano pure ad esempio la forza fisica, o l'abilità nella caccia per avere un peso decisionale. Queste cose non sono equamente distribuite da Madre Natura. Una minoranza si trova ad avere qualche abilità in più finchè esisteranno differenze biologiche tra gli individui, poniamo pure minime (sul "quanto" ci sono un po' di dati...), ci sarà NECESSARIAMENTE qualcuno in posizione di vantaggio e avrà maggiori mezzi per imporsi. OVVIAMENTE auspico che lo faccia in maniera quanto più "umana" e rispettosa possibile. (Non voglio fare retorica nè farmi perdonare qualcosa, ma posso dire di aver imparato tanto da persone semi-analfabete, o non proprio "brillanti", in quanto a: umanità, morale, forza. Non posso permettermi di denigrarle o augurare che vengano schiacciate). Queste considerazioni aprirebbero anche al discorso sul "ricambio delle èlite". Al quale si può opporre l'eredità dei mezzi materiali (contro o magari assieme a quelli naturali/biologici cui ho accennato).
Infine, sarebbe flessibile perchè non prevede una segmentazionione sociale specifica: possono organizzarsi a diversi livelli, a seconda del contesto. Poi, per verificarne analiticamente pure l'efficacia storica bisogna studiare.

(*) Un biologo diceva, riguardo al marxismo: "Wonderful theory. Wrong species". Cioè: non siamo insetti eusociali, abbiamo un'individualità. Chissà se aveva ragione...

Sulla discussione, my two cents:
Parto da Borges: "Ogni linguaggio è un alfabeto di simboli il cui uso presuppone un passato che gli interlocutori condividono". Io penso che al contrario di quel che dice Whistleblower ("la questione è linguistica, qual'è il linguaggio delle èlite?") il problema riguarda "il passato che gli interlocutori condividono", cioè: cosa effettivamente sanno della realtà? Quali sono le conoscenze comuni che danno un significato comune alle parole? Anche per questo Mincuo, suppongo, fa post "conoscitivi". Le sistematizzazioni vengono dopo.
Penso anche che abbia già parlato di questioni che (almeno per me) erano come la gallina con quattro zampe: un esempio è il Nazionalsocialismo. Io ora non so se questa gallina abbia quattro zampe o tre o sei, ma già in base a quello che ha scritto e a qualche mia lettura disordinata so che non ne ha due come pensavo. Dovrò approfondire molto, senza dubbio, per quanto potrò. Ma questa "certezza" distrutta apre a tante altre certezze da ricostruirsi su basi solide.
Penso infine che potrebbe continuare (e ovviamente decide lui) a parlare di lucertole con tre code o delfini a tre teste arricchendo questo bestiario, anzichè farsi desiderare 😀 . La conclusione del post è che le masse dovrebbero prima di tutto essere più consapevoli, no? Vediamo. Se qualcuno insulta, o non capisce una mazza, o va off-topic non merita risposta. Anzi: diciamo pure che nessuno merita risposta. Ma intanto il post resta lì. Chi vuole se lo legge e approfondisce, se vuole, sennò non lo fa.


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Primadellesabbie
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...tu capisci che all'identificazione e conoscenza di questo gruppo di potere si sarebbe dovuto dedicare il 90% della saggistica visto che sempre a logica sarebbe stata LA QUESTIONE DELLE QUESTIONI, tutte le altre cioè in subordine. Una questione sociale che ha comportato decine di milioni di poveri o di morti ecc...
Invece non è così.
Ora perchè non è stata LA QUESTIONE DELLE QUESTIONI?

E qui sta l'abilità. O non farà capolino, per caso, qualche aspetto di quel famoso segreto...


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Georgejefferson
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Ciao Meerkat, lo sapevo che ti stavo simpatico in fondo,sembra solo una punta di disagio che mi metta a scrivere nel merito, come anche altri ( per il coinvolgimento di potenziali lettori, perche quello conta no? ) Ma per questa scocciatura basta allungare il thread,metodo sempre verde, difficile starci dietro, io col poco tempo purtroppo. Voglio partire dall'inizio pensa un po.

Che faticaccia, pensa se voleva farlo Mincuo da solo, sarebbe stato veramente fenomenale. Invece ci sono tanti supporti.Pero,ti ripeti troppo , ho gia letto gli stessi pensieri nella sostanza piu volte.

Comunque bastava che chiedevi gentilmente il supporto dei soliti 3 o 4 per denigrarmi, non vedo perche "farglielo capire" con la battuta della rotellina, sperando che i lettori giudichino me come un qua qua.

Puntuali ti supporteranno a carte scoperte, qua qua, vedrai.

Bando alle ciancie, disciplina innanzi tutto (e' gia arrivato il colonnello Ati ?, ) prometto (a me stesso non pensare male) che scrivero senza sarcasmo.

Per il resto,Martercard, cioe la rotellina.


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mincuo
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Mi scuso in anticipo per la lunghezza. Sottolineo che non voglio fare l'espertone, non lo sono. Infine: su una cosa concordo con Georgejefferson: c'è la rotellina del mouse.
Sui dati:
i dati sulla Francia pre-rivoluzionaria sono tratti dal Mitchell o da dove? (Prima o poi me lo procurerò...) E gli altri dati dove si possono trovare e quali sono le principali distorsioni di cui possono soffrire?
Poi io chiederei informazioni riguardo a tutti i Paesi, fosse solo per me, almeno per averli a disposizione quando mi troverò a informarmi su un caso specifico. Ma ora come ora mi interesserebbero quelli sull'Italia, ovviamente, ma anche su: USA, Regno Unito, Israele, Australia, Germania, Grecia, Giappone, Cina, India, Brasile, Sud Africa, Libia, Nigeria (non ho badato tanto alla forma di governo quanto al ruolo "geopolitico" degli Stati, citando quelli che mi sembravano più rappresentativi, diciamo).

Trascrivo e rispondo solo alla prima parte. La seconda è relativa in qualche modo alla questione del gatto e mi scuserai. Riguardo alla terza ti ringrazio per le belle parole.

I dati “antichi”sono una sintesi di Mitchell appunto, di Maddison, di JPM e di Chaunu.
Io confronto sempre i dati statistici. Quelli messi sono omogenei.
Un paio sono medie tra le varie fonti. Se hai mai lavorato su dati antichi sai che ci sono sempre alcune problematiche, ma in questo caso non sono “antichissimi” e la documentazione c'è, la Francia e l'Inghilterra erano quasi il centro del mondo, come dire.....
Le variazioni sono abbastanza modeste.
N.B. Di Pierre Chaunu già parlai qui un paio di anni fa a proposito di Rivoluzione Francese. Forse puoi ripescare quel post mio.
Per qualche informazione superficiale al volo su di lui ti ho trovato qui un'intervista:
http://madamedepompadour.com/_luigiXVI/luigi_ita/argomenti/rivoluzione/int_pchaunu.htm
che puoi leggere così anche si sta in tema riguardo a cosa sia la storia insegnata....che poi è parzialmente sempre il tema del gatto domestico e del gatto randagio.......
Tieni presente che lui è proprio il fondatore della storia quantitativa.
Poi se vuoi approfondire....c'è la rotella......
Per i dati moderni ci sono le due pubblicazioni annuali (da molti anni) del C.S., relative a ricchezza, disuguaglianza, assets ecc... più metodologia e bibliografia.
Molto complete e molto ben fatte. Dove trovi tutto quel che vuoi e che hai domandato.
E anche di più.

Poi mi interesserebbero le eccezioni (qualche esempio?): ovvero quando ci siano stati miglioramenti nelle condizioni del popolo. A questo riguardo mi sorge anche un dubbio: supponendo che l'élite sia internazionale, come può un singolo Stato (o popolo se si preferisce) andarvi contro? Cioè: io penso che l'accentrarsi dei poteri istituzionali su scala ormai continentale sia un modo per allontanare ulteriormente la massa dal controllo delle èlite. Ma d'altro canto: un singolo popolo, o Stato, come potrebbe opporsi con la sua scala e mezzi ridotti se l'élite è internazionale (anche come mezzi: finanziari, mediatici, militari)? Come dici tu, non sono puntualmente state spazzate via e poi demonizzate le eccezioni? Non penso si possa ridurre la questione alle caricature di Bagnai ("Oggi c'è la Ciiiiiiina").

La massa non ha mai controllato le elites, ma viceversa. E' vero però che, come già diceva Guicciardini qualche secolo fa, il potere è più controllabile quanto più un Paese è piccolo, per ragioni anche eminentemente pratiche: l'amministratore lo conosci, magari è l'amico del tuo parente, le cose le vedi ecc....Anche per questo le elites vogliono sempre Mega Stati. Hanno sempre cercato di fare mega- Stati e come sempre spacciandoli con gli “ideali”: unità, solidarietà, forza ecc....Quando però un'elite domina tre quarti mondo ed è internazionale la sua influenza è su tutti.....i grandi e i piccoli, i controllati direttamente o indirettamente.
Direi che chi ha dato fastidio è stato regolarmente prima boicottato economicamente, poi sono state finanziate copiosamente e create delle opposizioni interne, complete di giornali, TV società culturali, e assunzioni di lavoratori ecc...E' un argomento lungo....infine nel caso demonizzate e bombardate. Democraticamente e senza fargli alcun male, si intende. Come saprai ci sono anche le bombe “intelligenti”. Chiedono un po' prima, si informano, e poi casomai esplodono....ma poco....appena appena...


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Raziel79
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"...tu capisci che all'identificazione e conoscenza di questo gruppo di potere si sarebbe dovuto dedicare il 90% della saggistica visto che sempre a logica sarebbe stata LA QUESTIONE DELLE QUESTIONI, tutte le altre cioè in subordine. Una questione sociale che ha comportato decine di milioni di poveri o di morti ecc...
Invece non è così.
Ora perchè non è stata LA QUESTIONE DELLE QUESTIONI?"

provo a buttare li una risposta

Forse per lo stesso motivo per cui anche qui se ne parla e riparla ma nomi e cognomi ci si guarda bene dal farli?

Ps Nel merito conocordo con quasi tutte le osservazioni di mincuo.


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mincuo
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“Poco inizia con l'informarsi sulla realtà, col non “credere ciecamente”, col non leggere solo il proprio ideologo “simpatico”.”

Non è un presupposto inconciliabile con questo?

“….anche quelle relativamente semplici in realtà possono essere state insegnate e fanno parte di una cultura che è esattamente il rovescio o la distorsione della realtà. “

La gente normale pensa e reagisce per schemi e questi, a dx, sx, sopra o sotto, le vengono forniti e pronti all’uso. Come pensi sia possibile nelle condizioni da te descritte (una realtà verosimile del mondo confermata da tutti i media e da quelli considerati “saggi”, apparentemente logica), che le persone possano cominciare ad essere indipendenti e a distaccarsi da una forma mentis plasmata nei decenni passati?

Quale potrebbe essere il punto di unione, se esiste, tra il “domestico” e il “randagio”? (o compromesso, o reciproca comprensione, chiamalo come vuoi).

Sono domande pratiche e forse banali, ma credo sia anche questo lo scopo…(CIT: sulle ideologie e sulla pratica).

Più che banali sono domande da 1M di $.

Comunque una prima regola è cercare le fonti.
Ma anche vedere se gli articoli mettono delle fonti (oggi col Web dovrebbe essere un “must”)
Se non le mettono mai e sempre però riempiono di giudizi e commenti già quello è un pessimo segno......
Una seconda regola è passare da Tolemaico a Copernicano, o viceversa. Cioè l'atteggiamento corretto è “non ci credo salvo che...non risulti vero”.
Il contrario quindi della prassi comune, in pratica.
Una terza è che se l'establishment demonizza in particolar modo qualcuno o qualcosa, allora corri a leggertelo. LUI o LA COSA, non cosa dicono su di lui o sulla cosa.
Poi in generale, per dire, se leggi gli antibolscevichi, leggi anche i bolscevichi, se leggi gli antifascisti leggi anche i fascisti. Leggi possibilmente le fonti.
In più se sei simpatizzante di X dovresti privilegiare di più Y, e viceversa, come linea generale.
Poi, con l'esperienza, la qualità delle letture ti migliora. Non so come dire, ti viene un sesto senso, per la cosa buona o quella meno buona...
Poi devi lasciar fuori il buono/cattivo.
La morale la fai dopo, non prima, se no adatti i fatti alla morale. E quella è propaganda.
Sarebbero da dire tante altre cose, ad esempio c'è l'imbroglio semplice che è fatto a piene mani ed è sufficiente per il 90%. Poi c'è l'imbroglio sofisticato. Io ne parlai di quello qui su CdC, citando il trucco del “giro dell'oca” riguardo ad alcuni libri di storia e intendo non storia divulgativa (quella è solo una patacca) ma quella scientifica. E spiegai anche il meccanismo. Ha a che vedere con le fonti primarie o secondarie. Non è facile difendersi da quello ma con l'esperienza....
Infine non è che da “tutte balle” puoi pretendere di avere e subito “tutta verità, o pseudo tale”
Già a metà strada non sei messo male come prima. in più impari a riconoscere sempre di più la qualità dalla paccottiglia.
Per ultimo solo nelle favole, nei film, e nella propaganda le cose stanno bianco/nero, buono/cattivo. La realtà è sempre abbastanza mista.


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Georgejefferson
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Certi nomi e cognomi Micuo li aveva scritti piu volte Raziel, se vuoi un paio di Link.

Io invece su alcune cose concordo,ma altre no (tante) avro modo di argomentare ma con parole semplici e in termini filosofici, purtroppo l'insalata sul fuoco e' tanta e dovro ritagliarmi diverse ore. C'e' il bello che con parole semplici molta piu gente puo capire cosa intendo,ma anche no, lo decideranno loro

Ma non "devo", e' un piacere per me.


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mincuo
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Certi nomi e cognomi Micuo li aveva scritti piu volte Raziel, se vuoi un paio di Link.

Io invece su alcune cose concordo,ma altre no (tante) avro modo di argomentare ma con parole semplici e in termini filosofici, purtroppo l'insalata sul fuoco e' tanta e dovro ritagliarmi diverse ore. C'e' il bello che con parole semplici molta piu gente puo capire cosa intendo,ma anche no, lo decideranno loro

Ma non "devo", e' un piacere per me.

Io non ho mai chiesto a nessuno in vita mia di concordare. Anzi. Si impara sempre qualcosa dalla critica.
Io chiedo di stare in argomeno e alle volte e mi scuso sono un po' insofferente. Spiego anche perchè. Nei forum professionali ci sono regole stringenti che sembrano "cattive" anche e invece sono buonissime. Se io scrivo della soglia di povertà in Italia e uno parte coi bimbi Africani, l'altro con l'inquinamento, l'altro ancora con le guerre, e qualcuno "perchè scrivi della soglia di povertà e non anche dei ricconi" e così via...nei forum professionali non ne passa neanche uno di questi. Ti dicono apra un altro thread sui ricconi, o i bimbi Africani....Sembra "non democratico" invece ogni argomento così lo si riesce a trattare se no diventa un guazzabuglio.


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[Utente Cancellato]
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Forse per lo stesso motivo per cui anche qui se ne parla e riparla ma nomi e cognomi ci si guarda bene dal farli?

Io "credo" che semplicemente si voglia spingere il lettore a ragionare con la sua testa ... un passettino alla volta, senza provocare a priori indignazione, rifiuto o dissonanza ... mattoncino dopo mattoncino direbbe qualcuno.

Spesso a dare troppi “suggerimenti” si finisce con “l’attenzionare” il lettore e questo non è mai un bene (Pavlov). Forse, allora, è meglio non fornire al lettore alcuna risposta tangibile, cosicché sia spinto a cercare di decodificare la realtà in modo autonomo, a ragionare in modo indipendente, a sviluppare il necessario senso critico, a cercarsi le informazioni per proprio conto, ecc ecc. E se per indurlo a mettere in discussione ciò che sente e legge è necessario raccontargli delle favole, allora magari talvolta può essere utile raccontargli delle favole per far in modo che non creda alle favole (passami il gioco di parole - che poi è di Orwell). Cosa dici, può essere?


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istwine
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Ma questa "certezza" distrutta apre a tante altre certezze da ricostruirsi su basi solide.

Il punto è tutto qui. Prendi l'economia come viene discussa volgarmente su questi forum. Molti credono poco e niente alla versione ufficiale della Troika, chi keynesiano, chi marxista, chi MMT e chi più ne ha più ne metta. Su questo discorso qui non hanno nessun dubbio: i media mentono. E a ben vedere no? Poi ci sono quelli interessanti a temi di geopolitica, di terrorismo ecc. E anche quelli su questo non han dubbi: i media mentono.

Poi però di fronte ad altri temi inspiegabilmente i giornali, i libri, la pubblicistica in generale non mentono più. I Buenaventura del mondo lo fanno perché sono disonesti fino al midollo, oltreché soggetti al ragionamento binario che però imputano agli altri costantemente. Gli altri vuoi per motivi di comodità, di poco approfondimento, o di rendite di posizione, o anche di convenienza, comunque sia sottostanno a questo. Cioè, nei temi che conoscono loro o comunque al quale son interessati, il mainstream mente, sugli altri inspiegabilmente no.

Quindi i dati vanno bene per dire che la Troika impoverisce i proletari, ma gli stessi dati non vanno bene per dire che Lenin impoveriva i proletari. In quel caso il dato è soggetto a mille interpretazioni, mille filosofie dietro, mille ragionamenti sull'oggettività, sul discorso, sul sociale, sull'empirismo ecc ecc. Tutte cose anche giuste volendo, un discorso di filosofia della scienza, o di uso del dato e della sua interpretazione sono d'obbligo. Ma son d'obbligo anche per la Troika allora. Ma per loro no, perché l'idea gli piace, gli sta bene che passi l'idea che "la Troika impoverisce", ma non gli sta bene che "Lenin impoverisce", e allora giù di filosofia del dato e attacchi all'interlocutore.

Per farti un altro esempio. Se certi storici fanno revisionismo sulle Foibe, è giusto, è alta cultura, è studio sulle fonti, le foto d'epoca, i documenti ecc. Io non ho mai approfondito, quindi non so, ma ben venga qualche tipo di studio delle fonti se incrementa o in generale migliora la conoscenza di un fatto. Ma ehi, il revisionismo sull'Olocausto no, quello è fascista, perché "Auschwitz è il fondamento della cultura del dopoguerra". Cioè, lo stesso metodo si può applicare solo ad una parte, l'altra no. Esattamente come con la Troika e Lenin. Eppure tutto il lavoro fatto sulla ricostruzione ufficiale dei fatti dell'Eurozona è revisionismo, una forma di revisionismo storico ma automaticamente lo stesso metodo lodato dappertutto, "mi hai aperto gli occhi" di qua, "sei un mito" di là, diventa parafascista/nazista/diavolo se applicato ad altri. Eppure non è che i media han cominciato a dire cazzate vent'anni fa e solo su alcuni temi, anzi.

Ma vale per tante cose. Un altro esempio semplice, prendi la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Questo attualmente è considerato un indicatore di progresso, spinto a livello internazionale, tante politiche a favore per incentivare, dagli asili ai sussidi agli sgravi ecc. Se tu prendi un qualunque libro anche universitario che si occupa della questione, vedrai che il caso nazista è analizzato sempre con l'ideologia come "la donna doveva stare a casa per crescere i figli" o cose così. Dunque uno s'immagina che il tasso di partecipazione fosse bassissimo. Poi va a vedersi i dati e in Germania la cosa era un po' diversa, anzi, se paragonato ai famosi paesi liberali anglosassoni, il distacco è netto, e il tasso di partecipazione femminile è più alto, e non solo nei servizi, anche nella manifattura. E quindi l'ideologia? Sì, forse, a parole certamente, ma poi i dati dicono altro però. Al che è un tripudio di "sì, erano donne ma prigionieri politici", o, "sì, ma se c'era l'uomo, venivano licenziate". Poi cerchi dati e mica è così, o meglio la seconda era anche così in parte, ma uguale a USA e Inghilterra ad esempio. Ed è solo un esempio, neanche approfondito bene, e me ne scuso, ma che già cambia una parte della visione delle cose.

Gli esempi sono tantissimi. Il fulcro del discorso è che quando uno si prende un contesto, e applica lo stesso metodo a tutto, molto più facilmente cambia idea su molte cose, e a catena su tante altre, fino a cambiare totalmente oltre che approccio anche visione delle cose. E si rende conto soprattutto che i buoni così buoni non sono, né così umanitari col popolo, anzi, lo disprezzano proprio infatti gli dicono sempre cosa deve leggere e soprattutto cosa NON deve leggere, perché è "di destra".

PS: Hai mai notato che a sinistra molto spesso dicono "non dobbiamo lasciar questo discorso alle destre"? Sembra quasi che dell'argomento in sé non gliene fotte niente, l'importante è colonizzare il colonizzabile sino a renderlo sterile. Ultimamente va molto col patriottismo e il sovranismo e tutti i corollari identitari. Per anni era il male, adesso che si stanno accorgendo che certe cose poi così "male" non sono, "non devono lasciarlo alle destre". Poi lentamente lo smerdano, come fanno con tutto ciò che toccano, va da sé, perché poi lo scopo è sempre porre dei paletti, laddove alcuni temi ti aiuterebbero a cogliere meglio questioni del presente e del passato (tipo appunto nazionalsocialismo o anche conflitto israelo-palestinese), loro arrivano immediatamente a colonizzare, a cambiare i significati dei termini, ad annacquare, a svilire e in definitiva non si capisce più nulla di ciò che era all'inizio. Quindi il sovranismo è buono quando è di sinistra, ma cattivo quand'è di destra. La differenza? Bé la differenza è che uno è di sinistra, l'altro di destra. Più chiaro di così!


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