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TI: effetti del petrolio a $29?


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http://www.caffe.ch/stories/economia/53110_ecco_come_vivremo_col_petrolio_a_29_dollari/

I prezzi minimi del barile rilanciano (forse) l'economia
Ecco come vivremo col petrolio a 29 dollari

di Ezio Rocchi Balbi - 17 gennaio 2016

La caduta libera del valore del greggio sembra inarrestabile. Da undici anni a questa parte, il prezzo del petrolio non e' mai stato cosi' basso. E ora che veleggia sui 30 dollari al barile, ma e anche sotto - quando tutti gli analisti del settore per anni ci dicevano che avremmo dovuto abituarci all'idea di una quotazione stabile sui 100 dollari - questo settanta per cento di riduzione non si capisce bene dove sia finito.
Certo non nelle tasche dei cittadini che, al momento, si sono accontentati di qualche centesimo risparmiato alla pompa di benzina. Eppure dai carburanti ai trasporti, dai viaggi al riscaldamento, dall'energia necessaria per produrre i vari beni qualche effetto benefico sul portafogli domestico si dovrebbe pur vedere.

"Se c'e' stato qualche vantaggio economico il consumatore ticinese non se n'e' proprio accorto - commenta sarcastico Antoine Casabianca, presidente dell'Associazione dei consumatori Acsi -. Come al solito quando c'e' un aumento di una voce importante dell'economia aumenta tutto, fino alla tazzina di caffe'; quando invece crolla bisogna considerare le scorte fatte, gli impegni gia' presi... Qualcuno, invece, specula sul ribasso ma non sono certo i cittadini a goderne i frutti. Sulla nafta, i combustibili per riscaldamento si comincia a vedere qualche differenza; sul fronte 'casa', invece, paradossalmente questo crollo sta provocando qualche problema. Chi si e' visto modificare il canone d'affitto a fronte d'un investimento del proprietario a favore di energie alternative ora fa i conti e non vede piu' il vantaggio, ad esempio, d'essere passato alla pompa di calore".

Eppure, anche se ritardato, il prezzo minimo da record del greggio qualche bonus lo offrira'. Difficilmente, pero', si tradurra' in soldoni nelle tasche dei comuni cittadini. Voce per voce, in questa stessa pagina, il Caffe' ha cercato di illustrare tutti gli scenari che si presenteranno nella vita quotidiani col petrolio a 30 dollari. "Quotazione che aiutera' sicuramente a mitigare il franco forte sui costi delle importazioni - spiega Marco Salvi, direttore di ricerca Avenir Suisse -. E seppur con effetto ritardato qualcosa si risparmiera' in trasporti, viaggi. L'ultima analisi Ams Research assicura che l'impatto almeno in Europa sara' positivo, e il cittadino medio americano risparmia 700 dollari annui di carburante, ma nello stesso tempo vengono licenziati migliaia di lavoratori nel settore petrolchimico...

Spesso questi ribassi nelle materie prime danno zero risultati soppesando vantaggi e svantaggi. Il settore industriale, ad esempio, dovrebbe avere un beneficio dal minor costo energetico della produzione, ma in Ticino e in Svizzera in generale dove prevale il terziario il vantaggio e' nullo". "La riduzione almeno servira' a riequilibrare le maggiori spese, sia per effetto del franco forte, sia per l'aumento della tassa federale sulle emissioni di CO2 scattata dal primo gennaio", aggiunge Marco Passalia, vicedirettore della Camera di commercio.

Insomma, come spiega con le sue "domande & risposte" Giuseppe Turani in questa pagina dalla riduzione del petrolio dovremmo avere solo vantaggi. Ma c'e' anche un altro aspetto della medaglia, incluso il monito del Guardian che ricorda come nell'ultimo secolo i quattro sconvolgimenti del barile (1973, 1979, 1990 e 2008) hanno coinciso con una recessione globale.

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I carburanti
Su benzina e diesel centesimi risparmiati

In discesa. In quasi tutti i distributori di carburanti in Ticino, pur con lievi variazioni, i prezzi di benzina e diesel sono calati. Ma non seguendo in automatico il brusco andamento dei costi del petrolio. La benzina senza piombo 95 a meta' settimana partiva da un minimo di 1,31 franchi, a fronte dell'1,43 di quest'estate. Il diesel al prezzo piu' vantaggioso, invece, costava all'incirca 1,37 franchi mentre tra luglio e agosto era a quota 1,49. I prezzi sono lievemente piu' alti di qualche centesimo se vengono calcolati a livello nazionale. Secondo le organizzazioni di importatori i costi dei carburanti sono calati meno in rapporto all'andamento e alle quotazioni del petrolio anche per effetto del cambio dollaro-franco.

La casa
Bollette piu' leggere per il riscaldamento

A dicembre 2015, l'indice nazionale dei prezzi al consumo (Ipc) riferito ai costi per la gestione delle abitazioni e l'energia e' andato a meno 0,6%. La contrazione, che fa bene alle economie familiari, e' stata causata dal forte calo dei prezzi dell'olio da riscaldamento, che ha toccato la soglia di meno 14,7% (giorni di riferimento: 1 e 15 dicembre) annuo. Attualmente, secondo i dati forniti da Swissoil Ticino, per una scorta che va da 1.500 litri a 2.199 litri di olio da riscaldamento nel Sopraceneri cento litri si pagano 75,50 franchi; si arriva a 69,40 franchi per ogni cento litri se la scorta oscilla da 9.000 a 13.999 litri. Nel Sottoceneri invece, sempre per le stesse quote, cento litri si pagano rispettivamente 74,50 e 68,30.

I viaggi
Biglietti aerei meno cari cosi' si vola piu' lontano

Non ci sono piu' solo i last-minute. I viaggi, le vacanze costeranno sempre meno. Per effetto della concorrenza, certo. Ma soprattutto del costo del carburante. Almeno a sentire le previsioni dell'International air transport association (Iata), e cioe' l'organizzazione delle piu' importanti compagnie aeree nel mondo. In un dossier presentato in dicembre a Ginevra, la Iata ha calcolato che il biglietto per un viaggio di andata e ritorno e' in calo. Facendo una media per una destinazione sia nazionale che internazionale, il costo stimato e' stato di 472 dollari nel 2014. Prezzo sceso a 407 dollari nel 2015 e che tocchera' i 375 dollari nel 2016. "Rispetto al 1995 - ha spiegato Iata - c'e' stata una diminuzione del 61 per cento".

L'energia alternativa
Cresce la pressione delle fonti rinnovabili

Il calo del petrolio non e' dovuto solo a un eccesso di offerta a buon mercato, ma anche allo spostamento di significative quote di mercato verso fonti alternative. E anche per questo la domanda di "brent" non cresce piu' come e' accaduto in passato. E' la conclusione, molto sintetica, alla quale e' arrivata Bloomberg New Energy Finance, societa' di consulenza energetica. La ricerca di auto sempre piu' ibride, le case sempre piu' riscaldate con energie rinnovabili, le industrie che creano parchi eolici e solari, stanno piano piano rosicchiando business ai produttori di petrolio attorno ai quali ha ruotato finora l'economia mondiale. Oggi, anche a livello svizzero, il quadro sta lentamente mutando.

Il lavoro
Tagli e ristrutturazioni nei colossi del "brent"

I margini di guadagno sono ormai risicati. E chi commercia o lavora nelle materie legate al petrolio deve continuamente rivedere i prezzi. Verso il basso. Cosi' queste aziende sono sotto pressione, dopo anni in cui i loro utili sono cresciuti costantemente. Ma ora, con il "brent" quotato attorno a 30 dollari al barile, fanno fatica a stare in equilibrio. Da un anno la tendenza e' quella dei tagli di personale. In Svizzera e all'estero. Pochi giorni fa il colosso britannico BP ha annunciato la soppressione di 4 mila posti di lavoro. Ma l'industria, dal calo del prezzo del petrolio ha avuto anche vantaggi. Perche' le fabbriche stanno pagando meno in carburante sia per la produzione sia per il riscaldamento sia per i mezzi di trasporto.

La previdenza
Paura per le pensioni e per la "bolla" ipoteche

Meno 0,41 da novembre a dicembre. E meno 1,31 nel 2015, dove solo per 5 mesi il tasso di inflazione ha girato in positivo. Una situazione, quella Svizzera, di stabilita'. Ma che ha tuttavia fatto segnare qualche preoccupazione. Proprio pochi giorni fa l'Unione delle banche cantonali svizzere ha detto di temere in particolare per la previdenza vecchiaia. I fondi pensionistici oggi sono costretti a procedere a investimenti piu' rischiosi per generare guadagni. L'inflazione, hanno fatto notare i banchieri cantonali, non riguarda attualmente le merci bensi' i mercati finanziari. E a questo proposito la paura resta quella di una bolla finaziaria nel settore immobiliare visti i tassi d'interesse bassi per le ipoteche.

-- Mumble mumble --
Vediamo un po' qualche pensierino sparso sul tema.

Prima cosa che salta all'occhio sono gli esperti: nessuno ma proprio nessuno, un 10-20 anni fa previde questo andamento del prezzo del petrolio. Se previsione ci fu, era quella che il prezzo del petrolio sarebbe salito alle stelle una volta superato il famoso picco di produzione. Questo per via del noto rapporto fra domanda ed offerta.
Quindi gli economisti energetici hanno clamorosamente fallito su tutta la linea, e naturalmente con loro i giornalisti economici che dovevano informare il pubblico sui possibili scenari futuri.

Seconda cosa, la tassa sul CO2.
Lo stato talvolta e' meno sciocco di quel che si pensa. E' lungimirante quando si tratta di inventarsi balzelli. Importanti non in se', ma come cuneo da allargare in caso di bisogno. Notoriamente gli stati di tutto l'occidende sul petrolio ci campano, direttamente quei pochi che ce l'hanno, indirettamente gli altri, tramite la tassa sul carburante, che non e' proprio una bazzecola, anzi rappresenta il costo preponderante del carburante per il cittadino e le imprese. La famigerata tassa sull'aria che respiriamo, denominata astutamente tassa sul CO2, e' uno di questi cunei. Perche' se finisce il petrolio come carburante gli stati dovranno ben inventarsi una tassa sostitutiva di quella pacchia statale che e' la tassa sui carburanti. Sono in attesa della tassa sul vento e di quella sul sole. Magari, buon ultima, metteranno la tassa sulla gravitazione, che magari chiameranno tassa su pioggia, neve e grandine; ci sarebbe anche la tassa sui passi, ora che controllano al millimetro dove e quando e come ci muoviamo.

Terza cosa, la petrolchimica.
Incredibile a dirsi, il nostro giornalista non spende manco una parola sulle industrie derivate dal petrolio. Eggia', perche' il petrolio non e' importante solo come carburante (una volta raffinato), ma e' essenziale per diversi rami industriali: la cosiddetta petrolchimica o industria della plastica, l'industria chimica dei fertilizzantii, l'industria dell'abbigliamento e delle calzature, l'elettronica, nel senso dei contenitori di aggeggi elettronici, l'industria degli involucri, ecc. Ammesso che crolli la domanda di petrolio per farne carburante, cio' non implica mica il crollo immediato delle altre industrie derivate dal petrolio. Per cui la domanda di petrolio, anche se crollera', non crollera' completamente, anzi. Per ora silenzio su tutto il fronte, non si sbilanciano gli esimi sapienti di queste cose nel dirci dove sta la soglia della domanda petrolifera. Il che la dice lunga sulla loro sapienza, insomma sull'utilita' di quella sapienza per tutti noi.

Quarta cosa: citus mutus.
Guai a menzionare la rivoluzione energetica che sta sobbolendo semi-silenziosamente, con grande orrore dei giornalisti di Repubblica e del gregge di giornalisti al seguito, per esempio quelli del Caffe' e della RSI.
Menzionare le LENR no eh, giammai. Neanche quando scalderanno casetta loro con una scatoletta di sigarette ne parleranno questi qua.
Gira nel web una pulce con un'opinione sua. E' un'opinione molto di nicchia, ma gira. Qualcuno si chiede se i Sauditi non siano consapevoli dell'avvento delle LENR, il che decreterebbe la fine del petrolio come fonte energetica. Evidentemente, siccome non si dice chiaramente dove starebbe la soglia della domanda petrolifera togliendone il fabbisogno energetico, e' difficile ragionarci su.

Quinta cosa. I motivi di certe guerre sono stati altri?
Se e' vero che la fine del petrolio come fonte energetica e' vicina, cosa ancora tutta da vedere in realta', ci si deve porre la domanda delle innumerevoli guerre spacciate maldestramente per diffusione della, ehm, democrazia, in realta' combattute con lo scopo di controllare il petrolio iracheno e libico. A che pro? Dico, ragionando dalla parte degli scatenatori delle guerre succitate. Non resta che il pro caos come motivazione che regge oltre il petrolio.

Fine dei pensierini, per ora.
Adesso tocca anche a te, Rocchi Balbi, a pensarci su'.


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