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tornando su come possiamo essere manipolati


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Gli esempi si sprecano, ma vorrei scendere nel minuscolo e nel quotidiano che ci compete. Perché, se veniamo manipolati nelle opinoni politiche, per esempio su argomenti spinosi come l'immigrazione, il terrorismo, l'economia, i meccanismi che ci governano sono poi gli stessi quando andiamo a fare la spesa, guardiamo la TV, cerchiamo un lavoro. Non è che facciamo le cose con due teste diverse, siamo sempre noi a prendere le decisioni per la nostra vita.

Vorrei anche essere meno fumoso, meno teorico, del meccanicismo sottostante, spiegato anche troppo bene da altri molto più preparati di me. Per esempio quello che spiega come è possibile sostituire un pensiero in modo che la persona sappia che è farina del suo sacco e che vada orgogliosa, mentre in realtà è un vero e proprio impianto cognitivo-comportamentale progettato all'esterno, che è disarmante notare quant'è facile da realizzare (con gli strumenti giusti).

La questione che vorrei qui trattare è un retrostante (non un sottostante) cioè un feedback cognitivo in cui il manipolatore casca spesso e volentieri, soprattutto se usa inconsapevolmente i meccanismi di manipolazione. L'uomo è una scimmia ad alto potenziale creativo-distruttivo, il che significa che la sua capacità di apprendimento e applicazione creativa degli strumenti cognitivi è pressoché illimitata. Putroppo per noi avviene indipendentemente dalla nostra coscienza. Possiamo imparare e applicare gli strumenti cognitivi anche senza studiarli. Ci basta esserne vittime.
Siccome siamo vittime più spesso che carnefici (per mere questioni numeriche, ci sono più vittime che carnefici) impariamo tutti molto più nella coscienza silente che in quella verbalizzata. Cioè siamo tutti manipolatori in potenza, ma incoscienti.

In qualità di manipolatori ciò che ci interessa è convincere il nostro prossimo. Attenzione perché (controintuitivamente) non è praticamente mai importante per noi stabilire cosa o perché ma solo e unicamente come dobbiamo fare per convincere. Sicchè non valutiamo praticamente mai le ricadute complesse delle manipolazioni che operiamo. Ciò che per noi più conta è se riescono oppure no.
Convincere la moglie, il marito, i figli, il capo ufficio o il nostro dipendente, sono tutte condizioni in cui cerchiamo di usare la manipolazione per indurre un comportamento secondo quello che stiamo cercando di ottenere, con un idea molto (ma molto) vaga di tutte le ricadute che ciò comporta e con il rischio serio di indurre comportamenti che poi risultano del tutto indesiderabili (per noi e per i nostri cari).

Ma riprendiamo la questione che vorrei trattare: il manipolatore incosciente finisce quasi sempre per convincersi della bontà dell'idea che lo induce a manipolare. Per ciò ad esempio, se leggo sui fustini "detersivo per lavatrice" sono indotto a pensare che il contenuto sia stato accuratamente studiato per la mia lavatrice. Anche chi ha prodotto quel detersivo può assicurare che è stato formulato con la massima cura nei test per verificare che sia adatto a una lavatrice, non solo ma di solito suggeriscono pure la marca. Tutti gli attori di questo dramma possono essere radicalmente convinti che sia così, senza sentire l'esigenza di produrre uno straccio di prova. Sono tutti manipolatori manipolati unicamente dalle parole. Questo non vuol dire che il detersivo effettivamente non sia per lavatrice, ma che tutti coloro che producono detersivi devono convincere della bontà dei loro prodotti, quindi faranno a gara per distinguersi e se qualcuno ha successo nel convincere gli altri produttori non potranno che seguire a ruota. Questo a prescindere dalla soluzione e dalle ricadute sulla salute, sulla vita e sull'ambiente, ma anche solo sulla componentistica delle lavatrici e la durabilità, sulla semplice gestione dei sedimentati, sullo scarico delle acque chiare e le tubature, sullo sfruttamento ambientale per procurarsi le materie prime e per lo smaltimento dello scarto industrale, etc. etc.
Tutti penseranno allegramente che quello è detersivo per lavatrice e l'unica vera ragione per considerarlo così sarà il prodotto di una manipolazione incosciente. Si può raggiungere qualunque risultato, anche totalmente incompatibile, tanto che se ci mettessi uno shampoo per capelli funzionerebbe meglio, perché non c'è limite all'apprendimento di manipolazioni di una scimmia ad alto potenziale creativo-distruttivo costantemente manipolata e in continua ricerca di nuove tecniche manipolatorie.

Siccome questo è applicabile nel piccolo, come nel grande, è evidente che siamo costretti a essere responsabili e coscienti della nostra compulsiva voglia di manipolare incosciente. Per lo meno ammetterla e iniziare a vederla. Se iniziassimo a spaventarci a morte di noi stessi, forse forse una speranza (piiicolla, eh?) potrebbe salvarci dal peggiore e inevitabile conseguente futuro.


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