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Una mentalità coerente per affrontare una bioguerra


GioCo
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In un recente fertile scambio epistolare, in cui contestavo l'idea che avesse un senso sapere lo stato sanitario di chicchessia (=se sei o meno punturato) al fine di gestire una epidemia o uno stato di emergenza pandemico, al solito ho dato per scontato troppe cose e mi è stato educatamente risposto: "...non sono d'accordo".

Ci ho riflettuto molto e il mio demone al solito mi ha suggerito quell'evidenza evidente che mi sfuggiva, cioè la domanda delle domande che non ci siamo mai posti in modo serio come collettività, ed è: come si affronta una pandemia? Non in macroscala ovviamente, per quella ci sono le organizzazioni sanitarie locali e globali, ma noi, singolarmente, come cittadini "del Mondo" intendo, quale comportamento "sano" dovremmo avere, soluzioni per ipocondriaci a parte? Questa domanda per me era implicita dal momento in cui nel 2020 il problema principale era per tutti "la mascherina obbligatoria", soluzione grottesca per un problema posto male e quindi ho capito subito che il problema era (appunto) il tipo di mentalità che occorre per affrontare la situazione.

Che non è quella che ci viene imposta/proposta con il ricatto, evidentissimamente.

Perché se si tratta, come l'approccio coerente semplicemente URLA, di una guerra biologica, cavalcata da una plutocrazia immorale al fine di militarizzare le democrazie occidentali con la vecchia scusa dell'eterna emergenza, diventa obbligatorio ignorare le assurdità plutocratiche da una parte e prepararsi dall'altra a combattere (civilmente) un nuovo tipo di guerra che non ha nulla di convenzionale ed è un vero e proprio "territorio tanto maledetto quanto inesplorato".

La domanda che per me era scontata nel 2020, penso diventerà presto centrale. Due anni li abbiamo buttati nel cesso (come comunità) a correre dietro ad epiche ca%%ate della corte del drago e del suo fido spettro disperazione (come Dracula e Renfield). Ovviamente intendo che TUTTI i provvedimenti presi fin'ora siano inutili, mal gestiti o del tutto privi di senso, banalmente guardando i risultati ottenuti, ma li affronteremo uno ad uno nella presente, per capire fino a che punto possono essere ripresi in via coerente con la necessità sanitaria.

Quindi proviamo a farci una domanda semplice semplice: quanto tempo ci mette un patogeno infettivo come questo a trasmettersi da soggetto a soggetto? Cioè a "rapida" diffusione, cosa significa?

La domanda pare peregrina, ma un attimo di pazienza e si capirà perché è centrale (rispetto ad altre altrettanto importanti) ed è la prima che mi sono posto. Naturalmente la domanda sottende un contesto ideale "pulito". Cioè tra due soggetti di media età senza sintomi di sorta (un generico mal di testa per chi soffre di emicrania non lo sarebbe) e senza particolari patologie pregresse o altro che possa interferire con il sistema immunitario in modo significativo (ad esempio stile di vita, alimentazione, umore, assunzione di farmaci, etc.) e in un luogo di transito (come un corridoio o un marciapiede) genericamente non affollato (ad esempio si esclude la metrò in orario di punta). Domanda che va intesa entro una seconda domanda, con un fine più generico, che ne incapsula il senso: quale è il grado di rischio (come soggetto) che mediamente corro nella mia giornata? Ad esempio: numero di contatti, luoghi dove avvengono, tempo di permanenza in tali luoghi. Devo stabilire un metro, una misura sommaria di qualche tipo che mi possa orientare.

Diamo per ciò una sigla convenzionale per indicare un "grado di rischio medio giornaliero individuale" per comodità, chiamiamolo gR. Diciamo sempre per convenzione e comodità che il nostro indice avrà una scala da 1 a 10 dove 1 è il rischio minimo. Ogni situazione soggettiva che valuteremo in questo contributo e che sarà valutata "significativamente" a rischio secondo certi parametri potrà o meno aumentare il grado. Si parte da 0 ma non esiste la condizione "senza rischio" a meno che non intendiamo vivere in una cella a prova di patogeno, ovviamente. Va da sé che a seconda della situazione personale, vanno presi provvedimenti per ridurlo il più possibile, mantenendo allo stesso tempo il più possibile l'aspetto sociale che è umanamente incomprimibile per il benessere individuale, per ciò se un grado minore è 1, non è però quello ideale, migliore, desiderabile o auspicabile, cioè più in equilibrio con le nostre esigenze specie specifiche umane. Insomma, 1 non va bene e basta, tanto quanto 10.

Valuteremo per ora un gR medio di 3 o 4, cioè sotto la metà, come buono e ideale per una persona nella media, cioè genericamente "sana" (anche asintomatica). Poi valuteremo qualche caso di deviazione dalla media per "testare" la robustezza del principio nell'approccio.

Il tempo che occorre, indipendentemente dall'ambiente e (se un patogeno che si trasmette per via aerea) con una distanza "di contatto" (per intenderci, quella necessaria a stringersi la mano) che è da calcolare in secondi e sta nell'ordine del minuto e anche se non è quantificabile in via "precisa", questa è già un indicazione "precisa" per regolare il comportamento, scevra da condizionamenti psicotici da IV Reich. Cosa significa? Banale, se incontri qualcuno e ti fermi il tempo di chiedere "Ciao, come stai?", gli stringi la mano, aspetti la risposta educatamente e magari aggiungi un augurio o qualche altro scambio, il rischio rimane minimo. Anche senza mascherina, anche in distanziamento sotto il metro e anche dando la mano. Banalmente perché nel caso peggiore, ad esempio se uno dei due è concretamente asintomatico, quindi infetto e non lo sa, la carica virale che passa è insufficiente.

Tuttavia quello è il tipo di contatto medio giornaliero più frequente. Non è ideale, è solo quello più frequente e regola comunque una ridda infinita di casi e situazioni diverse. Un esempio sugli infiniti, ordino una pizza.

Il che vuol dire che con la mascherina posso starci un ora? Ovviamente no. Vedremo che ci sono casi in cui la mascherina può effettivamente tornare utile, ma in un approccio di questo genere, non ha alcun senso considerarla e basta. Se siamo al chiuso? Abbiate pazienza, ci arriviamo, ma ogni cosa deve rientrare in un quadro generale di senso, se no è un buttar lì stronzate alla CTS per seguire le volontà dispotiche del plutocrate di turno e basta.

Infatti già così ho i parametri coerenti di partenza solidi, inizio già a capire qual'è il comportamento che ha senso tenere mantenendo un profilo umano accettabile e di conseguenza le regole smettono di essere ferree (per promuovere la paura del contagio che richiama la necessità della disciplina imposta dall'alto) e standard rigidi (cioè regole applicate a tutti indistintamente) che generano situazioni grottesche come una classe di bambini (soggetti non a rischio) delle elementari che per stare in presenza devono "calzare" dispositivi di protezione (per ora solo le mascherine, ma per la deriva folle presa ci porterà per forza verso le tute protettive) che ci fanno già chiedere adesso se magari non ha senso tenerli a casa e fare l'home scooling per evitare la ancora più grottesca DAD.

Ora, cosa succede se queste due persone che si incontrano e stanno a chiacchierare per (diciamo) un minuto, se una delle due è "positiva asintomatica". Nulla. Non cambia assolutamente Nulla!!! Confrontate questa risposta con chi è stato alimentato dal terrore folle e pensa che il semplice contatto con un positivo (per esempio al supermercato) può contagiare o persino tramite un contatto indiretto (cose che il positivo a toccato prima) che non considera neppure il parametro più ovvio (che esamineremo tra poco): la temperatura. Mi ricorda mia nonna che da ragazza era convinta che baciando un uomo rischiava di rimanere in cinta. Il tipo di informazione (=intima) e i motivi per cui non circolava (=paura del prossimo) erano simili per ciò venivano poi partorite imbecillità simili.

Bene, questa situazione è per noi il grado di rischio 1. Se aumenta quel tempo abbiamo un altro grado di rischio.

Semplice semplice, cioè facile sia da intendere che da applicare e quindi per tutti. Sfido qualsiasi medico o specialista virologo a dire che NON sia un approccio conforme a contenere il contagio efficace, sensato, sicuro e che però rimane umano. In una parola civile e distante anni luce dall'ideale del "partito dell'orrore" rettiliano del drago e del suo tirapiedi spettrale disperazione. Certo ci vuole un educazione, ma questo non credo sia un problema dal momento che siamo stati tutti "educati" a seguire approcci deliranti, tipo lavarsi le mani 500 volte al giorno tenendole immerse nel disinfettante nei tempi morti, non sarà da meno il seguito per quelli di buon senso, tanto più se li intendiamo tali.

Da qui procediamo. La seconda domanda che secondo me va posta per capire in che direzione far aumentare gR, cioè la traiettoria di comportamento per la gestione del rischio dopo la permanenza, riguarda la densità di presenza. Cioè, precisiamo bene bene che se no si svariona, dato il periodo e le teste medie che ci ritroviamo: quante persone "a contatto" (che ripeto significa a distanza minima buona per darsi la mano civilmente e non in modi stravaganti, tipo contorsionismi, anche se la mano non la daremo perché siamo tra "sconosciuti") devono stare in uno spazio qualsiasi (che poi definiremo più in dettaglio) perché il grado di rischio aumenti di 1 punto?

Due abbiamo detto NO, perché è il riferimento minimo. Quindi, banalmente, seguendo lo stesso identico principio, più di 2. Ma se siamo in 100mila? Lo aumentiamo di quanto? Non è questo IL MODO CORRETTO DI RAGIONARE. Il rischio è da calcolare tra una media di trasmissione e ricezione del patogeno che dipende dagli individui e dalla condizione minima per ogni aspetto osservabile e su quello va mediato. Cosa significa? Che non guardo la percentuale di probabilità di incrociare un infetto, non ha senso compiuto, parca miseria, perché il grado di infettività varia di continuo ed è un parametro incontrollabile in ambiente libero!!! Guardo unicamente quale è la condizione di trasmissione. Se il caso minimo è 2, un ambiente qualsiasi con più di due soggetti a contatto diventa già "fuori dal parametro minimo di sicurezza". Quindi si aumenta di un grado e basta, semplice semplice. Allora vuol dire che se siamo in 3 in una stanza o in 100 nella stessa è lo stesso? Si, è lo stesso, perché corri comunque un rischio più alto del minimo. Punto.

Ripeto, il ragionamento è orientato a regolare un comportamento adatto a contenere una situazione civile di guerra pandemica senza diventare disumani, non a regalare certezze ignoranti e psicotiche.

Gli altri due parametri a seguire da vedere, rispondono alle seguenti due domande in una, di cui la prima parte è già intuibile ma va regolata con una seconda che compone e riferita sempre alle condizioni medie di contatto medie più frequenti: l'ambiente in cui avviene l'incontro di quanto ricambio d'aria (=ossigeno) dispone e a che temperatura? No semplicemente "aperto o chiuso", così se mi trovo nel sottopassaggio della metrò in banchina ad aspettare il treno mi tabarro come un palombaro perché "sono al chiuso" e ciò terrore che aleggi non si sa dove il "potentissimo" Dio patogeno, fetido, mortale e invisibile. Questa cosa del chiuso e dell'aperto fa solo confusione, toglietevelo dalla testa nel ragionamento serio e includetelo per far contenti gli imbecilli ed evitare con loro inutili e sterili polemiche. Un ambiente chiuso e riscaldato con un ottimo impianto di areazione (ad esempio un supermercato) è sicuro e non provoca aumento di grado. A meno che non ci sia ressa come al punto precedente, cioè (precisiamo per le testoline di ca%%o che nel web abbondano) seguendo il principio: se mi trovo nella condizione in cui per più di un minuto devo rimanere con più di due persone a contatto. Chiaro? Tipo venti minuti di fila alle casse per dire. Semplice, semplice. Ma allora (sentenzia la testa di ca%%o) con il supermercato pieno se non c'è fila non c'è pericolo? No. Punto. Non c'è mi dispiace per l'ipocondriaco, non c'è e basta a meno che... etc. etc.

Però attenti all'impostazione: se posso evitare di andare in orari di punta al super è OVVIO che per tenere basso quel punteggio, evito. Punto. Non ci vuole un genio (poi toccheremo però di nuovo il problema dell'assembramento perché è importante capire bene bene il principio che è inclusivo e umano per definizione).

La situazione va valutata istante per istante, deve essere un abitudine che regola un comportamento, niente di speciale, lo abbiamo fatto fino adesso, ma in via del tutto disumanizzante, schizoide e senza riferimenti, cioè priva di senno (del tipo divisione tra ipocondriaci feroci e "il patogeno non esiste e la malattia è solo una banale influenza lo dicono le statistiche") che ci espone a rischi inutili (di andare tutti al manicomio o in terapia intensiva) e che non preludono a nulla di buono per il futuro, per l'evoluzione intrinseca della guerra in corso. Tipo strette psicotiche e orwelliane sempre maggiori.

Prima di passare però alla prossima domanda, vediamo di capire meglio questa che è più articolata. Infatti non si valuta tanto e solo il volume del ricambio in uno spazio ma anche e soprattutto la temperatura. Mi è stato contestato infinite volte questa faccenda della temperatura, ma come sempre non seguo la verità, quindi non me ne sbatte la MINCHIA se per voi "però in India e in Africa" il contagio avviene lo stesso. Il principio inconfutabile dice: un agente patogeno virale è materiale genetico incapsulato in un involucro di grasso. Se l'involucro viene distrutto il patogeno smette di essere un problema. Il resto è confusione per i dementi e in questa sede non ci interessa considerarla, punto e a capo. Cosa mette in "pericolo" l'involucro? Liquefarlo. Mai fatto il fritto con lo strutto? Stesso principio. Non occorre ovviamente però una temperatura assurda, se tieni il burro tra le mani non rimane solido. Diciamo che la soglia ideale da considerare per distruggere il patogeno è quella corporea "minima-massima": 37-40 °C. Questo vuol dire che se ci viene la febbre alta presto (di solito arriva tardi, quando l'infezione è già in stadio avanzato) è più facile guarire e che non basta "un virus" per fare l'infezione, ci vuole una discreta carica virale perché già a 37 °C deve poter arrivare a infettare certe zone (come la gola) raggiungendole prima di sciogliersi e non è detto che riesca. E' un terno all'otto come d'altronde tutte le funzioni corporee e biologiche in generale. Di contro vuol dire che un ambiente freddo (come quello invernale) e non riscaldato intorno ai 20 °C (per confronto la permanenza media nell'ambiente del patogeno e del volume di aria dove la gola è un luogo molto ristretto anche se molto più caldo) tende a conservare di più il patogeno e questo alza le probabilità di infezione. Semplice semplice (e coerente con l'osservabile). Quindi, ricapitolando, tenendo conto gli altri parametri già trattati, se il luogo è riscaldato e con un buon ricambio d'aria va tutto bene. Se no, di nuovo, si alza di un grado.

Il solito rompicoglioni che non ha capito, chiederà: ma se siamo in un luogo freddo e angusto è lo stesso che uno caldo e angusto? Si, perché di nuovo è la deviazione dal minimo che conta. Quindi più 1 grado. Siccome però i due parametri sono sempre associati alla media dei luoghi civili che durante il giorno incontriamo (voglio vedere un luogo freddo e angusto dove lo trovate, dormite in cantina in casa vostra per caso?) è ovvio che non ha senso considerarli separatamente. Semplice semplice.

Arriviamo adesso all'ultima domanda della serie "standard" del nostro gR. Poi trattiamo alcuni casi di deviazione. La domanda è un po' diversa rispetto alle altre e la commenteremo al solito dopo: quante volte nel corso della giornata si ripetono le situazioni a maggiore rischio precedenti?

Ora, la domanda è bastarda e va capita bene bene perché contiene diversi "se", "ma" e "però" nascosti. Non dobbiamo intendere (di nuovo) come media del rischio di contagio la questione e lo so che è difficile data la capa tanta che gli svarioni del CTS+disperazione ci fanno da due anni a questa parte. Il punto di discrimine è al solito il minimo, ma va capito bene quale è questo minimo. Allora, in una giornata, mettiamo, MIA lavorativa media, quante volte? Vedete che già ci capiamo. Va tenuta strettamente individuale la valutazione ed è per questo che la domanda è tanto sibillina, perché sottolinea il problema dell'approccio che è diametralmente opposto a quello centralizzato alla drago e disperazione. E' un approccio etico individuale complessivo, ma pratico e per ciò "per tutti".

Poi se non vi piace, ne avete uno migliore, ne vogliamo fare un altro che ci piace di più, alzo le mani e sono pronto a condividere e discutere tutto quello che volete. Non ho preconcetti, non mi reputo saputo o "er mejo" (tutt'altro) e non sto imponendo niente a nessuno. Faccio solo notare che non ESISTE UNO STRACA%%O DI METODO PENSATO da professionisti e che consenta un approccio etico e umano alla bioguerra, almeno uno che sia a prova di "idiota medio" e che ci aiuta a regolare il nostro comportamento con l'idea di ridurre il rischio nostro e del nostro prossimo.

E' questo la dice lunga sulla bontà di affidarsi "agli esperti", più che sulla bontà stessa degli "esperti" che magari potrebbero cogliere la palla al balzo e colmare la lacuna.

Chiaro che se si tratta di una giornata lavorativa sarà quella da considerare, se si tratta di una di svago sarà invece quella da considerare. Di nuovo dando voce al "pirla che è in me", se è una giornata con tutte e due? Ci si riferisce al minimo e il minimo è 1. Cioè se abbiamo in media una giornata in cui (di nuovo allo sfinimento) tutti i parametri precedenti come bla bla bla, aumentano il rischio e si ripetono almeno una volta nella giornata, aumenta il grado. Meglio? Se acca%%o abbiamo un mix strano qualsiasi di aumenti è +1 e BASTA. Quindi questo vuol dire che se ho situazioni miste ripetute, tipo assembramento all'addiaccio al mattino e tre persone in cassa al super il pomeriggio e poi uno che mi blocca sul corridoio per mezz'ora a urlarmi addosso e tutto questo si ripete per qualche ragione, aumenta? SI, aumenta e di +1 e rimane +1 fisso anche se si aggiunge un altra ripetizione. Punto. Comunque sfido a misurare mix del genere nella vostra media giornaliera perché ovviamente li misurerete al momento, dato che sono tutte situazioni eccezionali, tipo serata con gli amici il sabato sera che non fa testo. Questo vi dirà solo come regolarvi nel comportamento, cos'è etico fare o meno per tenere basso gR e basta. Ciò che si deve intendere con questo schema è l'orientamento del comportamento medio giornaliero, non come si marcia secondo l'opzione Bismarck!!! Ca%%o un minimo di flessibilità la intendete? Poi tenete conto che è un parametro MAGGIORATIVO di compensazione, cioè se avete un assembramento al mattino e uno al pomeriggio i gradi da sommare di base sono già 2 e voi ne dovete considerare un terzo perché si ripete la condizione. Più chiaro? Non mi sembra così pazzescamente difficile da capire.

Però lo chiedo perché fatico tantissimo a ottenere buon senso ed equilibrio con il mio prossimo quando tratto questi temi purtroppo e a prescindere dagli schieramenti. Il timore che voglia imporre qualcosa al partito dei disubbidienti a tutti i costi corrisponde poi specularmente al terrore per il Dio del morbo pazzo degli altri. Non si riesce a ragionare comunque e siccome mi stanco, poi me ne vado in silenzio a dormire.

Perché si considera la ripetizione e non altro? Perché dopo le altre questioni è la media personale da dover osservare, porca di quella miseriaccia!!! Quindi la valuto. Ma perché maggiorativo? Allora, facciamo esempi pratici così ci capiamo subito. Quante volte vi capita di lavorare il mattino e andare a bagordi il pomeriggio? Immagino vi piacerebbe, ma in concreto non tante, eh? Di solito una persona media torna a casa in famiglia, dopo il lavoro. Quella si chiama "media" giornaliera PERSONALE. Non "occasione speciale per riuscire a dire che l'approccio è una merda". L'incontro occasionale NON FA TESTO. Quindi della domenica passata in assembramento in piazza per fare bagordi perché la mia squadra ha vinto lo scudetto (ogni riferimento è puramente voluto) non ce ne frega NIENTE, per una valutazione seria del rischio non fa testo, non fa media. Però se faccio l'autotrasportatore ad esempio, quante volte al giorno mi capita di avere contatto con più di una persona IN MEDIA? Se si ripete, il grado di rischio aumenta perché quel lavoro mi espone a quel tipo di rischio più che ad altri. Come quando calcolo il rischio di cadere da una scala e di farmi male e se faccio un lavoro che mi costringe a salirci spesso, invece che una volta ogni morte di papa quando serve, rischio di più. Facile facile, o no?

Va bene, ora vediamo alcune deviazioni. Immaginiamo che uno dei due, della situazione iniziale, sia malato e conclamato, per esempio positivo sintomatico in cura e a casa confinato. La moglie non è sintomatica, non è positiva, ma a meno che non siano Berlusconi, immagino debba convivere in spazi medi al chiuso ristretti. Immagino poi che tenere tutte le finestre aperte, agevolandogli una broncopolmonite in aggiunta all'infezione, non sia proprio sensato. Non si può nemmeno ammazzarlo o chiuderlo dentro una stanza, modello "confinamento carcerario casalingo". Non ridete. Lo dico perché le storie che ho sentito in questi anni sono tali e tante, ascoltate con due occhi così per l'assurdità implicita, il livello di ignoranza (ricordate mia nonna che credeva di rimanere in cinta baciando?) e di grotteschitudine tragicomica è tale che non mi sorprendo più di nulla. Ricordo con il sorriso uno a caso tra i tanti e che in molti hanno dovuto subire: il problema della spazzatura dei confinati, lasciati provvidenzialmente "soli" dai parenti (si sa mai) che veniva "lanciato" dalla finestra. Perché non si poteva portarlo a mano e metterlo nel cassonetto se no si usciva di casa ed era "vietato" per non contaminare il vicinato. Mi veniva raccontato con estrema serietà e "guai a dire qualsiasi cosa che ne mettesse in discussione il buon senso". Passi subito per irresponsabile e criminale.

Ma immagino che tutti voi siate pieni di queste storie, vissute o raccontate da altri. Quindi procediamo. Se avete fatto attenzione, la prima domanda è MOLTO SOTTILE. Perché aggira un problema che è quello della paura del patogeno che non può in alcun caso essere "visto" mentre si trasmette. Lo fa in un modo banale, limitando l'osservazione al sintomo e quindi implicitamente osservando che per essere la carica virale media più pericolosa di un incontro "standard" di grado 1, il più probabile durante una giornata, come quello ipotizzato all'inizio, deve esserci almeno un componente malato. Semplice semplice. Il primo caso così impostato fa sempre da parametro di riferimento coerente.

Quindi il caso deviato non avrà una base 1 e poi sommo, ma una base 2. Parto da 2. Se i malati sono entrambi, moglie e marito, parto sempre da 2. Perché calcolo il rischio medio. Questo è fondamentale per esempio per un medico nell'esercizio delle sue funzioni. Egli avrà già un problema di contenimento del rischio che si somma a ogni incontro, perché non può sapere se il malato è o meno un infetto, cioé ha un raffreddore banale o meno, finché non lo visita. Va bé, ok, questo prima del 2019 adesso le "visite" si fanno on-line, in sicurezza, se il medico non è tra quelli rari che contestano e non sono stati sospesi... Ma qui stiamo considerando l'aspetto umano e che sia ideale il comportamento non mi interessa. E' coerente con un etica umana. La seguite, non la seguite, è utopia, non è utopia... non mi interessa. Soprattutto qui ai fini di un esempio. Proseguiamo. Noterete come "il malato" avrà una base 2 fissa, perché è sempre lui ad andare in giro e la sua capacità di autodisciplina è già alta, cercherà per forza di starsene buonino e la sua media giornaliera di contatti sarà già fortemente sotto controllo. Mentre un medico no, lui incontra il potenziale malato e siccome si ripete... Parte già da un parametro alto. Allora si devono considerare approcci speciali e conformi al TIPO e al GRADO di rischio. Immaginiamo sia un medico virtuoso che visita a casa tutti i suoi pazienti e che la media di malati che visita in un certo periodo, diciamo di punta, che risultano "infetti" è di 2 pazienti al giorno. Allora il suo grado di rischio è già in partenza 1+3=4. Basta pochissimo a farlo andare oltre. Quindi, se dobbiamo tenerlo sotto la metà (minore di 5) dovremo adottare dei comportamenti adeguati. Ad esempio, al super se possibile ci va la moglie (magari è già così o la moglie è lo stesso un medico, cercate di non fare i pignoli e di capire il senso) in alternativa ci si ritaglia tempo esclusivamente quando non c'è ressa.

Poi, in questi casi la mascherina può tornare utile soprattutto se il paziente tossisce. Se è paucisintomatico, tipo spossatezza o febbriciattola, senza però manitestazioni espettoranti, conta di più il tempo di permanenza. Quindi in caso di sospetto sarebbe utile un mezzo per la diagnosi veloce, piuttosto che qualsiasi altra cosa inutile, come uno scanner all'infrarosso (che NON è un rilevatore di temperatura, come una videocamera) non una tuta spaziale modello Star Trek, ridicolissima fuori da un laboratorio e che ci allunga i tempi di permanenza!!! Non siamo a Chernobyl, straca%%o!!!

Va be, penso che l'intento adesso sia chiaro quindi la chiudo qui. Altrimenti fatemi capire se non vi tornano i conti e dove di preciso e vediamo di correggere.

Una sola nota in chiusura, i sieri. I sieri servono a parare il colpo e sono temporanei, sono farmaci sperimentali pensati per quello e proteggono alla seconda dose per circa 3 mesi e 1 mese per la terza. La quarta è un salto nel buio e il rischio concreto è la possibilità pratica (non la garanzia) di rimanere immunodepressi a vita. Comunque va aumentato il grado di rischio di un fattore +1 come se si fosse malati, perché si rischiano tutte le altre malattie nelle finestre operative del principio attivo (ad esempio x 2 sett da ogni dose) e perché ci si ammala più facilmente in maniera paucisintomatica, facilitando il contagio inconsapevole.

Il metro per decidere se farli è uno semplice: se ho bisogno di lavorare e mantenere una famiglia e non riesco a mettermi d'accordo con il mio principale, ne ho modo di cambiare, non ho scelta. Punto. Ora come ora le ideologie, in piena guerra e con il passato che abbiamo da coglioni compra-tutto l'inutile, le lascerei ai "diversamente" svarionati. La guerra si combatte su più fronti e si fa quello che possiamo, non quello che mette a rischio le persone care perché "siamo contro il sistema". Poi, dato che è un opera dannosa, mi informo bene bene sul contenimento del danno. Ad esempio, vado subito a farmi la prescrizione da un medico ospedaliero specialista perché è obbligatoria e perché devo tenere d'occhio la mia situazione di partenza. Non faccio la prenotazione se no, perché è illegale e va chiarito bene a chi di dovere. Poi non faccio nemmeno il pirla prendendo per il culo il mio principale però perché sta storia di scaricare il barile deve FINIRE.

Ognuno deve prendersi sta ca%%o di responsabilità, basta fare finta che non c'è e che si possa fare come se fossimo nel paese dei balocchi. I balocchi sono finiti.

In più, se sono una persona adulta, lucida e responsabile, farò tutti i passi per poter chiedere risarcimento in caso di invalidità, non per me (di nuovo) ma per la mia famiglia e non farò come la massa di coglioni che poi tanto è protetta e ciao, ma mi faro controlli del sangue periodici almeno mensili, per tenere sott'occhio i parametri ematici e le evoluzioni che non c'è da scherzare ne da prendere alla leggera NIENTE. Ovviamente dietro assistenza del mio medico curante che devo assicurarmi. Non è facile? Niente è facile, tanto meno in una guerra.

Facile e fottersene e fare finta che così non sia.


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Petrus
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Hai probabilmente dimenticato, @Gioco, che entrare in contatto con questo virus o esserne infetti è, nel 99,99qualcosa per cento dei casi assolutamente non pericoloso.
Sembra quasi che, a forza di sentirlo dire, anche tu stia associando la condizione di positività ad un evento rischioso...


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Pfefferminz
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@GioCo

L'ipotesi del virus come arma biologica non dovrebbe accompagnarsi ad un eccesso di mortalità nel 2020 e nel 2021? Nel 2020 non c'è stato un eccesso di mortalità e, secondo le prime stime, neanche nel 2021, malgrado, ad esempio in Germania, sia stato registrato negli ultimi mesi  un aumento dei decessi del 10% - 20%.  Nel seguente video vengono presentati i dati per Germania e Svizzera per il 2021 (anche se incompleti):

https://t.me/real_hero_official/382

Penso inoltre che la nostra percezione della "pandemia" sia stata falsata dall'uso di un test (PCR) che ora anche il dr. Faucy ha ridimensionato, confermando quello che noi complottisti abbiamo sempre sostenuto (test non validato e non in grado di rilevare un'infezione).  Come punto fermo per una valutazione restano le ospedalizzazioni e le degenze in terapia intensiva, ma anche in quel caso l'attribuzione avvenne con un test farlocco. E l'influenza, anche se sparita dal radar, esiste da secoli e ogni anno, purtroppo, miete vittime. 

L' "arma biologica" sembra essere il vaccino e in particolare quei 5 lotti che secondo i documenti VAERS sono chiaramente collegati a dei decessi. 

Il tuo resoconto è ineccepibile. Faccio solo notare che non mi risulta che le cassiere del supermercato, perennemente a contatto con il pubblico, siano state più colpite. La novità della situazione attuale è il fatto che i vaccinati si accorgono con ritardo di essere ammalati e possono quindi diffondere il virus più dei non vaccinati. Il vaccino ha creato degli untori inconsapevoli. 

Ultima osservazione. Anche nella situazione di chi deve portare a casa la pagnotta per sfamare la famiglia è doveroso in primis  proteggere la propria salute. Meglio smettere di pagare l'affitto, il mutuo e le bollette e unirsi ad altri per cercare soluzioni in comune. 

 

 


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GioCo
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Pubblicato da: @petrus

Hai probabilmente dimenticato, @Gioco, che entrare in contatto con questo virus o esserne infetti è, nel 99,99qualcosa per cento dei casi assolutamente non pericoloso.
Sembra quasi che, a forza di sentirlo dire, anche tu stia associando la condizione di positività ad un evento rischioso...

No, non l'ho dimenticato, ma non lo tengo come il popolo dei dissidenti più generale entro parametri "minimalisti". Cerco di evitare la micraggine e allargo il panorama.

Considera quindi questi due punti e poi rifletti:

1) il sito di clivaggio della furina di questo patogeno, oltre a renderlo pericoloso come l'HIV (con cui si potrebbe fondere dando vita a un superpatogeno) apre e chiunde come uno switch (interruttore a 2 vie) il tipo di effetti, per cui si alternano situazioni in cui si ha maggiore pericolosità e minore infettività a momenti in cui si ha minore pericolosità e maggiore infettività, come un pendolo. Ma il pageno non cambia, rimane lo stesso è il suo "comportamento" che cambia.

2) siamo in guerra e in guerra biologica le parti "si scambiano" le bombe biologiche secondo le tattiche e le strategie elaborate dai rispettivi centri operativi militari, ergo teniamo d'occhio la febbre emorragica cinese. Questo significa: "cosa ci mette una delle parti belligeranti in conflitto a potenziare e tenere pericoloso ciò che la natura di suo tende a integrare nel corpo?". A giudicare dalle tecnologie a disposizione, niente.

In altre parole, siccome l'arma è sempre la coppia patogeno+soluzione, chi non ha "pronta" la soluzione giusta che funziona meglio, evidentemente è la "vittima" predestinata. O no?


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cedric
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Finchè non si parla di almeno un paio di miliardi di morti si resta nel campo delle discussioni da caminetto.

Sul pianeta siamo poco meno di otto miliardi, se in un anno ci fosse un eccesso di morti del 10%, quindi 800 milioni di morti in più non se ne accorgerebbe praticamente nessuno. Per vedere qualche effetto sull'economia (minori consumi globali, ecc) servono come minimo i citati 2 miliardi di morti, quindi 1 morto su 4 abitanti. Ovviamente la distribuzione dei morti non sarebbe uniforme, si stima 1 morto su 8 abitanti in occidente ed 1 morto su 2 abitanti in africa ed asia (solo zone povere!), ma sono dettagli.

In italia dal 2010 in poi ci sono stati circa  600.000 morti l'anno (circa l'1% della popolazione), solo nel 2015 ci fu uno strano eccesso di 50.000 morti rispetto alla media (circa il 10% in più), ma a parte qualche trafiletto sull'eco di bergamo nessuno se n'è accorto. Quindi se nei prossimi anni ci fossero anche 700-800.000 morti l'anno (un 30% in più) nessuno ci farebbe troppo caso, anzi parecchi sarebbero pure contenti.

Una guerra batteriologica per essere seria(!) deve fare almeno 4-5 miliardi di morti dimezzando la popolazione degli avversari (e pure quella mondiale). Visto che siamo una sola specie genetica (homo sapiens) non c'è modo di distinguere i buoni dai cattivi, le armi biologiche genetiche (o piu' risibilmente quelle etniche) esistono solo nella testa di chi ha studiato dalle monache ed i fantomatici antidoti funzionerebbero al massimo per un paio di mesi, forse anche tre o quattro, non di più.  

Per ultimo le armi batteriologiche serie non usano virus ma usano batteri, molto più difficili da contrastare anche perchè hanno la simpatica capacità di trasformarsi in spore per superare ambienti estremamente ostili, esattamente come fa l'enterogermina (quattro miliardi di spore che passano realmente indenni attraverso l'acido cloridrico dello stomaco) della pubblicità in tivvù.

 

 

 

 

 


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GioCo
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Pubblicato da: @pfefferminz

@GioCo

L'ipotesi del virus come arma biologica non dovrebbe accompagnarsi ad un eccesso di mortalità nel 2020 e nel 2021? Nel 2020 non c'è stato un eccesso di mortalità e, secondo le prime stime, neanche nel 2021, malgrado, ad esempio in Germania, sia stato registrato negli ultimi mesi  un aumento dei decessi del 10% - 20%.  Nel seguente video vengono presentati i dati per Germania e Svizzera per il 2021 (anche se incompleti):

https://t.me/real_hero_official/382

Intanto la mia non è un ipotesi, ma un osservazione. Se ha il becco come una papera, fa "QUACK!" come una papera, ha le piume, le zampe e la dimensione di una papera, forse sarà una papera?

Più che ossessivamente andare a cercare "cosa dovrebbe essere", questione che va valutata in post-elaborazione del ragionamento per vedere se lo smonta, bisogna stare attenti a ciò che ci rassicura. Perché facilmente adottiamo pensieri non coerenti con la situazione (tipo coccole della mamma) perché emotivamente fatichiamo ad accettare le versioni più disturbanti. Detto questo, la risposta secca è "no!". Non c'è nessuna necessaria correlazione tra gli eccessi di mortalità è il patogeno, come per un bombardamento d'altronde. Non confondere l'effetto sperato in un aggressione bellica con quello ottenuto sul campo. I fattori da tenere presenti sono tantissimi, troppi se lo scenario si allarga come in questo caso. Uno è la capacità reattiva del paese colpito. Un conto se è il Burchina Faso, un conto se é il Cile o Cuba, un altro se é Russia, America, Israele o l'UE, dove la risposta della difesa è proporzionale o superiore all'attacco. E' chiarissimo che non c'è stata la volontà di contenere il contagio ma addirittura di agevolarlo in via totalmente scritteriata, ma perché si è imposta in corsa l'agenda transumanista che era già in essere e che ha sperato di sfruttare la situazione storica "favorevole" (ai disumani) per dare un accelerata ai loro obbiettivi, proprio in virtù dell'idea che l'occidente avendo più risorse poteva anche cavalcare la situzione al posto che rispondere semplicemente a un attacco con la difesa. Ci ha fregato un eccesso di sicurezza...

Sapevano quello che stavano facendo? Di nuovo, la risposta è secca: "no!". Ma erano convinti del contrario. Ora un po' meno ed è per questo che il resto del Mondo sta facendo marcia indietro, non per quanto riguarda l'attività belligerante (che se hai notato non ha fatto che alzare i toni) ma che sia prioritario cavalcare la situazione per interessi non direttamente bellici.

Penso inoltre che la nostra percezione della "pandemia" sia stata falsata dall'uso di un test (PCR) che ora anche il dr. Faucy ha ridimensionato, confermando quello che noi complottisti abbiamo sempre sostenuto (test non validato e non in grado di rilevare un'infezione).  Come punto fermo per una valutazione restano le ospedalizzazioni e le degenze in terapia intensiva, ma anche in quel caso l'attribuzione avvenne con un test farlocco. E l'influenza, anche se sparita dal radar, esiste da secoli e ogni anno, purtroppo, miete vittime. 

L' "arma biologica" sembra essere il vaccino e in particolare quei 5 lotti che secondo i documenti VAERS sono chiaramente collegati a dei decessi. 

Il tuo resoconto è ineccepibile. Faccio solo notare che non mi risulta che le cassiere del supermercato, perennemente a contatto con il pubblico, siano state più colpite. La novità della situazione attuale è il fatto che i vaccinati si accorgono con ritardo di essere ammalati e possono quindi diffondere il virus più dei non vaccinati. Il vaccino ha creato degli untori inconsapevoli. 

Ultima osservazione. Anche nella situazione di chi deve portare a casa la pagnotta per sfamare la famiglia è doveroso in primis  proteggere la propria salute. Meglio smettere di pagare l'affitto, il mutuo e le bollette e unirsi ad altri per cercare soluzioni in comune.

Fauci è una delle parti in causa nel conflitto e anche un attore fondamentale per condurre l'agenda WEF, ma non è onnipotente e per ora riceve copertura dal pentagono perché è l'unico che fin dall'inizio, da Fort Detrick, si è occupato di corona chimere e di soluzioni insieme alla Cina, cioè ne sa tanto su queste armi e in specifico su quelle circolanti per ciò è utile a livello bellico che stia dove stia e faccia ciò che deve.

Ovviamente, come ho detto l'arma biologica è sempre sempre sempre da intendere la coppia, patogeno e soluzione, perché è da quella che derivano gli effetti cercati/voluti/desiderati. Se tu hai un patogeno senza la soluzione e hai la possibilità di sviluppare una soluzione definitiva, ma un agenda di depopolazione in mano, la fai? Ovvio che no. Gestirai semplicemente "le soluzioni" in modo da dosare effetti (che saranno differenziati, perché è provocando caoticamente vari effetti random che nascondi l'arma) rendendo magari la persona dipendente dal farmaco e sicuramente uno dei modi possibili e logici è creare lotti più "inquinati" di altri di farmaci a base mRNA (che funziona come la rivoluzione verde messicana - QUI - del secondo dopoguerra che rende i contadini dipendenti dai semi OGM, l'idea è la stessa). Per la dipendenza il farmaco è sperimentale e quindi... Per il resto, il lotto se ti beccano puoi sempre dire (come è stato fatto) che è un problema di quella specifica linea produttiva per quel lotto, no?

Le cassiere sono la cartina di tornasole che il concetto di gR funziona. Il loro contatto prossimale è zero (finché stai in cassa). Quindi corrono paradossalmente meno rischi di lavoratori che invece passano ore e ore in un ufficio e hanno frequenti contatti prossimali prolungati con i colleghi "fuori controllo" per le abitudini e gli stili di comportamento adottati. La cassiera arriva prende la cassa e se non ha altro da fare va in postazione, non fa altro e tutti i contatti che ha sono sotto l'ordine di rischio minimo e come ho detto il super è un ambiente ben areato e riscaldato, quindi è di suo il luogo chiuso "più protetto". L'ufficio spesso ha condizionamenti che risultano poco adatti, l'aria non ha ricambio ed è poco o male filtrata. Già di suo erano impianti accusati di sviluppare vari proplemi respiratori, ma questo fa il paio con il problema della sicurezza sul lavoro che non ha mai preoccupato più di tanto i datori, lì preoccupa di più il profitto e la concorrenza che se fatta a livello globale spesso si confronta con paesi che non si preoccupano proprio minimamente di questi aspetti. Vedi lavoratori negli immensi allevamenti di polli in batteria cinesi che dormivano direttamente sopra le gabbie e che sono stati poi quasi certamente quelli che hanno iniziato a diffondere l'aviaria che per fortuna essendo un patogeno sviluppato per aggredire polli non era per noi pericoloso come questo.

Sull'ultimo punto non ho da replicare nulla. Ma il mio appoccio al problema, risponde esattamente a quel tipo di scelta, che non credo si baserà sulla necessità di mettere la tuta come in un lab BLS4 per andare a fare la spesa ed essere "più sicuri", perché la traiettoria che abbiamo preso nel combattere la guerra, cioé centralizzando e consolidando la paura per il patogeno è quella.

 


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GioCo
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Pubblicato da: @cedric

Finchè non si parla di almeno un paio di miliardi di morti si resta nel campo delle discussioni da caminetto.

Sul pianeta siamo poco meno di otto miliardi, se in un anno ci fosse un eccesso di morti del 10%, quindi 800 milioni di morti in più non se ne accorgerebbe praticamente nessuno. Per vedere qualche effetto sull'economia (minori consumi globali, ecc) servono come minimo i citati 2 miliardi di morti, quindi 1 morto su 4 abitanti. Ovviamente la distribuzione dei morti non sarebbe uniforme, si stima 1 morto su 8 abitanti in occidente ed 1 morto su 2 abitanti in africa ed asia (solo zone povere!), ma sono dettagli.

In italia dal 2010 in poi ci sono stati circa  600.000 morti l'anno (circa l'1% della popolazione), solo nel 2015 ci fu uno strano eccesso di 50.000 morti rispetto alla media (circa il 10% in più), ma a parte qualche trafiletto sull'eco di bergamo nessuno se n'è accorto. Quindi se nei prossimi anni ci fossero anche 700-800.000 morti l'anno (un 30% in più) nessuno ci farebbe troppo caso, anzi parecchi sarebbero pure contenti.

Una guerra batteriologica per essere seria(!) deve fare almeno 4-5 miliardi di morti dimezzando la popolazione degli avversari (e pure quella mondiale). Visto che siamo una sola specie genetica (homo sapiens) non c'è modo di distinguere i buoni dai cattivi, le armi biologiche genetiche (o piu' risibilmente quelle etniche) esistono solo nella testa di chi ha studiato dalle monache ed i fantomatici antidoti funzionerebbero al massimo per un paio di mesi, forse anche tre o quattro, non di più.  

Per ultimo le armi batteriologiche serie non usano virus ma usano batteri, molto più difficili da contrastare anche perchè hanno la simpatica capacità di trasformarsi in spore per superare ambienti estremamente ostili, esattamente come fa l'enterogermina (quattro miliardi di spore che passano realmente indenni attraverso l'acido cloridrico dello stomaco) della pubblicità in tivvù.

 

@cedric, capisco il ragionamento ma prima di fare certi commenti, varrebbe la pena capire qual'è lo stato dell'arte della strategia bellica in corso, cioè dell'argomento che tratti, se no rischi di svarionare senza volere.

Tanto per cominciare, nessuno oggi cerca niente di ciò che scrivi. Ma nemmeno nella guerra in Yemen o in Siria, dove si usavano armi di ben altra portata distruttiva.

Il patogeno ha tutta un altra modalità che riguarda un modo molto sofisticato di portare avanti un conflitto bellico che ha poche certezze "classiche", ad esempio: non è una guerra "lampo" e nemmeno segue una politica "preventiva". Si gioca però su larga scala e cerca prima di tutto un effetto destabilizzante, perché rende l'avversario incapace di rispondere sul lungo termine. Però fa parte delle armi "ad effetto locale" dato che alimenta le guerre ibride asimmetriche che hanno lo scopo di rendere caotica la situazione socio-economica avversaria e predisporre la situazione perché sia ricattabile.

Faccio un esempio: chi ha il siero che funziona contro questo virus? La Cina e forse la Russia. Punto. Chi ha interesse a produrre un farmaco che funziona? La Cina e forse la Russia. Punto. Chi quindi non teme questo patogeno? La Cina e forse la Russia. Punto. Chi ha in casa una situazione relativamente più stabile e sotto controllo? La Cina e forse la Russia. Punto. Queste sono le domande che mettono in chiaro perché il patogeno è un arma e perché ha dato l'effetto sperato nel breve termine.

Il problema di questo tipo di armi è che sono difficilissime da controllare nel lungo periodo se dirette verso umani, perché non c'è modo di tenere sotto controllo la loro evoluzione ne l'escalation bellica di attacchi e risposte ed è solo sul lungo periodo che si può concepire un effetto significativo per una parte belligerante. Ovviamente questo vale solo se le parti hanno capacità e conoscenza tecnologica simile. La Cina non l'aveva e Zio Sam si è divertito a infestare con le sue chimere per lo più i loro allevamenti. Come in Russia le coltivazioni. Poi se l'è comperata e adesso ha deciso di usarla, ma come metro dissuasivo, del tipo "piantala perché siamo disposti a tutto pur di fermarti".

E' bene ricordare che la Cina ha armi belliche nucleari, ma non la tecnologia più recente e di punta, quella è in mano Russa per ora. I Russi non sono scemi e sanno perfettamente che certe tecnologie è bene fornirle al partner con il contagocce. Se i cinesi avessero in mano ad esempio le nuove testate tattiche, la loro deterrenza renderebbe il partito molto più aggressivo e capace di imporre le sue politiche e in particolare per quanto riguarda la Belt Road.

Si sta consumando una partita a scacchi su molteplici livelli (economico, sociale, politico) ed è questo che alimenta il caos. La bioguerra va vista entro questa "complessa" partita a scacchi tra "giganti" esportatori per il controllo economico del pianeta e delle sue risorse.

Non per spazzare via miliardi di persone che sono parte di quelle "risorse". Non confondere l'angenda transumanista con le strategie di un conflitto bellico.


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Pfefferminz
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@GioCo

Più si và avanti e più ho l'impressione che la faccenda del virus sia stata una montatura, fermo restando che ora sembra comunemente accettato che il virus sia stato un prodotto di laboratorio. Ora si dice che il virus di Wuhan non esiste più e che la nuova mutazione Omicron (anch'essa prodotto di laboratorio!) serva a trasformare la pandemia in endemia. Anche l'esperienza svedese (superamento della presunta pandemia senza particolari restrizioni) è una prova del fatto che il virus non era così pericoloso come volevano farci credere. Secondo me l'ipotesi ("osservazione") del virus come arma batteriologica non sta in piedi e le tue argomentazioni non mi sembrano convincenti. Prendi in considerazione alcune variabili, ma ce ne sarebbero tante altre, come la robustezza o meno dei sistemi immunitari dei singoli individui. La vera novità della situazione attuale è il fatto che ora ci sono in giro milioni di persone vaccinate e che poco sappiamo degli effetti avversi futuri. Sul piano geopolitico temo che il mondo se lo siano già spartito, altrimenti non si spiegherebbe la collaborazione del complesso digitale/finanziario cinese con l'emittente della moneta digitale Libra. 


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GioCo
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guarda prima questo, poi gli ultimi pubblicati sul canale NTD per capire un po' l'aria che tira. La guerra è multilivello. Chi vuole vedere vede. E comunque come c'era da aspettarsi i super-lockdown alla cinese non solo sono tornati, ma di notte alla spicciolata e adesso una città di 13milioni di abitanti è sigillata. Le ultime notizie sono che ai cittadini viene vietato di mettere il naso fuori di casa e c'è il problema serio del cibo.
 
 

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Pfefferminz
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@GioCo

Nel caso della febbre emorragica descritta nel video può trattarsi di un evento che non necessita di interpretazioni. D'altra parte non sono addentro alle logiche geopolitiche che, a quanto mi sembra di capire, ti sono familiari, quindi può essere benissimo che tu abbia uno sguardo d'insieme che a me rimane precluso.

Vorrei tornare su un altro punto del tuo saggio.

"Il metro per decidere se farli è uno semplice: se ho bisogno di lavorare e mantenere una famiglia e non riesco a mettermi d'accordo con il mio principale, ne ho modo di cambiare, non ho scelta. Punto."

Vorrei a questo proposito riassumere un messaggio che circola in diverse forme (messaggio vocale o video) sui canali Telegram tedeschi. Il succo del discorso è che i cittadini hanno in mano la situazione ed è questo che essi devono capire. Non serve a niente partecipare la sera alle passeggiate di protesta e al mattino alzarsi un'ora prima per andare a fare il tampone prima di recarsi al lavoro. Le élite starebbero giocando con noi e, vedendo i nostri comportamenti, si sbellicherebbero dalle risa, perché, continuando in questo modo, le imposizioni/provocazioni verrebbero man mano aumentate. Non finisce lì con mascherine, distanziamento e tamponi. Se non si dice di no, "Vengo al lavoro solo in condizioni normali, senza mascherina e senza tampone, altrimenti non vengo", il "gioco" continua, l'agenda procede e i cittadini entro il 2030 perderanno tutto. Essi però possono rifiutare le imposizioni. Certo, dall'altra parte c'è la paura (si perde il lavoro, non si hanno i soldi per pagare l'affitto o il mutuo, non si può fare la spesa, se non si hanno risparmi, ecc.), ma è proprio su questa paura che le élite fanno affidamento. Cedere alla paura significa però proseguire verso la schiavitù certa. Oggi si perderebbe il lavoro e si avrebbero altre mille difficoltà, ma se non si dice di no, a lungo andare si perde tutto. Se tutte le persone che ora in Germania partecipano alle passeggiate rifiutassero da domani le imposizioni, finirebbe tutto. Cosa farebbero i datori di lavoro senza buona parte dei dipendenti? 

Lo so, è un discorso un po' utopico, ma si centra il nocciolo del problema. In teoria, le imposizioni potrebbero aumentare e prima o poi chiunque incontrerebbe la sua "linea rossa". 

(Il neocancelliere Scholz ha affermato che lui "non conosce nessuna linea rossa nel fare quello che deve fare". I manifestanti gli hanno risposto con striscioni con la scritta: "Siamo noi la "linea rossa", Herr Scholz")

Video di Sara Bennet che diffonde il messaggio di cui sopra (in tedesco):

https://t.me/saraslightfight/18406


 

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Papaconscio hanno apprezzato
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GioCo
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Credo che ciò che sfugge è la necessità di vedersi al centro della vicenda. Le élite non so se ora come ora ridano di noi, credo abbiano faccende più affaccendate di cui occuparsi.

Se non lo hai notato in queste ore cresce a ritmi elevati la tensione tra Russi e USA e tra USA e Cina. La Russia non ha stretto accordi troppo vincolanti con la Cina, ad esempio se questa dovesse affrontare una guerra per Taiwan e di contro la Cina lo stesso per l'Ucraina. Ma la partita si gioca su tavoli multipli, ad esempio la Russia ha dato gli S400 e cacca di ultima generazione all'Idia e non alla Cina che pure ha chiesto il sistema missilistico russo prima. Eppure sul confine con la Cina e l'India c'è tensione.

Prendiamo poi l'ultima mossa statunitense che ha escluso la Francia dai giochi sul Mar Cinese e ha fatto saltare la commessa di miliardi con l'Australia che ora riceverà sottomarini nucleari e parteciperà in una coalizione con dentro Inghilterra e Giappone.

Non ultimo la morte improvvisa di David Sassoli, ebreo, cattolico, presidente dell'europarlamento, PD e nell'area di Prodi che era nel mirino di Putin da anni e che la comunità ebraica di Roma intende ricordare come fosse un eroe  caduto in campagna militare, dicendo che "ha avuto il coraggio di sfidare uomini potenti" (parole del rabbino capo).

Che dire, le tensioni sono a un punto tale che la NATO sfida la Cina in casa sua e minaccia l'espansione in Ucraina mentre la Russia traccia la linea rossa e sposa 100.000 militari, truppe e quant'altro al confine con la stessa dove inizia una massiccia esercitazione, mentre il filo del dialogo tra le parti si interrompe.


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Pfefferminz
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@GioCo

https://uncutnews.ch/dr-robert-malone-warnt-vor-einem-ebola-aehnlichen-haemorrhagischen-fieber-das-durch-mutationen-aufgrund-von-massenimpfungen-verursacht-wird/

Il dott. Robert Malone mette in guardia dalla "febbre emorragica simile all'Ebola" - causata da mutazioni risultanti dalla vaccinazione di massa"

Alcuni mesi fa la prof. Dolores Cahill ha affermato che, per mascherare il fatto che i sintomi dei vaccinati provengono dalla vaccinazione, si sarebbe sparsa la voce del diffondersi di un nuovo virus (Marburg) che causa la febbre emorragica. Trattandosi di un virus letale, i non vaccinati verrebbero spinti verso l'inoculazione. Il vaccino però sarebbe letale. 

È una previsione terrificante che lascia molto perplessi.

Il fatto che ora sia il dr. Malone a informarci che le vaccinazioni di massa potrebbero far emergere un virus simile a quello dell'Ebola, non tranquillizza per niente.

D'altra parte, eminenti studiosi dichiarano che Omicron apre la strada alla fine della "pandemia" (i virus restano nella cavità orale e non scendono nei polmoni).

A questo punto si aprono orizzonti per gli intrecci distopici più disparati.  O il dr. Malone e la prof. Cahill si sbagliano di grosso. La prof. Dolores Cahill è presidente della World Freedom Alliance. Il vicepresidente di questa associazione è il dr. Heiko Schöning, autore del libro "Game Over".

p. s. : Aggiungo il video con l'intervista alla prof.ssa Dolores Cahill (in inglese) 

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arbaman hanno apprezzato
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