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Noi il vino lo facciamo con l'uva, e voi?

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"Dalle mie parti, noi il vino lo facciamo con l'uva, e voi?"

Sono anni che, quando mi capita di bere un bicchiere di vino con pretese, mi viene alla mente questa domanda, che un mio amico pose provocatoriamente alla guida, dopo una visita a famose cantine nei dintorni di Reims.

Ma sembra che proprio alcuni francesi siano intenzionati a ribellarsi e ritrovare la buona strada, in fondo il vino si può fare davvero con l'uva, anziché con i timbri e le scartoffie.

Anche se questo, sprovvisto di certificazioni adeguate, non andrà di certo all'annuale asta dell'Hospices de Beaune, dove si riforniscono i ricchissimi "intenditori" d'oltre Oceano, per noi potrebbe andare bene, e segnare finalmente un'inversione di tendenza alla corsa a sigle sempre più complicate e costose, a garanzia di qualche cosa che é impossibile garantire.

Leggendo questo articolo si scopre anche che un ettaro (metri 100 x 100) di vigneto nello Champagne vale un milione di euro, e in altre zone scelte, della Francia, anche cinque volte tanto.

http://www.lemonde.fr/vins/article/2017/10/26/ces-vignerons-qui-s-affranchissent-des-appellations_5206446_3527806.html

Primadellesabbie;98697 wrote: "Dalle mie parti, noi il vino lo facciamo con l'uva, e voi?"

Dalle nostre parti il vino si fa in cantina, perchè 99 volte su 100 il vino fatto "in proprio" dal contadino è una schifezza imbevibile.
Servono botti di ottimo legno (l'alcol è un solvente che scioglie i tannini del legno). Poi serve lo zolfo (l' anidride solforosa che poi evolve in solfito) altrimenti dopo una settimana il vino è diventato aceto buono per condire l'insalata, serve la chiara d'uovo e la bentonite per chiarificare il vino. Ovviamente serve anche della buona terra e delle mani esperte che lascino solo un fiore per tralcio altrimenti di uva ne viene tanta ma non sa di niente. E la lista è ancora lunga.
In sintesi la vite è solo una "macchina biologica" che usa il sole per concentrare i minerali ed i composti chimici presenti della terra nello zucchero dell'acino d'uva. E passare dallo zucchero all'alcol senza arrivare all'acido acetico non è cosa da tutti: non basta l'uva anche se buona.

Dimenticavo: troppa gente giudica il vino in base all'etichetta o alle guide più o meno prezzolate, tutte le volte che qualcuno ha provato a giudicare bottiglie con etichette bianche o peggio scambiate ci sono state grosse sorprese.....

cedric;236014 wrote: tutte le volte che qualcuno ha provato a giudicare bottiglie con etichette bianche o peggio scambiate ci sono state grosse sorprese.....

“Tutte le volte” è un po' esagerato

DesEsseintes;236015 wrote: “Tutte le volte” è un po' esagerato

E' vero, diciamo allora "spesso" che è più aderente alla realtà.

Resta il fatto che i risultati dei test "cieco a tripla scelta" sono indicativi del fatto che molti valutano un vino perchè lo hanno letto su wine spectator (che fa trendy perchè è in inglese) o peggio sulle recensioni di eat italy (e farinetti ha una gustosa assonanza ortografica con farinacci...)

cedric;236014 wrote: [quote=Primadellesabbie;98697]"Dalle mie parti, noi il vino lo facciamo con l'uva, e voi?"

Dalle nostre parti il vino si fa in cantina, perchè 99 volte su 100 il vino fatto "in proprio" dal contadino è una schifezza imbevibile.
Servono botti di ottimo legno (l'alcol è un solvente che scioglie i tannini del legno). Poi serve lo zolfo (l' anidride solforosa che poi evolve in solfito) altrimenti dopo una settimana il vino è diventato aceto buono per condire l'insalata, serve la chiara d'uovo e la bentonite per chiarificare il vino. Ovviamente serve anche della buona terra e delle mani esperte che lascino solo un fiore per tralcio altrimenti di uva ne viene tanta ma non sa di niente. E la lista è ancora lunga.
In sintesi la vite è solo una "macchina biologica" che usa il sole per concentrare i minerali ed i composti chimici presenti della terra nello zucchero dell'acino d'uva. E passare dallo zucchero all'alcol senza arrivare all'acido acetico non è cosa da tutti: non basta l'uva anche se buona.

Dimenticavo: troppa gente giudica il vino in base all'etichetta o alle guide più o meno prezzolate, tutte le volte che qualcuno ha provato a giudicare bottiglie con etichette bianche o peggio scambiate ci sono state grosse sorprese.....

Replica ormai abituale e trita, non é da te, ci hai viziati con i tuoi scrupolosi commenti, non puoi scendere.

Bisogna potare in modo conveniente e al momento giusto, e dare alle viti la forma più adatta al posto in cui si trovano e a ciò che si vuole ottenere, certo.

Ma non é vero che il vino "fatto dal contadino" 99 volte si 100..., lo so per esperienza personale.

É vero che qualche volta le cose non vanno per il verso giusto, dipende anche dall'abilità e dallo scrupolo di chi segue le fasi della vinificazione, fin alzandosi durante la notte, e più di una volta se occorre, per certi interventi, ed é il prezzo da pagare per bere il vino, se non lo si vuole accettare ci sono altre bevande, e mi pare che un certo rischio ci sia, e si debba accettare, in ogni cosa, nella vita.

Sullo stato d'animo del contadino, nell'attesa della maturazione del raccolto, si potrebbero scrivere libri, il rischio é durato fino a quando si é voluto cercare di annullarlo con i mezzi messi a disposizione di recente dalla scienza, e così il rischio stesso si é trasferito nell'ambito della salute dei consumatori, e i prodotti hanno conservato solo il nome, e talvolta la forma ed il colore di quelli che, un tempo, erano a rischio.

Posto questo articolo da un blog vinifero (vinicolo...?)

http://avvinando.tgcom24.it/2009/05/29/i-miti-da-sfatare-il-vino-del-contadino/

Un vino del contadino che fosse davvero buono io non l'ho mai bevuto.
Può essere che se ne trovi uno che non faccia male ed è già un buon risultato.
Ci vogliono troppe attenzioni per fare un vino come si deve, o lo fai di professione eventualmente da ricco amatore sfaccendato o viene una cosa improbabile.

Poi i piccoli produttori possono essere meglio dei grossi a livello industriale.
Come dice il più noto negoziante di champagne a Roma accompagnandosi con un icastico gesto delle due mani

“I piccoli produttori a quelli grossi je fanno un bucio de culo cosí”

però quello è il loro mestiere, non sono proprio contadini anche se si alzano ogni mattina presto per andare personalmente a lavorare al vigneto e per esempio in Francia conservano e ostentano dei modi particolarmente senza fronzoli.

Poi si beve per due scopi, quello di accompagnare il pasto o prendere l'aperitivo e lí ognuno si sceglie quello che gli pare.
Se invece vuoi l'esperienza più coinvolgente il contadino non c'entra niente e soprattutto devi sganciare.
In parole povere oggi si beve molto ma molto meglio di ieri anche se, paradossalmente, si cercano emozioni che di fondo sono solo di antico.
Lo stesso identico discorso dell'arte se uno va a vedere.

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