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300mila anni di stabilità: l'Antica Foresta


GioCo
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Questa è una di quelle volte in cui litigo con il mio demone. Non voglio, semplicemente. Il punto della "diatriba" sta tutto nel ciclo di condivisione dei 108 anni (iniziato da poco). Lui sostiene che non è mio compito determinare cosa condividere, come e verso chi è diretta la condivisione. Tutte cose che per me rimangono di gran lunga sospette e sotto lente critica.

Nel ciclo della condivisione è la condivisione che conta, secondo lui. Il resto viene "dopo". Banale ma non poi troppo. Qualsiasi altra pretesa (dice) è "capriccio". Cioè una sorta di timore incontrollato e quindi infantile (=non lavorato interiormente) che va rimesso in Ordine ed è bene lavorarci, non protestare.

Dal mio punto di vista è "l'ignoranza" che rimane intollerabile. Se la pretesa è di lavorare sulla fiducia, può tranquillamente andare a stendere. In questo "tira e molla" infinito, siamo (per ciò) al solito "addivenuti" a un accordo. Un altro punto di equilibrio. Mi ha fatto un esempio e nonostante i dubbi, penso di aver capito cosa intende e come "remediare".

Immaginiamo una sentinella nella garitta di un fortino. Non ha un compito meno delicato del cuoco che in caso di pericolo, indaffarato com'è nelle sue cucine, non avrà modo di reagire finché non sarà troppo tardi. Tuttavia, la bontà dell'attenzione che la sentinella può restituire, dipende anche da cosa mangia. Inoltre, la responsabilità della sentinella è massima a dispetto del compito relativamente semplice. Anche al cuoco non verrà chiesto un pasto per un sultano, tuttavia la scelta del cibo deve essere particolarmente accorta comunque. Perché ad esempio il "nemico" potrebbe agire avvelendando le scorte. Quindi anche il cuoco ha delle mansioni identiche alla sentinella tanto da rovesciare la prospettiva, perché il cibo non spunta dal nulla, qualcuno lo deve fare arrivare e anche il rifornimento se non adeguatamente controllato dalle guardie tra cui milita la sentinella, può celare sorpese.

Per noi è paricolarmente difficile immaginare che un generale, nel fortino, abbia mansioni paritetiche sul piano della responsabilità rispetto un cuoco o a una sentinella. Ogni singolo elemento (Vivente) del fortino è equamente responsabile della corretta risposta (quella più coerente che possiamo attenderci per logica) e del buon funzionamento dell'infrastruttura. Noi immaginiamo (perché così siamo stati addestrati a credere) la stessa disposta "per valore" secondo un ordine piramidale per cui la responsabilità e con essa l'esercizio del potere è verticale e non distribuita equamente. Il generale quindi conta molto di più di un soldato semplice, il suo è il compito più delicato, tanto che il fortino è come fosse costruito attorno a un centro e il centro è quel generale, quindi deve per forza ricevere il massimo a prescindere, per grazia del suo grado.

Questa mentalità è esattamente quella delle Ombre, cioè il Mondo dei Morti a noi più prossimo. Le Lande. Esse hanno i loro riferimenti (=principi) e nella terra delle Lande, funzionano proprio così... Ma non qui. Perché da noi, nelle terre di mezzo, la complessità è maggiore, c'è qualche grado di libertà in più (a livello di coscienza) e quindi anche la risposta alla sfida è maggiore. Non bastano le soluzioni povere del Mondo dei Morti.

Ora, non voglio dilungarmi sul problema dello specchio per cui i gradi di libertà vissuti (da noi) paiono inferiori, perché ad esempio il Tempo nelle Lande non scorre in una sola direzione e quindi "sembra" che vi sia più libertà... Invece no. Perché non è una questone di quel che accade fuori ma dell'equilibrio e dell'armonia che è possibile pretendere a partire da te e a seconda di dove ti trovi, cioè quale "classe" di fenomeni ti circonda. Le Lande hanno caratteristiche che da noi hanno un altro modo di manifestarsi o non ce l'hanno affatto, tuttavia vale viceversa e non è tutto oro quel che luccica. In particolare le cose che non esistono nelle Lande ma solo qui, sono di gran lunga di qualità e in numero maggiore ed è evidentissimo a chi ha modo di fare un confronto. Come il passaggio da una stanza illuminata a una in penombra: quel che vedi è sicuramente più "ricco" nella prima stanza. Tutti voi lo sapete bene, anche se "il ricordo" è sepolto in strati di incoscienza: dare "per scontato" quel che ho appena detto, non è difficile.

Quindi, noi proveniamo da un periodo storico dove il dominio sulla coscienza collettiva delle Lande, il più povero concepibile su questo piano, è stato assoluto. Quel poco di progresso che vediamo, quella che ho chiamato "scienza dell'incoscienza", usata dalle Ombre per prolungare il loro dominio al di fuori delle loro terre di appartenenza, è "il patto" che è stato stipulato nei secoli precedenti (circa dal '600) per fare collettivamente almeno il primo passo oltre il confine dell'Ombra: passare dalla totale incoscienza al principio della scienza. Non è stato indolore e non è stato semplice: il prezzo pagato fin'ora è semplicemente osceno e non è finita... Per ciò ogni passo è un avanzamento ciclopico, come per il neonato arrivare a camminare. Qualcosa che ha ordini di grandezza inarrivabili rispetto tutto quello che richiede. Per ciò rispetto alla nostra Vita caduca, si tratta di tempi lunghi, molto lunghi.

Quello che dirò quindi non ha il sapore di una conquista. Ma del rendersi conto di dove siamo e cosa ci rimane da fare nell'Opera. Ciò equivale a uscire dal dominio della disperazione. Per ciò prima di continuare con l'esempio del fortino, facciamo ancora un passo indietro nel Tempo... Indietro a un Tempo che oramai appartiene alla leggenda.

Il Tempo delle Antiche Foreste. Dove certamente le Foreste occupavano gran parte della superficie del pianeta ma per ragioni che solo la coerenza allargata può suggerire. Verità ? No, l'ho detto tante volte ! Non sia confusa la ricerca di verità con quella di coerenza: in quel passato (immaginario) la biosfera vegetale conviveva con civiltà proggredite in modi per noi oggi inconcepibili, anche se sono di fatto i più Saggi. Nel senso che il tipo di scienza operativa era di tutt'altra pasta, appartenente alla nostra "specie" (animica) legata alla Luce. Quindi si sta parlando di una polarità (di coscienza) opposta a quella delle Ombre. Con gradi di libertà anche maggiori di quelli sperimentabili qui, nella terra di mezzo. Tuttavia per la legge dello specchio (vi ricordo che) "sembra" tutto l'opposto. L'Ombra gioca su queste ambiguità.

Tanto per dire: oggi si fa ricerca di cosa sia la coscienza con la "scienza dell'incoscienza". Non andremo certo lontano. Tuttavia è corretto così perché ogni passo avanti nella giusta direzione è anche (oggi) un "regalo" alle Ombre, sfruttato (dai loro camerieri) per migliorare la presa ed estendere l'influenza verso la Mente (che mente) degli abitanti della terra di mezzo, eternamente contesi, oltre i termini fruibili. Cioè compiere l'Osceno per il solo gusto dell'Osceno senza soluzione di continuità.

Ma vediamo nel "dettaglio" cosa intendo dire: la Foresta non è semplicemente una distesa caotica di verdura non meglio identificata buttata lì a caso. Non c'è bisogno della botanica, non intendo infatti dire tanto e soltanto che l'Ordine in essa è il Solo e Unico Dominio Assoluto. Anche se la complessità osservabile ce la fa intendere come confusa, caotica, ingestibile. Piuttosto intendo che quella che noi intendiamo come "biodiversità" è uno straordinario intreccio di interdipendenze in perfetto equilibrio, simile a quello che suggeriva il mio demone con l'esempio del fortino. Nel senso che se la responsabilità di ogni nicchia ecologia rimane equivalente indipendentemente dal ruolo rivestito, per piccolo che appaia, allora si intende la Foresta come una Foresta e il suo uno Strumento Insostituibile di "relazione". Altrimenti è un Ordine che appartiene all'Ombra.

Cosa intendo con uno "strumento insostiuibile di relazione" ? Banale, che se lasci alla Foresta fare quel che sa meglio fare e cioè essere una Foresta, senza interferenza, avrai una specie di mediatore interplanare spaventosamente efficiente: il migliore concepibile. Non solo perché ti permette di viaggiare tra tutte le possibili realtà fantastiche, ma perché le mantiene comunque tra loro in perfetto equilibrio. Qualunque essere vagamente "sapiente" è lucidamente consapevole di queste basi e si adempie all'unico sensato ruolo che si può pretendere da un essere detto "sapiente" (cioè non dedito alla "scienza dell'incoscienza"): salvaguardare quel bene insostituibile. A meno che non si pretenda che roba posticcia e grossolana, tipo cabina telefonica del dott. Who, incapace anche solo di scimmiottare una parte di quell'Opera, sia un valido sostituto. Perché questo è ciò che l'Ombra porta a pensare.

Ma c'è di più... Molto, molto di più. La nostra relazione con l'Ambiente determina direttamente la qualità sensibile che ci governa. Se l'ambiente somiglia a quello grigio e miserabile del Villaggio riscostruito ossessivamente dai nostri governanti e non a caso, la qualità sarà prossima a quella pessima tipica degli abitanti del Villaggio (=centri urbani). Cioè sembrerà che percepiamo un sacco di cose, rimanendo di fatto menomati. Interi Mondi rimarranno a noi del tutto inaccessibili. La situazione è simile a quella che vivrebbe un cieco tra soli ciechi che pretendono di leggere tutto come se tutto fosse scritto in braille perché per loro è l'unico modo "logico" di scrivere e quindi ciò che non è scritto in braille semplicemente non esiste. Nel senso che non è concepito e quindi non è neppure concepibile: sta fuori dai coni di visibilità dell'immaginazione di quella gente.

Vivere nella Foresta (sana) signifca sbloccare il massimo della sensibilità umana innata. Non proprio ed esattamente "sciocchezze". Cambia tutto !!!

I nostri avi lo sapevano benissimo. Per ciò resero la superficie del pianeta relativamente stabile. Perché il problema di questo planetoide è che è troppo instabile (quindi vulnerabile alla variabilità cosmica degli eventi). Non si riesce a fare nulla se non si rende prima stabile e duratura (con certi margini di elasticità) questa relativa instabilità. Una sorta di "ammortizzatore" degli eventi drammatici a partire dal clima. Questa era la tecnologia di punta dell'antichità.

La relativa stabilità ha reso possibile la crescita di Foreste che oggi sarebbero considerate pura fantascienza. L'aspetto del pianeta ad oggi è irriconoscibile, una specie di elenco della deprimenza e della miseria di proporzioni epiche. Tuttavia nell'era delle Antiche Foreste questo non era affatto un pianeta selvaggio !!! Era abitato da civilità spaventosamente più avanzate tecnologicamente, tra cui quella umana, ma nessuna di queste "tecnologie" era concepita al di fuori di una perfetta armonizzazione con l'ente arboreo !!!

Sarebbe stato semplicemente e banalmente pura follia. Inimmaginabile ? No, i nostri avi sapevano benissimo che l'inestinguibile desiderio (=brama) di corruzione delle terre desolate avrebbe prima o poi fatto breccia anche nel più basilare buon senso. E' nel ciclo delle cose e come ho detto non si può fare nulla in proposito. Per ciò allo "scadere" del Tempo, banalmente hanno lasciato una serie di "briciole" che permettessero ai loro discendenti (se mai ce ne fossero rimasti) la lenta e faticosa risalita verso una nuova era di stabilità.

Che non sta "fuori" dato che "fuori" è il risultato di un processo che parte da "dentro" e siamo solo all'inizio. Un processo che piano piano ricostruisce una relazione con l'Ambiente sempre più sensata e sempre più Saggia (oltre che complessa) e che ha un "prezzo" da pagare. Che dipende dallo stato di incoscienza (o separazione dall'Origine) che la collettività sconta. Cioè il danno procurato dal dominio dell'Ombra che ovviamente non scompare con l'Alba della (recuparata) coscienza collettiva. Comunque ciò che è stato non è mai "perso". Va solo recuperato nel principio (del buon senso più generale) e nuovamente applicato.

Riprendendo l'esempio del fortino: ogni struttura difensiva (ci viene detto) ha i suoi anelli deboli. Ma se la catena ha anelli identici, nessuno è "più debole" di un altro e quindi la catena è robusta tanto quanto il singolo anello. Variando la dimensione invece, già solo a prima vista, si capisce al volo quel'è l'anello più debole. Quindi basta dire che il generale conta più di un comune soldato e il @GioCo è fatto... Qualsiasi fortino concepibile sarà solo uno schermo illusorio che le Ombre potranno penetrare quando e come vogliono in tutti i sensi e in tutte le direzioni per fare quello che gli riesce meglio: possedere, cibandosi del dolore e del disagio che provocano possedendo. Tuttavia, questo avviene alla Luce dell'evidenza che la fortificazione migliore è sempre quella dove chi comanda non pretende mai di stare al di sopra di chi deve ubbidire, ma sceglie consapevolmente di farsi eleggere da tutti come quello che "meglio riveste quel compito", senza il timore di mettersi alla prova. Se qualcuno riesce meglio sarà il primo a farsi da parte. Insomma, nessuno lo deve nominare generale, non serve, è semplicemente il compito che svolge indiscutibilmente al meglio, per ciò non c'è bisogno di incensamenti, addestramenti o cerimonie. Non c'è bisogno di fascinare nessuno.

Noi viviamo un tempo ove ogni tentativo di rimettere le cose in armonia, cioè andare verso l'unico buon senso concepibile, va in aperto contrasto con l'opera dell'Ombra e dei suoi camerieri e costoro la percepiscono come un aggressione... Perché limita l'esercizio dell'ecceso (acritico) che è per le Ombre più oltraggioso che fare loro mancare il pane. Hanno bisogno dell'eccesso come e più di ogni altra cosa. Basta una sera in discoteca per rendersene conto, ma il luogo, il modo e il tempo non contano. Conta il principio. Le Ombre per definizione non si accontentano, non possono "per statuto". Per ciò ogni accordo è sempre un "mi darai per sempre a mio piacimento qualsiasi stilla da me concessa generosamente" e non se ne esce... Non c'è modo se non "interrompendo" bruscamente questo salasso infinito.

E' ovvio che le Ombre risponderanno con il massimo dell'astio, le stai prendendo per fame !!! Ma per noi non esiste la possibilità di concepire la loro estinzione. Solo di mettere sotto controllo la loro esuberanza, madiandola. Se non lo facciamo, dato che solo noi abbiamo quella chiave per gestire quello specifico grado di libertà, da soli non avranno modo e le richieste continue di autocontrollo (=mediazione equilibrata) non potranno che cadere nel vuoto.

Questo è un altro passo che faticosamente siamo costretti a imparare dall'esperienza. Non c'è scelta. Lo impareremo che ci piaccia o no. Tuttavia non c'è scritto da nessuna parte che il prezzo da pagare debba essere così alto, dal momento che siamo noi a doverlo stabilire...


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