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I cicli dell'Ombra


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Topic starter  

Come Shelob, il ragno gigante che appare nel Signore degli Anelli, l'Ombra (per definizione) è colei che si nutre di luce.

Un mito (tipico dei nostri tempi) è che la forza domini su ogni altra cosa. Ad esempio Superman non a caso un personaggio partorito da mente askenazita. E' una conseguenza dei cicli (di dominio) dell'Ombra e il mio demone vuole che sia condiviso. Ogni volta che accade tutto si predispone perché chi deve capire capisca.

Il "messaggio" (se così vogliamo intenderlo) passa per tramite di qualcosa o qualcuno ma non appartiene a ciò che attraversa, ne a colui che lo riceve. In un certo qual modo potremmo dire che "appartiene a se stesso". Ma anche contemporaneamente a tutti coloro che attraversa e quindi "sfiora". E' parte di un equilibrio più generale, come la gravità che attira verso il basso. Una forza che agisce in virtù di un armonia cosmica più grande ancora e che ci coinvolge, per "amore" o perché più banalmente è giunto il momento.

Permettetemi qualche altra perifrasi, più per puntiglio personale che per reale necessità. Quando discendiamo nel materico e ci rivestiamo del corpo fisico, l'identificazione diventa il corpo fisico. Come la maschera per il teatrante è obbligatorio per stare in scena e percorrere quello che chiamo un po' demagogicamente, giusto per dargli un tocco di fascino esotico, il "tunnel del tempo". Il corpo non è (quindi) solo identificazione ma per estensione è lo stesso tunnel del tempo. Inizia e finisce per questo tramite. La conseguenza logica è che il tempo è nel corpo ed è IL corpo. Per ciò la morte del corpo è in un certo senso la fine del tempo. Perché dall'altra parte, alla fine del tunnel, banalmente il tempo non ha fine. Tuttavia l'identificazione resta perché non ci può essere alcuna relazione senza identità. Che sia un palo della luce o un albero, un gatto o un uomo, senza identità con chi ti dovresti relazionare ? Certo una volta che si parla poi di relazione è il grado di complessità che può variare e la relazione che si può instaurare tra oggetti non è di certo equiparabile a quella che può procedere tra viventi.

Tuttavia dove il tempo (e di conseguenza lo spazio) non hanno confini e non si vive il limite o la sparazione, come nel sogno, pensare che possa esistere qualcosa come il "bisogno" è un disastro. Nella politica del tunnel se c'è un albero con una mela e abbiamo fame tu ed io, ce la dobbiamo in qualche modo contendere. Potremmo dividerla se bastasse ma se non fosse sufficiente dividerla allora dobbiamo vedere chi tra di noi la spunta per capire chi muore e chi no. Come ho detto tante volte, se il demone interiore decide che tu debba ballare nudo sui tavoli, la tua opinione conta giusto la scorra di un topo. Per ciò se è stabilito che si debba litigare per avere la mela, non importa se credi nella pace, la bontà e l'amore, diventerai il più feroce essere che si può immaginare per avere quella straca%%o di mela di merda e farai strame di chiunque si metta di traverso tra te e il tuo bisogno. Il motivo per cui qualsiasi religione fallisce il suo obbiettivo è principalmente perché nel tunnel tu non hai scelta.

Il che non vuol dire che non ci sia in generale. Semplicemente la scelta quando vivi ciò che devi, per effetto del tempo è già fatta e nel materico non c'è una possibilità prevista perché ne sia fatta un altra "in corsa" ed è così apposta al fine di permetterti di vivere fino in fondo quel che c'è da sperimentare. Certo, si aggiunge la postilla non secondaria dell'essere (o meno) consapevoli di questa cosa. Noi (in generale) non lo siamo. Viviamo l'adesso, il famigerato "qui ed ora", come se questo fosse il momento per decidere e invece stiamo semplicemente su un altro treno.

Certo, c'è poi la critica della giustifica: se è così allora qualsiasi porcheria è in automatico giustificata. Che equivale a dire che siccome il calcio ha la regola che devi fare più gol per vincere allora basta non giocare per vincere perché nessuno fa gol. Un totale non senso. Se vivi quel che devi lo vivrai a prescindere e quello che dici essere un effetto (l'essere buono o cattivo) è il risultato di una causa (l'averlo deciso prima). Tu non vedi le porcherie, hai scelto prima di viverle... O di commetterle. Non importa cosa pensi a riguardo durante l'esperienza. Importa cosa hai deciso di vivere prima. Come nel copione di una recita, quando reciti non importa cosa pensi del personaggio, se è cattivo devi recitare la parte del cattivo. Oppure ti buttano (giustamente) fuori dal palcoscenico perché sei inutile ai fini di quella recita.

Questa recita è poi quella di un mito. Noi siamo dentro un epopea mitica (cioè una fiaba, una rappresentazione metaforica) e siamo i protagonisti del mito in divenire.

Ma se il bisogno è il legame di fondo che ci tiene avvinti al lato materico dell'esperienza (il palcoscenico) quando arriviamo alla fine del tunnel del tempo (il nostro per la precisione) scopriamo che quel bisogno si estende all'infinito. Come nel sogno appunto quel bisogno non trova più confini e perde ogni freno inibitorio. Questo equivale a costruire il nostro proprio inferno che è il desiderio infinito. Dove potremmo ottenere ciò che vogliamo quando vogliamo indipendentemente da qualsiasi altra condizione a patto che riusciamo a rinunciare a valorizzare l'identificazione, riusciremo solo a desiderare di tornare nel limite e nella separazione dove quella valorizzazione non è solo possibile, ma necessaria.

Questo è il principio dell'Ombra.

Come Shelob l'Ombra è debole e non può che nutrirsi di luce di rimando. Non può affrontare la luce direttamente o ne verrebbe distrutta. Allora striscia e si avvicina di soppiatto proprio come l'ombra fisica del nostro corpo che ci accompagna. Si nutre poco per volta ma insaziabilmente e da ciò procede un ciclo di consumo. Sempre uguale.

Nella prima fase, quella iniziale, di questo ciclo, l'Ombra pare inarrestabile. La sua potenza è tale che con essa arriva anche il mito della forza. Tipo Ercole o Sansone per intenterci. Il mito del super essere che per tramite della forza risolve le situazioni. Ovviamente positivo nel caso dei personaggi mitici ricordati, ma non necessariamente. La forza diventa quella negativa se poi procura danni e quindi come nel mito, colui che nasce e massacra in un impeto d'ira la sua famiglia, poi passa il resto dei suoi giorni a pagarne le conseguenze e pentirsene cercando di mettere quella forza al servizio del più debole. Nel crescere dell'Ombra si affiancano gli accoliti che sono credenti. Credono che stare al fianco della forza sia un modo per sbarcare il lunario e sopravvivere. Ma siamo solo nel solco del principio della mela, niente di più ne di meno.

Così nella fase intermedia del ciclo, dove lo strapotere dell'Ombra pare allungarsi su ogni cosa, si aprono diverse prospettive. Fuggire ad esempio e molti fuggono e cercano riparo ove immaginano che l'Ombra non possa arrivare. Ovviamente è illusorio, anche non fuggissero se non è stato previsto prima l'Ombra non la incontrano lo stesso anche se è destino che debba portare via tutto ciò che li circonda. Nascono quindi le religioni e con esse la fede e l'ignoranza (che sono due facce della stessa identica medaglia). In quest'era le Lande del Basso Astrale si riempiono a scoppiare e nel lato materico della realtà le cose si fanno asfissianti e pesanti per la pressione psichica di ritorno di queste anime in pena che rimangono per lo più "assenti" (nel pensiero collettivo) e questo rende ancora più potente l'Ombra. La necessità di mantenere una certa costrizione e quindi un certo livello di ignoranza, inizia a turbare i sonni degli accoliti mano a mano che il ciclo procede e l'Ombra stessa diventa irrequieta. Dato che questa pressione dall'esterno della realtà aumenta e non può che aumentare, si avvicina la terza fase.

In essa si fanno strada gocce di luce che in via più pratica possiamo intendere come "schegge impazzite" di consapevolezza. Una specie di fuoco d'artificio, polvere colorata dispersa in esplosioni che per qualche attimo illuminano (minuscole) zone d'ombra e con ciò rendono evidente (ad alcuni) quello che fino a poco prima rimaneva nascosto. Ma pare un gioco di prestigio o più banalmente allucinazione e le cose si fanno complicate: la realtà si mescola con il sogno e viceversa (tipo esoterismo Vs tecnologia virtuale). Poiché ai singoli l'apparizione è simile a quella tremolante e instabile di uno spettro e poi sparisce subito, l'accettazione del vissuto diventa un ostacolo. L'eventuale testimone già fatica anche solo a capire che diamine è successo, figuriamoci dare all'apparizione un senso compiuto o accettare l'orrore che viene svelato di conseguenza. Da dove arrivano quelle esplosioni ? Sono un effetto indiretto della pressione del Basso Astrale. Potremmo dire che il troppo stroppia e la ciccia dell'Ombra e talmente strabordante da non riuscire più a contenere se stessa e quindi inizia a disfarsi. Gli squarci che ne derivano provocano quell'effetto.

Un esempio in quella fiaba citata che è il Signore degli Anelli è la fiala di luce che Galandriel dona a Frodo e che Sam userà con successo contro Shelob, nonostante questo essere di luce si nutriva. Non solo, pungolo, la spada corta di Frodo nelle mani di Sam servirà a ferirla gravemente. Quando l'Ombra arriva alla fine del ciclo diventa sensibile alla luce e ne viene ferita anche molto gravemente. Ciò che le permette di protrarre a lungo la sua esistenza è la terribile nomea (giustificatissima) che la circonda. Ciò che decreta la sua fine è la stessa incoscienza (Sam non ha la minima idea contro cosa sta lottando ed è la pura disperazione che lo fa agire) che ne ha decretato il successo.

In un certo senso potremmo dire che l'Ombra nell'ultima sua fase "vive di pubblicità". Giudicate Voi se vi sembra un parallelo adatto a descrivere il nostro tempo...


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