Notifiche
Cancella tutti

Il Sesso e il Mondo


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2213
Topic starter  

Non essendo sessuologo e non avendo la necessità di cercare la verità, a me non interessa definire un approccio etico o rigoroso al sesso. Non mi interessa ad esempio formulare teorie o dichiarare cosa sia lecito e cosa no nel corteggiamento. Milioni di anni di evoluzione dovrebbero fare la loro parte ma sembra che il punto sia proprio di considerare quel risultato insoddisfacente e andare oltre.

Alla cieca.

Partiamo per ciò dalle evidenze evidenti, elencando una serie di aspetti su cui possiamo tutti essere d'accordo e da lì iniziamo a ragionare. La condanna di abuso sessuale colpisce quasi in prevalenza persone di sesso maschile dalle tendenze etero e arriva dal mondo femminista più aggressivo, il quale sta cercando di definire la traiettoria di condotta maschile che giudica inappropriata appoggiato da forti enti privati ed economici, seguendo uno stato d'animo, un disagio che la condotta maschile avrebbe provocato durante incontri promiscui (cioè non dove la accettazione della relazione intima era palese e reciproca). Non uso il condizionale per mettere in dubbio fatti e affermazioni di illeciti, ma perché non ci sono solo abusi di tipo sessuale nel mondo. Ciò non di meno possiamo raccogliere il dato che esiste un disagio femminile diffuso nei confronti di un modo di porsi maschile nell'atto del corteggiamento che è giustamente condannato dal pubblico femminile.

Questo non vuol dire però che non ci siano abbondanti abusi perpetrati da persone di orientamento sessuale diverso, in una società dove “genere” è stato di fatto disancorato dal sesso biologicamente determinato. Per ciò possiamo anche avere abuso di genere, tuttavia si parla solo di abuso maschile in senso tradizionale e questo rende implicito che tutti quelli che non si autoriconoscono come maschi di tendenze sessuali etero, non commettono abusi sessuali o ne commettono in via così marginale da rimanere perdonabile. Avviso che in questa seconda categoria finiscono invariabilmente per ricadere anche figure come i pedofili omosessuali seriali.

Il comportamento maschile è divenuto per ciò la guida sociale per la determinazione del genere (tutto quello che non è maschile in senso paterno) e ciò impone di rimuovere dalla discussione il valore del sesso biologico di nascita, la responsabilità della maternità e della procreazione autogena (la figa e mia e me la gestisco io? Risposta del mercato: hahaha) l'impatto antropologico sul cambio di definizione del nucleo famigliare, il ruolo degli interessi dell'industria e dell'economia per lo sfruttamento del corpo umano. Siccome la denuncia arriva dal mondo femminista più aggressivo è evidente che abbiamo un riferimento opaco per quanto riguarda anche solo l'abuso sessuale, catalizzato esclusivamente entro un idea di rapporto "classico", tipo l'innominato tra "Renzo e Lucia" che è di suo molto delicato e tanto più in un era in cui la definizione dell'orientamento sessuale rimane piuttosto dispersiva e sempre più la figura maschile ci appare (per contrasto) salvifica. Per ciò ad essere colpita non è l'idea del genere come comportamento maschile, nemmeno quella più decisa e violenta, ma proprio esclusivamente il ruolo di padre come figura mediatrice per il bene collettivo futuro di un nucleo famigliare che è lo stesso per estensione di quello che rappresenta un capo politico per una nazione (vedi Merkel o Putin). Questo a me sembra evidente che coincida con gli interessi dell'industria, della politica e della economia in una impostazione ordoliberista. Il motivo è semplice: al mercato di definire l'orientamento sessuale non "freca una minchia" (scusate il francesismo) così come non gli importava niente dei diritti delle donne quando si profuse nella propaganda delle "fiaccole della libertà". Allo stesso tempo ai fini della libera mercificazione del corpo umano, nel senso proprio di sfruttamento zootecnico industriale, la massificazione di uno stile di vita che rimanga sciolto dai vincoli famigliari tradizionali più profondi (patriarcali e matriarcali insieme) è perfettamente logico e coerente.

Se però certe anime belle stanno leggendo e non approvano perché "non sarebbe morale" e per ciò "nessuno lo permetterebbe", se ne vadano a dormire da un altra parte per piacere. Non c'è bisogno di venire qui in quest'angolo sperduto e piccolo del web stracolmo di posti dove si può sguazzare in qualsiasi fanghiglia mentale rassicurante. Non ho niente di rassicurante da scrivere per costoro (putroppo).

Non mi interessa d'altronde nemmeno andare a indagare l'origine o le responsabilità di una "rivoluzione culturale" sessuale che non tiene conto degli effetti di ritorno, dell'impatto sulla società, sull'economia e sull'individuo, se non per il mero tornaconto di un pugno di faccendieri (rispetto alla massa globale); ci deve bastare in questa sede che è la tendenza odierna e che così com'è impostata è una cretinata cosmica da qualunque parte la si guardi (ivi compresa quella degli interessi dei biscazzieri altolocati) per evitare di disperdere l'attenzione in argomenti che ci porterebbero inevitabilmente lontano e concentrarli dove risiede il cuore nero dell'umanità, il suo Parassita.

Quindi elenchiamo altri "dati" da tenere sott'occhio. L'interesse proprio del sesso femminile di procreare è messo sotto attacco ed è in fortissimo pericolo, perché l'ente che è preposto al suo riconoscimento e alla sua protezione (si intende esteso a livello sociale) è sempre stato tradizionalmente maschile (come energie) in quanto ente interessato alla continuità della sua propria linea genetica (condivisa col femminile che garantiva il successo) e quindi della difesa del nucleo famigliare e della sua autonomia procreativa. Va bene trovare un altro tipo di difesa, se non ci va bene il padre maschio a tendenza etero e possiamo anche accettare che ciò avvenga perché il maschio ha abusato della sua posizione dominante e potrebbe benissimo continuare ad abusarne, ma con cosa indenderemmo sostituirlo? Non ce ne stiamo occupando.Quindi l'intera operazione rimane a mio avviso particolarmente sospetta.

Possiamo infatti discutere mille anni su cos'è un padre e una madre, sulla scorta delle polemiche sollevate dai movimenti femministi americani, ma nemmeno un secondo sulla preferenza se essere genitore putativo o naturale. Senza ovviamente nulla togliere alle adozioni, gesto di indiscutibile Umanità Superiore che però ovviamente dovrebbe rimanere (spero, credo, se è rimasta ancora un oncia di Umanità nel mondo) indesiderabile come condizione diffusa e per la semplice tutela dei diritti del fanciullo che di certo non ha "diritto" ad avere "genitori qualsiasi" e liberamente forniti dal mercato, che sta facendo tutto quello che è in suo potere per spingere verso l'infertilità o comunque l'inutilità del cencepimento in senso autonomo e autogestito. Infatti ai diritti di qualcuno più fragile, sempre corrispondono dei doveri in genere di qualcun altro in posizione contrattuale più forte ed è meglio che quest'ultimo abbia dei motivi altrettanto forti per rispettare la sua parte di patto; se togli questi motivi (lasciando intedere che si può comperare un bambino o produrlo in serie come un automobile a partire dai tuoi geni) la condizione infantile (ne abbiamo la certezza evidente) non è che migliora, diventa orrenda e basta, compromettendo l'intero futuro del genere umano. Ora, se un multimiliardario adotta figli in numero equivalente ai polli di un allevamento intensivo e li mescola ai suoi più o meno riconosciuti e ottenuti da diverse relazioni, può permetterselo come può permettersi di trattarli alla stregua di tutte le altre sue proprietà, cioé sotto la minaccia continua di abbandono economico. Avremo quindi tanto gossip succoso e tanto lavoro per avvocati e giudici. Certamente però nessuno potrà impedire al riccastro di esercitare la sua "libera ed esecrabile" condotta umana, tantomeno quelli a cui garantisce di sguazzare comunque nel vizio e nell'ozio e di avere così un futuro garantito. Ma questo non è un esempio significativo, per il semplice motivo che si tratta di situazioni tanto marginali da essere trascurabili in un mondo che si prepara ad accogliere 10 miliardi di persone. Se vogliamo ovviamente accendere il cervello e vedere l'evidenza evidente che ci circonda, fatta di povertà endemica in fortissimo aumento.

La povertà diventa quindi un altro aspetto che riguarda quel sospettabile robusto sostegno all'attacco della figura maschile paterna da parte di pulpiti unilaterali resi inattaccabili ma che rimangono quantomeno opachi (comunque etremamente poveri di un "pensiero pensato") ma coincidenti con gli interessi ordoliberisti che possono così sfruttare le nuove tendenze culturali per arruolare pletore di "utili idioti" anche del tutto inconsapevoli, aprendo nuovi mercati liberati per l'uso sempre più criminale e selvaggio, cioé deregolamentato, del corpo umano.

La condanna a prescindere del nucleo famigliare socialmente più fragile in quanto povero, quello che non ha mezzi per difendersi, diventa per ciò una nuova versione della vecchia farneticazione liberista circa la povertà individuale (i famosi parassiti sociali che è meglio farli crepare nell'indigenza perché "fancazzisti mangiapane a tradimento") di stampo ottocentesco inglese, ad uso e consumo esclusivo della più gretta e perversa pulsione avida. Tale condanna si concretizza nella minaccia costante di perdita della patria potestà (leggi "sequesto legalizzato dei figli" per fini merceologici) e sfruttamento a fini procreativi dell'utero (leggi "zootecnia antropologica") rivolta esclusivamente a persone di ceto sociale povero, di cui non sentiremo praticamene mai parlare, ma che minaccia costantemente di inglobarci tutti per colpa degli starnuti ordoliberisti. Chiaramente questo muove il fortissimo interesse di tutto un mercato criminale particolarmente ributtante che ruota attorno all'età infantile e che vede nello sfruttamento di questa faglia legale del diritto internazionale un lucroso giro di affari che non può che aumentare a dismisura in futuro, allargando ulteriormente le maglie della sicurezza pubblica e cronicizzando il fenomeno in via molto rapida, con conseguenze che non sono assolutamente prevedibili, ma che stanno già incidento in via pressante sulla cultura globalizzata al fine di ammorbidire il più possibile il concetto che abbiamo di "sfruttamento dell'età infantile" e diritti del bambino. Che un dichiarato pedofilo abbia steso i moderni diritti del bambino applicati in pedagogia occidentale oggi è un segnale molto allarmante della situazione in essere e per la condizione legale infantile del prossimo futuro.

Ma questo è ancora tutto rose e fiori perché ci sono altri aspetti che gettano altre numerosissime ombre minacciose sulla cosidetta "rivoluzione colorata", al punto che mi verrebbe da consigliare caldamente a coloro che non si riconoscono come etero e a prescindere dal loro orientamento, di stare molto attenti e a distanza di sicurezza da questi movimenti perché puzzano tremendamente di truffa di bassa lega e non brillano per fare quello che dichiarano, cioé rappresentare gli interessi della minoranza. A meno che non si intenda "il mercato globalizzato" una minoranza, ovviamente.

Questi aspetti riguardano la sopita (e mai più ripresa) polemica delle nuove tecnologie che aprono frontiere alla speculazione ordoliberista "pura", così profondamente perverse e così fuori da ogni controllo di qualsiasi organo di potere immaginabile (compreso quel famoso "deep state") che la stessa struttura più profonda di governo, quella meno in vista, vive profonde fratture dovute alla fortissima puzza di bruciato.

Per arrivare a sfiorare il problema (ci vorrebbero libri e qui non abbiamo di certo lo spazio) prendiamo un altra "scoperta" della moderna tecnologia militare che pone criticità simili (anche se più affrontabili). Il radar. Questo strumento militare ha letteralmente "messo gli occhi" ai mezzi militari ed ha rappresentato una rivoluzione in termini strategici di tale impatto che l'atomica in confronto è una barzelletta. Di fatto è ancora il radar che guida il futuro di qualsiasi strategia militare sul campo e non è un caso che il suo sviluppo abbia iniziato a impattare sempre più direttamente sulla biosfera. Qualcuno sente parlare del radar nei termini in cui si parla dell'atomica, cioè come un pericolo diretto e gravissimo per la vita della biosfera? No e nemmeno questo è un caso. L'atomica si può sempre sostituire, ad esempio se si lancia un proiettile sufficientemente grande dallo spazio non importa nemmeno che abbia una carica per farlo coincidere a un esplosione nucleare. Si può far esplodere l'aria con una carica barometrica usando l'equivalente della benzina come esplosivo e si può sostituire l'ordigno nucleare persino con mezzi ad energia diretta come di fatto si sta cercando di fare.

Ma al radar non ci sono sostituti e c'è poco da fare, per ciò è di cruciale importanza che il suo sviluppo vada di pari passo con le tecniche di occultamento. Adesso non voglio scendere in particolari, ma l'occultamento riguarda il modo in cui le superfici reagiscono quando incontrano le onde radio. Certe superfici possono assorbirle come il nero assorbe la luce. Se avessi un caccia dipinto con una vernice che assorbe tutti i colori tranne quelli del punto del cielo dove si trova in quel momento, rimarrebbe difficilmente distinguibile allo sguardo. Con il radar funziona in modo simile. Se però cambio la lunghezza d'onda del radar e la accorcio (per ragioni tecniche che qui non approfondirò) posso trovare frequenze a cui il rivestimento risponde e per ciò "lo vedo" e in più posso marcarlo e riconoscerlo per la specifica banda con cui lo becco. Peccato che i corpi viventi siano immersi di fatto in una vasca elettromagnetica e che a furia di smanettare bande di frequenza rischio sovrapposizionamenti. Interferire con i campi elettromagnetici della vita significa interferire direttamente con le funzioni vitali degli esseri viventi, uomo incluso. Qualcuno ve ne ha parlato? Noo? Beh, non temo che anche solo a provarci verrebbe zittito perché "figurati, nessuno farebbe una cosa così orrenda che ci minaccia tutti". Già, nessuno che non sia militare e non abbia come primo mandato la difesa del suo paese e la piena consapevolezza che se non agisce in fretta e in modo molto discutibile moralmente, si ritroverà a dover contrastare mezzi militari "molto meno morali" dei suoi presunti nemici.

Tuttavia questo aspetto va ricollegato con l'altro che appartiene al mondo degli affari. Come si sa nella sfera degli affari globali l'ente militare è esattamente l'altra faccia della politica ordoliberista, cioè un altro modo per continuarne la politica. La Lockheed Martin, tanto per fare un esempio, non è un Babbo Natale buono e generoso che ci difende dai cattivi, non lo è mai stato e non lo sarà mai, anche se questa è l'immagine collettiva che la propaganda ci fa ingurgitare a forza. Allora come si gestisce un elemento strategico così spinoso dal punto di vista dell'impatto sociale e allo stesso tempo così cruciale dal punto di vista strategico militare come il radar? Semplice, non se ne parla o se ne parla poco o ancora in termini tranquillizzanti. Che detto in altro modo significa sopprimere con ogni mezzo qualsiasi informazione divergente che orienti l'attenzione verso il devastante impatto sulla vita che questo strumento conserva. Impatto che però non è esente da costi che diventano stellari se si considerano i danni collaterali. Come fare allora? Semplice, i militari non adottano mai soluzioni complicate, si scaricano i costi sulla componente più fragile della società, esattamente seguendo il trend ordoliberista con cui si sposta la manodopera nei paradisi dello sfruttamento salariale, il fisco nei paradisi fiscali, l'impresa nel mercato speculativo e della "deregulation" dell'irresponsabilità d'impresa. Cioè si sposta nei paradisi dell'incoscienza con tuuutta una serie innumerevole di ricadute tra il grottesco, l'insensato e il malaugurabile. Tipo che se si scopre la possibilità di usare una frequenza obnubilatrice (non dico che si è scoperta, ma "se") non temo sia poi usata massiciamente (leggi "con estremo abuso") per abbassare la tensione al dissenso contro le opere militari palesemente concepite in via esclusiva contro l'umanità. Cioè per eliminare i contrappesi sociali che limitano la proliferazione indiscriminata dell'igegno militare, ovvero di quella produzione intellettuale che sta sotto quella delle bestie e che "liberata" ci mette tutti (ma proprio tutti, indistintamente) in gravissimo pericolo. Per farvi capire di cosa si tratta, osserviamo i nostri ambienti. Notato niente di strano? Noo? Beh, vi do un aiutino. Dove sono andati a finire quelle masse innumerevoli di uccelli e insetti che c'erano fino a un decennio fa e che popolavano gli ambienti limitrofi quelli urbani? Non avete notato l'improvvisa scomparsa in massa di bestie selvatiche in ambienti selvatici dove solo pochi anni or sono erano sovrabbondanti? Ho frequentato boschi in abruzzo totalmente silenti per chilometri. Un fenomeno che non ricordo di aver mai notato nel mezzo secolo della mia vita. Ma forse qualche convinto debunker ci darà la solita spiega da merdaiolo per farci stare tranquilli (e stare lui tranquillo).

Bene, adesso per sfiorare il problema, prendete l'assunto che il mezzo tecnologico militare da considerare non sia il radar ma la genetica e lo sviluppo umano. Fate i vostri calcoli.

Quindi procediamo, perché in questa galleria degli orrori cosmici ce ne è per tutti. Non abbiamo ancora finito. Ora consideriamo un altra angolatura, dopo quella sociale, economica e quindi militare. Prendiamo quella antropologica educativa. La sessualità ha una peculiarità tutta sua, quella di rimanere trasversale ai piani di relazione umana, senza mutare la forza di impatto relativa. Mi spiego meglio. Consideriamo tre tipi di relazione: quella con noi stessi, quella con il partner e quella con la società in generale. Il potenziale di disordine emotivo che conserva l'argomento sessuale non è difforme in nessuno di questi piani. Per capire meglio di cosa si tratta facciamo un esempio critico. Mettiamo che A sia la famiglia di riferimento per B verso cui conserva una relazione di continuità (eredità). B si vuole sposare ma ovviamente i beni di A andranno in eredità ai futuri eredi e quella combinazione non piace ad A perché non garantisce il futuro di B, quindi non garantisce il futuro di A. Ma B è fortemente coinvolto sentimentalmente, quindi il piano emotivo di B si scontra direttamente con i piani di A facendo divergere gli interessi circa l'orientamento della scelta del partner. A ne aveva infatti puntato un altro che aveva più possibilità pratiche di garantire un futuro a B ma a B non piace.

Attenzione però che oggi "garantire un futuro" corrisponde allo status sociale, tuttavia non mi sto riferendo a quello. Si tratta di una condizione generica che riguarda il contesto (cultura, tempo e luogo) dove si consuma il dramma famigliare che dobbiamo sforzarci di immaginare divergente solo per le diverse prospettive: emotive per B, razionali per A. Si tratta di un dilemma antropologico che ha attraversato l'umanità nella sua totalità a prescindere dalle differenze tra gruppi, da quando praticamente abbiamo memoria e fintanto dove possiamo guardare nello studio della storia. Non è un particolare superabile così, come un vestito vecchio e in disuso che si può buttare. Noi non abbiamo assolutamente nessun riferimento alternativo a questo schema. Nessuno. Si tratta di un balzo di massa nel vuoto cosmico dell'organizzazione umana più intima. Qualcuno, riesce a realizzare di cosa stiamo parlando? Non dei diritti della famiglia multicolore, di cui in confronto (scusate) ma cene fotte proprio meno del niente assoluto, ma dell'impossibilità pratica di espletare le funzioni di base per un nucleo famigliare, il motivo stesso per cui è nato il concetto: garantire il futuro dell'umanità. Perché se sopravanza il diritto a prescindere di B di far valere le sue motivazioni circa l'orientamento, sano, giusto, riconoscibile, ma esclusivamente emotivo, salta la possibilità di bilanciarlo con le ragioni della continuità dell'interesse generazionale e quindi collettivamente, dell'interesse generale di tutta l'umanità. Non è una cazzata che si può considerare "roba delle caverne" a meno che la caverna non vogliamo averla nel cervello, ovviamente.

Ma non temo che la propaganda, sapientemente eterodiretta dal mercato per ragioni ancora una volta religiosamente ordoliberiste, finisca per orientare comunque la collettività verso questo balzo nel vuoto che non può, ripeto non può in alcun caso rimanere circoscritto dove l'ordoliberismo vuole rimanga circoscritto. Perché se noi ci dobbiamo ciucciare sta grande vaccata della famiglia multicolore a tutti i costi, poi se andiamo a vedere bene non troveremo da nessuna parte nei luoghi dove il potere conta l'esaltazione di una tale organizzazione. Il potere sa che il suo futuro dipende dai suoi figli e può comprarseli o presto forse persino fabbricarseli.

Ora fate ancora un ultimo sforzo e cercate di immaginare cosa succede se in questo quadro inseriamo un altra variabile (di cui non avevamo assolutamente bisogno): il microchip di Elon Musk che apre all'era dove l'apprendimento (cioè la costruzione neurale di un corpo emotivo che risponde allo stimolo dell'ambiente) diventa sempre più uno stimolo neurale eterodiretto totalmente artificiale. Tipo Neo di Matrix che si infila lo spinotto e impara tutto lo scibile sull'arte marziale e può praticarla. Solo dentro Matrix? Chissà, particolare non da poco.

Se Elon Musk e i suoi pari avranno i bottoni della tecnologia, a noi cosa rimane? Riflettiamoci, prima che sia troppo tardi. Perché dopo, quando questi geni del male conteranno i risultati dei loro completi disastri, troveranno che insieme al nostro si sono giocati anche il loro futuro, in via del tutto irrimediabile.


Citazione
Condividi: